Cos'è?
Il test per il dosaggio dell’ormone antimulleriano (AMH) misura i
livelli di questo ormone sessuale nel sangue. L’AMH è prodotto dai tessuti degli organi riproduttivi maschili e femminili, con concentrazioni diverse a seconda del sesso di appartenenza e dell’età. L’ormone antumulleriano – una glicoproteina secreta nelle donne dai follicoli ovarici, e negli uomini dai testicoli – gioca un ruolo chiave nello sviluppo degli
organi genitali nel feto. Il nascituro/a, infatti, in fase precoce della gravidanza possiede sia i cromosomi maschili (XY) che quelli femminili (XX) e potenzialmente può diventare maschio o femmina.
Alla
trentaseiesima settimana di gestazione quest’ormone inizia ad essere prodotto: alti livelli di AMH e di altri ormoni maschili portano allo sviluppo degli organi genitali maschili, viceversa bassi livelli di AMH consentono lo sviluppo degli organi genitali femminili. Questo perché il ruolo dell’AMH in fase gestazionale e subito dopo la nascita è quello di bloccare lo sviluppo degli organi riproduttivi femminili. Ecco perché nei maschi la sua concentrazione permane elevata anche nei primi due anni di vita.
Esiste anche una
terza possibilità, che si verifica quando nel feto con cromosomi maschili non viene prodotto sufficiente AMH da bloccare lo sviluppo dei genitali femminili. Tale condizione, definita di
intersessualismo, può essere più o meno marcata e comporta la compresenza, nel neonato, di entrambi gli organi genitali, seppur non completamente formati o appena accennati. L’attribuzione del sesso al neonato/a appare, in questi casi, dubbia e occorre attendere la pubertà per capire verso quale sesso biologico tenderà naturalmente l’organismo, e a quale genere (maschile o femminile), sentirà di appartenere il bambino/a.
L’
AMH – e quindi il suo dosaggio nel sangue – diventa di nuovo importante nelle donne a partire dalla
pubertà, quando le ovaie iniziano a produrlo per tutta l’età fertile. I valori di AHM sono associati al numero di follicoli ovarici, ovvero le strutture in cui si formano gli ovuli. Bassi valori sono spesso indicativi di una insufficienza ovarica collegata a problemi di infertilità.
A cosa serve misurarlo?
Il dosaggio dell’ormone antimulleriano nelle donne è considerato il miglior indicatore della
riserva ovarica e della
fertilità perché valori medio-alti sono associati ad un altrettanto ottimale numero di follicoli, che assicurano una buona produzione di ovociti. La donna, dalla pubertà alla menopausa, produce migliaia di ovuli che possono essere fecondati e dar luogo ad una gravidanza. Tuttavia, il
numero di ovociti decresce con l’avanzare dell’età e proprio il dosaggio dell’AHM permette di capire quanti ovociti restino da produrre in vista di un eventuale concepimento (riserva ovarica). Per tale ragione questo semplice test del sangue si inserisce nel protocollo di esami da effettuare in vista di un ricorso alla
PMA (procreazione medicalmente assistita) associata ad infertilità femminile.
Il dosaggio dell’ormone antimulleriano, però, non viene
prescritto solo in vista di una gravidanza, ma anche in caso di:
- Menopausa precoce. Se vi sono i sintomi di un inizio di cessazione dell’attività ovarica in epoca precedente a quella fisiologica del climaterio, ovvero prima dei 40 anni, questo test aiuta a capire cosa sta accadendo a livello ovarico
- PCOS. Nelle donne in età fertile, anche molto giovani, la PCOS (sindrome dell’ovaio policistico), si manifesta con sintomi svariati tra cui irregolarità mestruali e amenorrea secondaria. In questi casi i livelli di AHM sono più bassi della media di 5 volte
- Marker per tumore ovarico. Fa parte degli esami ormonali necessari in questo tipo di indagine diagnostica
- Amenorrea. Nelle donne in età fertile il cui ciclo mestruale si arresti all’improvviso è necessario misurare i livelli di questo e di altri ormoni femminili per capire se vi sia un problema di natura endocrinologica o ovarica
- Menopausa. Nella diagnosi di menopausa fisiologica, che di solito interviene intorno ai 50 anni di età, è il test dell’ormone antimulleriano che rivela se la riserva ovarica sta effettivamente esaurendosi
A chi si rivolge il test?
La paziente a cui può essere prescritto il test dell’ormone antimulleriano ha le seguenti caratteristiche:
- È una donna in età fertile che cerca una gravidanza. I suoi livelli di AHM possono rivelare se ha ancora una buona riserva ovarica e può quindi continuare a cercare di concepire in modo naturale, o se è necessario procedere ad una stimolazione ovarica in vista di una fecondazione in vitro (FIVET)
- È una donna in cura per un tumore ovarico. I dosaggi dell’AHM servono per testare l’efficacia della terapia perché in caso di malattia i livelli di questo ormone possono salire oltre la media
- È una donna con forti irregolarità mestruali che possono essere indicativi di un inizio di menopausa fisiologica o precoce
- È una donna in età fertile con sintomi di PCOS, quali: amenorrea o oligomenorrea (mestruazioni assenti o scarse), acne, irsutismo, aumento di peso, pelle e capelli untuosi
- È un/a bambino/a intersessuale nella fase in cui ancora non è chiara la prevalenza del sesso biologico di appartenenza
Il test prevede un
semplice prelievo di sangue in qualunque periodo del mese, perché il ciclo mestruale non altera i valori. Occorrono alcuni giorni-una settimana, per avere il responso.
Come leggere i risultati?
I valori di riferimento dell’ormone antimulleriano sono i seguenti:
Uomini:
- 0-2 anni 14-466 ng/ml di sangue (nanogrammi per millilitro)
- 2-12 anni 7,4-243 ng/ml
- Dai 12 anni in avanti 0,7-19 ng/ml
Donne:
- 0-2 anni <4,7 ng/ml
- 2-12 anni <8,8 ng/ml
- 13-45 anni 0,9-9,5 ng/ml
- 45 anni e oltre <1,0 ng/ml
Nei
maschi in età pubere, il dosaggio dell’ormone antimulleriano può essere utile nella diagnosi di
criptorchidimo mono e bilateriale (mancata discesa di uno o di entrambi i testicoli) o
anorchia (sindrome dei testicoli scomparsi). Negli uomini in età adulta, il test dell’ormone AMH non è indicativo per diagnosi di alcun genere. Nelle
donne adulte, invece, questo test è utilissimo per diverse diagnosi. Valori superiori alla media sono indicativi di
PCOS o, in alcuni casi, di
tumore ovarico, mentre valori inferiori alla media nella donna in età fertile sono segnale di insufficienza ovarica, menopausa precoce.