A cosa serve?
La
visita gastroenterologica serve a diagnosticare e a curare le patologie tipiche dell’apparato digerente nella sua interezza. Con questo termine non si indicano solo
stomaco ed
esofago, ma tutti gli organi attraverso cui passa il cibo, quindi
esofago,
stomaco,
intestino tenue,
intestino crasso (di cui fa parte il
colon),
fegato,
colecisti (o cistifellea) e
pancreas.
Quando si fa?
La visita gastroenterologica viene prescritta al paziente dal medico di famiglia quando il primo
lamenta uno o più di questi sintomi. Questi sono riconducibili alle malattie che coinvolgono l’apparato digerente, anche solo in parte:
- Senso di oppressione al torace;
- Dolori nella zona dello sterno o in tutta la fascia addominale superiore;
- Sensazione di avere un corpo estraneo nella gola, difficoltà e deglutire (disfagia);
- Inappetenza e/o perdita di peso drastica;
- Anemia;
- Digestione sempre lenta e difficile;
-
Nausea e/o vomito ricorrenti;
- Dolori simili a coliche nella parte superiore destra dell’addome:
- Dolori simili a coliche nella parte inferiore sinistra dell’addome;
- Forti dolori nel basso ventre, concentrati verso il fianco destro;
- Bruciore alla bocca dello stomaco dopo i pasti o a stomaco vuoto;
- Emissione di muco e/o sangue con le feci;
- Meteorismo e flatulenza;
- Alterazione del ritmo delle evacuazioni;
-
Diarrea e/o stitichezza;
- Sapore acido o amaro in bocca al mattino o rigurgiti acidi nella notte;
- Colorazione giallastra della pelle e delle sclere oculari (ittero);
- Dolore durante l’evacuazione;
- Feci troppo chiare, troppo scure, assottigliate, untuose o eccessivamente maleodoranti.
Tanto più
frequentemente si presenta un
sintomo, tanto più
non deve essere
sottovalutato, anzi è indice della gravità della situazione; questo vale anche per un sintomo che si ripete a distanza di tempo, ma in modo sempre più acuto.
Come si svolge la visita?
La visita gastroenterologica è composta, così come altre visite specialistiche, da due parti.
- In una prima parte, detta anche anamnesi, il medico instaura un dialogo con il paziente al fine di comprendere la sua condizione di salute in generale, se esistono ipotetiche familiarità con alcune patologie inerenti all’apparato digerente e infine indaga sui sintomi che hanno spinto il paziente a fare la visita specialistica;
- Nella seconda parte ha luogo l’esame obiettivo: esso consiste nella ispezione dell’addome (in cui si può osservare ad esempio la presenza di ittero), nella auscultazione, percussione e palpazione da parte del gastroenterologo dell’addome superiore e inferiore con lo scopo di verificare quanto dolore prova il paziente e la presenza di cavità, rigonfiamenti, tensione muscolare e simili. In questo modo lo specialista raccoglierà sufficienti informazioni per fornire una prima diagnosi, così da poter dare indicazioni comportamentali e dietetiche al paziente.
Inoltre, per ulteriori accertamenti, può prescrivere al paziente uno o più esami aggiuntivi, spesso invasivi, ma che possono rivelarsi decisivi per l’identificazione della patologia e del conseguente trattamento da adottare:
Si ricorda che lo specialista può anche prescrivere delle biopsie, cioè dei prelievi di tessuto, che avvengono durante gli esami sopracitati e che hanno la funzione di dare informazioni più specifiche rispetto ai batteri presenti o alle lesioni tumorali.