Si tratta di un
esame di diagnostica per immagini mediante il quale è possibile osservare il
massiccio facciale, un
gruppo osseo appartenente al cranio e composto dalle ossa zigomatiche, mascellari, palatine, nasali, lacrimali, dalla mandibola, dalle conche nasali inferiori, da vomere, sfenoide ed etmoide.
La
risonanza magnetica (RM) del massiccio facciale permette di
esaminare strutture anatomiche come le orbite oculari e i seni paranasali (frontale, mascellari, etmoidali e sfenoidale) con grande dettaglio spaziale. Non è indicata per la diagnostica delle patologie che interessano il collo, oggetto di un esame a se stante (RM del collo).
Viene impiegata per lo
studio delle
malformazioni vascolari o
nervose, dei
disturbi otorinolaringoiatrici (sinusite, poliposi nasale, deviazione del setto nasale) o
dentistici (ascessi), dei
tumori, delle fratture e di altre anomalie a carico del massiccio facciale.
La preparazione
Se eseguita
senza mezzo di contrasto, la RM del massiccio facciale
non richiede nessuna
preparazione; non è necessario sospendere l’assunzione di eventuali terapie farmacologiche in corso.
Le persone che devono sottoporsi all’esame vengono invitate a
spogliarsi, a indossare
camice e
calzari monouso e a
rimuovere qualsiasi
accessorio o
dispositivo contenente
parti metalliche (cerchietti, forcine, elastici, mollettine, protesi orali, parrucche, busti, lenti a contatto, apparecchi acustici). La presenza di metalli può, infatti, pregiudicare l’esecuzione dell’esame.
Come si svolge
Il paziente viene fatto stendere
supino su un
lettino scorrevole, con la testa appoggiata in un apposito supporto e invitato a rimanere
immobile per tutta la durata dell’esame. Il lettino viene successivamente inserito nel macchinario, che genera un campo magnetico ad alta intensità.
Come funziona? Nel suo percorso, il campo magnetico allinea gli atomi di idrogeno, abbondanti nel corpo perché presenti nella molecola dell’acqua, come particelle di ferro vicine ad una calamita. Questi spostamenti fanno sì che gli atomi coinvolti emettano deboli segnali di risonanza, che vengono captati, registrati e trasformati in segnale digitale.
Che tipo di esito si ottiene? Ogni intensità di segnale corrisponde ad un’intensità di grigio nelle immagini prodotte. Il risultato finale è una serie di immagini tridimensionali (dette scansioni) ad alta risoluzione che ricostruiscono la struttura del corpo in sezioni successive.
Quanto dura? Dura circa 20-30 minuti.
Le controindicazioni
La procedura è
non invasiva, indolore e sicura; malgrado non vi siano evidenze di rischio, è comunque sconsigliata nel primo trimestre di
gravidanza.
Può capitare che i pazienti avvertano una
sensazione di
soffocamento durante l’esecuzione dell’esame, solo psicologica perché all’interno del macchinario viene assicurato un continuo ricambio d’aria. In casi particolari può essere somministrata una lieve sedazione.
Alcune strutture dispongono di un’
apparecchiatura aperta su tutti i lati, più tollerata dalle persone che soffrono di
claustrofobia.
La presenza di pacemaker, elettrodi, neurostimolatori, defibrillatori interni, protesi oculari, dentali o auricolari e dispositivi medici per l’infusione di farmaci può
interferire con l’esecuzione della procedura: pertanto è bene che i pazienti portatori di questi device
informino il proprio medico.