Che cos'è?
La chirurgia bariatrica è un insieme di tecniche chirurgiche destinate al trattamento delle grandi obesità. Scopo di questi interventi è quello di agire a livello di organi digestivi – stomaco e/o intestino – riducendone il volume e aiutando in tal modo il paziente, in modo meccanico, a diminuire progressivamente le quantità di cibo ingerite. In questo modo si ottiene una perdita di peso progressiva e permanente.

Diverse sono le tipologie di intervento, che dipendono dalle caratteristiche e dalla condizione clinica generale del paziente, ma tutte si eseguono in anestesia generale e comportano una riabilitazione più o meno lunga successiva all’operazione stessa, che in molti casi va associata, oltre che ad una dieta scrupolosa, ad un percorso psicoterapeutico. Tutti gli interventi di chirurgia bariatrica, inoltre, comportano un certo grado di rischio, per questa ragione è molto importante affidarsi a Centri e unità operative ospedaliere altamente qualificate.


A chi si rivolge?
Non tutte le persone obese sono idonee ad essere sottoposte a questo tipo di interventi. La chirurgia bariatrica si rivolge infatti ad un target ben preciso di potenziali pazienti. Le caratteristiche per poter entrare in lista sono le seguenti:
  • Età minima non inferiore a 18 anni ed età massima non superiore ai 60 anni.
  • Indice di massa corporea (IMC) uguale o superiore a 40, oppure uguale/superiore a 35 ma con associate complicanze mediche tra cui diabete, malattie cardiovascolari e ipertensione, PPCO (broncopneumopatia cronico ostruttiva) o apnee ostruttive del sonno (OSAS), sindrome metabolica, ecc.
  • Compresenza di patologie articolari degenerative legate all’eccesso di peso.
  • Grave disagio psico-emotivo provocato dalla condizione di obesità, limitazioni nella vita socio-lavorativa.
  • Buone possibilità di recupero post operatorio e forte motivazione.
  • Rischio operatorio non elevato.
  • Fallimentari percorsi terapeutici e dietetici precedenti.
Se queste sono le caratteristiche del candidato ideale all’intervento di chirurgia bariatrica, vediamo quali sono invece i limiti che possono escludere un paziente dalla possibilità di accedere a questo tipo di operazione:
  • Soffrire di malattie psichiatriche.
  • Essere alcolisti e/o dipendenti da sostanze stupefacenti.
  • Soffrire di obesità secondaria, in cui l’aumento di peso sia in buona parte conseguenza di disfunzioni neuroendocrinologiche. In questo caso, evidentemente, si dovrà prima intervenire sulla causa primaria dell’obesità.
  • Disturbi dell’umore gravi, come la depressione o l’ansia con attacchi di panico non opportunamente trattati e quindi suscettibili di invalidare il percorso riabilitativo post intervento.
  • Analogamente disturbi del comportamento alimentare di tipo nevrotico (bulimia, binge eating), non trattati con opportuno percorso psicoterapeutico.
Attenzione. Poiché molte forme di obesità, soprattutto nelle persone giovani, sono associate proprio a disagio psicologico e disturbi del comportamento alimentare, per poter risolvere il problema dell’eccesso di peso non basta la chirurgia. L’intervento in tali casi rappresenta una tappa di un ben più lungo e complesso percorso integrato di supporto neuro-psicologico, comportamentale e nutrizionale.


Tipologie di interventi 
La chirurgia bariatrica offre diverse tipologie di intervento più o meno invasive, che vengono decise dall’equipe chirurgica in base alle caratteristiche del paziente e al grado di obesità. Le tecniche principali sono quattro, vediamole brevemente:
  • Sleeve gastrectomy (gastrectomia verticale parziale): con questa tecnica si asporta, tramite resezione verticale praticata in laparoscopia, una buona porzione di stomaco. Si procede inoltre a “tubulizzare” lo stomaco restante in modo da ridurne drasticamente le dimensioni. Questo tipo di intervento modifica anche la produzione di ormoni, riducendo quelli responsabili della fame e stimolando gli ormoni della sazietà.
  • Bypass gastrico. È uno degli interventi più eseguiti. Si introduce un “anello” che divide in due porzioni lo stomaco, in modo che solo la parte superiore sia comunicante con l’intestino tenue. Questo tipo di riduzione gastrica comporta l’impossibilità di introdurre grandi quantità di cibo nello stomaco, e quindi induce un senso di sazietà in tempi rapidi. Il by pass gastrico è indicato anche per combattere il diabete di tipo 2 e la malattia del reflusso.
  • Diversione bilio-pancreatica. Con questa tecnica si rimuovono i 2/3 dello stomaco, ovvero tutta la parte finale e al contempo duodeno e dotti pancreatici vengono isolati dal resto dell’intestino.
  • Bendaggio gastrico. Questo intervento prevede una riduzione “meccanica” della quantità di cibo che si può introdurre nello stomaco applicandovi una protesi in silicone regolabile. In questo modo la prima parte dello stomaco si riempie velocemente e la compressione prodotta dal bendaggio inibisce dal proseguire a mangiare, provocando una rapida sensazione di “pienezza”. Tutti gli interventi di chirurgia bariatrica si eseguono in anestesia generale con tecnica laparoscopica, e hanno una durata variabile che va dal minimo dei 40-60 minuti per bendaggio gastrico e sleeve gastreoctomy fino alle 2-3 ore per gli altri.

Post-intervento: in cosa consiste?
La degenza ospedaliera dopo un intervento di chirurgia bariatrica varia a seconda del tipo di tecnica utilizzata. Basta un giorno per il bendaggio gastrico mentre ne occorrono mediamente tre per la diversione bilio-pancreatica. Una delle domande che i pazienti si pongono in relazione a questo tipo di intervento è: ci sono rischi? Sì, esiste un 3% di possibilità che si verifichino complicazioni durante o dopo l’operazione, come un’emorragia o un’infezione. Ma questo vale per tutti gli interventi di chirurgia generale.

Per tale ragione è opportuno farsi seguire da un Centro che abbia un alto volume di interventi annui. Cosa accade al paziente dopo il rientro a casa? In generale, dovrà attenersi alle regole comportamentali e dietetiche indicate dai medici e sottoporsi a regolari controlli. Si può riprendere la vita lavorativa dopo pochi giorni ma solo se si tratta di attività che non comportano sforzi. Diversamente si dovrà attendere più a lungo. Per quanto riguarda le donne in età fertile, invece, si dovrà evitare una gravidanza per almeno un anno dopo l’intervento.
 

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