Cos'è il tunnel carpale?
La sindrome del tunnel carpale è una condizione dolorosa di compressione del nervo mediano – il lungo nervo del braccio – nel punto in cui attraversa il polso. In questa zona articolare, infatti, il nervo passa all’interno di una struttura rigida, fatta di tessuto fibroso, chiamata legamento traverso del carpo, che forma un vero e proprio tunnel. Per varie ragioni tale struttura può ispessirsi e finire per “imprigionare” il nervo mediano comprimendolo e irritandolo. I sintomi della sindrome del tunnel carpare sono progressivi e includono:
  • Dolore ingravescente a carico di polso, palmo e dita della mano (in particolare le prime tre dita e metà dell’anulare)
  • Formicolio e intorpidimento della mano e dell’avambraccio
  • Dolore notturno
  • Risveglio con la mano intorpidita e dolore di tipo aghiforme
  • Perdita di forza nella presa
La sindrome del tunnel carpale può avere diverse cause, tra cui:
  • Movimenti ripetitivi e meccanici dell’avambraccio e della mano (tipica di alcuni mestieri, sport o comune in chi usa per molte ore al giorno il mouse del pc)
  • Malattie infiammatorie delle articolazioni, come l’artrite reumatoide
  • Microtraumi e fratture del polso (in quest’ultimo caso anche l’immobilizzazione con il gesso può diventare fattore di rischio)
  • Gravidanza
Quando la sindrome dolorosa del tunnel carpale diventa invalidante, la soluzione chirurgica con liberazione del nervo mediano è la soluzione più indicata. 

Come si svolge l'intervento?
L’intervento chirurgico di liberazione del tunnel carpale prevede la resezione del legamento traverso del carpo che provoca la compressione del nervo mediano. Si effettua in due modalità:
  • Chirurgia tradizionale: incisione eseguita sul palmo della mano, lunga circa 3 cm, attraverso la quale è possibile sezionare il legamento carpale e in tal modo liberare il nervo mediano, di cui si osservano le condizioni.
  • Endoscopia ortopedica: in questo secondo tipo di intervento, si utilizza la tecnica laparoscopica con microincisioni per introdurre nel palmo gli strumenti chirurgici e la sonda a fibre ottiche e operare con il minor grado di invasività e di traumatismo possibile. Con la chirurgia endoscopica si riduce anche il versamento di sangue interno.
In entrambi i casi si procede anche ad una ripulitura di eventuali aderenze, versamenti di liquido sinoviale, esiti di fratture o di flogosi interna eccetera. La liberazione chirurgica del tunnel carpale avviene previa anestesia locale o plessica, ovvero ottenuta per infiltrazione di anestetico in prossimità delle terminazioni nervose del punto da incidere. Subito dopo l’intervento, che dura una decina di minuti, si sutura la ferita e si fascia la mano operata con un bendaggio compressivo che va tenuto fino a quando non si rimuovono i punti. L’arto va tenuto in posizione sollevata (antigravità) per qualche tempo, e, a seconda della tipologia di intervento, il paziente dovrà indossare un tutore per l’immobilizzazione del distretto polso-mano. 

Come ci si prepara?
Prima dell’intervento (qualche giorno prima), il medico specialista valuta le condizioni generali del paziente, e vengono effettuati gli esami del sangue, l’elettrocardiogramma e la radiografia del torace, oltre ai controlli ortopedici del caso. Il giorno dell’esame il paziente si presenta digiuno da almeno 12 ore, con la mano pulita, le unghie tagliate corte e l’eventuale smalto o altro tipo di trattamento estetico per unghie rimosso. Negli uomini è prevista anche una depilazione delicata. Le terapie farmacologiche possono essere assunte come da routine, per chi le segua, ma è importante avvisare il medico. Chi, però, sia sottoposto a TAO o assuma anticoagulanti dovrà sospenderli e seguire una terapia a base di eparina. Per tutti, è prevista una profilassi antibiotica al fine di azzerare il rischio di infezioni postoperatorie. 

Cosa succede dopo?
Subito dopo l’intervento, il paziente viene tenuto in osservazione. L’arto operato, dopo essere stato bendato e immobilizzato in posizione sollevata, viene trattato con il ghiaccio per qualche ora. In questa fase, oltre al monitoraggio dei parametri vitali, si valuta la risposta delle dita agli stimoli e si invita il paziente anche a eseguire piccoli movimenti per ripristinare la circolazione e la sensibilità. L’effetto dell’anestesia in genere dura ancora qualche ora, ma a seguire si prescrive una terapia analgesica che il paziente dovrà seguire anche a casa. Se non vi sono complicazioni o sanguinamenti, la persona può far rientro a casa, accompagnata, dopo questo lasso di tempo, ma deve stare a riposo. La fase postoperatoria, importantissima per il buon esito dell’intervento stesso e per la riacquisizione della piena funzionalità della mano, prevede le seguenti tappe di routine:
  • Prima settimana: medicazione dopo 4-6 giorni dall’intervento. In questo periodo il paziente deve stare attento a non bagnare il bendaggio.
  • Seconda settimana: rimozione dei punti e applicazione di un cerotto sulla ferita. Il paziente può riprendere le normali attività quotidiane purché non comportino impegno manuale. Il cerotto dovrò essere rimosso dal paziente stesso dopo tre giorni, e a quel punto l’arto operato potrà essere lavato normalmente. 
Ai 15 giorni dall’intervento è importantissimo che il paziente esegua gli esercizi di riabilitazione per il recupero della mobilità e sensibilità, dopo essere stato opportunamente istruito ad eseguire in autonomia. La zona della cicatrice va massaggiata e mantenuta morbida con una crema idratante da spalmare ogni giorno. 

L’intervento di liberazione del tunnel carpale in genere dà esiti positivi con remissione totale o parziale dei sintomi invalidanti e soprattutto consente di recuperare la funzionalità dell’arto. Il tasso di recidive o di fallimento dell’intervento è molto basso.

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