Le carotidi e la malattia
Le carotidi sono due arterie che, nascendo poco al di sopra del
cuore, attraversano il collo e portano il sangue (quindi ossigeno e sostanze nutritive) al cervello e a tutti gli altri organi e tessuti della testa (anche pelle, ossa, occhi). L’arteriopatia carotidea è una condizione caratterizzata dalla presenza e accumulo di placche costituite da
colesterolo o di altra natura. Nel tempo la placca tende ad indurirsi e occludere le arterie, fino a restringerla significativamente. Si tratta di una malattia grave che determina una ostruzione nell’afflusso di sangue alla testa e può predisporre allo sviluppo di un
ictus. Infatti la mancanza di sangue per più di qualche minuto causa la morte delle cellule del cervello. Le conseguenze saranno danni cerebrali permanenti e disabilità (paralisi, cecità, problemi nel parlare o nell’eseguire semplici attività quotidiane) a seconda della zona del cervello colpita. L’arteriopatia carotidea è una delle principali cause di ictus nei Paesi occidentali. In alcuni casi la placca si può rompere e un suo frammento staccarsi per poi viaggiare nel circolo sanguigno e incastrarsi in altri punti del sistema sanguigno.
Sintomi
L’ostruzione della carotide non determina tendenzialmente sintomi finché il restringimento non è grave. In alcuni soggetti, l’ictus è la prima manifestazione della malattia. Altri sintomi possono essere vertigini, disturbi visivi, difficoltà a parlare o muoversi, paralisi di un arto, disorientamento e perdita di coscienza.
Diagnosi
Per la diagnosi di arteriopatia carotidea basta un ecocolordoppler carotideo, ed eventualmente un'
angio-TC dei vasi del collo. Prima della procedura, il paziente è comunque sottoposto a una visita accurata che comprende la raccolta di tutti i dati concernenti la sua salute.
Indicazioni all’endoarteriectomia carotidea
L’endoarteriectomia è indicata quando la sede del restringimento della carotide è facile da raggiungere e le condizioni di salute del paziente tali da poter sopportare un intervento in anestesia generale o regionale. In alternativa il medico può optare per l’
angioplastica con stenting, una procedura meno invasiva, sulla base delle caratteristiche della placca e della salute del paziente.
La procedura di rivascolarizzazione carotidea con endoarteriectomia
La rivascolarizzazione carotidea con endoarteriectomia è un intervento chirurgico invasivo che consente di pulire e liberare le arterie carotidi da accumuli di grasso che ostacolano il passaggio del sangue.
L'anestesia è di solito generale, ma può anche essere loco-regionale. Viene praticata una incisione nel collo all’altezza proprio della carotide occlusa. Quest’ultima viene isolata e incisa a livello dell’ostruzione affinché venga facilitata la rimozione della placca. Dopodiché viene ricucita sia l’incisione sull’arteria che sul collo.
La durata totale della procedura è di circa 2 ore. La dimissione avviene normalmente dopo circa 2-3 giorni.
Tale procedura è solitamente indicata quando la stenosi è molto grave oppure meno grave ma in un paziente a forte rischio di ictus o già colpito da ictus.
Le complicanze più frequenti sono: dolore in corrispondenza della ferita, sanguinamento dalla ferita, infezione. Più raramente possono danneggiarsi i nervi adiacenti alle carotidi con problematiche alla voce o alla sensibilità della faccia, recidiva dell’occlusione e ictus.
Come scegliere la struttura sanitaria
Per l’intervento chirurgico di rivascolarizzazione carotidea con "endoarteriectomia" il Ministero della Salute indica il numero di interventi effettuati dalla struttura presa in considerazione, indice di esperienza della struttura. In particolare, è preferibile optare per strutture che effettuino almeno 75 interventi l'anno (semaforo verde).