Fratture della tibia e del perone
Tibia e perone sono le due ossa lunghe della gamba che, parallele l’una all’altra, partono dal ginocchio, dove è presente l’articolazione con il femore, e arrivano al piede formando le articolazioni dei malleoli (conosciuti meglio come caviglie). Costituendo lo scheletro della gamba, il loro ruolo è fondamentale per la locomozione. Nello specifico la tibia, rispetto al perone, è l’unica ad avere contatti articolari con il femore (quindi ha un’importante funzione di sostegno del peso corporeo) ed essendo anche molto vicino alla pelle è più soggetta a traumi esterni e fratture.
Solitamente le fratture si generano quando sulla tibia o sul perone viene esercitata una forza maggiore di quella che può sopportare, sia in senso verticale che rotazionale. Nelle fratture di tibia e perone, le due ossa raramente si rompono simultaneamente, piuttosto si fratturano spesso separatamente, o l’una o l’altra. Queste fratture rappresentano circa l’1% delle fratture dell’arto inferiore (le fratture del femore sono in assoluto le più frequenti) e spesso, nel paziente politraumatizzato, si associano ad altre fratture ossee sparse per il corpo.

Classificazione delle fratture
A seconda del tipo di lesione si distinguono fratture multiple o isolate (in base al numero di frammenti ossei che si staccano), esposte e chiuse (ovvero se lacerano la pelle sovrastante e si espongono all’esterno oppure no), scomposta o composta (quando le ossa sono fuori allineamento oppure no), da stress o da avulsione (se si tratta di un piccolo pezzo di osso che si separa dal resto oppure di ripetuti stress che generano frammenti che si staccano), trasversa o obliqua o longitudinale (in base all’andamento della frattura), completa o incompleta (se il frammento è interamente venuto via o è rimasto adeso all’osso).

Cause
Le cause delle fratture a tibia e perone possono essere traumatiche o, più raramente, secondarie a condizioni predisponenti o malattie dell’osso preesistenti.
Tra le cause traumatiche più frequenti sono da annoverare gli incidenti d’auto o in moto, ma anche gli infortuni durante le attività sportive (calcio, sci, tennis per citarne alcuni). Tra le condizioni mediche predisponenti, che possono favorire i traumi e quindi le fratture, ci sono i disturbi del ritmo cardiaco o i cali di pressione, i deficit della vista, malattie neurologiche e dell'equilibrio, uso di farmaci che alterano lo stato vegetativo (sedativi e antidepressivi ad esempio).
Le malattie invece più frequenti che possono portare a deformità e frattura spontanea delle ossa sono le malattie croniche che colpiscono in modo selettivo le ossa o le articolazioni: osteoporosi, artrosi e artrite reumatoide per citarne alcuni.

Sintomi
Le fratture alla gamba possono causare una vasta gamma di sintomi e complicanze. Sicuramente il dolore è sempre presente e la sua entità dipendono dalle caratteristiche della frattura. La rottura dell’osso può anche compromettere la normale funzionalità della gamba, determinando instabilità della stessa e difficoltà nella deambulazione, lividi e deformità della gamba visibili a occhio nudo, giungendo in diversi casi alla totale impossibilità a camminare. In caso di frattura esposta all’esterno, oltre a tutti questi sintomi, possono associarsi sintomi da ferita esterna alla pelle e sintomi da infezione (febbre, nausea, calo di pressione, spossatezza). Nei casi più gravi la frattura può coinvolgere i nervi o i vasi sanguigni che passano in quella zona e che servono a dare sensibilità e movimento a gambe e piedi, determinando quindi formicolii, perdita di sensibilità e del colore naturale della pelle, fino alla gangrena e morte dei tessuti.
 
Diagnosi
Durante la visita il medico effettua un’accurata intervista al paziente ed un esame della zona del corpo colpita, alla ricerca di sintomi e segni che diano sospetto di frattura. È quasi sempre indispensabile, al fine di classificare la frattura e conoscerne le caratteristiche attraverso immagini più precise, una radiografia della gamba e in alcuni casi una TAC o una Risonanza Magnetica. In tal modo il chirurgo si orienta su dove intervenire.

Terapia
Il trattamento delle fratture di tibia e perone, così come per tutte le fratture, dipende dalle caratteristiche e quindi dalla classificazione delle stesse. Generalmente, in pazienti non politraumatizzati e senza altre complicanze, nel caso di fratture composte e isolate può essere effettuato un trattamento non invasivo con gesso e circa 3 mesi di riabilitazione. In caso di frattura esposta o scomposta o in caso di interessamento anche di articolazioni e legamenti, può essere presa in considerazione l’opzione di intervento chirurgico per riallineare il frammento osseo nella posizione di origine attraverso l’utilizzo di viti o placche in titanio. Dopo il trattamento chirurgico è necessario sempre un periodo riabilitativo di circa 3-4 mesi per recuperare la capacità di movimento fluido delle articolazioni e dei muscoli.

Come scegliere la struttura sanitaria?
Per l’intervento chirurgico per “frattura di tibia/perone” Il Ministero della Salute indica il numero di interventi effettuati dalla struttura presa in considerazione, indice di esperienza chirurgica e il tempo di attesa per l’intervento chirurgico, indice di appropriatezza delle cure prestate. In particolare, è preferibile optare per strutture che effettuino l’intervento chirurgico per “frattura di tibia/perone" entro 4 giorni dal momento del ricovero (semaforo verde).
 
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