Cos'è?
Il
morbo di Crohn è una malattia infiammatoria cronica che colpisce
l’intestino, più frequentemente a livello di
colon, provocando
sintomi da lievi e severi tra cui
diarrea e/o
stitichezza, gonfiore addominale, malassorbimento con conseguenti
carenze nutrizionali,
dimagrimento, mal di pancia ricorrente, emissione di sangue o muco con le feci, vulnerabilità alle infezioni. Il
processo infiammatorio che si innesca a carico delle pareti dell’intestino tende ad
indebolire le mucose, che quindi diventano permeabili provocando la
sindrome da alterata permeabilità intestinale (o leaky gut), una delle possibili
conseguenze del morbo di Crhon.
Questa condizione favorisce la
fuoriuscita di batteri patogeni (es. i colibatteri) dall’intestino stesso permettendone la
diffusione nell’addome e in altri organi. Per tale ragione tra le
complicanze della malattia vi sono possibili
infezioni a carico delle
articolazioni (
artrite), della
pelle, degli occhi e delle mucose della
bocca (dermatiti, stomatiti, congiuntiviti), formazione di
ascessi eccetera. Altra complicanza frequente associata al morbo di Crohn è l’
anemia da carenza di vitamine del gruppo B (in particolare B12), e da carenza di
ferro, dovute all’incapacità dell’intestino di assorbire correttamente i principi nutritivi desunti dall’alimentazione e rilasciarli nel sangue. Per questa ragione il morbo di Crohn è anche una
malattia del metabolismo.
Le
cause di questa malattia infiammatoria sono ancora in parte
sconosciute, ma è verosimile
un’implicazione autoimmune. Può insorgere in qualunque momento della vita, ma più frequentemente in età infantile o giovanile, e colpire indistintamente uomini e donne. Il morbo di Crohn è una patologia
cronica, ma attraversa fasi di
acutizzazione dei sintomi, cui seguono periodi di completa
remissione degli stessi.
Quali sono i sintomi?
I
sintomi del morbo di Crohn sono variegati, possono essere lievi e localizzati a livello di colon, oppure più diffusi e invalidanti. I principali:
- gonfiore addominale, meteorismo e flatulenza
- emissione di sangue con le feci (dovuta al fatto che le mucose infiammate possono ulcerarsi)
- dimagrimento, aspetto sofferente
- anemia, debolezza da carenze nutrizionali
- diarrea
- dolori addominali da lievi ad acuti, simili a coliche o a crampi che possono insorgere anche durante la notte
- vulnerabilità alle infezioni (soprattutto a carico di pelle, bocca e occhi)
- disbiosi intestinale (alterazione del microbiota, ovvero dell’ecosistema di microrganismi presenti nella mucosa intestinale) che a sua volta causa coliti che non guariscono
- infiammazioni sistemiche, ad esempio forme di artrite (infiammazione cronica delle articolazioni del corpo) o epatiti
- formazione di fistole anali o di ascessi (sacche ripiene di pus)
- stenosi intestinale (restringimento del lume interno dovuto all’ispessimento delle mucose infiammate)
- se la malattia insorge in età infantile o adolescenziale può causare ritardo nella crescita e nello sviluppo puberale dovuto alle carenze nutrizionali e all’anemia.
Cause e fattori di rischio
Il
morbo di Crohn è una
malattia in parte misteriosa. Non è genetica, né infettiva e neppure l’alimentazione appare fattore determinante nella eziopatogenesi del processo infiammatorio. Si ritiene che la
causa più probabile sia l’autoimmunità. Significa che per ragioni non ancora chiare il
sistema immunitario dell’organismo, ad un certo punto, si “rivolti” contro i
tessuti sani dell’intestino, danneggiandoli. Si innesca pertanto un
processo infiammatorio cronico irreversibile. Ad oggi
non esiste infatti una cura per questa malattia, da cui non si guarisce, ma con la quale si può convivere con le
terapie sintomatiche disponibili e con una dieta mirata.
Tra i possibili
fattori di rischio si annoverano:
- l'età: è più comune ammalarsi in gioventù, ovvero prima dei 30 anni
- familiarità: quando in famiglia ci sono più casi di morbo di Crohn aumentano le probabilità di ammalarsi a propria volta, ma va detto che non si tratta di una patologia ereditaria
- fumo di sigaretta: si tratta del principale fattore di rischio prevenibile o controllabile. Non solo aumenta le probabilità che la malattia insorga, ma ne accentua i sintomi e può creare complicanze in caso di intervento chirurgico
- assunzione di farmaci antinfiammatori FANS: tra cui ibuprofene, diclofenac sodico ecc.
Diagnosi e cure
Per giungere ad una
diagnosi di morbo di Crohn è necessario sottoporsi ad alcune
analisi ed
esami strumentali, tra cui:
- test del sangue per rilevare eventuali anemie e carenze nutrizionali
- ricerca di sangue occulto nelle feci
- colonscopia con biopsia o colonscopia senza biopsia, esame invasivo che prevede l’inserimento per via rettale di una sonda a fibre ottiche in grado di raccogliere immagini dell’interno del colon. Durante la procedura è possibile prelevare un piccolo campione di mucosa da far analizzare in laboratorio (biopsia)
- colonscopia virtuale, esame simile al precedente che si effettua però in modo meno invasivo e che permette di visualizzare le pareti interne del colon ma senza intervenirvi direttamente
- ecografia delle anse intestinali, ugualmente esame non invasivo che consente di rilevare la presenza di anomalie morfologiche a carico dell’intestino causate della malattia
- risonanza magnetica addominale con mezzo di contrasto, che permette di valutare l’estensione e la gravità dell’infiammazione intestinale
- entero-TC con mezzo di contrasto, esame simile al precedente che utilizza, però, la metodica a raggi X, più pericolosi dei campi magnetici e delle onde radio usate nella RM
Una volta arrivati alla diagnosi, lo/a specialista in gastroenterologia prescriverà al paziente le
terapie migliori a seconda delle sue condizioni. Tra le opzioni per la
cura e la gestione dei sintomi disponibili si contano:
- farmaci con effetto immunomodulante o immunosoppressore per spegnere la risposta immunitaria anomala causa dell’infiammazione cronica (in particolare metotrexato, azatioprina o 6 mercaptopurina)
- farmaci biologici (quali infliximab e adalimumab) che ugualmente agiscono sull’origine immunitaria dell’infiammazione
- antibiotici in caso di complicanze infettive a livello intestinale (es. formazione di ascessi)
- cortisonici con effetto antinfiammatorio generalizzato e analgesico
- antidiarroici
- supplementi vitaminici in caso di anemia (in particolare integratori di vitamina B12, di ferro, di calcio e di vitamina D, soprattutto nei bambini e ragazzi)
In casi estremi, è possibile ricorrere alla
chirurgia per rimuovere le parti di intestino troppo danneggiate dal processo infiammatorio cronico, o per risolvere complicanze serie quali fistole e ascessi purulenti.
Oltre all’assunzione di farmaci, è possibile
alleviare i sintomi del morbo di Crohn e ridurre la flogosi interna attraverso un’
alimentazione selettiva che dovrà essere ricca di
acidi grassi omega 3,
povera di fibre soprattutto in caso di stenosi intestinale (per evitare il rischio di occlusione), e di alimenti allergizzanti quali cereali contenenti glutine o latticini. In alcuni casi, e per brevi periodi, può essere di sollievo (sarà il medico a decidere per quanto),
alimentarsi per via endovenosa o enterale (EEN), al fine di far “riposare” l’intestino e permettere una cicatrizzazione delle lesioni interne della mucosa.