“Donne in meta” contro il Tumore al Seno Metastatico Triplo Negativo
Fare squadra, come nel
Rugby, senza lasciare nessuno indietro. È l'obiettivo di "
Donne in meta", la campagna di sensibilizzazione a sostegno delle pazienti colpite da
Tumore al Seno Metastatico Triplo Negativo (TNBC): una
forma particolarmente
aggressiva che rappresenta il 15-20% delle diagnosi. Promossa da Gilead con il patrocino di Europa Donna Italia, l'iniziativa vuole essere un invito alle donne a non chiudersi in se stesse e a
puntare sulla forza del gruppo. La “squadra ideale” – che si compone di caregiver, clinici e Associazioni di pazienti – può trovare
informazioni corrette e spazio per eventuali interventi nel sito della campagna
www.donneinmeta.it.
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“Donne in meta” contro il Tumore al Seno Metastatico Triplo Negativo
Fare squadra, come nel
Rugby, senza lasciare nessuno indietro. È l'obiettivo di "
Donne in meta", la campagna di sensibilizzazione a sostegno delle pazienti colpite da
Tumore al Seno Metastatico Triplo Negativo (TNBC): una
forma particolarmente
aggressiva che rappresenta il 15-20% delle diagnosi. Promossa da Gilead con il patrocino di Europa Donna Italia, l'iniziativa vuole essere un invito alle donne a non chiudersi in se stesse e a
puntare sulla forza del gruppo. La “squadra ideale” – che si compone di caregiver, clinici e Associazioni di pazienti – può trovare
informazioni corrette e spazio per eventuali interventi nel sito della campagna
www.donneinmeta.it.
L'importanza di chiedere aiuto
Secondo l’indagine condotta da
Elma Research (illustrata da
Elena Ripamonti, Founder and CEO dell'azienda) su un campione di 102 pazienti con TNBC e con un'età media di 52 anni,
paura,
smarrimento e
confusione sono i tre sentimenti che accompagnano la scoperta del tumore.
“È importante che non prendano il sopravvento e che vengano sostituiti con sentimenti positivi”. In questo contesto, gioca un ruolo chiave il caregiver che con il suo sostegno può fare le differenza. “L’aiuto di chi sta vicino è indispensabile, ma la donna non deve avere timore di chiederlo: al partner, ai parenti, agli amici o a una delle tante associazioni che sono pronte a sostenerla”, dice
Rosanna D'Antona, Presidente di Europa Donna Italia.
“Bisogna crederci e vivere il presente, azione dopo azione, senza subire passivamente le avversità, ma facendo leva sulla forza del gruppo per superarle”, è la raccomandazione di
Marco Bortolami, Ambassador di Donne in Meta e capo allenatore del Benetton Rugby.
Un avversario più difficile da affrontare
Il
carcinoma mammario triplo negativo ha una
caratteristica che lo rende particolarmente
temibile. “Le sue cellule non presentano le tre proteine bersaglio individuate dalla ricerca in altre forme di tumore al seno, ovvero il recettore dell’estrogeno (ER), il recettore del progesterone (PR) e il recettore 2 per il fattore di crescita epidermico umano (HER2).
Non è quindi possibile impostare terapie mirate con farmaci a bersaglio molecolare. La
chemioterapia, combinata con l’immunoterapia in quel 40-50% di casi in cui è presente il bersaglio terapeutico PD-L1, rimane così la prima risorsa. Inoltre, può essere necessario il ricorso alla chirurgia e alla radioterapia”, spiega
Alessandra Gennari,
Professore Associato di
Oncologia all’Università del Piemonte Orientale e Direttore della S.C.D.U. Oncologia dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Maggiore della Carità di Novara.
Una speranza dalla ricerca
Una
nuova terapia, appena approvata dall'Ema - l'organismo regolatore europeo - rappresenta una speranza per le donne colpite da questa aggressiva forma di tumore al seno.
“La ricerca ha recentemente messo a disposizione
coniugati farmaco-anticorpo, costituiti da un anticorpo che riconosce e attacca determinati recettori presenti nelle cellule tumorali e un farmaco chemioterapico che viene così portato dove deve agire”, spiega
Alessandra Gennari. “Al momento possono essere utilizzati solo in casi selezionati, ma rappresentano molto più di una speranza per le future terapie contro il carcinoma mammario triplo negativo: un rischio soprattutto per le
donne più giovani, dal momento che colpisce sotto i 40 anni con un’incidenza quasi doppia rispetto alle altre forme di tumore al seno”.
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