Oltre a prevenire le malattie cardiovascolari riduce del 40% il rischio di tumore alla prostata
Aspirinetta sempre più superstar: la dose minima che allontana chi è in età dal rischio di disturbi cardiovascolari è in grado di proteggere anche da alcune forme tumorali. Oltre a
colon e
pancreas ora si è dimostrata la sua efficacia nel prevenire il
tumore alla prostata. Una sperimentazione promossa dalla
SIMG (Società Italiana di Medicina Generale) su oltre 13mila persone con problemi cardiovascolari ha infatti evidenziato una rilevante
riduzione del rischio (- 40%) di sviluppare un tumore alla prostata, neoplasia che lo scorso anno ha registrato in Italia 35mila nuovi casi. Il
cancro alla prostata è quello
più frequente tra i maschi italiani. L’effetto protettivo dell’Aspirinetta potrebbe dimezzare il rischio di nuovi casi. In base alla ricerca
la protezione sale al 60% se si assume regolarmente il farmaco
per cinque anni. Nel carcinoma del colon-retto invece la diminuzione del rischio è del 30%.
Le prime conferme erano emerse nel 2011 dall’analisi, pubblicata da The Lancet, di otto studi che avevano indagato su 23.535 pazienti trattati con aspirina nelle dosi prescritte per prevenire eventi cardiovascolari. La riduzione della mortalità per tumori fra chi assumeva aspirina era stata ben del 34% dopo 5 anni e del 20% dopo 20 anni.
Come sempre non tutto è positivo. Per alcuni soggetti l’acido acetilsalicilico, un potente antinfiammatorio, può essere dannoso, se assunto a lungo, in quanto gastrolesivo. Possono infatti formarsi ulcere gastrointestinali ed emorragie gastriche, cioè sangue nello stomaco.