Ictus: mortalità a 30 giorni dal ricovero

Indice

Descrizione indicatore

L’indicatore ci consente di calcolare il numero di pazienti colpiti da ictus ischemico che muore entro 30 giorni dal ricovero, rispetto al totale dei pazienti ricoverati e curati per la stessa malattia.

Come si legge

L’indicatore si riferisce al grado di "efficacia" delle cure prestate. 
Più basso è il numero di pazienti colpiti da ictus ischemico che muore entro 30 giorni dal ricovero, più alte sono la qualità delle cure e l’efficacia dei trattamenti somministrati nelle strutture ospedaliere.

Descrizione generale

Con il termine ictus ci si riferisce alla comparsa di segni e/o sintomi neurologici, di durata superiore alle 24 ore, dovuti ad alterazioni delle funzioni del cervello
Il tipo più frequente di ictus è quello ischemico, dovuto a una diminuzione dell’afflusso di sangue al cervello causata da un’ostruzione o alterazione dei vasi sanguigni. Ciò può provocare danni permanenti al cervello con gravi conseguenze (morte o disabilità permanente) perciò deve essere subito diagnosticato e trattato in un ospedale. L’ictus ischemico rispetto a quello emorragico ha in genere una prognosi migliore.
I principali fattori di rischio sono: fumo, eccesso di peso, diabete e pressione sanguigna alta. L’ictus è più frequente dopo i 55 anni, la sua prevalenza raddoppia successivamente ad ogni decade.
In Italia, ogni anno, si registrano oltre 90.000 ricoveri dovuti all’ictus cerebrale, di cui l’80% sono nuovi casi e il 20% ricadute. Dopo le malattie cardiovascolari è la seconda causa di morte e rappresenta la principale causa d’invalidità. 
La mortalità a 30 giorni dall'evento è del 20-30% e del 40-50% entro il primo anno. Solo il 25% dei pazienti sopravvissuti ad un ictus guarisce completamente, il 75% sopravvive con una qualche forma di disabilità, e di questi la metà è portatore di una disabilità tale da non consentire l'autonomia. Il rischio di mortalità rimane elevato fino a 15 anni dopo l'ictus. Anche gli ictus ischemici minori fanno presagire una prognosi a lungo termine ridotta (tasso di mortalità quasi doppio di quello della popolazione generale).
Pertanto è importante intervenire preventivamente sui principali fattori di rischio trattabili, cioè ipertensione, dislipidemia, diabete, fumo e inattività fisica, con un approccio multiplo che comprenda la terapia antitrombotica, la riduzione della pressione sanguigna e del colesterolo e l'adozione di uno stile di vita corretto e salutare.

Per saperne di più sulla patologia leggi l'approfondimento: "Ischemia cerebrale: sintomi, cause, tipologie e intervento".

Valutazione istituzionale

Il Ministero della Salute ha identificato la seguente soglia di mortalità a 30 giorni dal ricovero: 10%.

Codici ICD-9-CM selezionati

L’esito in studio è la morte entro 30 giorni dalla data del ricovero. L’accertamento dello stato in vita viene effettuato sulla base del SIO, sia nel ricovero indice sia in eventuali ricoveri successivi del paziente entro 30 giorni, e sulla base dell’Anagrafe Tributaria. L’analisi è effettuata su base triennale.
L’evento viene attribuito alla prima struttura in cui è avvenuto il ricovero per ictus ischemico. 
 
Criteri di eleggibilità
Tutti i ricoveri per acuti, in regime ordinario, con diagnosi principale di ictus ischemico (codici ICD-9-CM 433.x1, 434.x1, 436) in pazienti di età ≥ 35 anni.

Criteri di esclusione
 

Consulta le strutture sanitarie con il minor tasso di mortalità nei 30 giorni successivi al ricovero

Approfondisci anche gli altri indicatori relativi a:

Fonte del dato

Programma Nazionale Esiti 2022, indicatore 18. 
Confronto tra strutture calcolato su dati 2021.

Fonte della Valutazione Istituzionale

Il semaforo è calcolato sulla base dei seguenti documenti ufficiali:

Altre fonti scientifiche