Spasmo, perché viene? Le contrazioni dello stomaco

Spasmo, perché viene? Le contrazioni dello stomaco

Indice

Domande e risposte

Cosa si intende per spasmo?

Spasmo è un termine che in medicina si riferisce ad un fenomeno preciso, ovvero (prendendo la definizione dal dizionario medico): “Uno stato di contrazione della muscolatura volontaria o involontaria, più o meno prolungato nel tempo, sempre reversibile, talora intermittente, ma senza ritmo”.

Comprendiamo subito che uno spasmo è sempre di natura muscolare, che può interessare qualunque muscolo del corpo, e che non ne abbiamo il controllo. Sempre da dizionario medico, ricaviamo altre informazioni interessanti sulle diverse tipologie di spasmi, che possono essere dolorosi (se, ad esempio, assimilabili a crampi), oppure del tutto impercettibili. Leggiamo:
Spasmo di torsione: ipercinesia caratterizzata dalla contrattura, più o meno lenta e duratura, dei muscoli del tronco, degli arti e della nuca; spasmi dell’infanzia, manifestazioni spastiche della muscolatura non volontaria caratteristiche dell’infanzia (come lo spasmo del piloro, della glottide, dell’esofago)”.

Andando più in profondità nell’argomento, ci viene detto che l’attività muscolare spasmodica può verificarsi fin dalla più tenera età per ragioni fisiologiche, e che può interessare organi interni e in particolare la muscolatura dell’apparato digerente. Quindi a contrarsi possono essere i muscoli dell’esofago, della laringe, dello stomaco, dell’intestino e del retto.
All’origine di uno spasmo ripetuto può esserci una molteplicità di cause:
  • Sia di natura motoria;
  • Che neurologica (ricordiamo che il segnale che spinge un muscolo a contrarsi parte dal cervello);
  • Ma anche stressogena

A tutti è capitato nella vita di avere dei periodi di particolare stanchezza, in cui la nostra muscolatura sembrava vivere di vita propria, “attivandosi” in spasmi continui, sebbene, minimi, detti fascicolazioni benigne. E a chi non è successo di sentire ogni tanto “l’occhio che balla”? Anche quello è uno spasmo facciale! Per non parlare del parto: un evento fisiologico caratterizzato da ritmiche e progressive contrazioni dell’utero che permettono al feto di “vedere la luce”. 

Proviamo, in questo approfondimento, a trattare lo spasmo in base alle sue cause, agli organi che colpisce, e al suo significato (patologico o benigno). Alla fine, vedremo anche come trattare il problema, visto che esistono in commercio tanti farmaci con azione anti spasmodica e rimedi naturali che ci aiutano a rilassare una muscolatura un po’ troppo “vivace”. 


Consulta le Strutture Sanitarie che effettuano una visita neurologica:
Dove effettuare una visita neurologica?

Spasmo muscolare: le cause fisiche

Avere spasmi muscolari, dolorosi (come i crampi), o meno, è un fenomeno abbastanza comune. Le cause possono essere le più svariate, e spesso benigne o per lo meno transitorie, come la stanchezza dopo un allenamento intenso, una carenza di minerali dovuti ad un po’ di disidratazione, stress. Lo spasmo può interessare facilmente i muscoli degli arti, che sono sottoposti più di altri a sollecitazioni e sforzi, ma non solo. Qualunque muscolo del corpo, può esserne colpito. Velocemente ricordiamo quindi come si suddividono i muscoli del corpo umano:
  • Muscoli volontari, o striati o rossi. Sono tutti quelli che vengono mossi da impulso volontario, come la muscolatura che sorregge lo scheletro (arti, torso, collo, glutei, collo, viso ecc.), e la muscolatura degli occhi, della bocca, della gola ecc. Questi muscoli si contraggono rapidamente per un nostro “ordine” consapevole;
  • Muscoli involontari, o lisci, o bianchi. Sono tutti quei muscolo su cui non abbiamo controllo, come la muscolatura dell’apparato digerente, della vescica o dell’utero;
  • Muscolo cardiaco. Si tratta di un organo speciale, che ha le caratteristiche anatomiche della muscolatura volontaria, ma agisce come muscolo involontario, che si contrae indipendentemente dalla nostra volontà. Non possiamo (per fortuna!), fermare il battito del cuore ma neppure (purtroppo!), riattivarlo o regolarlo. 
Ad eccezione del cuore, sia i muscoli volontari, che quelli involontari, possono essere colti da spasmo, e spesso non si tratta di esperienze piacevoli. Se lo spasmo è dovuto ad un crampo della muscolatura scheletrica, ad esempio, parliamo di una contrazione estremamente dolorosa che insorge all’improvviso, che perdura per diversi secondi (fino a 15) per poi ripetersi fino ad esaurirsi da sola dopo qualche minuto o un allungamento gentile del muscolo. Tra i muscoli volontari che più facilmente possono essere colti da spasmi troviamo:
  • Le braccia (spasmi muscolari a carico degli arti superiori, quindi del braccio destro o sinistro, o entrambi, sono frequenti dopo grandi sforzi fisici);
  • Gli arti inferiori (anche in questo caso, coscia e polpaccio sono sovente soggetti a spasmi muscolari da sforzo, ad esempio dopo lunghe camminate o pedalate);
  • Il petto (intendendosi episodi di spasmo muscolare a carico del pettorale destro o sinistro, sia negli uomini che nelle donne).
Ma anche i muscoli lisci interni possono avere uno spasmo, o crampo. Basti pensare ai crampi mestruali, alle contrazioni delle coliche intestinali o agli spasmi dello stomaco. Vedremo più avanti quali possono essere la cause degli spasmi addominali. Se, però, ci riferiamo alla muscolatura volontaria scheletrica e non, le cause fisiche (non determinate da un problema neurologico, possono essere):
  • Disidratazione;
  • Sforzo del muscolo “a freddo” (tipico il caso del crampo alle gambe che si verifica quando si fa allenamento senza averlo fatto precedere da un riscaldamento sufficiente);
  • Stanchezza;
  • Problemi vascolari e insufficienza venosa;
  • Squilibrio elettrolitico (in particolare carenza di magnesio, potassio e calcio nel corpo);
  • Stress;
  • Attività fisica troppo intensa;
  • Involontario blocco dei nervi di quel muscolo (ad esempio, a causa di una posizione anomala tenuta per troppo tempo);
  • Tetano. Questa malattia è un’infezione causata da un batterio, il Clostridium tetani, che una volta entrato nel corpo umano produce una neurotossina in grado di danneggiare il sistema nervoso. Uno dei sintomi tipici di questa malattia infettiva, contro la quale esiste per fortuna il vaccino, è la contrattura muscolare, ovvero la ripetizione di spasmi muscolari (detti tetanici) che iniziano nella parte superiore del corpo (testa, torace), e poi si diffondono. Lo spasmo tetanico è doloroso, e pertanto, nella cura, va gestito con farmaci specifici. Oggi il tetano è curabile con gli antibiotici e una terapia di supporto sintomatico, ma resta comunque molto seria. Meglio, pertanto, se si è a rischio di contrarre il batterio (generalmente le spore si trovano nei terreni dove siano presenti feci di animali), effettuare il richiamo vaccinale ogni dieci anni
Tetano a parte, nella maggior parte dei casi uno spasmo muscolare, anche di tipo crampiforme, che si verifichi un po’ troppo spesso dipende da una di queste cause. Troppi sforzi fisici o, al contrario, sedentarietà, una dieta o un’idratazione inadeguate, posizioni sbagliate, sono cause facilmente eliminabili con integratori salini, riposo o esercizi di stretching mirati. Diverso il caso in cui lo spasmo sia lieve o pressoché inavvertito, intermittente, che si ripete nel tempo, e magari a carico di muscoli che di solito non vengono sottoposti a sforzi, come i muscoli oculari. Approfondiremo queste tipologie di spasmi, ma prima di tutto vediamo, in generale, perché la muscolatura del corpo può essere “attraversata” da spasmi che hanno origine in un errore del sistema nervoso
 

Spasmo muscolare: le cause neurologiche

Lo spasmo muscolare può essere originato da un problema, diremmo un errore di comunicazione da parte del sistema nervoso. Numerose sono le patologie neuromuscolari che danno come sintomo proprio l’insorgenza e la moltiplicazione di spasmi muscolari con caratteristiche proprie, distinti in fascicolazioni o mioclonie. Vediamo brevemente le differenze, anche se ci torneremo.
  • Fascicolazioni. Spesso impercettibili, sono sorta di “guizzi” sottocutanei, piccoli spasmi che interessano solo alcuni fasci di fibre muscolari. Possono verificarsi anche nella muscolatura interna.;
  • Mioclonie. Molto più intenso è il caso dello spasmo muscolare detto mioclonia, involontario ma estremamente violento e rapido, ben visibile ad occhio nudo. Parleremo più avanti di una tipologia specifica di mioclono: lo spasmo notturno. 
Sia le fascicolazioni che le mioclonie possono essere benigne, legate, spesso, a stati di forte stress e di ansia, ma anche sintomo di malattie neurodegenerative. Vediamo quali possono essere queste condizioni:

Spasmo interno: laringospasmo, broncospasmo, spasmo esofageo e addominale

Abbiamo visto come lo spasmo muscolare possa interessare anche la muscolatura liscia, o bianca, che riveste gli organi interni, e in alcuni casi prenderne il nome. Si tratta di spasmi spesso molto frequenti, che possono avere diverse cause, sia benigne che patologiche. Vediamo i più comuni


Laringospasmo

Come facilmente intuibile, questo spasmo va a colpire la laringe, provocando per alcuni secondi la chiusura involontaria della glottide e il conseguente blocco del respiro. Questo fenomeno si verifica più facilmente nei bambini (specialmente tra i tre e i cinque anni) per motivi quali: infezioni ricorrenti alle vie respiratorie (soprattutto di natura virale), corpi estranei nelle vie respiratorie (piccoli oggetti, cibo, componenti di giocattoli ecc.), esposizione ad agenti volatili irritanti (incluso il fumo di sigaretta). Sia negli adulti che nei bambini, episodi di laringospasmo possono avere cause eterogenee quali asma, reflusso gastroesofageo, reazioni allergiche e shock anafilattico, anestesia generale, inalazione di fumi e sostanze tossiche o irritanti per le vie respiratorie. Esiste poi un laringospasmo idiopatico che non ha cause apparenti e si presenta come fenomeno transitorio benigno


Broncospasmo

In questo caso lo spasmo muscolare interessa i bronchi, ostacolando l’afflusso d’aria ai polmoni. La causa più frequente di broncospasmo nei bambini e negli adulti è l’asma, ma altre possibili cause sono reazioni allergiche e shock anafilattico. Episodi di broncospasmo si possono inoltre verificare in caso di malattie polmonari sia acute croniche (enfisemi, BPCO) e di infezioni respiratorie (nei bambini è un sintomo frequente). 


Spasmo esofageo

L’esofago è quell’organo tubolare facente parte dell’apparato digerente, che convoglia bocconi di cibo e bevande verso lo stomaco attraverso un processo di peristalsi. Proprio per la sua funzione, è dotato di una potente muscolatura interna che può, però, contrarsi in modo incontrollato provocando un dolore che si avverte nell’area dello sterno, accompagnato da difficoltà di deglutizione. Si parla, allora, di spasmo esofageo diffuso, contraddistinto da contrazioni piuttosto intense, che si manifestano più frequentemente in coloro che soffrono di reflusso gastroesofageo. Lo spasmo esofageo non è una condizione grave, ma può peggiorare nel tempo, evolvendo in acalasia esofagea, con completa alterazione del fisiologico fenomeno della peristalsi esofagea


Spasmo addominale

L’apparato digerente nella sua interezza, come abbiamo visto, può essere interessato da occasionali episodi spasmodici, proprio per la sua conformazione cava e rivestita da una muscolatura liscia che “lavora” per contrazioni e distensioni. Ecco che, quindi, anche una tensione nervosa accentuata può andare a disturbare questo ritmo regolare, generando il fenomeno degli spasmi. Sperimentare spasmi addominali frequenti, è molto comune in chi soffra di sindrome dell’intestino irritabile e colite (non a caso definita spastica), o di altre malattie infiammatorie dell’intestino. Altra possibile causa di spasmi addominali sono, però, le gastroenteriti virali e le intossicazioni alimentari, in cui lo spasmo rappresenta anche il tentativo, da parte dell’organo, di espellere le sostanze nocive e i germi che l’hanno “colonizzato”. Infine, attenzione anche agli stiramenti muscolari, ad esempio quando ci si allena forzando eccessivamente sui muscoli addominali. Anche questi “strappi” possono essere all’origine di spasmi addominali dolorosi. 

Spasmofilia: stress e ansia dietro spasmi muscolari involontari

Si definisce spasmofilia un fenomeno assai frequente in tutti i soggetti ansiosi, o in chi sia in condizioni di forte stress. Significa che organi “bersaglio”, in particolare la gola e l’apparato digerente, diventano la cartina di tornasole del proprio stato di tensione, manifestando spasmi incontrollati che possono anche diventare un problema quotidiano. La glottide si chiude, provocando un laringospasmo, l’addome pulsa, e allora gli spasmi sono nella pancia, ma persino la muscolatura del viso può avere dei “guizzi” anomali che spaventano. Che succede? In genere queste contrazioni involontarie sono accompagnate da stanchezza e da forte alterazione dell’umore, persino da ipereccitabilità. Accade, ad esempio, quando si stanno attraversando fasi della vita particolarmente critiche, non necessariamente in negativo: come un nuovo lavoro, esami universitari molto impegnativi, una storia d’amore ai suoi inizi, un trasloco o un cambio di residenza e via discorrendo. 

L’ansia generalizzata è senza dubbio una delle prime cause psicogene della spasmofilia. Si tratta di una condizione prolungata di oppressione e angoscia senza cause apparenti, che può sfociare in veri e propri attacchi di panico che generano in chi ne venga colpito, la terribile sensazione di stare per morire. Laringospasmo o broncospasmo possono bloccare le vie respiratorie e provocare un angosciante senso di soffocamento, mentre il cuore inizia a battere in modo convulso e si suda copiosamente. La spasmofilia predilige persone giovani, con una personalità nervosa e impressionabile, o soggetti ipercontrollati, che non tollerano modifiche nella loro routine quotidiana. Inoltre, condizioni fisiche di debolezza, pressione bassa, disidratazione e sonno insufficiente, possono contribuire ad accentuare il fenomeno. Dal momento che la spasmofilia psicogena non è che uno dei sintomi del problema principale, per “guarirne”, occorre agire sull’ansia, e quindi cercare di abbassare il livello di tensione nervosa con una terapia appropriata. 

Spasmo emifacciale

Veniamo ad un tipo di spasmo che interessa esclusivamente una parte del viso, e che pertanto viene definito spasmo emifacciale, o emispasmo facciale. Si tratta di disturbo del sistema nervoso che provoca delle contrazioni involontarie della muscolatura di una metà del viso, con conseguente alterazione dell’espressività facciale. All’origine di questo raro fenomeno, ci possono essere diverse cause fisiche. Ad esempio, lo spasmo può essere indotto dal contatto tra uno o più vasi sanguigni (in genere un’arteria) e un nervo facciale (nello specifico, il settimo nervo cranico). Oppure, potrebbe essere dovuto ad un trauma, ad una nevralgia, persino costituire il sintomo secondario di un tumore che comprima l’area del cervello che controlla il nervo cranico all’origine dello spasmo. Quando la contrazione spasmodica sia occasionale, non ha significato patologico e non deve essere trattata. Lo spasmo emifacciale che, invece, rappresenti il sintomo di un problema più serio, si manifesta in modo ingravescente partendo da una piccola area del volto – tipicamente la palpebra di un occhio – per poi estendersi a tutta la guancia e arrivare alla bocca, e presentandosi giornalmente con episodi intermittenti. Questo tipo di spasmo non è doloroso, ma può diventare davvero invalidante. A seconda del disturbo all’origine dell’emispasmo facciale, si può intervenire direttamente sullo stesso nervo con le iniezioni di botulino, oppure con la chirurgia, se, ad esempio, la causa risieda in un problema vascolare o in una massa tumorale da rimuovere. 

Spasmi notturni (mioclonie)

A chi non è capitato – in fase di addormentamento – di essere sorpreso all’improvviso da forti spasmi che coinvolgono la muscolatura delle gambe e dei piedi? Questo fenomeno, per lo più benigno e occasionale, ha però un nome, e può diventare una vera e propria sindrome: mioclonia, o spasmi notturni, o, anche, scosse ipniche. Di solito le mioclonie colpiscono gli arti inferiori provocando degli scatti involontari delle gambe, ma possono anche manifestarsi sotto forma di singhiozzi, specialmente nei bambini e nei neonati. Le mioclonie sono, per lo più, benigne, tanto da essere sperimentate da sette persone su dieci, e hanno una causa probabilmente legata al funzionamento del nostro cervello. In fase di addormentamento, infatti, andiamo verso uno stato di rilassamento muscolare profondo, che, però, in alcuni casi può essere rilevato dal sistema nervoso come una condizione pericolosa. Per questo, è come se il cervello ritenesse necessario “dare una scossa” ai muscoli, che quindi rispondono con le tipiche contrazioni. Sebbene benigne, le mioclonie possono diventare invasive e disturbare il sonno in condizioni di forti stress, se si eccede con la caffeina o con la pratica sportiva a tarda sera, o si svolgono attività che stimolano eccessivamente il sistema nervoso. Inoltre, stanchezza e insonnia accentuano il fenomeno. In casi meno frequenti, però, gli spasmi notturni possono rappresentare anche sintomi precoci di malattie neurodegenerative quali il morbo di Parkinson e il morbo di Alzheimer, e di eventi cerebrovascolari quali ictus e ischemie cerebrali anche transitorie (TIA). 

Come far passare uno spasmo

Il trattamento di uno spasmo muscolare dipende dalle sue cause, ma anche dalla sua localizzazione. Se, ad esempio, parliamo di spasmi che coinvolgono la muscolatura dell’apparato locomotore, e quindi degli arti superiori e inferiori, e della colonna vertebrale, e che sono dovuti a tensione nervosa, crampi e affaticamento da sforzo, o disidratazione, la cure potranno essere sia di tipo preventivo che sintomatico. Gli spasmi muscolari di questo tipo in genere sono anche dolorosi, e si possono alleviare con il riposo, un massaggio distensivo sulla parte, e l’applicazione di una fonte di calore.
A livello preventivo, è utile evitare di sottoporre la muscolatura dello scheletro a sforzi eccessivi senza adeguata preparazione o riscaldamento, ad esempio in fase di allenamento sportivo, e assumere abbastanza liquidi e minerali. Inoltre, in casi di forte tensione muscolare e di stress, o di spasmi di natura psicogena come le fascicolazioni benigne, sono utili i farmaci miorilassanti e gli ansiolitici.
Gli spasmi interni, ad esempio gli spasmi addominali, si possono controllare con farmaci antispasmodici specifici, che funzionano molto bene anche come antidolorifici.
Attenzione, però, a non sottovalutare tutte le manifestazioni spasmodiche non transitorie. Sia le mioclonie, che le fascicolazioni, possono essere un sintomo precoce di patologie neurologiche e neuromuscolari serie, e pertanto andrebbero valutate da professionisti anche attraverso esami specialistici. 

 
Immagine che rappresenta una donna che prende un farmaco
 


RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

Domande e risposte

Cosa vuol dire avere uno spasmo o tanti spasmi?

Gli spasmi muscolari sono delle contrazioni involontarie della muscolatura liscia o striata del corpo, e pertanto possono coinvolgere organi interni dotati di tonaca muscolare (come l’esofago o l’intestino, ma anche l’utero), o, più frequentemente, la muscolatura volontaria dell’apparato locomotore. Avere gli spasmi implica l’insorgenza di un’anomalia a livello dei nervi che regolano la contrazione muscolare (nervi motori) o, in generale, un’alterazione del meccanismo che controlla l’attività muscolare. Le cause possono essere tantissime, per lo più non patologiche. Uno spasmo muscolare può presentarsi in modo isolato una tantum (ad esempio, dopo un allenamento intenso), essere molto doloroso (crampiforme), oppure ripetersi nel tempo in modo non doloroso. Esistono fenomeni spasmodici anche benigni, come le fascicolazioni o il singhiozzo cronico, che si manifestano addirittura giornalmente in modo continuativo o intermittente. 

Come si cura uno spasmo?

Dipende dalle cause. Spasmi interni di natura psicogena (legata a stati d’ansia) o anche fisiologico/anatomica si possono alleviare con specifici farmaci antispasmodici e miorilassanti. Per quanto riguarda gli spasmi muscolari dell’apparato locomotore, che siano associati a dolore, si dovrebbe agire sia localmente, per distendere la muscolatura colpita, che a livello preventivo. Spesso, infatti, dietro al fenomeno degli spasmi ripetuti, ci sono cause quali stanchezza e disidratazione, sforzi eccessivi, esposizione a sostanze intossicanti eccetera. In tutti questi casi, individuata la fonte di rischio, si dovrà cercare di eliminarla, laddove possibile. Pertanto è bene evitare di praticare una intensa attività fisica senza adeguato riscaldamento muscolare, cercare di assicurarsi una corretta idratazione e assunzione di sali minerali, e riposare il giusto. Per trattare lo spasmo muscolare nel momento in cui si presenta, è utile usare fonti di calore che rilassano le fibre muscolari contratte (ciò vale sia per la muscolatura esterna volontaria, che interna, ad esempio se parliamo di spasmi addominali), riposarsi, e massaggiare la parte contratta. 

Le fascicolazioni devono preoccupare?

Le fascicolazioni muscolari sono per lo più benigne. Si tratta di velocissimi spasmi ripetuti – ovvero microsussulti, piccole contrazioni – che coinvolgono gruppi di fibre muscolari e che si manifestano come dei guizzi sottocutanei. A volte possono essere quasi impercettibili, altre più evidenti. Sono dovute, per lo più, a un disturbo, un’alterazione non patologica dei neuroni motori, ovvero quelle cellule del sistema nervoso deputate a gestire le contrazioni muscolari necessarie per il movimento. Le fascicolazioni sono frequenti in persone sane, spesso dinamiche o con personalità molto reattive, caratterizzate da ipereccitabilità del sistema nervoso. Nella maggior parte dei casi le fascicolazioni sono dette “migranti”, perché passano da un distretto muscolare ad un altro senza apparente collegamento. Non devono destare preoccupazione a meno che non siano associate ad altri sintomi tra cui calo progressivo della forza e della resistenza muscolare, indebolimento e spossatezza, perdita di sensibilità periferica. In questi casi, le fascicolazioni potrebbero essere un sintomo precoce di patologie neurodegenerative, e se esiste questo sospetto, occorre sottoporsi tempestivamente a visita neurologica. 

Esiste lo spasmo al cuore?

Sì, ma si verifica a carico delle coronarie, le grosse arterie che irrorano di sangue il cuore per ossigenarlo. Lo spasmo coronarico è, appunto, una contrazione anomala di questi vasi, a sua volta causa di una improvvisa riduzione dell’afflusso di sangue al muscolo cardiaco. I sintomi sono un dolore toracico simile a quello dell’angina pectoris. Non a caso lo spasmo coronarico è il segnale principale di un disturbo chiamato angina vasospastica, un tipo di cardiopatia legata all’alterazione dei meccanismi che regolano il tono muscolare dei vasi sanguigni. Si tratta di un problema da non sottovalutare, perché può generare gravi deficit nell’ossigenazione del cuore, fino a provocare ictus ischemici in casi estremi. Lo spasmo coronarico si cura con farmaci vasodilatatori. 

Le informazioni presenti in Doveecomemicuro.it hanno scopo divulgativo e informativo. Non costituiscono in alcun modo un mezzo di autodiagnosi e automedicazione. Per qualsiasi dubbio sull'uso di un farmaco, rivolgersi al proprio medico.

La riproduzione o l’utilizzazione dei contenuti pubblicati su Doveecomemicuro.it è strettamente riservata. Il riutilizzo del materiale su riviste, giornali, radiodiffusione o generica messa a disposizione al pubblico viene concesso solo previa esplicita richiesta e autorizzazione obbligatoria.