Indice
Domande e risposte
Che cos’è il reflusso gastroesofageo
Il
reflusso gastroesofageo, detto anche
reflusso gastrico, è un problema molto diffuso: si stima colpisca quasi una persona adulta su tre e anche diversi
bambini. Consiste sostanzialmente in una
risalita del contenuto acido dallo
stomaco nell’esofago, provocando
bruciore anche molto forte. Entro certi limiti, sentire un leggerissimo reflusso dopo pasti abbondanti
è normale, ma la quantità di acido che risale nell'esofago dovrebbe rimanere limitata. Soffrire di vero e proprio reflusso significa invece avere
episodi frequenti, anche a stomaco apparentemente vuoto,
più di due volte a settimana e con copiosa quantità di contenuto che risale.
Quando questi sintomi influenzano negativamente la sensazione di benessere si parla di “
Malattia da reflusso gastroesofageo” (MRGE) che può essere associata, o meno, con alterazioni della
mucosa esofagea dovute alla presenza di
acido.
Il fastidio, un doloroso bruciore sia a livello dello
sterno che in
gola, è dato dal fatto che lo
stomaco ha una
mucosa che lo protegge dagli effetti del suo stesso acido, mentre
l’esofago ne è privo. Se siamo in piedi o seduti, la
forza di gravità contribuisce in un certo modo a
ridurre la risalita, ed è per questo che chi ne soffre lamenta un reflusso peggiore da
sdraiato.
Bruciore di stomaco e altri sintomi
Il
bruciore allo stomaco (pirosi) è il
sintomo principale del reflusso; tuttavia sentire bruciore non significa necessariamente soffrire di reflusso. Il sintomo è collegato anche alla presenza di
altre condizioni, come per esempio la presenza di un’infezione da helicobacter pylori.
Accanto al bruciore possono esserci altri sintomi:
In questi casi è bene consultare un medico. Se non viene trattato, il reflusso prolungato
può portare a esiti peggiori, come:
- Infiammazione dell’esofago (esofagite);
- Ulcere (piaghe aperte) dell’esofago (si parla di esofagite erosiva);
- Restringimento dell’esofago (si parla di stenosi esofagea);
- Cellule alterate nell’esofago che potrebbero nel tempo diventare cancerose.
Cause del reflusso
L’esofago è il tubo che porta il cibo
dalla bocca allo stomaco ed è separato da quest’ultimo da una valvola, lo
sfintere esofageo inferiore. Talvolta la valvola non funziona correttamente, dando spazio a eventuale reflusso di
acido cloridrico, di
bile e di
cibo dallo stomaco nell'esofago.
In altri casi a favorire il reflusso è la presenza di un’
ernia iatale, cioè è il passaggio di una porzione dello
stomaco dall'
addome al
torace. Tuttavia,
non sempre chi soffre di ernia iatale soffre anche di reflusso.
Come prevenire il reflusso
Sicuramente uno stile di vita sano, con una buona
attività fisica, l’assenza di
fumo e il ridotto consumo di
bevande alcoliche, oltre a una dieta equilibrata e al mantenimento di un
peso forma, aiutano a
prevenire il reflusso. Anche preferire alcuni
cibi che accorciano i
tempi di passaggio nello stomaco ed evitare quelli più irritanti può aiutare. Inoltre, si consiglia sempre di
masticare molto bene gli alimenti per agevolare la
digestione nello
stomaco.
Altri
consigli pratici sono:
- Sollevare la testiera del letto;
- Evitare farmaci e alimenti che provocano sintomi o stimolano la produzione di acido;
- Evitare di mangiare tre ore prima di andare a letto.
La cosa migliore, se si inizia a soffrire di reflusso, è
contattare uno specialista in nutrizione per agire sulle proprie
abitudini e sui propri
comportamenti. Anche lo
stress, infatti, è considerato un fattore di rischio per l’insorgenza di
fastidi a livello di stomaco, fra cui il
reflusso. Uno dei rimedi per iniziare a
gestire meglio lo stress è imparare a controllare il proprio respiro con
tecniche di rilassamento, che favoriscono anche la digestione.
Curare il reflusso gastrico

La prima cosa da dire è che ci sono diverse
bufale circolanti sui
rimedi per il reflusso.
Non esistono “rimedi della nonna” o “rimedi naturali” miracolosi. Bisogna
capire la causa del reflusso e agire in modo mirato. Una delle bufale più accreditate è quella secondo cui assumere
antiacidi risolverebbe il problema. È falso: questi farmaci, molto usati perché
non richiedono ricetta medica, agiscono solo sui sintomi senza risolvere i problemi che provocano il reflusso. Anzi,
l’abuso di antiacidi può addirittura peggiorare la situazione facendoci
trascurare alcune patologie, come ad esempio
gastriti, ernie o ulcere, se non addirittura patologie più gravi.
Il trattamento della malattia da reflusso gastroesofageo prevede anzitutto la
“prevenzione”, cioè
l’astensione dall’uso di sostanze scatenanti (come alcol e alimenti grassi) e l’assunzione di alcuni
comportamenti, in concomitanza di farmaci che riducono l’acido gastrico.
Fra questi, i più usati sono gli inibitori della
pompa protonica, per ridurre la produzione di
acido da parte dello stomaco. Gli
inibitori sono considerati il trattamento più efficace per il reflusso gastroesofageo e per l’
esofagite e l’
esofagite erosiva, causata da reflusso gastroesofageo. Vanno assunti per
4-12 settimane, dunque non a lungo termine e sempre sotto controllo medico.
Ci sono poi i
bloccanti dei recettori dell'istamina-2 (H2), che sono invece farmaci
acido-inibitori che si dimostrano efficaci nei soggetti con sintomi lievi di reflusso.
I farmaci
promotilità, che
stimolano cioè il movimento del contenuto attraverso esofago, stomaco e
intestino, sembrano invece
meno efficaci rispetto agli inibitori di pompa protonica, ma possono essere usati in
affiancamento, qualora il medico lo ritenesse.
Nei casi di
stenosi esofagea, invece, si procede
dilatando ripetutamente l’area ristretta, mediante l’utilizzo dei
palloncini o dei
tubi.
In alcuni rari casi – per esempio in soggetti intolleranti ai farmaci con malattia grave – è necessario l’
intervento chirurgico. Oggi, fortunatamente, la procedura (
fundoplicazione) è poco invasiva e avviene per via
laparoscopica.
Il reflusso gastroesofageo nel neonato
Non bisogna spaventarsi: quasi tutti i
neonati, nei primi 6-7 mesi, presentano episodi di
reflusso gastroesofageo con rutti o
rigurgiti, specie dopo aver mangiato. Normalmente questi sintomi piano piano scompaiono entro l’anno e mezzo. In alcuni casi, invece, il fenomeno persiste nei bambini e si parla di vera e propria
malattia, trattabilissima, nel caso in cui il reflusso provocasse
danni all’esofago o
difficoltà respiratorie.
Il trattamento consiste nelle stesse misure consigliate per l’adulto, sotto stretto
controllo pediatrico.
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
Domande e risposte
Come capire se è reflusso?
Entro certi limiti, sentire un leggerissimo reflusso dopo pasti abbondanti è normale: ma la quantità di acido che risale nell'esofago dovrebbe rimanere limitata. Soffrire di vero e proprio reflusso significa invece avere episodi frequenti, più di due volte a settimana, e con quantità di contenuto che risale più copiosa.
Quando questi sintomi influenzano negativamente la sensazione di benessere si parla di “malattia da reflusso gastroesofageo” (MRGE) che può essere associata, o meno, con alterazioni della mucosa esofagea dovute alla presenza di acido.
Cosa fare per far passare il reflusso?
La prima cosa da dire è che ci sono diverse bufale circolanti sui rimedi per il reflusso. Una di queste è quella secondo cui assumere antiacidi risolverebbe il problema. È falso: questi farmaci, molto usati perché non richiedono ricetta medica, agiscono solo sui sintomi senza risolvere i problemi che provocano il reflusso. Anzi: l’abuso di antiacidi può addirittura peggiorare la situazione facendoci trascurare alcune patologie, come ad esempio gastriti, ernie o ulcere, se non patologie più gravi.
Il trattamento della malattia da reflusso gastroesofageo prevede anzitutto la “prevenzione” cioè l’astensione dall’uso di sostanze scatenanti (come alcol e alimenti grassi), l’assunzione di alcuni comportamenti e in concomitanza di farmaci che riducono l’acido gastrico.
Cosa non si deve mangiare con reflusso gastroesofageo?
Sicuramente uno stile di vita sano, con una buona attività fisica, assenza di fumo e ridotto consumo di bevande alcoliche, e mantenere un peso forma aiuta a prevenire il reflusso. Anche preferire alcuni cibi che accorciano i temi di passaggio nello stomaco e che non sono irritanti può aiutare. Si consiglia sempre inoltre di masticare molto bene gli alimenti per agevolare la digestione nello stomaco.
Quando preoccuparsi per il reflusso?
Il bruciore allo stomaco (pirosi) è il sintomo principale del reflusso. Ma sentire bruciore non significa necessariamente soffrire di reflusso. Il sintomo è collegato anche alla presenza di altre condizioni, come per esempio la presenza di un’infezione da helicobacter pylori.
Accanto a questo possono esserci:
- Difficoltà nell'ingoiare (deglutire);
- Vomito ripetuto;
- Vomito con sangue;
- Perdita di peso inspiegabile;
- Sensazione di soffocamento mentre si mangia;
- Dolore toracico.