Quali tipi di ematoma esistono? Subdurale, cerebrale, epidurale, sottocutaneo

Quali tipi di ematoma esistono? Subdurale, cerebrale, epidurale, sottocutaneo

Indice 


Domande e risposte

Cos’è l’ematoma

L’ematoma è un versamento di sangue al di fuori di un vaso sanguigno (arteria, vena o capillare) provocato dalla rottura della sua parete, generalmente in seguito ad un trauma.
In assenza di sistemi di sicurezza in grado di tamponare le lesioni della parete dei vasi sanguigni, molte lesioni anche banali risulterebbero mortali. Lo sanno bene le persone affette da patologie della coagulazione, come l’emofilia.
In condizioni fisiologiche, un danno alla parete vascolare provoca il contatto fra le fibre di collagene contenute al suo interno e specifiche sostanze presenti nel sangue (i fattori della coagulazione), che danno il via ad una serie di reazioni che terminano nella formazione del coagulo.
Il coagulo è un tappo che blocca la fuoriuscita del sangue e previene emorragie copiose e fenomeni di dissanguamento e attiva i fenomeni di rigenerazione dei tessuti lesi.
Quando il sangue proveniente da un vaso leso si raccoglie all’interno del corpo forma un ematoma


Ematoma o edema?

L’edema è, in generale, un accumulo di liquidi, che potrebbero non essere sangue, negli interstizi compresi fra le cellule. Può essere causato da un trauma oppure da un disturbo della circolazione o altre patologie.


Ematoma o emorragia?

L’ematoma è un particolare tipo di emorragia nella quale il sangue si raccoglie all’interno del corpo.


Ematoma o versamento?

L’ematoma è un versamento di sangue all’interno dei tessuti. I versamenti, in generale, sono raccolte di liquidi (potrebbe anche non trattarsi di sangue) in una cavità del corpo.
Un esempio di versamento è quello articolare. Si verifica quando, in risposta all’infiammazione, la membrana sinoviale che ricopre un’articolazione produce importanti volumi di liquido sinoviale.
 

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Le cause dell’ematoma

La maggior parte degli ematomi è causata da un evento traumatico, che può essere rappresentato da una caduta, un incidente stradale, domestico o sportivo, un infortunio professionale o un intervento chirurgico.


Quando l’ematoma si allarga

Più intenso e violento è il trauma che l’ha generato, maggiore sarà l’estensione dell’ematoma. 
La dimensione iniziale dell’ematoma potrebbe non essere quella definitiva, perché talvolta la fuoriuscita di sangue dai vasi danneggiati non viene arrestata immediatamente dopo il trauma. 
Questo non significa, in generale, che la situazione stia progressivamente peggiorando, ma solo che si sta assestando.


Ematoma a farfalla

La frattura delle ossa del naso può produrre la comparsa di lividi ad ali di farfalla sotto agli occhi.
Si definisce ematoma farfalla, invece, quello che compare a livello perineale del paziente maschio con frattura del bacino e lesione dell’uretra.


Ematoma a schegge

Un trauma dell’unghia può causare la comparsa di un ematoma formato da sottili linee longitudinali lunghe qualche millimetro visibili attraverso la lamina ungueale.


Ematoma senza botta

Al di là dei traumi, gli ematomi possono verificarsi anche senza che si sia verificata una contusione di una parte del corpo contro un oggetto.


Ematoma per iniezione

L’ematoma può rappresentare la complicanza di un’iniezione intramuscolare
Nella procedura di esecuzione delle iniezioni, l’operatore deve aspirare leggermente tirando indietro lo stantuffo della siringa dopo avere inserito l’ago nel muscolo. Questa manovra serve a verificare che non abbia intercettato con l’ago un vaso sanguigno: in questo caso, infatti, risalirebbe sangue nella siringa e occorrerebbe ripetere l’iniezione in un’altra sede.
La lesione accidentale di un vaso porta alla formazione di un ematoma.


Ematoma dopo il prelievo

A seguito dell’esecuzione di un prelievo di sangue, è possibile che si formi nella zona del foro un piccolo ematoma, dovuto al trauma subito dal vaso sanguigno.


Ematoma per distorsione di caviglia

La distorsione di caviglia è, nella maggior parte dei casi, un evento banale, ma può, in una ristretta percentuale di persone, essere associata ad un danno osteocartilagineo. La comparsa di un ematoma importante, accompagnato da dolore ed evidente gonfiore è meritevole di approfondimento diagnostico presso un ortopedico. Il rischio, in questo caso, è che il trauma abbia generato un danno capsulo-legamentoso importante, che potrebbe indurre ad una predisposizione futura a nuove distorsioni di caviglia o a lesioni locali di maggiore gravità.


Ematoma vicino alla camera gestazionale

Durante la gravidanza, a causa di traumi, sollevamento di carichi eccessivi, patologie come la gestosi o altre condizioni, può formarsi un ematoma localizzato vicino alla sacca gestazionale, l’ambiente all’interno del quale di sviluppa l’embrione e che viene, alla dodicesima settimana, assorbito dalla placenta. 
In questi casi, il decorso della gravidanza dipende dalla causa responsabile dell’ematoma.


Ematoma dopo il filler

Dopo un trattamento di medicina estetica (anche mininvasivo, come può essere l’iniezione di tossina botulinica o di filler) possono comparire gonfiori (edema), ecchimosi o ematomi propriamente detti. Si tratta di segni solitamente molto lievi che possono, tuttavia, creare imbarazzo
Per prevenire questa evenienza, i medici estetici consigliano di non assumere sostanze che possano alterare la coagulazione del sangue (fra cui aspirina e altri FANS, ginseng e altre piante ad azione adattogena, the verde) nei 5-7 giorni che precedono la seduta. 
Dopo il trattamento deve essere applicato del ghiaccio, che provoca vasocostrizione, riducendo il rischio di danni secondari dopo l'infiltrazione, e desensibilizza l'area, riducendo il dolore.
L’immobilità durante la seduta rende più facile, da parte dell’operatore, il controllo dell’ago e limita il rischio di sanguinamenti.
Inoltre, è possibile ricorrere al camouflage e nascondere con il make-up i segni lasciati dall’iniezione in attesa che guariscano. 


Ematoma di Hennequin

Le fratture dell’omero, specialmente quelle che interessano la sua porzione prossimale (quella vicina alla mano), possono essere molto dolorose e rendere difficile l’esecuzione anche di piccoli movimenti. 
Spesso sono associate ad un caratteristico ematoma che compare nella regione interna del braccio. L’ematoma di Hennequin è una manifestazione che può avere dimensioni ragguardevoli ed estendersi fino al gomito o raggiungere il tronco.  


Ematoma intramurale

L’ematoma intramurale aortico è caratterizzato dalla presenza di sangue all’interno della parete dell’aorta
La raccolta di sangue determina un aumento della vulnerabilità della parete, che risulta quindi più vulnerabile nei confronti di traumi anche minimi. Il rischio è rappresentato dalla rottura o dalla dissecazione del vaso.
Queste eventualità sono ad elevatissimo rischio per la vita del paziente.


Ematoma digitale parossistico

Questa condizione, definita anche sindrome di Achenbach o ematoma parossistico della mano, interessa lo strato sottocutaneo ed è caratterizzata da un’emorragia spontanea che si verifica a livello di un dito. 
è associata a dolore lieve o bruciore localizzato e transitorio, seguiti da rapido gonfiore e comparsa di macchie di colore blu scuro. 
La sindrome di Achenbach è benigna e si risolve entro 4-8 giorni senza alcun trattamento.


Ematoma vicino all’orecchio

I traumi chiusi del padiglione auricolare possono causare la formazione di un ematoma intorno alla cartilagine dell’orecchio. Se la raccolta accumula volumi consistenti di sangue, genera una pressione che interrompe l'irrorazione della cartilagine stessa. Il padiglione auricolare perde la sua fisiologica conformazione e acquisisce un colore rosso porpora. 
Se l’ematoma non viene drenato, la cartilagine può andare incontro ad un fenomeno di necrosi, che genera il caratteristico orecchio a cavolfiore di molti lottatori e pugili.


Ematoma per ceretta

In presenza di una spiccata fragilità capillare, l’epilazione con la ceretta eseguita da mano incerta può sollecitare in maniera anomala la cute, provocando la rottura di capillari superficiali
Questo è sufficiente per determinare la comparsa di un ematoma.

Cosa può aggravare l’ematoma

Le dimensioni e la gravità dell’ematoma possono essere peggiorate da una serie di fattori.


I farmaci anticoagulanti possono favorire la comparsa di ematomi?

L’assunzione di farmaci antiaggreganti o anticoagulanti, come l'aspirina a basse dosi (aspirinetta), il warfarin o i nuovi anticoagulanti orali (NAO), rendono difficile la riparazione dei vasi sanguigni dopo una lesione. Questo aumenta il rischio di sanguinamenti ed ematomi. 
Inoltre, la formazione locale di un ematoma a seguito dell’iniezione di eparina (un farmaco antitrombotico ad azione anticoagulante) può dipendere, come mostra un report della Fondazione GIMBE, dalle modalità di esecuzione adottate dall’infermiere e quindi essere prevenuta con una maggiore adesione ai protocolli.


Quali malattie possono accentuare la formazione di ematomi?

Fra queste patologie è compresa l’emofilia, una malattia genetica che provoca sanguinamenti spontanei o eccessivi a causa di un’alterazione dei fattori della coagulazione.
Le cellule del sangue coinvolte nel fenomeno della coagulazione sono le piastrine. Quando il loro numero in circolo si riduce (piastrinopenia o trombocitopenia), aumenta il rischio di sanguinamento e di comparsa di ematomi. Questo può verificarsi a causa di disturbi del midollo osseo (dove ha sede la produzione delle cellule del sangue), come alcuni tumori (leucemie) o di malattie autoimmuni (lupus eritematoso sistemico) o infezioni virali (dalla comune mononucleosi alla terribile ebola). 
Sono coinvolte, a vario titolo, nella coagulazione del sangue anche le patologie del fegato (fra cui la cirrosi epatica) e alcuni deficit vitaminici (come quello di vitamina C, definito scorbuto).
Anche l’alterazione della parete venosa dovuta a fenomeni di tipo infiammatorio (flebite) può determinare un’alterazione della capacità coagulativa.
Fra i sintomi causati dallo shock settico, che comporta un grave quadro clinico da insufficienza multiorgano, è compresa anche la formazione di petecchie sulla cute.

 
Immagine infografica che rappresenta un arto con emofilia

Ematoma: cosa indica?

Gli ematomi visibili ad occhio nudo sono quelli che si sono formati a livello sottocutaneo
Vengono classificati in funzione delle loro dimensioni in:
  • Petecchie (o ematomi a puntini): sono piccolissime macchie di colore rosso vivo, puntiformi, causate da traumi lievi in presenza di fragilità capillare o di malattie autoimmuni;
  • Porpora: sono macchioline violacee di diametro compreso tra 3 millimetri e 1 centimetro, anch’esse provocate da traumi banali in soggetti con fragilità capillare o malattie autoimmuni;
  • Ecchimosi (comunemente dette lividi): hanno dimensione compresa fra 1 e 2 centimetri e sono solitamente generate da traumi di lieve entità che danneggiano i capillari;
  • Ematomi propriamente detti: hanno diametro superiore ai 2 centimetri e vengono generalmente causati da traumi più gravi o intensi.

I sintomi associati all’ematoma

In genere, l’unico sintomo correlato all’ematoma è il dolore, più o meno intenso. 
In alcuni casi, soprattutto se l’ematoma interessa un arto, può subentrare una certa difficoltà di movimento.
Può essere presente gonfiore (edema), dovuto all’accumulo locale di liquidi. L’edema è quasi sempre accompagnato da una sensazione di tensione (l’ematoma diventa duro al tatto) e calore e dalla formazione di una massa palpabile.


Ematoma senza dolore

Il dolore non è sempre presente; specialmente nel caso di traumi lievi, è possibile avere la variazione cromatica della cute in assenza di dolore.


Ematoma e prurito

Nelle persone con spiccata fragilità capillare, può succedere che un prurito particolarmente intenso e un conseguente grattamento vigoroso determinino la formazione di un’ecchimosi.


Ematoma senza sintomi

È possibile avere un ematoma senza livido (o meglio, senza colorazione visibile)? 
Sì, perché non tutti gli ematomi sono visibili attraverso la pelle. Se ad essere colpito dal trauma è un organo profondo, l’ematoma può non essere visibile in superficie, ma dare segno di sé attraverso alcune manifestazioni tipiche, scatenate ad esempio dalla compressione dei tessuti circostanti.

A questo proposito, occorre precisare che la gravità dell’ematoma dipende dalla sua dimensione ma anche dalla sua localizzazione. Per questa ragione, in caso di gravi incidenti stradali, occorre verificare che, anche in assenza di segni visibili, non si siano verificate lesioni profonde all’interno del cranio, della gabbia toracica oppure della cavità addominale, responsabili della compressione degli organi interni e potenzialmente rischiose per la vita del paziente.
Proprio per monitorare un’eventuale evoluzione del quadro clinico, i pazienti a rischio vengono tenuti in osservazione

Quando l’ematoma non si riassorbe: ematoma organizzato

In alcuni casi, l’ematoma non riesce ad essere riassorbito. Il tessuto coinvolto può diventare fibrotico e dare luogo a calcificazioni, che causano dolore e ispessimento del tessuto colpito. 
Si forma il cosiddetto ematoma organizzato (o incistato), che può essere rimosso attraverso un drenaggio o mediante asportazione chirurgica.

Come si diagnosticano gli ematomi

La maggior parte degli ematomi risulta visibile ad occhio nudo e questo consente la diagnosi.
Il problema nasce quando l’ematoma non è visibile ma esiste un sospetto della sua esistenza. Sono i casi più rischiosi, quelli che coinvolgono gli organi più profondi e difficile da indagare. 
Per valutare la presenza di raccolte profonde vengono svolte indagini strumentali come:  
Immagine infografica che rappresenta una donna in gravidanza

L’evoluzione degli ematomi

Dopo il trauma o, comunque, l’evento scatenante, l’ematoma non compare subito. E, a valle della sua comparsa, la colorazione della cute varia, assumendo, nelle varie fasi, colorazioni diverse, fino al riassorbimento totale.


Perché gli ematomi cambiano colore?

Le dimensioni e l’aspetto degli ematomi variano in funzione del numero e del tipo di vasi sanguigni lesionati
Inoltre, con il trascorrere delle ore e dei giorni, il loro colore si modifica a causa dell’intervento degli enzimi che metabolizzano l’emoglobina, la proteina contenuta nei globuli rossi del sangue e che ha la funzione di trasportare l’ossigeno ai tessuti. 
  1. Nella prima fase, subito dopo la raccolta del sangue nel sottocute, l'ematoma appare rosso, perché l’emoglobina è ancora integra e non sono state avviate le reazioni che portano alla sua degradazione; 
  2. Trascorsi 1-2 giorni, la digestione dell'emoglobina ha avuto inizio e la produzione dei primi intermedi di reazione causa il viraggio del colore verso il blu-viola;
  3. Dopo 5-10 giorni, l’ematoma assume un colore giallo-verde e successivamente giallo-marrone


Ematoma: quando passa?

Generalmente, l'ematoma scompare completamente dopo circa 2 settimane dal momento della sua comparsa. 

Ematoma: cosa fare

Non sempre gli ematomi devono essere trattati: alcuni, infatti, si risolvono spontaneamente senza produrre sintomi degni di nota.


Ematoma: come farlo riassorbire?

Un ematoma non può essere eliminato: nessun farmaco può farlo riassorbire nel breve. 
In alcuni casi, tuttavia, il processo di guarigione può essere accelerato adottando alcune misure.
In primis, l’applicazione del ghiaccio o di impacchi freddi sulla parte interessata, che provoca il restringimento del diametro (vasocostrizione) dei vasi lesionati, limitando la perdita di sangue e l'espansione dell'ematoma. 
Il ghiaccio, inoltre, combatte il gonfiore e riduce il dolore grazie all’effetto di anestesia sulle radici nervose.
Specialmente quando l’ematoma riguarda un arto, è fondamentale il riposo. Ridurre i movimenti e l'attività muscolare previene l'aggravamento dell'ematoma e favorisce la guarigione.
In alcuni casi può essere indicato un bendaggio elastico, allo scopo di ridurre il gonfiore. Prima di effettuarlo, è bene però chiedere consiglio al medico.
Se si tratta di un arto, l’ematoma può trarre giovamento dal sollevamento, che diminuisce l'afflusso di sangue nella zona colpita, contenendone le dimensioni e favorendo il riassorbimento dei liquidi accumulati. 


I farmaci contro l’ematoma

Sono, inoltre, disponibili farmaci, anche in regime di automedicazione, che accelerano la degradazione dell’emoglobina e il riassorbimento dei fluidi.
Per alleviare il dolore si possono applicare localmente creme, pomate, gel o cerotti a base di antinfiammatori che possiedono una buona azione antidolorifica, come diclofenac e ibuprofene (due FANS). 
Laddove esista un fattore che predispone al sanguinamento (farmaci, malattie o altre condizioni), è necessario intervenire anche sulla causa alla base. 

Cosa sono gli ematomi muscolari

Gli ematomi che si formano nel muscolo possono essere dovuti a strappi muscolari oppure a traumi locali.


Ematoma per strappo muscolare

Si tratta della conseguenza della rottura di un numero variabile di fibre muscolari a seguito di un evento traumatico
Lo strappo muscolare è associato a dolore anche intenso, gonfiore, calore al tatto, aumento di consistenza del muscolo, spasmi muscolari e ridotta mobilità del muscolo colpito. A causa della lesione dei vasi sanguigni del muscolo, compare anche l’ematoma, che generalmente non è visibile attraverso la cute.
Subito dopo l’infortunio, occorre immobilizzare la parte colpita o proteggerla muovendosi con cautela
È anche opportuno applicare ghiaccio e ripetere l’applicazione, di tanto in tanto, nei giorni successivi per almeno 10 minuti intervallati da circa 20 minuti per due ore.

L’uso di un farmaco specifico per il trattamento degli ematomi favorisce il processo di degradazione dell’emoglobina ed il riassorbimento dei fluidi. L’esecuzione di una fasciatura compressiva aiuta la guarigione.


Ematoma intramuscolare

Generalmente visibile e associato a gonfiore e perdita della funzione muscolare quando superficiale, difficile da diagnosticare se profondo. In quest’ultimo caso, si rendono necessari esami quali la risonanza magnetica e la TC, che devono essere eseguiti dopo 12-72 ore dall’evento lesivo, per dare tempo alla lesione di comparire ed essere individuabile dalle procedure diagnostiche. 
Se nelle prime 24 ore si osservano riduzione del gonfiore, del dolore, la comparsa di un livido superficiale e una parziale ripresa della funzione muscolare la prognosi è quasi sempre favorevole.
La persistenza (o l’aggravamento) della sintomatologia e la comparsa di una limitazione dell’escursione articolare causata dal dolore o dalla debolezza muscolare o di intorpidimento e parestesie (formicolio) sono invece indici prognostici negativi per la durata della riabilitazione e la ripresa dell’attività sportiva. Questo quadro è associato al rischio della complicanza più severa di questo tipo di condizione, la miosite ossificante. Ed è proprio per scongiurare questo rischio che l’atleta deve essere tenuto a riposo per un periodo relativamente lungo.
La miosite ossificante è una formazione di natura fibrosa, ossea e cartilaginea, una sorta di ossificazione del muscolo.
Il trattamento prevede l’assunzione di farmaci quali indometacina, aspirina o altri FANS. Se fallisce la terapia conservativa, si fa ricorso alla chirurgia, per la rimozione della massa ossificata. 
Un’ulteriore complicanza dell’ematoma muscolare è l’insorgenza di una formazione cistica, che si verifica quando il versamento dell’ematoma non viene riassorbito. La chirurgia permette di aspirare il fluido residuo.
 

Ematoma alla testa

Gli ematomi intracranici (o endocranici) sono ematomi che si formano fra le ossa del cranio ed il cervello o all’interno del cervello
Rispetto alle tipologie di ematoma fin qui esaminate, si tratta di evenienze particolarmente severe, che possono mettere a rischio la vita delle persone colpite e che meritano una trattazione separata. 
Il cervello e il midollo spinale sono avvolti in tre membrane sovrapposte, le meningi, che hanno funzioni protettive. Dall’esterno verso l’interno è possibile osservarne la sequenza: la più esterna è la dura madre (spessa e coriacea), l’aracnoide (sottile e frastagliata come una tela di ragno, da cui peraltro prende il nome) e la pia madre (la più interna, a diretto contatto con il cervello e il midollo spinale). 
Fra la aracnoide e la pia madre è contenuto un liquido che possiede funzioni nutritive e protettive per gli organi che compongono il sistema nervoso centrale, il liquor cefalorachidiano.
In seguito ad una lesione o ad un ictus, si può verificare un accumulo di sangue, che può andare incontro ad una rapida evoluzione e provocare sintomi nel giro di qualche minuto. Oppure si può avere un intervallo di lucidità, nel quale il soggetto sembra non avere subito alcun danno significativo, seguito da un aggravamento ritardato del suo quadro clinico. Per questa ragione, dopo un trauma di una certa intensità che ha interessato il sistema nervoso centrale, il paziente viene tenuto in osservazione.


Come si classificano gli ematomi intracranici

Gli ematomi alla testa vengono classificati in base alla loro localizzazione.


Ematoma epidurale

Quali sono le cause dell’ematoma subdurale? Questo tipo di ematoma si forma nello spazio compreso fra il cranio e la dura madre, nella gran parte dei casi a causa della rottura dell’arteria meningea media dovuta ad una frattura cranica.
Subito dopo il trauma il paziente sembra lucido e perfettamente cosciente, spesso anche con radiografia e TC negative.
Quando rilevato, alla TC l’ematoma si manifesta come una formazione a forma di lente biconvessa che può rapidamente provocare un effetto massa e per questo deve essere rapidamente diagnosticato e drenato, per prevenire danni permanenti. Non sempre è prevista la chirurgia per l’ematoma epidurale: nei casi in cui l’effetto compressivo, scrupolosamente monitorato, non crea preoccupazione, il neurochirurgo sceglie il trattamento conservativo. 
I sintomi dell’ematoma epidurale, quando compaiono, sono rappresentati dalla forte cefalea, dal deterioramento dello stato di coscienza, con stato confusionale, sonnolenza, paralisi, collasso e coma profondo.
In alcuni casi possono verificarsi paralisi, difficoltà di linguaggio o altri sintomi, in base all’area colpita dalla lesione.


Ematoma epidurale spinale

Se il trauma si verifica a livello della colonna vertebrale, l’ematoma viene definito spinale. Nel caso in cui il sangue si raccolga all’esterno della dura madre, si realizza l’ematoma epidurale spinale.
I sintomi iniziali dell’ematoma epidurale spinale sono rappresentati dal dolore dorsale locale o radicolare e dalla dolorabilità alla percussione. Queste manifestazioni precoci sono spesso intense.
Successivamente, si può avere compressione del midollo spinale, che produce un’alterazione delle funzioni neurologiche variabile in funzione della localizzazione. La progressione dei sintomi può essere molto rapida.


Ematoma subdurale

Si forma fra la dura madre e l’aracnoide, a causa del sanguinamento dei vasi meningei.
Gli ematomi subdurali acuti possono essere dovuti a un sanguinamento rapido dopo una lesione cranica grave ed essere, a loro volta, causa di edema cerebrale, una grave condizione di rigonfiamento del tessuto cerebrale che aumenta la pressione all’interno del cranio e mettere il paziente a rischio di morte. Gli ematomi subdurali acuti sono correlati ad una mortalità pari al 50%: il pericolo per la vita richiede un intervento immediato.
Sia per l’ematoma subdurale che per quello epidurale la diagnosi viene effettuata mediante la TC. A questo esame l’ematoma subdurale si manifesta con un aspetto a luna crescente (ematoma a falce).

Gli ematomi subdurali cronici possono verificarsi per lo più negli anziani e nelle persone in terapia con farmaci anticoagulanti. Traumi anche banali, causati da cadute senza evidenti conseguenze, possono causare la formazione di piccoli ematomi subdurali che possono cronicizzare.
Occorre anche prestare attenzione ai farmaci: uno studio pubblicato nel 2017 sulla rivista Journal of American Medical Association ha stabilito una correlazione fra l’assunzione di anticoagulanti e il rischio di insorgenza di ematomi subdurali.
Vengono trattati chirurgicamente solo gli ematomi di grandi dimensioni. 


Ematoma endocerebrale

Si forma all’interno del cervello a seguito di un grave trauma cranico.
Vengono trattati chirurgicamente solo gli ematomi endocerebrali di diametro superiore ai 2 centimetri. Al di sotto di queste dimensioni, che rappresentano un rischio significativo di compressione per i tessuti circostanti, l’intervento comporta un rischio relativamente elevato di danni permanenti associato ad una probabilità limitata di ripristino delle funzioni cerebrali. 


Ematoma extradurale

L’ematoma extradurale comporta una raccolta di sangue all’esterno della dura madre, nello spazio compreso fra la meninge più esterna e il cranio. È associato ad una frattura cranica che ha procurato una lesione a livello dell’arteria meningea media.
Questa evenienza rappresenta sempre un’emergenza chirurgica.


Quali sono i sintomi degli ematomi intracranici? 

I sintomi possono comprendere cefalea persistente, sonnolenza, stato confusionale, alterazioni della memoria, paralisi del lato opposto del corpo, difficoltà di linguaggio, vomito, svenimento.
In presenza di uno di questi sintomi a seguito di un trauma, è opportuno recarsi in Pronto Soccorso.


Ematoma subgaleale

In questo l’ematoma si verifica a livello della testa, ma in sede extracranica. Il sangue si raccoglie fra il cranio e la galea aponeurotica, una lamina fibrosa che connette i gruppi muscolari occipitali a quelli frontali. 
L’ematoma subgaleale del neonato si manifesta con un gonfiore più o meno evidente, che può attribuire alla testa del piccolo un aspetto deforme. 
Può essere causato da un parto traumatico (che ha comportato l’uso del forcipe o della ventosa ostetrica) e deve essere individuato tempestivamente per evitare pericolose complicanze. Fra queste, lo shock ipovolemico, dovuto alla massiva perdita di sangue, e danni neurologici potenzialmente irreversibili dovuti alla compressione del cranio.
L’esame più utile ai fini della diagnosi è la TC. Una volta accertata la presenza dell’ematoma subgaleale, può essere necessario procedere con il drenaggio della raccolta. 

 
Immagine infografica che rappresenta una emorragia cerebrale
 

Gli ematomi nel bambino

Dopo un trauma, è opportuno applicare del ghiaccio per ridurre il gonfiore. Il suggerimento dei pediatri è quello di avvolgerlo in un panno e tenerlo applicato per 15 minuti circa per poi rimuoverlo. Il contatto prolungato con la pelle potrebbe, infatti, provocare irritazioni o ustioni della pelle
In alternativa, è possibile usare il ghiaccio secco acquistabile in farmacia.
La somministrazione di un antinfiammatorio ad azione antidolorifica (come il paracetamolo) riduce il dolore e può accelerare la guarigione. Prima di somministrare farmaci ai più piccoli, tuttavia, è sempre bene sentire il parere del pediatra.
È importante non strofinare massaggiare l’area colpita.


Quando preoccuparsi? 

Se si sospetta una frattura o il trauma ha interessato il distretto addominale o toracica o la testa, è opportuno osservare scrupolosamente il bambino, per cogliere istantaneamente un’eventuale difficoltà respiratoria, un aggravamento del dolore, una variazione dello stato di coscienza, e ricorrere al soccorso d’emergenza.

 
Consulta le Strutture Sanitarie che effettuano una visita per Emofilia:
Dove effettuare una visita per Emofilia?

Domande e risposte

L’ematoma può formarsi anche a distanza rispetto all’area colpita dal trauma?

Di solito, gli ematomi si manifestano nelle zone in cui è avvenuto il trauma, ma possono formarsi anche a distanza, dato che il sangue tende a spostarsi fra i tessuti per effetto della forza di gravità. 
Un esempio tipico è rappresentato dal cosiddetto ematoma a procione, provocato dalle fratture della base del cranio e che si manifesta intorno agli occhi (edema periorbitale). 

Perché gli ematomi si formano più facilmente nelle persone anziane?

Perché gli anziani hanno una parete dei vasi sanguigni più fragile e soggetta a rottura anche in caso di traumi lievi.

Perché gli ematomi che si formano sotto l’unghia sono molto dolorosi?

Perché lo spazio a disposizione per il sangue che fuoriesce dai capillari lesionati è estremamente ridotto e la raccolta comprime immediatamente le fibre nervose locali, scatenando il dolore.
Gli ematomi subungueali vengono generalmente trattati, malgrado le piccole dimensioni, forando l’unghia per drenare la raccolta di sangue e prevenire la caduta dell’unghia.

Quando ci si deve rivolgere al medico per un ematoma?

È opportuno rivolgersi al proprio medico quando:

  • Trascorse due settimane circa l’ematoma non tende a scomparire: in questi casi, è possibile che il sangue sia rimasto intrappolato e debba essere aspirato tramite drenaggio chirurgico;
  • Aumenta di dimensioni nel tempo: l’estensione potrebbe indicare un'emorragia ancora in corso;
  • Dolore e gonfiore non diminuiscono o peggiorano;
  • Compare febbre;
  • L’ematoma è comparso improvvisamente, senza una causa apparente;
  • Compare un edema periorbitale (occhio nero);
  • Si verifica localmente la perdita di sensibilità o la comparsa di formicolio.

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