Indice
Domande e risposte
Quando preoccuparsi della perdita di peso
Il
medico decide di approfondire quando il
dimagrimento (calo ponderale)
involontario è
superiore a
4-5 chilogrammi o, in persone più magre, al 5% del peso corporeo in pochi mesi (improvviso), e se alla perdita di peso si associano
altri sintomi.
Si parla di
dimagrimento involontario quando la persona
non ha fatto nulla
appositamente per dimagrire, cioè non ha seguito alcuna dieta e
non ha
ridotto consapevolmente l’apporto nutritivo, o in assenza di malattie conclamate, che possono indurre un dimagrimento nel paziente.
È bene
recarsi dal medico se accanto al dimagrimento si osservano
altri sintomi, come:
Le cause del dimagrimento
Perdere del peso senza motivo apparente non è sempre segno di malattie. Anche un periodo di
forte stress, la
depressione e forte
ansia, possono indurre un dimagrimento improvviso.
Si tratta di un sintomo comune a moltissime condizioni patologiche e sarà il medico a valutare con la visita ed eventuali esami diagnostici la possibile origine.
Alcune delle
condizioni più comuni che determinano fra le atre cose anche una perdita di peso sono:
- Tumori;
- Infezioni croniche (per esempio HIV);
- Infezioni all’apparato digerente;
- Diabete;
- Allergie o intolleranze alimentari (per esempio celiachia);
- Epatite;
- Ulcere;
- Disturbi che impediscono al tratto digerente di assorbire le sostanze nutritive (il cosiddetto malassorbimento).
- Una malattia cronica (come la BPCO o il Parkinson);
- L’assunzione di farmaci, in particolar modo chemioterapici;
- Problemi alla tiroide;
- Assunzione di sostanze stupefacenti.
Perdita di peso e tumori
Una perdita di peso
improvvisa nell’uomo e nella
donna non significa necessariamente
avere un
tumore in corso, e non tutti i tumori inducono in fase iniziale una perdita di peso. Altra cosa è invece la perdita di peso in una persona in cura per un tumore diagnosticato, che si verifica
spesso, anche in relazione ad alcuni farmaci chemioterapici. Per questo è molto importante stabilire un percorso nutrizionale di supporto durante i trattamenti oncologici.
In ogni modo, la
letteratura ha
sottolineato negli ultimi
anni una
probabilità di ricevere una
diagnosi di tumore in persone che hanno registrato un
calo ponderale significativo rispetto a gruppi di persone che
non hanno osservato dimagrimento nel periodo precedente la diagnosi. Alcuni studi di coorte dimostrano una
probabilità da 1,6 a 12,5 volte maggiore di essere portatori di un tumore fra chi ha vissuto un calo ponderale significativo rispetto ai pazienti che non lo presentano. In particolare pare che la perdita di peso sia un predittore di alcuni tumori, accanto ad
altri sintomi:
Quanto dovremmo mangiare?
Un
calo ponderale, così come l’
aumento di peso eccessivo, possono anche essere legati a una
cattiva alimentazione.
Il fabbisogno calorico in termini di chilocalorie giornaliere, è diverso da un individuo all'altro e varia in base all'età, al peso, al sesso e allo stile di vita, per esempio se facciamo
tanta o poca attività fisica.
Si usa spesso questa matrice, dove P indica il nostro peso corporeo:
ETÀ |
DONNA |
UOMO |
18 - 29 |
14,7 x P + 496 |
15,3 x P + 679 |
30- 59 |
8,7 x P + 829 |
11,6 x P + 879 |
60-74 |
9,2 x P + 688 |
11,9 x P + 700 |
>74 |
9,8 x P + 624 |
8,4 x P + 819 |
L’
Istituto Superiore di Sanità indica che:
- Il 55-70% delle nostre chilocalorie giornaliere (spesa energetica) servono al consumo metabolico a riposo, cioè per respirare, per permettere la circolazione del sangue, per il sistema nervoso;
- Il 20-40% del fabbisogno serve per le attività che svolgiamo (attività motoria, lavoro);
- Il 10% circa dell’energia serve per digerire, e dipende dal tipo di alimento.
- É più elevata per le proteine (20-30%);
- Più bassa per i carboidrati (5-15%);
- Ancora più bassa per i grassi (2-5%).
Infine, le linee guida per una
sana alimentazione elaborate dalla Società Italiana di Nutrizione Umana (SINU) consigliano una suddivisione dell’energia giornaliera in:
- 12-15% di proteine;
- 25-35% di lipidi;
- 45-60% di carboidrati.
Diagnosi per il dimagrimento improvviso
Il Medico di Medicina Generale procede anzitutto con l’
esame obiettivo ponendo al paziente domande sui sintomi presenti (febbre,
tachicardia, difficoltà di respirazione, ecc) e sull’eventuale
variazione di abitudini nell’ultimo periodo o sulla presenza di fonti di stress come lutti o malattie.
Spesso si esegue lo
screening per i tumori più comuni e si prescrivono
esami del sangue e delle
urine specifici.
Qualora non si giungesse a una diagnosi, si consiglia al paziente di
monitorare il proprio peso ed eventuali sintomi nei messi successivi.
Trattamento
La
diagnosi è fondamentale per capire l’
origine del dimagrimento eccessivo.
Anche il sintomo comunque va trattato, di modo che la persona abbia tutti i nutrienti di cui necessita.
Gli
approcci sono:
- Comportamentali, incoraggiando i soggetti a mangiare di più e meglio, anche attraverso corsi di formazione e di cucina;
- Farmacologici, con la prescrizione da parte del medico di integratori alimentari ad elevato contenuto nutrizionale. È importantissimo evitare i fai da te: i dosaggi sono fondamentali.
Il dimagrimento negli anziani
È frequente che le persone anziane registrino un calo
ponderale involontario, che può derivare anche da una
diminuzione dell’appetito. Alcuni fattori che possono intervenire, al di là della presenza di specifiche patologie sono:
- Il rallentamento dello svuotamento gastrico, che dà alla persona una sensazione di pienezza;
- Una ridotta sensibilità del gusto e dell’olfatto che stimolano l’appetito;
- La perdita di massa muscolare (sarcopenia);
- Presenza di demenze;
- Non vanno sottovalutati anche i fattori sociali legati all’isolamento. Mangiare è un’attività anche sociale.
Il medico può decidere di
prescrivere degli
specifici integratori di
vitamine, da assumersi
lontani dai pasti per non alterare l’appetito.
Allattamento e dimagrimento
Non bisogna spaventarsi: il dimagrimento durante l’allattamento è
frequente. Il nostro corpo subisce enormi trasformazioni in
gravidanza, che continuano dopo la nascita del bambino.
L’
allattamento, la produzione di latte, richiede un fabbisogno di chilocalorie aggiuntivo importante per la donna, oltre al fatto che spesso
dopo il parto si perde peso aggiuntivo che avevamo preso in gravidanza. Tuttavia, se il dimagrimento è
eccessivo, e se ci sono
altri sintomi concomitanti, è bene rivolgersi al proprio medico. È importante mantenere per noi e per il nostro bambino un approvvigionamento calorico completo.
Infine, anche la
menopausa è per le donne un momento che
spesso dà origine a
sbalzi di peso, sia nel senso di un aumento dello stesso che con un dimagrimento.
Non bisogna spaventarsi. La cosa migliore è chiedere consiglio al
medico o al
ginecologo che eventualmente vi indirizzerà da un
nutrizionista per ribilanciare la vostra dieta e l’attività fisica, importantissima in questa fase per fare
prevenzione.
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
Quando la perdita di peso deve preoccupare?
Clinicamente si approfondisce quando il dimagrimento (calo ponderale) involontario è superiore a 4-5 chilogrammi o, in persone più magre, al 5% del peso corporeo in pochi mesi, e se alla perdita di peso si associano altri sintomi. Si parla di dimagrimento involontario quando la persona non ha fatto nulla appositamente per dimagrire, cioè non ha seguito alcuna dieta e non ha ridotto consapevolmente l’apporto nutritivo, o in assenza di malattie conclamate, che possono indurre un dimagrimento nel paziente.
Quale malattia fa perdere peso?
Perdere del peso senza motivo apparente non è sempre segno di malattie. Anche periodo di forte stress, la depressione e forte ansia, possono indurre il dimagrimento.
Si tratta di un sintomo comune a moltissime condizioni patologiche e sarà il medico a valutare con la visita ed eventuali esami diagnostici la possibile origine.
Alcune delle condizioni più comuni che determinano fra le atre cose anche una perdita di peso sono:
- Tumori;
- Infezioni croniche (per esempio HIV);
- Infezioni all’apparato digerente;
- Diabete;
- Allergie o intolleranze alimentari (per esempio celiachia);
- Epatite;
- Ulcere;
- Disturbi che impediscono al tratto digerente di assorbire le sostanze nutritive (il cosiddetto malassorbimento).
- Una malattia cronica (come la BPCO o il Parkinson);
- L’assunzione di farmaci, in particolar modo chemioterapici;
- Problemi alla tiroide;
- Assunzione di sostanze stupefacenti.
Quali tumori fanno dimagrire?
Una perdita di peso non significa necessariamente avere un tumore in corso, e non tutti i tumori inducono in fase iniziale una perdita di peso. Altra cosa è invece la perdita di peso in una persona in cura per un tumore diagnosticato, che si verifica spesso, anche in relazione ad alcuni farmaci chemioterapici. Per questo è molto importante stabilire un percorso nutrizionale di supporto durante i trattamenti oncologici. La letteratura ha sottolineato negli ultimi anni una probabilità di ricevere una diagnosi di tumore in persone che hanno registrato un calo ponderale significativo rispetto a gruppi di persone che non hanno osservato dimagrimento nel periodo precedente la diagnosi. Alcuni studi di coorte dimostrano una probabilità da 1,6 a 12,5 volte maggiore di essere portatori di un tumore fra chi ha vissuto un calo ponderale significativo rispetto ai pazienti che non lo presentano. In particolare pare che la perdita di peso sia un predittore di alcuni tumori, accanto ad altri sintomi: alla rettorragia nel tumore del colon retto, all’ emottisi nel cancro al polmone, nel dolore costale nel mieloma, nell’ ittero nel cancro del pancreas, nell’ematuria nei tumori delle vie urinarie.
Perché si dimagrisce?
Perdere del peso senza motivo apparente non è sempre segno di malattie. Anche periodo di forte stress, la depressione e forte ansia, possono indurre il dimagrimento. Si tratta di un sintomo comune a moltissime condizioni patologiche e sarà il medico a valutare con la visita ed eventuali