Astenopia da videoterminale: sintomi, cause e cure

Astenopia da videoterminale: sintomi, cause e cure

Indice

Domande e risposte

Cosa è l’astenopia

L’astenopia, o affaticamento oculare, è una condizione che si sviluppa in seguito ad uno sforzo eccessivo dei muscoli oculari. Questa situazione si riscontra spesso in seguito all’uso di dispositivi digitali, ed è conosciuta anche come astenopia da videoterminale. 
Nell’osservazione prolungata di dispositivi a breve distanza dagli occhi, i muscoli oculari intriseci responsabili del processo di accomodazione e messa a fuoco delle immagini, e quelli estrinseci, responsabili dei movimenti del bulbo oculare, vengono continuamente sollecitati ed affaticati. Come conseguenza si possono manifestare:
  • Mal di testa;
  • Prurito o irritazione agli occhi;
  • Visione sfuocata, confusa o doppia;
  • Fotofobia;
  • Lacrimazione;
  • Occhio secco o sensazione di un corpo estraneo nell’occhio. 
L’astenopia da videoterminale è un disturbo in crescente diffusione, dato l’incremento dell’utilizzo di schermi di computer, tablet e smartphone, per il lavoro e il tempo libero. 

L’affaticamento oculare è riscontrato nei giovani, in particolare negli studenti, con una percentuale di individui interessati intorno al 12-30% nella fascia di età pediatrica e del 57% circa nella popolazione costituita da studenti al di sotto dei 30 anni. Le percentuali di prevalenza dell’astenopia aumentano quando si considera la popolazione che lavora utilizzando di routine un videoterminale, ed alcuni studi hanno evidenziato un coinvolgimento fino al 68% dei soggetti.

Recentemente, il cambiamento delle abitudini sociali dovuto alla pandemia da COVID-19, ha contribuito ad accrescere il tempo trascorso di fronte ai dispositivi digitali, e di conseguenza anche l’incidenza dei disturbi da affaticamento oculare.
In base al meccanismo di insorgenza, l’astenopia si può classificare in:
  • Astenopia accomodativa: affaticamento dovuto allo sforzo del muscolo ciliare (muscolo intrinseco dell’occhio) che deve lavorare ripetutamente per mantenere una appropriata curvatura del cristallino, la lente che permette di mettere a fuoco i raggi luminosi sulla retina per la produzione di una immagine nitida;
  • Astenopia fotogenica: insorge a causa di inappropriata illuminazione dell’ambiente circostante. Lo schermo del terminale è solitamente molto luminoso e una forte differenza di luminosità tra di esso e l’ambiente circostante causa uno stress del muscolo sfintere dell’iride (muscolo intrinseco), che deve continuamente modificare l’apertura dell’iride per regolare la quantità di luce in entrata nell’occhio;
  • Astenopia muscolare: dovuta ad uno sbilanciamento dell’attività dei muscoli estrinseci dell’occhio;
  • Astenopia di origine nervosa: dovuta a malattie di natura nervosa come conseguenza ad esempio di stress e ansia.

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Cause e sintomi dell’affaticamento oculare: perché abbiamo gli occhi stanchi

L’affaticamento oculare può essere causato da:
  1. Disordini della vista, quali problemi di accomodazione ma anche ambliopia (occhio pigro), strabismo, astigmatismo, cheratocono, congiuntivite cronica, ipermetropia, miopia, presbiopia. In particolare, il persistente sforzo di mettere a fuoco oggetti a distanza diversa (vicino e lontano in rapida successione), sottopone i muscoli oculari intrinseci ad un eccesso di attività per mantenere efficiente l’accomodazione. Questo tipo di movimento oculare è stimolato ad esempio, durante il lavoro ad un terminale per lunghe ore, alternato alla necessità di mettere a fuoco ripetutamente figure distanti dallo schermo. Anche attività considerate di svago e quindi riposanti, come la visione di immagini 3D (film o videogiochi), sono in realtà causa di fatica oculare perché implicano un continuo stimolo dell’accomodazione: i muscoli oculari devono infatti alternare repentinamente la messa a fuoco di particolari a distanza vicina e lontana. Alcuni studi hanno messo in stretta relazione l’affaticamento oculare e la visione prolungata di immagini 3D. Dato il forte coinvolgimento dei muscoli oculari nell’insorgenza di astenopia, anche tutte le ametropie, ossia le forme patologiche che non permettono una corretta messa a fuoco dell’immagine sulla retina e che comportano un aumentato utilizzo dei muscoli stessi, possono causare un peggioramento della condizione;
  2. Fattori psicologici, stress quotidiano e affaticamento mentale: le abitudini correnti di lavoro continuativo di fronte al computer sono spesso accompagnate dall’insorgenza di problemi posturali, stress fisico e mentale dovuti al carico di lavoro e alla mancanza di opportuno rilassamento per spalle, schiena, collo, e anche vista. Il carico di lavoro può influire sull’affaticamento della vista, e anche il possibile stress dovuto alla percezione di adeguatezza o meno all’incarico svolto sono stati messi in relazione con lo sviluppo di astenopia;
  3. Fattori esterni di tipo ambientale, come una illuminazione non adeguata del monitor che si utilizza per la lettura o per il lavoro, dimensione del monitor, ma anche qualità dell’aria e umidità della stanza possono causare un peggioramento del disturbo di affaticamento della vista.
La diagnosi di astenopia e la valutazione del livello di gravità della condizione non è sempre facile da parte del medico, in quanto sono presenti numerosi sintomi fisici di allarme che non vengono percepiti allo stesso modo da soggetti diversi.
L’affaticamento oculare viene spesso descritto come una sensazione di pesantezza agli occhi che appaiono arrossati, in associazione ad una generale sensazione di stanchezza. Comuni sintomi sono anche la sensazione da occhio secco (mancanza di lubrificazione lacrimale), e fenomeni improvvisi di difficoltà di visione, come vista offuscata, annebbiata, doppia o sfocata, oppure di difficoltà o fastidio alla luce. Anche la sensazione di avere un corpo estraneo all’interno dell’occhio può essere una spia di un possibile affaticamento oculare, ma può capitare che il soggetto descriva al medico la condizione senza lamentare una particolare fatica alla vista.

Altri sintomi che possono indicare la presenza del disturbo sono fatigue, vertigini e nausea che si manifestano in concomitanza di un periodo prolungato davanti ad uno schermo, o di concentrazione nella visualizzazione di particolari (lunghi periodi di lettura visualizzando caratteri piccoli).

I sintomi risultano spesso estremamente variabili e di difficile quantificazione rispetto alla loro entità, in quanto sono soggettivi; inoltre, manca una specifica scala per definirne il peso in modo univoco. Per questo motivo l’oftalmologo (il medico specialista che cura i disturbi dell’occhio) considera la diagnosi di astenopia in seguito al manifestarsi di più sintomi in un soggetto, ripetutamente all’interno della stessa settimana, e con una particolare correlazione alle abitudini descritte dal paziente, come l’uso continuativo di videoterminali. 

L’oftalmologo può essere specializzato in una area determinata dell’apparato visivo, come la retina o la cornea, oppure in alcune specifiche patologie (come il glaucoma, lo strabismo, le neuriti ottiche, ecc.). In tutti i casi, l’oftalmologo oltre alla raccolta dell’anamnesi e delle indicazioni riportate dai pazienti, è in grado di svolgere alcuni esami e test oggettivi che portano ad una quantificazione del danno visivo o della patologia in atto. Alcuni esempi di questi test sono quelli per la determinazione dell’acutezza visiva (il tipico test per la determinazione della capacità di mettere a fuoco ad una determinata distanza), la mobilità oculare, la funzione pupillare (risposta alla luce della pupilla), l’analisi del fondo oculare. Esistono attualmente una serie di questionari sulle abitudini di vita e lavoro in relazione ai disturbi della vista che permettono allo specialista di indagare le sensazioni del paziente e di poter avere un quadro generale non solo da evidenze oggettive ma anche dall’esperienza riportata dal soggetto, evidenziando possibili campanelli di allarme anche non riportati esplicitamente dal paziente.
Rispetto all’oftalmologo (o oculista), l’ottico non è abilitato alla diagnosi delle patologie oculari ma è in grado di preparare lenti e altri dispositivi per la misurazione e la correzione dei disturbi visivi.

L’ortottista è un professionista sanitario (non laureato in medicina) che possiede le competenze per eseguire test strumentali ed intervenire nella riabilitazione dei disturbi visivi quali lo strabismo e l’occhio pigro.
L’oftalmologo e l’ortottista lavorano a stretto contatto e collaborano per l’assistenza e la cura del paziente con disturbi dell’occhio.


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Astenopia da videoterminale o astenopia occupazionale

L’astenopia da videoterminale o occupazionale è l’affaticamento oculare che insorge in seguito a cause di natura lavorativa, ossia il prolungato tempo trascorso fissando immagini a distanza ravvicinata sullo schermo di un computer. Da un punto di vista eziologico, questo tipo di affaticamento oculare potrebbe risultare dalla concomitante presenza di diverse componenti, quali:
  • Un elevato sforzo di accomodazione;
  • Un’esposizione a una luce non appropriata;
  • A fattori di natura neurologica che comportano lo sviluppo di ansia da sovraccarico di lavoro. 
Diversi studi di medicina del lavoro hanno preso in considerazione l’attività lavorativa come fattore scatenante dell’affaticamento visivo, e le linee guida per un corretto uso dei terminali consigliano sempre di alternare periodi di messa a fuoco dello schermo a periodi in cui l’occhio possa riposarsi, mettendo a fuoco immagini a distanza (circa 15 minuti di riposo ogni 2 ore di lavoro allo schermo). 
 

Come si curano gli occhi stanchi

Immagine che rappresenta una persona che fa una visita oculisticaL’astenopia si cura innanzitutto intervenendo sui disturbi della visione, per minimizzare lo sforzo dei muscoli oculari, e migliorando l’utilizzo dei terminali e degli schermi, per non sottoporre gli occhi ad un sovraccarico di lavoro. I rimedi principali sono quindi costituiti da un buon utilizzo dei videoterminali sia per quanto riguarda il tempo dedicatovi che l’illuminazione dell’ambiente in cui si utilizzano. 

Il primo approccio all’identificazione di rimedi per l’astenopia è quello di effettuare una visita dall’oftalmologo che può valutare la situazione dell’occhio e svolgere test appropriati per la definizione dell’acuità visiva, di ametropie, dello stato del fondo dell’occhio e dell’eventuale presenza di disturbi di tipo neurologico che possono interferire con il processo di visione. L’oftalmologo può quindi prescrivere l’uso di lenti per la correzione di miopia, ipermetropia, strabismo o condizioni di occhio pigro. In ogni situazione, le lenti consigliate hanno lo scopo di favorire la corretta messa a fuoco delle immagini sulla retina, in modo che risultino nitide

Gli occhiali definiti “riposanti” non sono altro che occhiali con lenti che apportano una piccola correzione alla vista, e che possono quindi favorire la lettura, ma non eliminano lo sforzo oculare che si sviluppa in seguito a lunghi periodi trascorsi davanti al videoterminale.
Solo in casi particolari, lo specialista può prescrivere farmaci se la patologia riscontrata non può essere corretta dall’uso di lenti.
I farmaci o presidi utilizzati come rimedio per l’astenopia sono spesso limitati a colliri o lacrime artificiali, per eliminare la frizione, aumentare l’idratazione e facilitare il riposo dell’occhio con il ritorno a condizioni fisiologiche.
I colliri e lacrime artificiali hanno la funzione di ridurre i sintomi dell’occhio secco. Questi presidi medici lubrificano la superficie oculare diminuendo l’attrito con la palpebra e riducendo l’irritazione, il prurito e il bruciore. Le lacrime artificiali in commercio si trovano sottoforma di gocce contenenti le stesse componenti che si trovano fisiologicamente nelle lacrime (soluzione acquosa di sali minerali come sodio e potassio, e macromolecole come l’acido ialuronico). L’applicazione delle lacrime artificiali permette di ripristinare il corretto film lacrimale presente sulla superficie dell’occhio, creando anche una barriera protettiva alle infezioni da parte degli agenti esterni (batteri).

L’affaticamento oculare può essere curato, ma soprattutto prevenuto osservando dei buoni comportamenti per quanto riguarda l’uso dei dispositivi quali computer, laptop, tablet e smartphone. In generale, come norma sul posto di lavoro, sarebbe opportuno ridurre il tempo trascorso a fissare uno schermo a distanza ravvicinata, non superando le due ore consecutive. Anche per quanto riguarda i momenti di svago (visione di film, videogiochi, soprattutto in 3D), è necessario interrompere ad intervalli regolari per permettere all’occhio e ai suoi muscoli di riposare, e allo stesso tempo di alleviare lo stress (emotivo, competitivo) causato dalle attività che potrebbe a sua volta influenzare lo sforzo visivo.

 È inoltre importante fare attenzione alla corretta illuminazione, sia in ufficio che a casa. La luce dell’ambiente circostante lo schermo non dovrebbe essere troppo intensa, in quanto risulta difficile distinguere con precisione i dettagli su uno schermo illuminato in piena luce. Un ambiente leggermente meno illuminato dello schermo su cui ci si concentra è la scelta appropriata, senza però esagerare nella differenza di illuminazione tra schermo ed ambiente.

Lo sviluppo dell’ergonomia, la scienza che si propone di migliorare gli ambienti di lavoro in modo da soddisfare le esigenze psicofisiche dei lavoratori in relazione alla produzione, ha permesso di identificare dei rimedi e delle buone pratiche per ridurre i disturbi come l’astenopia da videoterminale quali la corretta disposizione dello schermo e la distanza da mantenere per non incorrere in pericolosi danni alla vista. L’osservazione dei comportamenti migliori sul posto di lavoro, ma anche nell’utilizzo dei device elettronici a casa per lo svago, sono il modo migliore per evitare il rischio di astenopia.

Astenopia nei bambini

L’affaticamento oculare nei bambini è una condizione di importanza centrale per quanto riguarda il loro sviluppo e l’apprendimento. Una fatica eccessiva nel processo visivo può infatti avere conseguenze sulla capacità di lettura, scrittura e concentrazione a scuola, interferendo con la memoria e i normali processi cognitivi. Una eccessiva fatigue a livello visivo potrebbe inoltre essere la spia di altre condizioni come ad esempio la dislessia, condizione che richiede uno specifico intervento.
Gli studi che analizzano l’incidenza dell’astenopia a livello pediatrico non sono numerosi ed è importante migliorare la valutazione della stanchezza nei processi visivi nei pazienti più piccoli, che non sono ancora bene in grado di identificare e descrivere i sintomi, portando a sottovalutare il problema o a descriverlo come una eccessiva pigrizia del bambino. In una metanalisi condotta su studi che hanno preso in considerazione i bambini, è emerso come la prevalenza dell’affaticamento oculare sia simile nei sessi e aumenti dall’età di 7 anni. La mancanza di casi al di sotto dei 6 anni è da scriversi verosimilmente alla difficoltà di diagnosi accurata nei piccoli pazienti più che alla vera e propria assenza del disturbo. In molti casi, l’astenopia si riscontra in associazione con disturbi di accomodazione, miopia e ipermetropia anche nei bambini, ma esistono studi in cui questa associazione non è così evidente. In generale, l’analisi del fenomeno nei bambini è ancora poco numerosa, ed è necessario porre maggiore attenzione allo screening e alle visite di controllo dei pazienti pediatrici.

 
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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
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Domande e risposte

Che cosa è l’astenopia?

L’astenopia è l’affaticamento oculare, dovuto allo sforzo compiuto dai muscoli degli occhi per fissare e mettere a fuoco per lungo tempo lo schermo di un computer, ma anche un libro, in condizioni di luce soffusa. 

Cosa è opportuno fare per ridurre l’astenopia?

Per ridurre o eliminare l’astenopia, nella maggior parte dei casi è necessario riposare gli occhi e utilizzare una fonte appropriata di illuminazione per le attività che comportano una messa a fuoco da vicino. Quando il fastidio non si risolve, è possibile che alla base ci siano disturbi come l’astigmatismo o l’ipermetropia.

Quanto dura l’astenopia?

Non è possibile dare un’indicazione generale della durata dell’affaticamento oculare, in quanto i sintomi possono essere variabili e dipendere oltre che dall’esposizione continuativa allo schermo del computer, anche dalle caratteristiche di ogni individuo. Quando si individuano i sintomi indicatori dell’astenopia, è necessario consultare il medico per una valutazione approfondita della condizione dell’occhio, la definizione delle lenti correttive appropriate e di ogni ulteriore intervento per minimizzare il fastidio, l’arrossamento e l’affaticamento degli occhi. Per una riduzione ed eliminazione dell’affaticamento della vista è però necessario migliorare anche il proprio comportamento di esposizione allo schermo, sollevando lo sguardo dallo schermo ogni 2 ore, per un periodo sufficiente al rilassamento oculare, e qualora possibile, diminuire in generale il tempo di sforzo visivo.

È possibile prevenire l’astenopia?

In linea generale è possibile prevenire l’insorgenza di astenopia migliorando le condizioni di cura e benessere dei nostri occhi. Questo implica visite periodiche dal proprio oculista, l’uso dei dispositivi e delle lenti consigliate, e l’adozione di comportamenti salutari per quanto riguarda l’uso dei videoterminali ed in generale dei dispositivi elettronici (tablet, smartphone).

Quando dà fastidio la luce?

Una buona illuminazione è necessaria per la funzionalità dell’occhio e della visione, in particolare quando l’attività di messa a fuoco è prolungata nel tempo e se gli occhi soffrono di qualche disturbo (ametropie come ipermetropia e astigmatismo). La mancanza di opportuna illuminazione è una delle cause di insorgenza di affaticamento oculare o astenopia. 
In particolare, l’uso prolungato egli schermi dei dispositivi digitali è stato associato ad un progressivo fastidio agli occhi e si sono recentemente diffusi dei filtri particolari della luce blu con lo scopo di migliorare l’illuminazione e non affaticare la vista. Tuttavia, alcuni studi non hanno riscontrato una significativa diminuzione dell’affaticamento visivo con l’utilizzo di questi filtri durante il lavoro con videoterminali e attualmente non vi sono evidenze che questo tipo di filtri siano un rimedio efficace per l’astenopia da videoterminale.

Che cosa vuol dire ipermetropia?

L’ipermetropia è un disturbo della vista che non permette la corretta messa a fuoco di oggetti vicini. I raggi luminosi che colpiscono l’occhio convergono in una zona al di là della retina, il luogo che permette la corretta percezione dei raggi luminosi e la trasmissione dell’impulso visivo al cervello per la produzione di una immagine nitida. L’ipermetropia può derivare da una anomalia della forma del bulbo oculare che è “corto” e fa sì che i raggi luminosi non convergano alla giusta distanza, cioè sulla retina. In condizioni di ipermetropia, l’occhio si sforza molto durante la lettura o le attività che coinvolgono una messa a fuoco continua di immagini breve distanza, con la possibile insorgenza di astenopia. L’ipermetropia può essere facilmente individuata attraverso una visita oculistica e corretta con l’uso di appropriate lenti che rifocalizzano i raggi luminosi permettendo di farli convergere sulla retina.

Cosa sono i muscoli oculari e a cosa servono?

I bulbi oculari possono ruotare entro un ampio angolo sia in senso orizzontale che verticale, per coprire un campo di sguardo che è maggiore del campo visivo di ciascun occhio. I movimenti dell’occhio sono assicurati dai muscoli oculari. La motilità oculare si distingue in estrinseca, cioè quella propria del bulbo oculare, rispetto all’orbita, e intrinseca che interessa la muscolatura dell’iride.
La motilità estrinseca permette all’occhio i movimenti volontari rapidi e precisi nelle varie direzioni ed è assicurata dal III, IV e VI paio di nervi cranici, rispettivamente dal nervo oculomotore comune, dal trocleare e dall’abducente, che permettono l’attività dei muscoli retti (superiore, inferiore, laterale e mediale) ed obliqui (superiore e inferiore).
La motilità intrinseca è invece involontaria. È assicurata dai seguenti muscoli intrinseci: 

  • Muscolo ciliare;
  • Muscolo dilatatore dell’iride;
  • Muscolo costrittore dell’iride

Che differenza c’è tra un oftalmologo e un oculista?

L’oftalmologo o oculista è un medico che ha conseguito la laurea in medicina e la specializzazione in oftalmologia ed è pertanto in grado di analizzare, valutare, produrre diagnosi e consigliare terapie per il corretto funzionamento dell’occhio e della vista. 

Cosa sono le lacrime?

Le lacrime sono un fluido biologico, costituito da una soluzione acquosa con elettroliti, proteine, peptidi, lipidi, glicoproteine e acido ialuronico. La funzione delle lacrime è quella di costituire un film sottile che ricopre la superficie oculare, assicurando lubrificazione, protezione e nutrimento ai tessuti sottostanti.
Le lacrime vengono secrete dalle ghiandole lacrimali. Una riduzione della produzione di lacrime causa una diminuzione del film lacrimale che può portare allo sviluppo di fastidi e disturbi come l’occhio secco. La sindrome dell’occhio secco può svilupparsi anche in seguito ad astenopia.

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