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Ci siamo: il
27 dicembre l’Italia ha iniziato la campagna vaccinale contro il
COVID-19.
Al momento (2 febbraio 2021) sono stati
approvati da
EMA (Agenzia Europea del Farmaco) 3 formulazioni:
- Il vaccino prodotto da Pfizer-Biontech (il suo nome è Comirnaty);
- Il vaccino prodotto da Moderna;
- Il vaccino prodotto da Astrazeneca.
L’Agenzia Italiana del Farmaco (
AIFA) ha
approvato il
primo il
22 dicembre 2020 e, il vaccino di
Moderna il
7 gennaio 2021 e l’ultimo il
30 gennaio.
Esistono anche
altri vaccini
candidati all’approvazione da parte di EMA, alcuni in fase avanzata come:
- Quello di Johnson & Johnson;
- Quello di Sanofi;
- Altri in fase di studio.
Non è facile seguire l
’andamento degli studi di tutte le aziende farmaceutiche in corsa per la produzione di un vaccino efficace e sicuro e si rischia di percepire molta confusione che non aiuta a chiarirsi le idee.
Il Calendario vaccinale. Scopri quando verrai vaccinato
Il 2 dicembre 2020 il
ministro della Salute
Roberto Speranza ha presentato le linee guida del
Piano strategico per la vaccinazione anti-SARS-CoV-2/COVID-19, elaborato da Ministero della Salute, Commissario Straordinario per l’Emergenza, Istituto Superiore di Sanità, Agenas e Aifa.
Nel documento aggiornato il 12 dicembre 2020 il Ministro ha individuato 4 fasi di vaccinazione, in ognuna delle quali verrà proposta sempre
gratuitamente, la vaccinazione COVID-19, a determinate categorie.
L’
8 febbraio 2021, in seguito all’approvazione da parte di AIFA del vaccino di Atrazeneca solo per alcune fasce di età, e alla luce di un calo nelle forniture anche degli altri vaccini, il piano vaccinale è stato rivisto.
Attualmente esistono sempre 4 fasi:
- Fase 1 (vaccini Pfizer e Moderna): operatori sanitari e socio-sanitari, ospiti Rsa e over 80;
- Fase 2 (vaccini Pfizer e Moderna): persone estremamente vulnerabili indipendentemente dall’età, persone vulnerabili over 70 (con classificazione delle malattie incluse), anziani 75-80 anni, anziani 70-75 anni, 60-69 enni senza rischi specifici, 55-60 enni senza rischi specifici;
- Fase 3 (vaccino di AstraZeneca): tutte le seguenti categorie contemporaneamente: personale scolastico, lavoratori di servizi essenziali e dei setting a rischio, penitenziari e luoghi di comunità, altri servizi essenziali. Chiaramente under 55.
- Fase 4 (si vedrà in base alle forniture e alle novità): popolazione rimanente.
A differenza del primo piano vaccinale, nel secondo la Fase 1 (i prioritari fra gli elegibili per vaccino Pfizer e Moderna) e la Fase 3 (i prioritari per vaccino AstraZeneca) procedono
contemporaneamente.
A pagina 7 di 13 del documenti (in nota) viene presentato il grafico con le 4 fasi di vaccinazioni dal 27 dicembre 2020 a dicembre 2021, con indicata la
previsione delle
dosi che verranno rese
disponibili;
A pagina 4 si trova invece la
stima della potenziale
quantità di
dosi di vaccino
disponibili (in milioni) in Italia nel 2021, fra le diverse aziende farmaceutiche, per trimestre (indicato con la lettera Q) e per azienda produttrice, in base ad accordi preliminari d'acquisto (APA) sottoscritti dalla Commissione europea.
Al momento
non vi è
obbligo di
aderire alla vaccinazione da parte della popolazione generale.
Vediamo le 4 fasi una per una:
- Fase 1 (indicativamente gennaio-marzo 2021), verranno invitati alla vaccinazione:
- Gli operatori sanitari;
- Gli ospiti delle RSA e il personale;
- Le persone con più di 80 anni.
- Queste persone rappresentano il 5% della popolazione italiana (3 milioni di persone);
- Fase 2 (indicativamente aprile-giugno), verranno invitati alla vaccinazione:
- Gli over 60;
- Le persone con malattie croniche severe (inclusi tumori, anche in pazienti che stanno seguendo chemioterapia), e quelle immunocompromesse di ogni età;
- I gruppi socio-demografici considerati ad alto rischio di sviluppare il COVID in forma grave;
- Gli insegnanti e il personale scolastico ad alta priorità.
- Con questo gruppo di persone sarà vaccinato il 15% della popolazione italiana (9 milioni di persone);
- Fase 3 (indicativamente luglio-settembre), verranno invitati alla vaccinazione;
- Gli insegnanti e il personale della scuola rimasto;
- I lavoratori di servizi essenziali;
- Le persone nelle carceri e nelle comunità;
- Tutti quelli che hanno comorbilità moderata indipendentemente dall’età.
- Si dovrebbe arrivare in questo modo indicativamente al 50% della popolazione italiana (30 milioni di persone);
- Fase 4 (indicativamente ottobre-dicembre 2021), verrà invitato alla vaccinazione il resto della popolazione italiana.
E chi ha
già avuto il COVID? Stando a quando si apprende da AIFA, dal momento che il vaccino
potenzia solo la memoria immunitaria, queste persone
non necessitano di una vaccinazione nella
prima fase della campagna, mentre potrebbe essere considerata quando si otterranno dati sulla durata della protezione immunitaria. Specie in persone che hanno avuto la malattia nelle primissime fasi.
A che punto siamo
Dal 27 dicembre 2020 al 2 febbraio 2021 in Italia sono state somministrate 2 milioni di dosi (non persone, dosi) di vaccino fra personale medico, ospiti nelle RSA e over 80 per un totale di 732 mila persone che hanno ricevuto entrambe le dosi.
Il Ministero della Salute ha creato una Dashboard (piattaforma interattiva, in nota) che mostra in
tempo reale le dosi somministrate per regione. Teniamo presente che il Goal è vaccinare il 5% della popolazione (3 milioni di persone) entro marzo 2021.
Da qualche giorno inoltre il Ministero ha rilasciato su GitHub i dati in formato Open Data pubblicati da Developers Italia, gruppo di lavoro creato dal Dipartimento per la trasformazione digitale e dall’Agenzia per l’Italia digitale, con una
licenza che ne consente il riutilizzo.
Come si è arrivati in così poco tempo a un vaccino?

Sono
tantissime le fake news, le
bufale, i
falsi miti, che circolano in queste settimane
sui vaccini, in relazione alla velocità con cui sono stati prodotti e approvati. Vediamo di capire bene le cose.
Arrivare a mettere a disposizione per la popolazione un farmaco in meno di un anno è un record, ma non significa che in questo caso siano state “saltate delle fasi”, anche perché in Europa l’approvazione dei farmaci è regolata da un ente sovranazionale – l’EMA – che esamina autonomamente tutti i dati relativi agli studi di un farmaco, in questo caso dei vaccini – e ne valuta la solidità in termini di sicurezza prima di tutto, e di efficacia. Solo una volta che EMA ha approvato un farmaco, le relative Agenzie regolatorie nazionali (come AIFA) possono approvarlo per il proprio paese. Rispetto ad altri farmaci in questo caso, data l’emergenza della pandemia,
questa approvazione era priorità mondiale.
Come spiega il sito di AIFA (in nota) in relazione a Comirnaty le
fasi si sono potute
condurre in tempi molto più ristretti del solito per
tre motivi:
- Perché sono state coinvolte molte più persone nella sperimentazione (dieci volte tanto rispetto agli standard degli studi analoghi per lo sviluppo dei vaccini!) e sappiamo che in medicina più il campione è ampio più i risultati sono solidi. La sicurezza di questo vaccino è stata valutata nel corso di ricerche svolte in sei paesi: Stati Uniti, Germania, Brasile, Argentina, Sudafrica e Turchia, con la partecipazione di oltre 44.000 persone. La metà dei partecipanti ha ricevuto il vaccino, l’altra metà ha ricevuto un placebo. L’efficacia del vaccino invece è stata calcolata su oltre 36.000 persone a partire dai 16 anni di età, vedendo che il numero di casi sintomatici di COVID-19 si riduceva fra i vaccinati del 95% (solo 8 casi su 18.198 avevano sintomi di COVID-19), rispetto al placebo (162 casi su 18.325 avevano sintomi di COVID-19). È evidente che la differenza fra questi numeri – 8 e 162 su 18 mila persone – diventa più rilevante per la sconfitta del virus se a vaccinarsi è quasi tutta la popolazione;
- Perché erano molti anni che questa azienda stava conducendo ricerche sui vaccini a RNA;
- Infine, perché la valutazione dei risultati da parte delle agenzie regolatorie è avvenuta man mano che questi venivano prodotti e non, come avviene solitamente una volta che tutti gli studi sul farmaco in questione sono completati.
Che cos’è un vaccino a RNA?
Nei
vaccini tradizionali (come quello che sta sviluppando Astra Zeneca) viene
iniettato il
virus ‘
indebolito’, oppure solo una parte di esso per indurre la risposta immunitaria: il nostro sistema immunitario
riconosce l’ ‘intruso’ non pericoloso e produce gli anticorpi che utilizzerà quando incontra il virus vero e proprio.
Un vaccino a RNA (come quello di Pfizer-Biontech e quello di Moderna) invece
non contiene il virus (e quindi non può proprio per principio provocare la malattia). Contiene invece un RNA messaggero che non può propagare se stesso nelle cellule dell’ospite, ma induce la sintesi di antigeni del virus SARS-CoV-2 (che esso stesso codifica). Il vaccino
induce l'immunità fornendo a
cellule umane esclusivamente
le istruzioni per produrre un frammento del virus, la
proteina Spike, che indurrà la
produzione di anticorpi specifici verso il virus SARS-CoV-2.
Il vaccino di Pfizer
Ma cosa
altro c’è nel vaccino?
- L’RNA messaggero è contenuto in un “involucro” di lipidi sintetici che contribuiscono a formare le vescicole che veicolano il vaccino. Una volta inoculato, l’RNA viene disintegrato nel nostro corpo.
- Il vaccino contiene inoltre altri eccipienti, che si trovano comunemente in farmacologia:
- 1,2-Distearoyl-sn-glycero-3-phosphocholine;
- Colesterolo;
- Potassio cloruro;
- Potassio diidrogeno fosfato;
- Sodio cloruro;
- Fosfato disodico diidrato;
- Saccarosio (zucchero);
- Acqua per preparazioni iniettabili.
Dal punto di vista della ricerca, sono state coinvolte
molte più persone nella
sperimentazione (dieci volte tanto rispetto agli standard degli studi analoghi per lo sviluppo dei vaccini!), e sappiamo che in medicina più il campione è ampio più i risultati sono solidi.
La
sicurezza di Comirnaty è stata valutata nel corso di ricerche svolte in sei paesi: Stati Uniti, Germania, Brasile, Argentina, Sudafrica e Turchia, con la partecipazione di oltre 44.000 persone.
La metà dei partecipanti ha ricevuto il vaccino, l’altra metà ha ricevuto un placebo.
L’efficacia del vaccino invece è stata calcolata su oltre 36.000 persone a partire dai 16 anni di età, vedendo che il numero di casi sintomatici di COVID-19 si riduceva fra i vaccinati del 95% (solo 8 casi su 18.198 avevano sintomi di COVID-19), rispetto al placebo (162 casi su 18.325 avevano sintomi di COVID-19).
È evidente che la differenza fra questi numeri – 8 e 162 su 18 mila persone – diventa più
rilevante per la sconfitta del virus se a vaccinarsi è quasi tutta la popolazione.
Il tema della “sesta dose” di Comirnaty (Pfizer)
Inizialmente Pfizer aveva
stabilito che le dosi ottenibili da un flaconcino del vaccino di Pfizer erano
5 e, pertanto, il Ministero aveva stimato le dosi
consegnate basandosi su questo numero. Successivamente però EMA in un documento ha raccomandato
l’aggiornamento delle informazioni sul prodotto di Comirnaty, per specificare che ogni flaconcino
contiene 6 dosi di vaccino.
Quindi 5 o 6 dosi per ogni flaconcino?
Dipende da che siringhe utilizziamo.
“Per prelevare sei dosi da un singolo flaconcino – si legge - è necessario utilizzare siringhe e/o aghi a basso
volume morto. Il volume morto dell’insieme siringa-ago a basso volume morto non deve superare i 35 microlitri. Se si utilizzano siringhe e aghi standard, la quantità di vaccino potrebbe non essere sufficiente per ricavare una sesta dose dal flaconcino.”
Si precisa inoltre che
non si devono
cumulare le dosi avanzate da più flaconcini
per ricavare una dose completa, e il vaccino
non utilizzato
deve essere eliminato 6 ore dopo la diluizione. Se dal vaccino rimasto nel flaconcino dopo la quinta dose non è possibile prelevare una dose completa (di 0,3 mL), il flaconcino e il suo contenuto devono essere smaltiti dall’operatore sanitario.
Al momento
non è chiaro quante “seste dosi” siano state somministrate.
Il vaccino di Moderna
Nella riunione del
7 gennaio 2021 la Commissione Tecnico Scientifica di AIFA ha dato il parere
positivo al vaccino di Moderna (nota), sottolineando che sulla base dei dati attualmente disponibili, il profilo di
sicurezza e di efficacia del vaccino Moderna appare sostanzialmente sovrapponibile a quello di Pfizer.
Il vaccino di Moderna contiene per ogni dose (0,5 mL): 100 microgrammi di RNA messaggero (mRNA), inseriti in nanoparticelle lipidiche contenenti il lipide SM-102. Gli eccipienti sono Colesterolo, 1,2-distearoil-sn-glicero-3-fosfocolina (DSPC), 1,2-dimiristoil-rac-glicero-3-metossipolietilenglicole-2000 (PEG2000 DMG), Trometamolo, Trometamolo cloridrato, Acido acetico, Sodio acetato triidrato, Saccarosio, Acqua per preparazioni iniettabili.
Le differenze rispetto al vaccino di Commirnaty sono:
- Ogni flaconcino contiene 10 dosi da 0,5 mL;
- Il vaccino Moderna è indicato a partire dai 18 anni di età, anziché dai 16 anni;
- La schedula vaccinale prevede due somministrazioni a distanza di 28 giorni, invece che di almeno 21 giorni;
- L’immunità si considera pienamente acquisita a partire da 2 settimane dopo la seconda somministrazione, anziché una;
- Il vaccino viene conservato a temperature comprese tra i -15° e -25°, ma è stabile tra +2° e +8° per 30 giorni se in confezione integra;
- Il flaconcino multidose contiene 6,3 ml e non richiede diluizione, è quindi già pronto all’uso.
Nello studio clinico di
fase 3 del vaccino Moderna,
randomizzato, controllato con placebo e condotto in cieco sono stati
esclusi soggetti immunocompromessi o che avevano ricevuto immunosoppressori negli ultimi 6 mesi, nonché partecipanti in gravidanza o con una storia nota di infezione da SARS-CoV-2.
Durante lo studio sono stati condotti
studi di tossicità generale su
ratti osservando edema ed eritema in sede di iniezione, ma transitori e reversibili, suggerendo che la potenziale tossicità per gli esseri umani è
bassa. Non sono stati eseguiti studi di cancerogenicità, anche data l’impossibilità di monitorare i pazienti per lungo tempo (
follow-up).
Il vaccino di Astrazeneca
Il
30 gennaio AIFA ha autorizzato il vaccino Astrazeneca
nei soggetti al di sopra dei 18 anni, come da indicazione EMA.
La Commissione tecnico-scientifica (CTS) dell’AIFA conferma che
l’efficacia del vaccino è stimata al 59,5% nella riduzione delle infezioni sintomatiche da COVID-19.
Nel documento di AIFA si legge che l’utilizzo preferenziale del vaccino Astrazeneca
solo in soggetti tra i 18 e i 55 anni, in attesa di acquisire ulteriori dati relativi alla popolazione con oltre 55 anni. I dati degli studi registrativi del vaccino AstraZeneca mostrano un livello di incertezza riguardo all’ efficacia per
le persone sopra i 55 anni perché questa fascia d’età era scarsamente rappresentata nel campione. Per questo il parere del CTS suggerisce un
utilizzo preferenziale dei vaccini a RNA messaggero nei soggetti anziani e in quelli considerati più ad alto rischio di sviluppare una malattia grave.
- Le sperimentazioni del vaccino di Astrazeneca sono state condotte su 23.745 partecipanti con più di 18 anni, 12.021 dei quali hanno ricevuto almeno una dose di COVID-19 Vaccine Astrazeneca e 8.266 hanno ricevuto due dosi. Gli altri appartenevano al gruppo di controllo;
- La durata mediana del follow-up è stata di 62 giorni dopo la seconda dose.
A
differenza dei vaccini di Pfizer e Moderna, il vaccino di Astrazeneca
non usa la tecnologia mRNA. Si tratta di un vaccino monovalente composto da un
singolo vettore ricombinante di adenovirus di scimpanzé con deficit di replicazione (ChAdOx1) che codifica per la glicoproteina S di SARS-CoV-2.
Funziona così: dopo la somministrazione, la glicoproteina S di SARS-CoV-2 stimola gli anticorpi e la risposta immunitaria contro il virus nelle persone vaccinate.
Per quanto riguarda la composizione, il vaccino di Astrazeneca è distribuito in flaconcini multidose contenenti
8 dosi o 10 dosi da 0,5 mL per flaconcino.
Ogni dose da 0,5 mL contiene:
Adenovirus di scimpanzé che codifica per la glicoproteina spike del SARS-CoV-2 (ChAdOx1-S), non inferiore a 2,5 x 108 unità infettive (U.Inf). Prodotto in cellule renali embrionali umane geneticamente modificate (HEK) 293 e mediante tecnologia del DNA ricombinante.
Il vaccino contiene organismi geneticamente modificati (OGM).
Attenzione:
non è il primo adenovirus utilizzato in un vaccino, pensiamo ai vaccini contro:
Gli
adenovirus sono vettore virali è costituito da una versione indebolita (ChAdOx1) di un comune virus del raffreddore (adenovirus). Negli scimpanzé causa infezioni, ma in questo caso è stato editato di modo che non sia in grado di replicarsi negli esseri umani. È stato
modificato anche perché fornisca le
istruzioni al
nostro organismo per produrre la famosa
proteina Spike del coronavirus, inducendo la risposta
anticorpale.
Come
eccipienti, ogni dose (0,5 mL) contiene circa 2 mg di etanolo, L-istidina cloridrato monoidrato Magnesio cloruro esaidrato Polisorbato 80 (E 433), Saccarosio, Sodio cloruro, Disodio edetato (diidrato), Acqua per preparazioni iniettabili.
Si conserva in frigorifero fra i 2°C e gli 8°C.
Come vengono descritte le “reazioni avverse”?
Comuni,
rare,
molto rare: che cosa significa quantitativamente?
- Molto comune significa che la reazione si verifica in una o più persone su 10;
- Comune che si verifica in meno di una persona su 10, ma in più di una su 100. Per esempio in una persona su 20 o una su 80;
- Non comune significa che la reazione si verifica in meno di una persona su 100 ma più di una su 1000, quindi per esempio una persona su 200 o una su 800 (il range è molto ampio come si vede);
- Raro significa che la reazione avversa si verifica in meno di un caso su 1000 ma in più di uno su 10000, quindi per esempio in una persona su 2000 o in una su 8000;
- Molto raro significa che l’effetto avverso si verifica in meno di una persona su 10000, che può anche voler dire in una persona su un milione. Bisogna andare a leggere i dati degli studi per sapere la percentuale precisa.
Questa classificazione
vale sia per gli
effetti lievi come mal di testa o rossore al braccio, che per quelli più
gravi.
Effetti collaterali del vaccino Pfizer-Biontech

Come tutti i farmaci, anche il vaccino Comirnaty ha mostrato nell’enorme campione
alcuni casi di
reazioni avverse.
- Circa 1 persona su 10 mostrava qualche fastidio di lieve entità e che passava dopo poche ore o qualche giorno al massimo (dolore nella zona della puntura, dolore al braccio, mal di testa, qualche linea di febbre);
- Meno di 1 persona su 10 ha sentito nausea per qualche giorno;
- Meno di 1 persona su 100 ha provato prurito nel sito di iniezione, dolore agli arti, ingrossamento dei linfonodi, difficoltà ad addormentarsi e sensazione di malessere;
- Meno di 1 persona su 1000 ha dichiarato debolezza nei muscoli di un lato del viso (paralisi facciale periferica acuta);
- Con la somministrazione di massa sono emersi alcuni casi di reazione allergica, rarissimi, come per qualsiasi farmaco.
Non ci sono invece
dati al momento sulla somministrazione del vaccino in
gravidanza e in
allattamento, e in bambini con meno di 16 anni.
- Riguardo ai pazienti oncologici che stanno seguendo chemioterapia, il vaccino non è sconsigliato.
- Il 24 dicembre scorso AIOM scriveva “Date le prove che i vaccini anti COVID-19 possono fornire livelli maggiori di anticorpi neutralizzanti rispetto all’infezione da SARS-CoV2 in un numero sostanziale di pazienti, sarebbe molto importante offrire le vaccinazioni con priorità ai pazienti in trattamento con chemioterapia citotossica, in particolare nel caso di malattie ematologiche.
Effetti collaterali del vaccino Moderna
La
sicurezza di COVID-19 Vaccine Moderna è stata valutata in uno
studio clinico in corso di fase 3,
randomizzato, controllato con
placebo, con osservatore in cieco condotto negli Stati Uniti su 30.351 partecipanti di età pari o superiore a 18 anni (un quarto over 65): la metà di loro hanno ricevuto almeno una dose di COVID-19 Vaccine Moderna e l’altra metà con placebo.
Le reazioni avverse più comunemente segnalate sono state:
- Dolore in sede di iniezione (92%);
- Stanchezza (70%);
- Cefalea (64,7%);
- Mialgia (61,5%);
- Artralgia (46,4%);
- Brividi (45,4%);
- Nausea/vomito (23%);
- Tumefazione/dolorabilità ascellare (19,8%);
- Febbre (15,5%);
- Tumefazione (14,7%);
- Arrossamento (10%) in sede di iniezione.
Le reazioni avverse sono state
normalmente di intensità
lieve o
moderata e si sono
risolte entro pochi giorni.
Una frequenza leggermente
inferiore di eventi di reattogenicità è stata associata all’
età più avanzata.
Complessivamente,
l’incidenza di alcune reazioni avverse (incidenza di tumefazione/dolorabilità ascellare, stanchezza, cefalea, mialgia, artralgia, brividi, nausea/vomito e febbre)
è stata più elevata nei gruppi di età più giovane. Le reazioni avverse sistemiche e locali sono state segnalate più frequentemente dopo la Dose 2 piuttosto che dopo la Dose 1.
Anche per il vaccino Moderna sono stati
individuati dei casi rari,
4 persone su 30 mila di paralisi facciale acuta (uno di loro era nel gruppo placebo quindi non era stato vaccinato). L’insorgenza nei partecipanti del gruppo vaccino è stata a 22, 28 e 32 giorni dopo la Dose 2.
Si sono verificati due eventi avversi
gravi di tumefazione del viso in persone che hanno ricevuto il vaccino e avevano una storia di iniezioni di
filler dermatologici. L’insorgenza della tumefazione è stata segnalata rispettivamente 1 e 2 giorni dopo la vaccinazione.
Effetti collaterali del vaccino di Astrazeneca
Da foglietto illustrativo, le
reazioni avverse molto comuni (che possono cioè
interessare più di 1 persona su 10) sono state:
- Dolore nella sede di iniezione (nel 63,7%) dei casi;
- Dolore in sede di iniezione (nel 54,2%);
- Cefalea (nel 52,6%);
- Stanchezza (nel 53,1%);
- Mialgia (nel 44% dei casi);
- Malessere (nel 44,2%);
- Piressia e febbre inferiore a 38 (nel 33,6%);
- Brividi (31,9%);
- Artralgia (26,4%);
- Nausea (21,9%).
La maggior parte delle
reazioni avverse - si legge - è stata di
severità da lieve a moderata e di solito si è risolta entro alcuni giorni dalla vaccinazione.
Gli effetti
comuni (che possono cioè interessare fino a 1 persona su 10) sono state:
- Gonfiore o arrossamento nel punto in cui viene praticata l'iniezione;
- Febbre (>38°C);
- Malessere (vomito);
- Diarrea.
Infine, gli
effetti non comuni (che possono interessare fino a 1 persona su 100) sono risultati essere:
- Sonnolenza o sensazione di vertigini;
- Diminuzione dell'appetito;
- Ingrossamento dei linfonodi;
- Sudorazione eccessiva;
- Prurito;
- Eruzione cutanea.
Il 23 febbraio 2021 è stata pubblicata una circolare del Ministero della Salute che innalza da 55 a 65 anni l'età (coorte 1956) di chi potrà ricevere il vaccino anti-Covid di Astrazeneca, dopo il parere della Commissione dell'Agenzia italiana del farmaco (Aifa). La ragione, si legge, sono "nuove evidenze scientifiche che riportano stime di efficacia del vaccino superiori a quelle precedentemente riportate". Sono comunque esclusi i soggetti estremamente vulnerabili (per esempio i pazienti oncologici), a cui saranno invece somministrati i vaccini Pfizer e Moderna.
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI