L’obiettivo principale dei programmi di prevenzione è ottenere, mediante preparati particolari, i "vaccini", la
riduzione e, quando possibile, l’
eradicazione (l’eliminazione) di pericolose malattie infettive per le quali non esiste una terapia o che possono essere causa di gravi complicazioni.
Per selezionare un obiettivo di eliminazione su scala locale e di eradicazione a livello globale, non basta avere a disposizione un
vaccino innocuo, efficace e sicuro, ma indispensabile è conoscere il meccanismo di diffusione dell’agente causale e le situazioni epidemiologiche esistenti. Solo in queste logiche il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) può adottare specifiche strategie e adeguate procedure operative in grado di garantire, a tutti i soggetti suscettibili, l’opportunità di avvalersi della profilassi vaccinale. I
trattamenti preventivi attuati nei tempi e nei modi adeguati sono in grado di determinare una riduzione rilevante delle patologie che possono colpire una comunità considerata. In caso contrario, l’efficacia di questi programmi è ridotta significativamente o addirittura vanificata.
Le vaccinazioni non proteggono soltanto la persona immunizzata, ma, interrompendo la catena immunologica di trasmissione umana dell’infezione,
agiscono indirettamente anche sui soggetti non vaccinati. Chi non può ricevere vaccini a causa di controindicazioni specifiche oppure non si sottopone a tale terapia, ha come unica possibilità di protezione quella di vivere in un contesto di persone immuni.
Nel nostro Paese, per i nuovi nati,
alcune vaccinazioni sono state rese obbligatorie per legge (poliomielite, difterite, tetano, epatite virale B, pertosse, morbillo, rosolia, parotite, varicella, infezioni da Haemophilus influenzale B), mentre
altre sono raccomandate dalle autorità sanitarie centrali (meningococcica B e C, pneumococcica, rotavirus).
I
l Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale 2012-2014 ha aggiunto l’offerta attiva e gratuita in tutto il Paese delle vaccinazioni anti-Human Papilloma Virus per le ragazze nel corso del 12° anno di vita e antipneumococcica ed antimeningococcica C per tutti i nuovi nati introducendo, inoltre, la raccomandazione per la vaccinazione contro la varicella per i nuovi nati a partire dal 2015. Il Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale 2016-2018 ha esteso l'anti-Human Papilloma Virus anche ai maschi e introdotto la vaccinazione gratuita contro la meningite. (Approfondisci
Il nuovo Piano Vaccinale).
L’obbligatorietà di alcune vaccinazioni è stata, ed è tuttora, oggetto di discussioni e dibattiti perché i trattamenti sanitari, praticati in età pediatrica, non consentono ai soggetti interessati di esercitare il proprio consenso. Un altro motivo di conflitto è dovuto alla limitazione del diritto all’autodeterminazione dell’uomo riguardo al proprio corpo e al proprio stato di benessere fisico in quanto, alla scelta della singola persona, è anteposta la salute della collettività come sancito dalla nostra Costituzione. La società, però, per legittimare l’obbligatorietà, ha dovuto assumersi come contropartita i rari, ma possibili, rischi apportati ai suoi membri da un obbligo vaccinale i cui vantaggi risultano, ovviamente, superiori o tali da rendere accettabile, per esiguità qualitativa e quantitativa, gli eventuali "inconvenienti". Le vaccinazioni, infine, per essere proponibili devono rispondere a un bilancio costo-benefici positivo che dipende dalla riduzione della morbosità di una data malattia e dal costo del corrispondente programma di prevenzione.
Lo strumento d’eccellenza per valutare il grado di protezione della popolazione contro alcune malattie trasmissibili e l’efficacia dei relativi programmi d’immunizzazione è la
misurazione periodica della copertura vaccinale rilevata annualmente attraverso la valutazione dei dati sulle dosi somministrate che le autorità sanitarie regionali trasmettono al Ministero della Salute.
La successione cronologica prevista per le vaccinazioni, sia obbligatorie sia raccomandate, è riportata nei “
Calendari vaccinali" e viene determinata in base all’epidemiologia dell’infezione verso cui è rivolto il trattamento e al grado di maturità del sistema immunitario dei soggetti coinvolti. Questi calendari, però, vengono solo approssimativamente rispettati e ciò dipende soprattutto dalle caratteristiche della popolazione (difficoltà a essere raggiunti) e dei servizi (difficoltà di accesso), dai riferimenti educativi (medici di base presenti sul territorio) e da un eccesso di precauzioni in presenza di condizioni che, non correttamente, fanno posporre la somministrazione del vaccino o addirittura controindicare la vaccinazione.
I dati registrati in Italia, nell’arco temporale 2000-2012 e riportati nel Grafico 1, evidenziano, considerando i valori al 24° mese di vita per cicli completi (3 dosi), una minima riduzione per l’anti-poliomielite e un incremento per Difterite e Tetano (DT) o DT-Pertosse (DTP), per Epatite B (HBV), ma soprattutto per Morbillo-Parotite-Rosolia (MPR) e per Haemophilus influenzae B (Hib). Per le vaccinazioni obbligatorie è stato conseguito l’obiettivo minimo stabilito nel Piano Nazionale Vaccini (PNV), in accordo con le raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), pari ad almeno il 95% di copertura entro i 2 anni di età. Anche il Piano Nazionale per l’Eliminazione del
Morbillo e della
Rosolia congenita (PNEMRc) prospettava coperture superiori al 95%, ma per queste profilassi
i valori non sono stati ancora raggiunti. Riguardo alla distribuzione territoriale nel 2012 (Tabella 1), si registrano, per le vaccinazioni obbligatorie, valori regionali superiori all’obiettivo minimo stabilito dal PNV ad eccezione della Provincia autonoma di Bolzano, del Veneto (sospensione dell’obbligo vaccinale introdotta dal 1 gennaio 2008), della Campania e della Sardegna, alle quali si aggiunge, solo per l’anti-HBV, il Friuli Venezia Giulia. Per quanto riguarda la vaccinazione raccomandata anti-MPR, invece, il valore ottimale previsto dal PNEMRc è stato raggiunto soltanto in Basilicata (95,0%). Per l’Hib la copertura, molto prossima al valore ottimale (94,8% vs 95%), pur rientrando tra le vaccinazioni facoltative, sia a livello nazionale sia in diverse regioni, potrebbe essere correlato all’uso di preparati vaccinali combinati (vaccini obbligatori e raccomandati) previsti nel primo anno di vita.