Indice
Domande e risposte
Descrizione del riso rosso fermentato
Il riso rosso fermentato, secondo la procedura tradizionale cinese, si ottiene a partire dal
riso comune (Oryza sativa L., famiglia Poaceae) che, dopo essere stato
cotto a
vapore, viene fatto fermentare grazie all’aggiunta del fungo
Monascus purpureus, il “lievito rosso” che durante il processo fermentativo produce i pigmenti ai quali si deve il colore caratteristico di questo prodotto naturale. A differenza dei paesi occidentali, dove si utilizzano malto e succhi di frutta come base per la fermentazione, in Asia orientale e sudorientale, gli alimenti fermentati, come pure le bevande quali il vino di riso cinese o il sakè giapponese, sono prodotti utilizzando riso o fagioli e funghi di diverse specie. Dopo la scoperta della cancerogenicità dei pigmenti sintetici, l’utilizzo e il consumo dei pigmenti naturali sono
aumentati; infatti, a partire dalle colture di riso rosso fermentato, attraverso un semplice processo di estrazione e concentrazione, i pigmenti rossi naturali
estratti e
isolati che se ne ricavano, dalla metà del secolo scorso sono prodotti su scala industriale. Oltre a
Monascus purpureus, altri funghi non patogeni correlati del genere Monascus, come M. ruber, M. anka e M. pilosus, sono utilizzati anche per la produzione di riso rosso fermentato in Giappone, Corea, India e Thailandia; tuttavia, nella Medicina Tradizionale Cinese, M. purpureus è
l'unico fungo accettato per la fermentazione del riso, come riportato nella Farmacopea della Repubblica Popolare Cinese.
In Asia, il riso rosso fermentato è stato usato
fin dall’antichità per colorare gli alimenti, in particolare la carne, il pesce e gli alimenti a base di soia. È citato in diversi antichi testi di medicina cinese come rimedio per migliorare la circolazione sanguigna e la funzionalità della milza, migliorare la
digestione, guarire
lividi e lesioni e in caso di
diarrea. In Occidente, grazie alle sue proprietà ipolipemizzanti, è conosciuto e utilizzato non come alimento tal quale, ma come integratore alimentare prodotto utilizzando il suo estratto secco.
Costituenti del riso rosso fermentato
Sono più di un
centinaio i
costituenti chimici individuati nel riso rosso fermentato: monacoline e pigmenti sono quelli ai quali è attribuita la maggiore attività biologica; sono presenti poi acidi organici, acidi grassi polinsaturi, steroli, polisaccaridi, flavonoidi e lignani. Le monacoline identificate sono oltre 20, delle quali la più importante e studiata è la monacolina K; la sua
struttura chimica è identica a quella della
lovastatina, un farmaco di sintesi appartenente alla classe delle statine utilizzato per il trattamento d’elezione dell’
ipercolesterolemia. Negli studi clinici, le statine hanno dimostrato non solo la loro efficacia nelle malattie cardiovascolari, come l’
infarto cardiaco e l’
ictus cerebrale, ma anche varie azioni come la potenziale azione preventiva sulla frattura ossea. La monacolina K, come la lovastatina, svolge la sua azione ipocolesterolemizzante inibendo l’enzima HMG-CoA reduttasi (3-idrossi-3-metilglutaril Coenzima A reduttasi), che è presente soprattutto nelle cellule del
fegato e regola la
biosintesi del
colesterolo e, di conseguenza, ne blocca la produzione endogena. Come avviene in tutti i fitocomplessi presenti nei prodotti di origine vegetale, si ritiene che anche negli estratti di riso rosso fermentato altri componenti, come per esempio gli steroli e gli acidi grassi polinsaturi, agiscano in sinergia con la monacolina K modulandone l’attività biologica. In uno studio su
modello animale, infatti, è stato osservato che la concentrazione plasmatica di monacolina K risultava maggiore nei ratti a cui era stato somministrato il riso rosso fermentato rispetto a quelli che avevano ricevuto la monacolina K purificata, suggerendo che il riso rosso fermentato contiene sostanze che ne favoriscono un migliore assorbimento.
Ai numerosi pigmenti (monascorubramina, rubropunctamina, monascina e monascopiridina, per citarne alcuni) sono state attribuite
attività antitumorali,
anti-
fatigue e
antinfiammatorie.
Impieghi fitoterapici del riso rosso fermentato

La
proprietà principalmente
attribuita al riso rosso fermentato è quella di
diminuire la produzione di colesterolo endogeno attraverso il meccanismo d’azione sopra citato, ma numerosi studi preclinici hanno rilevato altre attività che possono impattare positivamente sulla
prevenzione e il
trattamento della
sindrome metabolica. Diversi studi, infatti, hanno evidenziato che il riso rosso fermentato promuove la secrezione di
insulina, riduce la resistenza all'insulina e inibisce la conversione dell'angiotensina. Inoltre, è stato dimostrato che possiede proprietà antitrombotiche, antiapoptotiche, antinfiammatorie, antiossidanti e regola il metabolismo dei
lipidi e del
glucosio.
Le evidenze cliniche che dimostrano l’efficacia degli estratti a base di riso rosso fermentato titolato in monacolina K nella riduzione dei livelli ematici di colesterolo, che può arrivare fino al 20-25%, sono numerose. Attualmente questo prodotto naturale è il trattamento fitoterapico principalmente utilizzato nell’ipercolesterolemia, cioè l’eccessiva presenza di colesterolo nel
sangue, in particolare di quello trasportato dalle lipoproteine a bassa densità (LDL), comunemente definito “colesterolo cattivo”. Le LDL trasportano il colesterolo prodotto dal fegato alle cellule del corpo, ma se presenti in quantità
eccessiva si depositano sulle pareti delle
arterie, aumentando il rischio di aterosclerosi. Al contrario, le lipoproteine ad alta densità (HDL), il cosiddetto “colesterolo buono”, ne favoriscono la rimozione dal sangue e la sua eliminazione attraverso i sali biliari, proteggendo così cuore e sistema circolatorio. Secondo l’Istituto Superiore di Sanità sono ritenuti desiderabili i
seguenti valori:
- Colesterolo totale (LDL + HDL) fino a 200 mg/dL;
- Colesterolo LDL fino a 100 mg/dL;
- Mentre il colesterolo HDL non dovrebbe essere inferiore a 50 mg/dL.
In Giappone sono stati condotti studi clinici su alimenti trasformati contenenti 100 o 200 mg di riso rosso fermentato in volontari sani con livelli plasmatici di colesterolo LDL pari o superiori a 120 mg/dL. L'alimentazione
a lungo termine con questo prodotto alimentare ha
ridotto significativamente i livelli plasmatici di colesterolo LDL e colesterolo totale rispetto a quelli dei volontari alimentati con placebo a 2-8 settimane dopo l'inizio del trattamento. I livelli di colesterolo sono tornati ai valori iniziali dopo la
fine dell'assunzione del prodotto.
Una recente metanalisi di 15 studi clinici controllati, per un totale di 1012 partecipanti, ha valutato l’
efficacia e la
sicurezza del riso rosso fermentato nel trattamento dell’iperlipidemia, utilizzando come controllo il placebo, le statine o un nutraceutico. I dosaggi giornalieri di riso rosso fermentato utilizzati nei
diversi studi clinici variavano da 200 a 4800 mg. I risultati completi hanno mostrato che, rispetto alle statine, il riso rosso fermentato era più
efficace nell'abbassare i trigliceridi, meno efficace nell'abbassare il colesterolo totale e paragonabile per quanto riguarda la diminuzione dei livelli di colesterolo LDL e l'aumento di quelli di HDL. Rispetto ai
nutraceutici, sono stati ridotti significativamente il colesterolo totale e LDL, aumentando i livelli di HDL. Inoltre, se usato in combinazione, il riso rosso fermentato ha mostrato un effetto sinergico con un nutraceutico, riducendo più efficacemente colesterolo totale, LDL e trigliceridi. Dal punto di vista della sicurezza d’uso, in 13 studi analizzati sono stati riscontrati effetti avversi, tra cui
mialgia,
epatotossicità,
disturbi gastrointestinali,
neurotossicità,
eruzione cutanea,
prurito e
alopecia, mostrando che la sicurezza e la tolleranza del riso rosso fermentato sono simili a quelle delle statine, il che è
coerente con la conclusione di precedenti revisioni sistematiche.
Riso rosso fermentato: preparazioni e dosi
Negli studi clinici sono state generalmente utilizzate
preparazioni di riso rosso fermentato standardizzate allo 0,4% in monacolina K, che poteva
superare anche un’assunzione di 10 mg giornalieri.
Il 22 giugno 2022 è entrato in vigore il
Regolamento europeo n. 2022/860, emanato sulla base dei recenti aggiornamenti scientifici forniti dall’EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare), che
vieta la vendita dei prodotti contenenti monacolina K da riso rosso fermentato in quantità uguale o superiore a 3 mg. Nel 2018 l’EFSA aveva già espresso un’opinione sui potenziali rischi connessi all’assunzione di monacolina K da riso rosso fermentato per contribuire al mantenimento di livelli normali di colesterolo nel sangue, con il risultato che la dose giornaliera massima permessa era di 10 mg. Il nuovo Regolamento del 2022 riporta che “
…non è stato possibile fissare un livello di assunzione giornaliera di monacoline da riso rosso fermentato che non desti preoccupazioni per la salute umana e considerando il significativo effetto nocivo sulla salute legato all’uso di monacoline da riso rosso fermentato a livelli di 10 mg/giorno, e i singoli casi di reazioni avverse gravi per la salute a livelli di appena 3 mg/giorno, è opportuno vietare l’uso di monacoline da riso rosso fermentato a livelli pari o superiori a 3 mg per dose di prodotto raccomandata per l’assunzione giornaliera”.
Attualmente, perciò, in Italia e nell’Unione Europea sono in commercio esclusivamente
integratori contenenti monacolina K in quantità
non superiore ai
3 mg, sufficiente comunque a svolgere un’efficace azione ipocolesterolemizzante. In diversi prodotti il riso rosso fermentato è associato ad altre sostanze attive nella
riduzione dei livelli di colesterolo, come la berberina o i fitosteroli.
Effetti collaterali e controindicazioni del riso rosso fermentato
Le
reazioni avverse riscontrate sono quelle tipiche del trattamento con statine, seppur in misura minore dato che i dosaggi di monacoline da riso rosso fermentato sono decisamente inferiori a quelli delle terapie farmacologiche:
mialgia,
rabdomiolisi e
segni di
tossicità epatica; più frequentemente
flatulenza,
bruciore di stomaco e
vertigini.
La nuova normativa europea impone che in etichetta siano indicati chiaramente, oltre al tenore di monacoline per dose di prodotto, i possibili effetti collaterali legati all’assunzione di integratori a base di monacolina K, sottolineando tra le controindicazioni il loro utilizzo al di sotto dei 18 e al di sopra dei 70 anni, nelle donne in gravidanza e allattamento, nei pazienti che già utilizzano farmaci per il controllo del colesterolo, compresi altri prodotti contenenti riso rosso fermentato. Non è esclusa la possibilità di interazioni con altri farmaci a causa dell’inibizione di alcuni enzimi epatici, per questo è sempre auspicabile e necessario un consulto col medico nel caso si assuma una
terapia farmacologica.
Un ulteriore aspetto importante legato alla tossicità del riso rosso fermentato è la possibile presenza di
citrinina, una
micotossina potenzialmente nefrotossica prodotta da diversi funghi durante il processo di fermentazione, tra cui le specie appartenenti al genere Monascus. Anche in questo caso, un Regolamento europeo del 2019 relativo alla presenza di contaminanti nei prodotti alimentari stabilisce che il tenore massimo di citrinina negli
integratori alimentari a base di riso fermentato con lievito rosso Monascus purpureus deve essere inferiore a 100 mg/kg.
Conclusioni sul riso rosso fermentato
Il riso rosso fermentato ha dimostrato in molti studi clinici la sua
efficacia nell’abbassare i livelli di colesterolo nel sangue, contribuendo alla riduzione dei rischi di malattie cardiovascolari. Il suo principio attivo caratterizzante, la monacolina K, ha una struttura chimica analoga a quelle della lovastatina, una molecola di sintesi utilizzata appunto come farmaco per il
trattamento dell’ipercolesterolemia. Oltre all’efficacia, da questa analogia derivano i possibili effetti collaterali riscontrati nella terapia farmacologica, seppure in misura minore, proprio a causa di un dosaggio inferiore del riso rosso fermentato e delle
sinergie che avvengono nel suo fitocomplesso, le quali modulano l’azione della monacolina K.
Proprio su queste sinergie tra i diversi composti presenti nel riso rosso fermentato sarebbe auspicabile che si concentrassero gli studi futuri, in modo da
approfondire i meccanismi d’azione e la farmacocinetica che ne determinano l’efficacia, oltre a stabilire
parametri di
sicurezza più precisi per l’utilizzo di questo prodotto naturale conosciuto e usato da millenni.
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
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Autori: Mazzanti G, Dell’Agli M, Izzo A.
Editore: Piccin
Anno: 2020
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https://doi.org/10.3390/molecules26061619
Articolo scientifico: Impact of Red Yeast Rice on Metabolic Diseases: A Review of Possible Mechanisms of Action.
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https://pubs.acs.org/doi/10.1021/acs.jafc.0c01893
Articolo scientifico: Red Yeast Rice for Hyperlipidemia: A Meta-Analysis of 15 High-Quality Randomized Controlled Trials.
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Link:
https://www.frontiersin.org/articles/10.3389/fphar.2021.819482/full
Domande e risposte
Qual è la sostanza più importante contenuta nel riso rosso fermentato?
La monacolina K, che ha una struttura chimica e un meccanismo d’azione ipocolesterolemizzante simile a quella del farmaco di sintesi lovastatina.
Il riso rosso fermentato è utile per ridurre il colesterolo?
Numerosi studi clinici hanno dimostrato che l’assunzione di estratti di riso rosso fermentato titolati in monacolina K può ridurre i livelli di colesterolo fino al 25%.
Qual è il dosaggio consigliato di riso rosso fermentato titolato in monacolina K?
Attualmente, come è stato disposto dalla più recente normativa europea, l’assunzione massima giornaliera di monacolina K non deve superare i 3 mg.
L’uso di prodotti a base di riso rosso fermentato ha delle controindicazioni?
Questi prodotti non devono essere utilizzati al di sotto dei 18 e al di sopra dei 70 anni, dalle donne in gravidanza e in allattamento e dai pazienti che già utilizzano farmaci per il controllo del colesterolo, ponendo attenzione anche alla possibilità di interazioni con altri farmaci, a causa della possibile inibizione di alcuni enzimi epatici.