Indice
Domande e risposte
A cosa serve la Echinacea? Habitat e cenni di botanica
Il genere
Echinacea (Fam. Asteraceae) comprende un
piccolo numero di specie di piante erbacee perenni, originarie degli stati meridionali del Nord America. La classificazione di queste specie ha subito modificazioni nel corso del tempo. Inizialmente
E. angustifolia ed
E. pallida erano considerate varietà diverse della stessa specie, ma una successiva revisione del genere le descrisse come due specie separate. Attualmente è stata proposta una ulteriore revisione tassonomica del genere che comprende le seguenti specie:
E. angustifolia,
E. atrorubens,
E. laevigata, E. pallida,
E. paradoxa,
E. purpurea E. sanguinea,
E. serotina,
E. simulata ed
E. tennesseensis.
Tra queste,
Echinacea angustifolia (DC.) Hell.,
Echinacea pallida (Nutt.) Nutt. ed
Echinacea purpurea (L.) Moench, trovano impiego in
ambito medicinale. La droga è costituita dalle parti sotterranee (fresche o essiccate) (radici, rizomi) di tutte e tre le specie raccolte durante il periodo di fioritura; inoltre vengono utilizzate le sommità fiorite fresche o essiccate e il succo spremuto fresco dalle sommità fiorite di
E.
purpurea.
Dal punto di vista
botanico sono piante erbacee perenni, alte fino a 1,5 m, con foglie ovato-lanceolate e fiori dal caratteristico colore purpureo, viola, rosa o bianco. Il rizoma ha una forma simil-cilindrica ed è diviso in numerose radichette.
L'echinacea ha una lunga storia di uso medicinale per un'ampia varietà di condizioni, principalmente
infezioni, come
sifilide e ferite settiche, ma anche come rimedio per
morsi di serpente. Tradizionalmente, la pianta era indicata per infezioni batteriche e virali, setticemia lieve, foruncolosi e altre
condizioni della pelle, inclusi ascessi.
Altri usi tradizionali includono:
- Catarro nasofaringeo;
- Parodontite e tonsillite;
- Trattamento di supporto per infezioni simil-influenzali e delle basse vie urinarie;
- Trattamento di supporto per ferite superficiali.
Dal 1895 fu
importata in Europa e largamente coltivata anche nel vecchio continente dove ha trovato impiego sia per il trattamento che la prevenzione delle infezioni delle alte vie aeree. In
Germania, il più grande mercato europeo per l'echinacea, i prodotti contenenti radice o parti erbacee di echinacea sono stati tra i primi 20 medicinali a base di piante (in monopreparazione) più comunemente prescritti nel 1997. Inoltre, i prodotti contenenti echinacea sono tra i preparati a base di piante
più venduti negli Stati Uniti.
Costituenti della droga di Echinacea
Ci sono alcune differenze nei costituenti di echinacea tra le specie e le rispettive parti vegetali utilizzate. Generalmente, si ritiene che le attività biologiche della pianta non siano attribuite a un singolo costituente (o gruppo di costituenti), quanto all’
interazione di diverse molecole presenti nel fitocomplesso. Tra le molecole che possono contribuire all’attività biologica troviamo
carboidrati, specialmente polisaccaridi ad alto peso molecolare, tra cui l’echinacina, di cui sono ricche le parti aeree di
E. purpurea.
Nelle tre specie sono inoltre presenti
quantità variabili di derivati dell'
acido caffeico, di cui l'echinacoside è il componente principale individuato nelle radici di
E. angustifolia ed
E. pallida (0,5–1,0%, assente in
E. purpurea)
, mentre l'
acido cicorico nelle radici (0,14–2,05%) e parti aeree (1,2–3,1%) di E
. purpurea (0,14–2,05%). La cinarina è invece presente nella radice di
E. angustifolia, ma non nelle radici delle altre due specie. Secondo quanto riportato, le radici e parti aeree di
E. purpurea e
E. angustifolia contengono anche
alcamidi (almeno 20, inclusa l’echinaceina), seppur differenti tra le due specie nella loro composizione.
Le parti aeree delle tre specie contengono anche un olio volatile, costituito da borneolo, acetato di bornile, germacrene D e cariofillene, mentre le radici di
E. pallida presentano principalmente alcheni, diversamente da E
. purpurea e
E. angustifolia che contengono alchilchetoni.
Gli
acidi fenolici liberi, inclusi gli acidi p-cumarico, p-idrossibenzoico e protocatechuico, sono stati isolati dalle parti aeree di
E. angustifolia ed
E. purpurea. Sono stati individuati inoltre
flavonoidi, tra cui quercetina, kaempferolo e isoramnetina, e antociani. Infine, in
E. angustifolia ed
E. purpurea sono stati segnalati anche
alcaloidi di tipo pirrolizidinico (a nucleo saturo, non tossici a livello epatico), tra cui tussilagina e isotussilagina (0,006%).
Proprietà dell’Echinacea: impieghi fitoterapici
Esiste una vasta letteratura scientifica sulle
attività farmacologiche delle specie di
Echinacea, basata su studi
in vitro,
in vivo su modelli animali e clinici.
Evidenze precliniche

La ricerca si è concentrata soprattutto sullo studio degli effetti
immunomodulanti dei preparati, sebbene siano state esplorate anche altre attività come le proprietà antivirali, antimicotiche e antinfiammatorie, in cui gli effetti sul sistema immunitario possono contribuire. Varie preparazioni, infatti, hanno migliorato la funzionalità dei macrofagi in diversi studi preclinici. Nel complesso, i dati indicano che i preparati di echinacea hanno effetti su diversi indici della
funzione immunitaria, sebbene al momento non vi sia un quadro chiaro su quali preparati specifici abbiano la maggiore attività.
Come per l’attività immunomodulante, anche l'attività
antivirale è stata descritta per diverse preparazioni di echinacea, esclusivamente in studi
in vitro. Un effetto antivirale è stato documentato in esperimenti che coinvolgono l'aggiunta di frazioni contenenti glicoproteine ottenute dalla radice di
E. purpurea contro il virus dell'
herpes simplex (HSV), anche se in mancanza di chiari dati statistici.
Altri studi hanno riportato attività antivirale, specialmente per le parti aeree di
E. purpurea, contro i
virus dell'influenza A2, dell'herpes e della stomatite vescicolare. Tuttavia, studi clinici che dimostrino l’effetto antivirale delle diverse specie di
Echinacea nell’uomo sono molto limitati. L’utilizzo in questo ambito è basato soprattutto sulla tradizione d’uso.
L’attività
antimicotica è stata osservata
in vitro contro alcuni ceppi di lievito, inclusi
Saccharomyces cerevisiae e
Candida albicans, dopo l’applicazione di estratti in n-esano di radici di
E. purpurea. L'attività antimicotica è stata osservata sotto
irradiazione di luce UV e, in alcuni casi, era anche indipendente dalla luce.
Tutte e tre le specie di echinacea hanno dimostrano attività antinfiammatorie
in vivo, in modelli come l’edema indotto da carragenina e ferite da escissione. Le
proprietà cicatrizzanti sono state in parte attribuite a una frazione polisaccaridica, probabilmente in grado di inibire l'azione della ialuronidasi. Altri studi hanno documentato un effetto protettivo per l'echinacoside contro la degradazione del collagene indotta dai radicali liberi.
Infine, una recente revisione ha sottolineato il possibile effetto benefico di echinacea per diverse
patologie epatiche, sulla base di studi condotti
in vitro e in modelli animali; tuttavia, le prove sull’uomo sono
scarse e circostanziali, rendendo necessari studi clinici che approfondiscano l’argomento.
Studi clinici
A oggi, esistono
studi limitati sulla farmacocinetica clinica dei preparati di echinacea, inoltre la diversità fitochimica tra i diversi prodotti di echinacea rende difficile l'interpretazione dei risultati della ricerca farmacologica e clinica. Gli studi sui preparati contenenti echinacea si sono concentrati sulla verifica degli effetti nella prevenzione e nel trattamento del comune
raffreddore e di altre
infezioni del tratto respiratorio superiore; inoltre, alcuni studi preliminari hanno esplorato gli effetti di echinacea in altre infezioni, come l'herpes genitale e
SARS-CoV-2.
Attività immunomodulante
Una delle prime revisioni sistematiche di studi su preparati contenenti echinacea (1994) ha valutato l'evidenza dei loro effetti
immunomodulatori. La revisione comprendeva 26 studi clinici controllati, di cui sei hanno studiato il trattamento di infezioni del tratto respiratorio superiore e
sindromi simil-influenzali e sette hanno esplorato il trattamento di altre
infezioni, come
sinusite, bronchite e candida.
La maggior parte degli studi ha riportato che i preparati contenenti echinacea avevano
effetti superiori al placebo. Tuttavia, gli studi inclusi nella revisione hanno valutato diverse specie, parti e preparati di echinacea (per es. succo spremuto, estratto) somministrati per differenti vie (inclusa quella orale e parenterale) e con diversi dosaggi. Inoltre, molti studi erano di
scarsa qualità metodologica, oltre a contenere altri preparati vegetali. Le conclusioni dell'attività immunomodulante dell'echinacea da questa revisione potevano essere considerate solo provvisorie.
Una seconda revisione dello stesso gruppo di ricerca ha indagato l'attività immunomodulante di preparati di echinacea in volontari sani (1995). Anche in questo caso, c'erano differenze marcate tra le preparazioni valutate, tra cui preparazioni omeopatiche. In due dei cinque studi, l'attività fagocitica dei granulociti neutrofili polimorfonucleati (l'outcome primario) è risultata significativamente aumentata nei gruppi trattati con echinacea rispetto ai gruppi placebo, sebbene negli altri studi non siano stati osservati tali effetti.
Studi più recenti sull'attività immunomodulante delle specie di
Echinacea somministrate a volontari sani hanno riportato risultati contrastanti. Alcuni piccoli studi controllati con placebo hanno riportato effetti stimolatori dopo 28 giorni di pretrattamento orale con succo pressato di
E. purpurea, mentre in un altro studio la somministrazione orale di succo di
E. purpurea per 2 settimane non ha aumentato l'
attività fagocitica dei leucociti o monociti polimorfonucleati.
Infezioni del tratto respiratorio superiore
Numerosi studi hanno esplorato gli effetti dei preparati di echinacea nella prevenzione o nel trattamento del
comune raffreddore e di altre infezioni del tratto respiratorio superiore. Complessivamente, diversi studi (per un totale di quasi 3400 partecipanti), ma non in modo univoco, hanno riportato effetti benefici per alcuni preparati di echinacea rispetto al placebo, per la prevenzione e il trattamento delle infezioni del tratto respiratorio superiore. Tuttavia, non ci sono dati sufficienti per raccomandare preparati specifici di echinacea o per consigliare una dose ottimale o la durata del trattamento.
Un totale di otto
trial ha valutato l’effetto di echinacea in prevenzione, di cui cinque studi controllati con placebo (n = 1272 partecipanti), in gran parte considerati di qualità metodologica adeguata. Questi cinque studi hanno valutato preparazioni combinate di echinacea o monopreparazioni di parti aeree o radice di
E. purpurea, o radice di
E. angustifolia, somministrate per via orale, in genere per 8-12 settimane. Due di questi studi hanno riportato una
riduzione statisticamente significativa dell'incidenza di infezioni del tratto respiratorio superiore; inoltre, uno di questi studi ha scoperto che la durata delle infezioni era significativamente più breve in coloro che avevano ricevuto echinacea, effetti non riscontrati negli altri studi considerati.
Successivamente, nel 2014 è stata pubblicata una revisione sistematica per valutare gli effetti di prevenzione di echinacea nei confronti del raffreddore comune in 33 studi clinici condotti su un totale di 4.631 soggetti. Dall’analisi degli studi sono risultate 11 tipologie di estratti differenti, complicando l’interpretazione dei risultati ottenuti. Sebbene i risultati della metanalisi evidenzino la
mancanza di un effetto preventivo, l’analisi di sottogruppi di trattamento (che avevano ricevuto estratti alcolici o succo di pianta fresco derivato da parti aeree di
E. purpurea) ha rivelato un possibile effetto di
riduzione dal 10% al 20% del
rischio relativo di contrarre il raffreddore.
Una recente metanalisi del 2019 ha valutato l’efficacia e sicurezza di echinacea in 29 studi clinici dedicati alle infezioni del tratto respiratorio superiore. La revisione conclude che echinacea possa avere un'influenza sull’incidenza di queste infezioni, ma è discutibile se questo effetto sia clinicamente significativo. Non è stato possibile per gli autori raccogliere evidenze di un effetto di echinacea sulla durata delle infezioni; tuttavia,
non sono stati rilevati rischi per un utilizzo a breve termine.
Attività antivirale
Uno studio randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo, cross-over ha valutato gli effetti di un estratto di parti aeree di
E. purpurea (95%) e radice (5%) sull'incidenza e sulla gravità dell'
herpes genitale ricorrente in 50 pazienti non precedentemente esposti ad
aciclovir o medicinali equivalenti nei 14 giorni precedenti all'arruolamento nello studio. Echinacea è stata assunta per via orale (800 mg) due volte al giorno per 6 mesi. Lo studio non ha mostrato differenze significative tra il gruppo di trattamento e il gruppo placebo.
Una recente revisione (2021) ha valutato le prove cliniche disponibili da studi umani randomizzati, in cieco e controllati, sull’efficacia di
E. purpurea nell’infezione da SARS-CoV-2. Sulla base di dati derivati da due studi clinici (condotti dallo stesso gruppo di ricerca) in pazienti in trattamento orale preventivo con echinacea, uno su adulti (2400 mg al giorno) e uno su bambini (1200 mg al giorno, 4-12 anni), è risultato che i
sintomi respiratori durante l’infezione da coronavirus erano significativamente
inferiori nel gruppo echinacea. In particolare, la carica virale nelle secrezioni nasali era significativamente ridotta. Ulteriori studi sono necessari per convalidare questi risultati.
Prodotti di Echinacea: preparazioni e dosi
I prodotti commerciali di echinacea possono contenere uno o più estratti, ottenuti da diverse aree geografiche, sono disponibili in una ampia gamma di
forme di dosaggio, tra cui:
- Tinture;
- Compresse;
- Tè;
- Capsule;
- Preparati per uso parenterale.
Esistono anche alcuni prodotti commerciali standardizzati.
Sulla base degli studi presenti in letteratura la posologia di
E. purpurea è di 6-9 mL per il succo fresco (DER 1,5-2,5:1) (o equivalente) al giorno ripartiti in 2-4 dosi. Sulla durata di somministrazione ci sono punti di vista differenti, alcuni autori sconsigliano l’uso oltre i 10 giorni, altri indicano questo limite a 8 settimane. In commercio sono presenti estratti titolati al 4% in polifenoli e al 2% in acido cicorico.
Per
E. angustifolia le dosi consigliate sono di 1 g di radice in 150 mL di acqua per 3 volte al giorno, e fino a 15 mL giornalieri di tintura madre (DER 1:5, 45% etanolo). Le dosi giornaliere indicate per
E. pallida sono di 900 mg di radice grezza o preparazioni equivalenti.
Quali sono le controindicazioni della Echinacea?
Sulla base dei dati riportati in letteratura sembra che il rischio di effetti avversi acuti con l'uso di echinacea sia di
bassa entità. Le specie
Echinacea appartengono alla famiglia delle Asteraceae (Compositae), i cui membri sono noti per causare reazioni allergiche in alcuni individui.
Diversi estratti di echinacea hanno evidenziato
possibili interazioni farmacocinetiche con alcuni medicinali. Sia le parti aeree che la radice di
E. purpurea sembrano avere un potenziale relativamente basso di produrre interazioni farmaco-prodotto vegetale mediate dal CYP, in particolare con farmaci substrato di CYP3A4 o CYP1A2. Tuttavia, sono necessari ulteriori test di farmacocinetica prima di poter fare affermazioni conclusive, anche per altre specie di
Echinacea.
Gli effetti collaterali associati all’uso di echinacea sono stati valutati come lievi o moderati, principalmente legati a effetti
gastrointestinali,
nausea,
mal di testa e
pruriti.
Si segnalano invece possibili
effetti negativi nel caso di
gravidanza. Alcuni studi su modelli animali hanno riscontrato un possibile
rallentamento della crescita fetale dovuto a una possibile inibizione dell’angiogenesi embrionale. Inoltre, uno studio prospettico ha valutato un numero di
aborti doppio per le donne in trattamento con prodotti a base di echinacea, anche se una revisione della letteratura non ha riscontrato differenze significative in soggetti in trattamento con
E. purpurea e
E. angustifolia.
Mancano dati sulla sicurezza dei preparati di echinacea assunti durante la gravidanza e l'
allattamento e, dato che i benefici di specifici preparati di echinacea non sono stati chiariti in modo definitivo, si dovrebbe
evitare un uso eccessivo durante questi periodi come precauzione generale e valutare l’impiego solo dopo parere medico.
Anche in caso di
applicazione topica sono stati riportati casi di reazioni di ipersensibilità, in particolare per l’utilizzo di radice di
E.
pallida e
E.
purpurea.
Su base teorica, l’uso di echinacea è inoltre controindicato in pazienti con
malattie sistemiche progressive come:
Tuttavia, mancano prove cliniche affidabili a sostegno di questo meccanismo. L’echinacea dovrebbe essere usata con cautela nei pazienti che assumono farmaci immunosoppressori.
Conclusione
I prodotti commercializzati a base di echinacea possono contenere una o più delle tre specie sopra menzionate. Le prove provenienti da studi
in vitro e su animali supportano alcuni degli usi dell'echinacea, in particolare, le
proprietà immunostimolanti, documentate per i costituenti alcheni e polisaccaridi ad alto peso molecolare, nonché per le alcamidi e i derivati dell'acido caffeico, sebbene l'attività immunostimolante non sia stata dimostrata chiaramente nell’uomo.
Diversi, ma non tutti, gli studi clinici sui preparati di echinacea hanno riportato effetti superiori a quelli del placebo nella prevenzione e nel trattamento delle
infezioni del tratto respiratorio superiore. Tuttavia, l'evidenza sulla sua efficacia è ancora dibattuta, a causa di diverse preparazioni e regimi di dosaggio. A oggi non ci sono prove sufficienti per raccomandare prodotti specifici a base di echinacea e pertanto
sono necessari ulteriori studi clinici ben progettati che utilizzino preparazioni ben definite e standardizzate.
Le stesse conclusioni possono essere tratte sulle
proprietà antinfiammatorie e cicatrizzanti dei preparati di echinacea, documentate prevalentemente
in vitro e negli studi sugli animali.
Sulla base dei dati di sicurezza disponibili, i preparati di echinacea sembrano essere ben tollerati. I principali problemi di sicurezza d’uso sono la possibilità di reazioni allergiche e la possibile interferenza con patologie autoimmuni. L'echinacea deve essere usata con cautela nei pazienti che ricevono agenti terapeutici con un ristretto
range terapeutico e che sono substrati di enzimi CYP.
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
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Echinacea species (Echinacea angustifolia (DC.) Hell., Echinacea pallida (Nutt.) Nutt., Echinacea purpurea (L.) Moench): a review of their chemistry, pharmacology and clinical properties.
Autori: Barnes J, Anderson LA, Gibbons S, Phillipson JD.
Anno: 2005
Link:
https://doi.org/10.1211/0022357056127
Articolo scientifico:
Echinacea for preventing and treating the common cold.
Autori: Karsch-Völk M, Barrett B, Kiefer D, Bauer R, Ardjomand-Woelkart K, Linde K.
Anno: 2014
Link:
https://doi.org/10.1002/14651858.CD000530.pub3
Report:
Echinacea as a Potential Force against Coronavirus Infections? A Mini-Review of Randomized Controlled Trials in Adults and Children.
Autori: Nicolussi S, Ardjomand-Woelkart K, Stange R, Gancitano G, Klein P, Ogal M.
Anno: 2021
Link:
https://doi.org/10.3390/microorganisms10020211
Report:
A critical evaluation of drug interactions with Echinacea spp.
Autori: Freeman C, Spelman K.
Anno: 2008
Link:
https://doi.org/10.1002/mnfr.200700113
Report:
Echinacea for the prevention and treatment of upper respiratory tract infections: A systematic review and meta-analysis.
Autori: David S, Cunningham R.
Anno: 2019
Link:
https://doi.org/10.1016/j.ctim.2019.03.011
Libro: Farmacognosia e fitoterapia: basi farmacologiche ed aspetti applicativi.
Autori: Mazzanti G, Dell’Agli M, Izzo A.
Editore: Piccin
Anno: 2020
Domande e risposte
Quali sono i benefici dell’echinacea?
L’echinacea è una pianta dalle potenzialità immunomodulanti, in particolare nel contesto delle infezioni del tratto respiratorio superiore. Tuttavia, benché esistano corpose evidenze a livello preclinico, i dati sull’uomo sono ancora inconclusivi, a causa dell’alta variabilità di preparati disponibili e di parti e specie di pianta utilizzate.
L’echinacea può essere utile in caso di Covid-19?
I dati clinici finora disponibili supportano l’uso di echinacea per la riduzione delle infezioni e della carica virale da Covid-19. Anche in questo caso si raccomanda prudenza, in quanto si tratta di dati ancora piuttosto preliminari.
Quali sono gli effetti collaterali di echinacea?
L’uso di echinacea è generalmente considerato sicuro, tuttavia si segnalano casi di ipersensibilità in soggetti allergici alle Asteraceae. La mancanza di dati di sicurezza porta a raccomandare l’uso in gravidanza sotto stretto parere del medico e inoltre è sconsigliato l’uso in presenza di malattie autoimmuni, benché non esistano evidenze dirette di queste interazioni.
L’echinacea aiuta il sistema immunitario?
Dal punto di vista meccanicistico-molecolare diverse componenti presenti in echinacea sembrano possedere effetti immunomodulanti; tuttavia, la loro reale efficacia nell’uomo deve essere ancora dimostrata in modo evidente.