Indice
Introduzione: che cos’è il daparox?
Il Daparox contiene come principio attivo la
paroxetina, un
antidepressivo che appartiene alla classe degli
inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI).
Il Daparox è indicato per il trattamento di:
- Episodi di depressione maggiore;
- Disturbo ossessivo compulsivo;
- Disturbo da attacchi di panico con o senza agorafobia (paura degli spazi aperti, luoghi pubblici);
- Disturbo d'ansia sociale o fobia sociale (desiderio di evitare le situazioni e interazioni sociali);
- Disturbo d'ansia generalizzata (eccesso di ansia o nervosismo);
- Disturbo da stress post-traumatico (ansia conseguente ad eventi traumatici).
Il Daparox appartiene alla categoria degli Antidepressivi SSRI e, nello specifico, agli Inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina.
Daparox può essere
prescritto con Ricetta RR - medicinali soggetti a prescrizione medica. Sono disponibili anche delle specialità equivalenti (generiche).
Il Daparox è disponibile in:
- Compresse rivestite da 20 mg;
- Gocce orali da 33,1 mg/mL
Posologia del daparox: come agisce e come si usa?

La paroxetina è un potente
inibitore selettivo della ricaptazione della 5-idrossitriptamina (5-HT o serotonina) nei
neuroni cerebrali. Questo porta ad un aumento della neurotrasmissione, probabilmente ritardando
l’eliminazione del neurotrasmettitore dalla sinapsi e prolungandone il tempo di permanenza nella sinapsi stessa. Questo è il meccanismo alla base della sua
azione antidepressiva e della sua efficacia nel trattamento del disturbo ossessivo compulsivo, disturbo d'ansia sociale/fobia sociale, disturbo d'ansia generalizzata, disturbo da stress post-traumatico e disturbo da attacchi di panico.
La paroxetina ha una bassa
affinità (capacità di legarsi) per i
recettori colinergici di tipo muscarinico e quindi ha deboli proprietà anticolinergiche. Si lega poco anche ai recettori
alfa1,
alfa2 e
beta-adrenorecettori, ai recettori dopaminergici (
D2), ai recettori
5-HT1 like
e
5-HT2, e a quelli dell'istamina (
H1). Questo spiega l'assenza di proprietà depressive della paroxetina sul
sistema nervoso centrale e di proprietà ipotensive.
L’uso a
lungo termine dei farmaci
antidepressivi porta alla comparsa di
meccanismi regolatori che aumentano l’efficacia della terapia.
In genere, il trattamento con i farmaci
antidepressivi ha un ritardo nella comparsa del beneficio clinico (
latenza terapeutica) che dura
3-4 settimane prima che si manifesti una risposta alla terapia. Dopo una fase iniziale di trattamento, se questo risulta efficace viene prescritta una
terapia di mantenimento di 6-12 mesi, dopo di che il farmaco viene sospeso con gradualità. Se un paziente è un
depresso cronico, è consigliabile un trattamento per tutta la vita.
Daparox va assunto una volta al giorno, alla mattina dopo colazione.
Le compresse vanno deglutite senza masticarle. Possono essere divise in parti uguali. Per l’assunzione delle gocce orali, utilizzare il contagocce o la siringa fornita nella confezione. La dose deve essere misurata in gocce (utilizzando il contagocce) o in mL (utilizzando la siringa orale). Tenere presente che 20 gocce corrispondono a 20 mg e 1 mL corrisponde a 33,1 mg di paroxetina.
Seguire sempre i
consigli del medico per quanto riguarda la posologia e il modo di assunzione.
Non interrompere mai il trattamento con paroxetina senza avere prima consultato il medico.
Posologia consigliata
Depressione maggiore
La dose raccomandata è di
20 mg, una volta al giorno e, di solito, il miglioramento nei pazienti inizia dopo
una settimana, anche se può divenire evidente solo dalla seconda settimana di terapia. Come per tutti i farmaci antidepressivi, il
dosaggio deve essere rivisto e aggiustato, se necessario, entro le prime
tre-quattro settimane dall'inizio della terapia ed in seguito secondo quanto ritenuto clinicamente appropriato.
In alcuni pazienti, che hanno una risposta insufficiente al dosaggio di
20 mg, la dose può essere aumentata gradualmente fino ad un massimo di 50 mg al giorno, con aumenti graduali di 10 mg, in base alla risposta del paziente.
I pazienti con
depressione devono essere trattati per un periodo sufficiente di almeno
sei mesi per assicurarsi che siano liberi da sintomi.
Disturbo ossessivo compulsivo
La dose raccomandata è di
40 mg al giorno, iniziando con una dose di
20 mg/die, con possibilità di aumenti graduali di
10 mg, sino alla dose raccomandata sulla base della risposta del paziente. Se dopo
alcune settimane si osserva una risposta insufficiente alla dose raccomandata, alcuni pazienti possono trarre beneficio dall'aumento graduale del dosaggio fino ad un massimo di
60 mg al giorno.
Attacchi di panico
La dose raccomandata è di
40 mg al giorno, iniziando con una dose di
10 mg al giorno, con possibilità di aumenti graduali di
10 mg sino alla dose raccomandata, in base alla risposta del paziente. Nel trattamento iniziale di questo disturbo si può osservare, a volte, un
peggioramento dei sintomi. Pertanto, è raccomandabile assumere un
basso dosaggio iniziale per ridurre al minimo questa possibilità.
Se dopo
alcune settimane si osserva una risposta insufficiente alla dose raccomandata, alcuni pazienti possono trarre beneficio dall'
aumento graduale della dose, fino ad un massimo di
60 mg/die.
I pazienti con
disturbo ossessivo compulsivo o con
attacchi di panico devono essere trattati per un periodo sufficiente per assicurarsi che siano liberi da sintomi. Tale periodo può essere di diversi mesi o anche più lungo.
Ansia sociale/fobia sociale, generalizzata, disturbo post-traumatico da stress
La dose raccomandata per queste sintomatologie è di
20 mg al giorno. Se dopo alcune settimane si osserva una risposta insufficiente alla dose raccomandata, alcuni pazienti possono trarre beneficio dall'aumento graduale della dose, con aumenti di
10 mg, fino ad un massimo di
50 mg al giorno.
L'uso a lungo termine deve essere valutato periodicamente.
Sospensione del trattamento
Va assolutamente
evitata un'interruzione brusca del trattamento. È consigliabile una
riduzione progressiva del dosaggio giornaliero pari a
10 mg, ad intervalli settimanali. Se si dovessero manifestare – a seguito della riduzione della dose o al momento dell’interruzione del trattamento – sintomi non tollerati, si può prendere in considerazione il
ripristino della dose prescritta in precedenza. Successivamente il medico può continuare a
ridurre la dose ma in modo più graduale.
Non interrompere mai il trattamento con Daparox senza avere prima consultato il medico e non interrompere mai il trattamento bruscamente, in quanto ciò potrebbe causare
sintomi da sospensione. In caso di interruzione del trattamento con paroxetina si possono osservare:
- Capogiri;
- Disturbi sensoriali (sensazione di puntura, di bruciore o di scossa elettrica);
- Ansia;
- Tinnito;
- Disturbi del sonno (inclusi sogni vividi o incubi);
- Cefalea.
Effetti meno comuni includono:
- Agitazione;
- Nausea;
- Tremore;
- Confusione;
- Sudorazione;
- Instabilità emotiva;
- Disturbi visivi;
- Percezione forte o accelerata delle pulsazioni del battito cardiaco (palpitazioni);
- Diarrea;
- Irritabilità.
Tali sintomi solitamente si manifestano nei primi giorni di interruzione del trattamento, ma possono presentarsi anche in pazienti che abbiano
dimenticato di assumere una dose. I sintomi da sospensione solitamente scompaiono entro due settimane, ma in alcuni pazienti potrebbero presentare maggiore gravità o persistere per un periodo più lungo (
2-3 mesi o più a lungo).
Popolazioni speciali
- Anziani: nei soggetti anziani il trattamento deve iniziare dalle stesse dosi iniziali utilizzate nell'adulto. In alcuni pazienti può essere utile l'incremento della dose, ma la dose massima non deve superare i 40 mg al giorno.
- Bambini ed adolescenti (7-17 anni): la paroxetina non deve essere usata per il trattamento di bambini ed adolescenti al di sotto dei 18 anni di età: la sua efficacia non è stata dimostrata in studi clinici controllati, inoltre la paroxetina sembra essere associata ad un aumento del rischio di comportamento suicidario e di atteggiamento ostile. Qualora, in base ad esigenze mediche, dovesse essere presa la decisione di effettuare il trattamento, il paziente deve essere sorvegliato attentamente per quanto concerne la comparsa di sintomi suicidari. Non sono disponibili dati sulla sicurezza a lungo termine per i bambini e gli adolescenti per quanto concerne la crescita, la maturazione e lo sviluppo cognitivo e comportamentale.
- Bambini di età inferiore ai 7 anni: l'uso di paroxetina in bambini di età inferiore a 7 anni non è stato studiato e quindi la paroxetina non deve essere usata in questi pazienti, almeno fino a quando la sicurezza e l'efficacia in questo gruppo di età non siano state determinate.
- Compromissione renale/epatica: in pazienti con compromissione renale grave (clearance della creatinina <30 mL/min) o in pazienti con compromissione epatica è stato riscontrato un aumento delle concentrazioni plasmatiche di paroxetina. Pertanto, il dosaggio deve essere limitato alle dosi più basse dell'intervallo posologico.
Sovradosaggio
In caso di sovradosaggio, in aggiunta agli effetti indesiderati noti, si possono manifestare i seguenti sintomi:
- Vomito;
- Dilatazione della pupilla;
- Cefalea;
- Febbre;
- Variazioni della pressione arteriosa;
- Agitazione;
- Ansia;
- Tachicardia (aumento della frequenza dei battiti cardiaci):
- Tremito incontrollabile degli arti.
Contattare immediatamente il
medico o recarsi immediatamente all’ospedale più vicino, mostrando il foglio illustrativo e le
compresse restanti al personale sanitario.
Il trattamento deve basarsi sulle misure generali utilizzate nel trattamento del sovradosaggio con antidepressivi. Qualora appropriato, si deve effettuare
svuotamento gastrico attraverso induzione di emesi o
lavanda gastrica, oppure entrambi. Successivamente allo svuotamento, può essere somministrato
carbone attivo (20 o 30 g ogni 4-6 ore)
durante le prime 24 ore dopo l'ingestione. È indicata una terapia di supporto con attenta osservazione e
frequente monitoraggio dei segni vitali.
Se si
dimentica di prendere Daparox: non prendere una dose doppia di paroxetina per compensare la dimenticanza della dose, ma saltare la dose dimenticata e prendere la compressa successiva all’ora consueta. In caso di qualsiasi dubbio,
consultare il medico.
Avvertenze e precauzioni del daparox

Seguire sempre con attenzione le
istruzioni del medico o del farmacista.
Daparox è controindicato nei pazienti con
ipersensibilità alla paroxetina o ad uno degli
eccipienti.
La somministrazione di paroxetina è
controindicata in associazione con gli
inibitori delle monoaminossidasi (IMAO). Il trattamento con paroxetina può essere iniziato due settimane dopo l'interruzione del trattamento con un IMAO
non reversibile o almeno 24 ore dopo l'interruzione del trattamento con un IMAO
reversibile, per esempio moclobemide, linezolid, metiltioninio cloruro (o blu di metilene, un IMAO reversibile non selettivo usato come agente evidenziatore preoperatorio). Il
dosaggio di paroxetina deve essere aumentato gradualmente fino a raggiungere una risposta ottimale.
In circostanze eccezionali, il
linezolid (un antibiotico che è un IMAO reversibile non selettivo) può essere somministrato in combinazione con la
paroxetina nel caso in cui sussistano le condizioni per un attento controllo dei sintomi della
sindrome serotoninergica e per il
monitoraggio della pressione arteriosa.
Suicidio/ideazione suicidaria o peggioramento del quadro clinico
La
depressione è associata ad un aumentato rischio di
pensieri suicidari, autolesionismo e suicidio (eventi suicidio-correlati). Tale rischio persiste fino a che si verifichi una remissione significativa. Poiché possono
non verificarsi miglioramenti durante le
prime settimane di trattamento, i pazienti devono essere attentamente
controllati fino ad avvenuto miglioramento. Altre patologie psichiatriche per le quali la paroxetina è prescritta possono anche essere associate ad un aumentato rischio di comportamento suicidario. Inoltre, queste patologie possono essere associate al
disturbo depressivo maggiore. Quando si trattano pazienti con altre patologie psichiatriche, si devono pertanto osservare le stesse precauzioni seguite durante il trattamento di pazienti con disturbo depressivo maggiore.
La terapia farmacologica con antidepressivi deve essere sempre associata ad una
stretta sorveglianza dei pazienti, in particolare di quelli ad alto rischio, specialmente nelle fasi iniziali del trattamento e dopo cambiamenti di dose. I pazienti (e chi si prende cura di loro) devono essere avvertiti della necessità di
monitorare e di riportare immediatamente al proprio medico curante qualsiasi
peggioramento del quadro clinico, l’insorgenza di comportamento o pensieri suicidari e di insoliti
cambiamenti comportamentali.
Acatisia/Agitazione psicomotoria
L'uso di paroxetina è stato associato allo sviluppo di
acatisia (sensazione interna di
irrequietezza e di agitazione psicomotoria, impossibilità di sedere o stare immobile), legata ad un
malessere soggettivo. È più probabile che questo accada entro le prime settimane di trattamento. Nei pazienti che presentano tali sintomi, l'aumento della dose può essere
dannoso.
Sindrome serotoninergica/sindrome maligna da neurolettici
Raramente, in associazione al trattamento con paroxetina è stata riportata comparsa della
sindrome serotoninergica o di eventi simili alla sindrome maligna da neurolettici, in particolare quando somministrata in concomitanza ad altri farmaci serotoninergici e/o neurolettici. Poiché tali sindromi possono comportare condizioni di
potenziale pericolo di vita (ipertermia, rigidità, mioclono, squilibri del
sistema nervoso autonomo con possibile rapida fluttuazione dei
segni vitali, cambiamenti dello stato mentale compresi
confusione,
irritabilità, agitazione estrema che evolve in delirio e coma), si deve interrompere il trattamento con paroxetina in caso di comparsa di tali eventi e deve essere iniziato un trattamento sintomatico di supporto.
Mania
Come tutti gli antidepressivi, la paroxetina deve essere usata con cautela in pazienti con
anamnesi positiva per mania. La paroxetina deve essere sospesa in tutti i pazienti che entrano in una fase maniacale.
Diabete
Nei
pazienti diabetici il trattamento con gli SSRI può alterare il
controllo glicemico. Può essere necessario modificare il dosaggio dell'insulina e/o degli ipoglicemizzanti orali.
Epilessia
Come altri antidepressivi, la paroxetina deve essere usata con
cautela in pazienti con
epilessia.
Crisi convulsive
L'incidenza complessiva di
crisi convulsive in pazienti trattati con paroxetina è inferiore allo
0,1%. Il farmaco deve essere
sospeso in tutti i pazienti che presentano crisi convulsive.
Glaucoma
Come altri SSRI, la paroxetina in
rari casi causa midriasi e deve essere usata con cautela nei pazienti con
glaucoma ad angolo chiuso o con anamnesi positiva per
glaucoma.
Patologie cardiache
In pazienti con
patologie cardiache, devono essere osservate le consuete precauzioni.
Iponatriemia
Raramente è stata riportata
iponatriemia (bassi livelli plasmatici di
sodio), prevalentemente negli
anziani. Deve essere esercitata cautela anche in quei pazienti a rischio di iponatriemia, per esempio per terapie concomitanti e
cirrosi. L'iponatriemia è in genere reversibile dopo la sospensione della paroxetina.
Emorragie
Con gli SSRI sono stati riportati casi di
disturbi emorragici a livello cutaneo, quali
ecchimosi e porpora. Sono state riportate altre manifestazioni emorragiche, per esempio
emorragie gastrointestinali. I pazienti anziani possono essere maggiormente a rischio.
Sintomi da sospensione dopo interruzione del trattamento con paroxetina
La comparsa di
eventi avversi con l'interruzione del trattamento con paroxetina è abbastanza comune. Il rischio di comparsa dei sintomi da sospensione può dipendere da diversi fattori, compresi la
durata della terapia, il dosaggio e il tasso di riduzione della dose. Sono stati riportati:
- Capogiri;
- Disturbi del sensorio (comprese parestesia, sensazione di scossa elettrica e tinnito);
- Disturbi del sonno (compresi sogni vividi);
- Agitazione o ansia;
- Nausea;
- Tremore;
- Confusione;
- Sudorazione;
- Cefalea;
- Diarrea;
- Palpitazioni;
- Instabilità emotiva;
- Irritabilità e disturbi visivi.
Generalmente l'intensità di tali sintomi è
da lieve a moderata; tuttavia, in alcuni pazienti può essere grave. In genere, compaiono entro i
primi giorni di sospensione del trattamento, ma vi sono stati casi molto rari nei quali sono comparsi in pazienti che avevano inavvertitamente
saltato una dose. Generalmente tali sintomi sono
auto-limitanti, e di solito si risolvono entro due settimane, sebbene in alcuni individui possano durare più a lungo (2-3 mesi o più). Si consiglia pertanto di
ridurre gradualmente la dose di paroxetina, quando si sospende il trattamento, nel corso di un periodo di diverse settimane o mesi, in base alle necessità del paziente.
Lattosio
Le compresse contengono
lattosio. I pazienti affetti da rari
problemi ereditari di intolleranza al galattosio, da deficit di Lapp lattasi o da malassorbimento di glucosio-galattosio
non devono assumere questo medicinale.
Interazioni ed effetti indesiderati del daparox

È possibile che, quando due o più farmaci vengono
assunti in associazione, uno o più di questi farmaci
interferiscano tra di loro causando effetti collaterali anche gravi. Questi sono
eventi relativamente rari e non si verificano in tutti i pazienti. Inoltre, l’intensità e la gravità dell’interazione dipendono da diversi fattori: dosaggio utilizzato, durata del trattamento, contemporaneità della somministrazione, dieta e/o corredo genetico del paziente.
Chiedere sempre consiglio al proprio
medico o al
farmacista quando si inizia un trattamento farmacologico.
Farmaci serotoninergici
La cosomministrazione di
farmaci serotoninergici può portare alla insorgenza di effetti associati alla
serotonina (sindrome serotoninergica). È richiesto un più attento controllo clinico, quando
farmaci serotoninergici (quali L-triptofano, triptani, tramadolo, linezolid, metiltioninio cloruro (blu di metilene), SSRI, litio, petidina e preparazioni a base di iperico o erba di San Giovanni o Hypericum perforatum) sono somministrati in concomitanza con paroxetina. Prestare attenzione anche in caso di cosomministrazione di
fentanil nell’anestesia generale o nel trattamento del dolore cronico.
La paroxetina non deve essere usata in associazione a precursori della
serotonina (quali L-triptofano, oxitriptano) e ad
IMAO a causa del rischio di sindrome serotoninergica.
Enzimi preposti al metabolismo dei farmaci
La paroxetina viene
metabolizzata dal citocromo
CYP2D6. Se viene somministrata in concomitanza con un farmaco noto per essere inibitore del metabolismo enzimatico, deve essere preso in considerazione l'uso delle dosi di paroxetina
più basse dell'intervallo posologico. In caso di somministrazione in concomitanza di farmaci noti quali induttori del
metabolismo enzimatico (ad esempio carbamazepina, rifampicina, fenobarbitale, fenitoina) o di
fosamprenavir/ritonavir, non è richiesto alcun aggiustamento della dose iniziale. Qualsiasi modifica della posologia della paroxetina (o dopo l’inizio del trattamento con un induttore enzimatico o in seguito alla sua interruzione) deve essere basata sulla
risposta clinica (tollerabilità ed efficacia).
La paroxetina inibisce in modo irreversibile il CYP2D6 e questo può portare all'aumento delle
concentrazioni plasmatiche di farmaci metabolizzati da questo enzima che vengono dati in co-somministrazione. Sono compresi tra questi farmaci alcuni
antidepressivi triciclici (ad esempio clomipramina, nortriptilina e desipramina),
neurolettici fenotiazinici (ad esempio perfenazina e tioridazina), risperidone, atomoxetina, alcuni
antiaritmici di Tipo 1 C (come propafenone e flecainide) e metoprololo.
Non è raccomandato l'uso di paroxetina in associazione con
metoprololo, somministrato nella
insufficienza cardiaca, a causa del ridotto indice terapeutico del metoprololo in questa indicazione.
La paroxetina non deve essere usata in associazione a
pimozide, dato che la paroxetina inibisce l’attività del CYP2D6, che metabolizza la pimozide, un farmaco con un ristretto indice terapeutico e che può causare un
prolungamento dell’intervallo QT (rischio di
aritmie cardiache e, nei casi più gravi, torsione di punta).
La paroxetina non deve essere usata in associazione a
tioridazina poiché, come con altri farmaci inibitori dell'enzima epatico CYP2D6, la paroxetina può elevare i
livelli plasmatici della tioridazina. La somministrazione di tioridazina da sola può indurre un prolungamento dell'intervallo QT associato a gravi aritmie ventricolari quali torsioni di punta e morte improvvisa.
L’inibizione irreversibile del CYP2D6 da parte della paroxetina blocca la formazione dell’
endoxifene, un metabolita attivo del
tamoxifene. L’efficacia del tamoxifene, misurata in base al
rischio di recidiva/mortalità del
cancro al seno, potrebbe essere ridotta quando è prescritto con paroxetina. Quando possibile, la paroxetina deve essere
evitata durante l’uso del tamoxifene.
La somministrazione giornaliera di paroxetina aumenta in modo significativo i livelli
plasmatici di prociclidina. Se si osservano effetti
anticolinergici, la dose di prociclidina deve essere ridotta.
Alcuni studi suggeriscono che, quando paroxetina e
pravastatina sono co-somministrate, può verificarsi un aumento dei livelli di
glucosio nel sangue. Per i pazienti con
diabete mellito che ricevono sia paroxetina sia pravastatina può essere necessario un
aggiustamento del dosaggio dei farmaci ipoglicemizzanti orali e/o
insulina.
Si consiglia cautela nei pazienti che assumono SSRI in concomitanza ad
anticoagulanti orali, a farmaci noti per influire sulla
funzione piastrinica o ad altri farmaci che possono aumentare il rischio di
emorragie (per esempio antipsicotici atipici quali clozapina, fenotiazine, gran parte degli antidepressivi triciclici, acido acetilsalicilico,
farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), COX-2 inibitori) e nei pazienti con anamnesi positiva per disturbi emorragici o condizioni che possono predisporre ad emorragie.
Alcool
Sebbene la paroxetina non aumenti gli
effetti dannosi psichici e motori
indotti dalla
assunzione di alcool,
non è consigliato l'uso concomitante di paroxetina e alcool. Come con tutti i farmaci psicoattivi, i pazienti devono essere avvertiti di
usare cautela nella guida di autoveicoli e nell'uso di macchinari.
Effetti indesiderati
Come tutti i farmaci, questo medicinale può causare effetti indesiderati sebbene non tutte le persone li manifestino.
Se si manifesta uno di questi disturbi, interrompere l’assunzione e informare immediatamente il proprio medico.
Gli effetti indesiderati
più comuni osservati nei pazienti trattati con paroxetina sono:
- Astenia (fatica persistente e non motivata);
- Aumento di peso (ingrassare);
- Riduzione dell’appetito;
- Aumento dei livelli plasmatici di colesterolo;
- Sonnolenza;
- Insonnia;
- Agitazione;
- Sogni anormali (anche incubi);
- Difficoltà di concentrazione;
- Capogiri;
- Tremori;
- Cefalea;
- Visione annebbiata;
- Sbadiglio;
- Nausea;
- Stipsi;
- Diarrea;
- Vomito;
- Bocca secca;
- Sudorazione;
- Disfunzioni sessuali.
Raramente o molto raramente sono stati segnalati:
- Disturbi emorragici, in particolare a carico della cute e delle mucose (per lo più ecchimosi);
- Tombocitopenia;
- Reazioni allergiche gravi e potenzialmente fatali (incluse reazioni anafilattoidi ed angioedema);
- Sindrome da inappropriata secrezione dell'ormone antidiuretico (SIADH);
- Iponatriemia, soprattutto riportata in pazienti anziani e talvolta dovuta alla SIADH;
- Reazioni maniacali;
- Ansia;
- Depersonalizzazione;
- Attacchi di panico;
- Acatisia;
- Disturbi extrapiramidali;
- Convulsioni;
- Sindrome delle gambe senza riposo (RLS);
- Sindrome serotoninergica;
- Midriasi;
- Glaucoma acuto;
- Tachicardia sinusale;
- Bradicardia;
- Aumento o calo transitorio della pressione arteriosa;
- Emorragie gastrointestinali;
- Aumento degli enzimi epatici;
- Epatite, talvolta associata ad ittero e/o insufficienza epatica;
- Rash cutaneo;
- Prurito;
- Reazioni avverse cutanee gravi (che includono eritema multiforme, sindrome di Stevens-Johnson e necrolisi epidermica tossica);
- Orticaria;
- Reazioni di fotosensibilità;
- Artralgia;
- Mialgia;
- Ritenzione o incontinenza urinaria;
- Iperprolattinemia/galattorrea;
- Priapismo;
- Edema periferico.
Segnalazione delle reazioni avverse sospette
Se si manifesta un qualsiasi
effetto indesiderato, compresi quelli non elencati in questo articolo, rivolgersi al proprio medico o al farmacista.
La segnalazione delle reazioni avverse sospette, che si verificano dopo l’autorizzazione all’immissione in commercio di un farmaco, è importante in quanto permette un
monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio dello stesso. Agli operatori sanitari e ai pazienti è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il
sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo
https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse.
Segnalando gli effetti indesiderati, si può contribuire a fornire maggiori informazioni sulla sicurezza dei farmaci.
Gravidanza e allattamento

Alcuni studi epidemiologici hanno indicato un aumento nel
rischio di malformazioni congenite, in particolare cardiovascolari (ad es. difetti del setto ventricolare e del setto atriale) associati all’assunzione di paroxetina durante il primo trimestre di
gravidanza. La paroxetina deve essere somministrata in gravidanza solo quando
strettamente indicato. Il medico, all’atto della prescrizione, dovrà valutare l’opzione di
trattamenti alternativi in donne in gravidanza o che stiano pianificando una gravidanza. L'
interruzione brusca durante la gravidanza deve essere evitata.
I neonati devono essere tenuti sotto osservazione se l'uso materno di paroxetina continua negli stadi più avanzati della gravidanza, in particolare nel
terzo trimestre. I
sintomi seguenti si possono presentare nei
neonati:
- Difficoltà respiratorie;
- Cianosi;
- Apnea;
- Crisi convulsive;
- Temperatura instabile;
- Difficoltà nell'alimentazione;
- Vomito;
- Ipoglicemia;
- Ipertonia;
- Ipotonia;
- Iperreflessia;
- Tremore;
- Stato di agitazione;
- Irritabilità;
- Letargia;
- Pianto costante;
- Sonnolenza;
- Difficoltà nell'addormentamento.
Tale sintomatologia potrebbe essere dovuta o agli effetti serotoninergici o ai sintomi da sospensione. Nella maggior parte dei casi le
complicazioni iniziano immediatamente
al momento del parto o subito dopo (meno di 24 ore). L’uso di SSRI durante la gravidanza, in particolare negli stati avanzati della gravidanza, può causare un aumento del rischio di
ipertensione polmonare persistente del neonato.
Allattamento
Piccole quantità di paroxetina sono escrete nel latte materno, ma non è previsto alcun effetto sul neonato: l’allattamento al seno
può essere preso in considerazione.
Note (modalità di conservazione, validità)
Le compresse rivestite e le gocce orali di Daparox hanno una
validità di 3 anni.
Le gocce orali devono essere utilizzate entro
56 giorni dall’apertura del flacone.
Il periodo di validità si riferisce sempre al
prodotto correttamente conservato all’interno del suo confezionamento integro.
Per evitare danni all’ambiente, non gettare alcun medicinale nell’acqua di scarico e nei rifiuti domestici. Chiedere sempre al farmacista come
eliminare i medicinali che non si utilizzano più.