Tumore alla vescica: sintomi e sopravvivenza

Tumore alla vescica: sintomi e sopravvivenza

Indice

Domande e risposte

Che cos’è il carcinoma vescicale

Immagine che mostra una vescica umana Il tumore alla vescica (carcinoma vescicale) è al quinto posto fra i tumori per numero di nuovi casi, ma sebbene molto diffuso, stando a quanto riporta AIRC, nella maggior parte dei casi (85%) è ancora a uno stadio non avanzato quando viene diagnosticato, e pertanto la prognosi è buona con una sopravvivenza a cinque anni di circa l’80%.

Ci sono 3 tipi di tumori alla vescica, dal punto di vista istologico:
  • Carcinoma a cellule di transizione (rappresenta il 95% dei casi diagnosticati. Si origina nelle cellule che compongono il rivestimento interno della vescica (epitelio di transizione);
  • Carcinoma squamoso primitivo, colpisce le cellule squamose e sembra particolarmente legato alle infezioni da parassiti;
  • Adenocarcinoma, si origina nelle cellule delle ghiandole presenti nella vescica.
I tumori della vescica si classificano per stadio (che è la misura di dimensioni e diffusione del tumore) e per grado (che è la misura delle differenze tra le cellule tumorali e quelle sane).
Tenuto conto di gradi e stadio si distingue nel complesso fra:
  • Tumore della vescica non muscolo invasivo (stadio 0 e I), quando il tumore è circoscritto alla mucosa della vescica;
  • Tumore della vescica muscolo invasivo (stadio II e III) quando ha invaso lo strato muscolare della vescica o si è esteso a tessuti circostanti;
  • Tumore della vescica avanzato o metastatico (stadio IV), quando il tumore ha invaso la pelvi, la parete dell’addome o altri organi. Il carcinoma vescicale tende a metastatizzare ai linfonodi, ai polmoni, al fegato e alle ossa. 
Spesso si sente parlare di papilloma a proposito del carcinoma vescicale. I papillomi sono tumori superficiali della vescica non aggressivi, che non hanno ancora interessato la parte muscolare e quindi sono più facili da curare, anche se hanno comunque tendenza a recidivare. La distinzione tra il tumore maligno e il papilloma, riguarda il numero di strati cellulari di cui è composta la formazione neoplastica.

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I sintomi del tumore alla vescica

Il primo sintomo che può far pensare a tumore alla vescica è la presenza di sangue nelle urine (ematuria), che tuttavia può essere indice anche di altri problemi, e non è detto che la quantità sia sufficiente da permettere di osservare la presenza di sangue a occhio nudo.

Diverse persone – sia uomini che donne - sentono anche bruciore durante la minzione, dolore al basso ventre, necessità di urinare più spesso. Una sensazione simile a quella della cistite, o di altre infezioni urinarie, e nell’uomo dell’ingrossamento della ghiandola prostatica. Nel caso il tumore sia in fase più avanzata si può sentire dolore pelvico, alle ossa e registrare una perdita di peso significativa.
Specie per una donna si tratta di sintomi piuttosto frequenti nel corso della vita, e quindi non bisogna allarmarsi senza ragione. Se si tratta di episodi frequenti è bene chiedere al medico di procedere con gli esami adeguati.

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Cause e fattori di rischio del cancro alla vescica

Come per altri tipi di tumore (polmone, reni, fegato), il fumo è un fattore di rischio riconosciuto anche per il cancro alla vescica, dal momento che le sostanze cancerogene presenti nelle sigarette passano nel sangue e si accumulano nella vescica. Si stima che il fumo sia corresponsabile del il 50-65% dei casi negli uomini, e del 20-30% nelle donne. L'incidenza del tumore della vescica è risultata direttamente correlata sia alla durata che al numero di sigarette fumate e il fumo.

Anche l’esposizione a sostanze chimiche cancerogene è risultata essere associata a una maggiore incidenza della malattia. Fra queste:
  • Coloranti a base di anilina;
  • 2-Naftilamina;
  • 4-Aminobifenil;
  • Xenilamina;
  • Benzidina;
  • O-toluidina.
Infine, anche il diabete di tipo 2 è considerato un fattore di rischio per l’insorgenza della malattia.

Immagine che mostra un cancro alla vescica

La diagnosi di tumore alla vescica

Oltre all’esame clinico da parte del medico per esaminare eventuali sintomi, si propone una citoscopia, nella quale il medico inserisce nell’uretra un tubicino (citoscopio flessibile) che gli permette di esplorare la vescica dall’interno e individuare l’eventuale tumore, estraendo se lo ritiene utile dei reperti per una biopsia
I citoscopi di oggi non provocano dolore al paziente durante l’esame, ma in caso si senta comunque del fastidio tutto questo può essere fatto in anestesia locale o generale. La citoscopia richiede pochi minuti e si esegue come attività ambulatoriale. Dopo l’esame possono verificarsi momentanee irritazioni, emorragie, infezioni, bruciori durante la minzione, comunque reversibili.

Altri esami diagnostici sono:
  • L’esame citologico delle urine per individuare eventuali cellule tumorali;
  • L'esame istologico dei campioni prelevati tramite citoscopia, che permette di capire lo stadio della malattia;
  • Se l’esame istologico è positivo si propone un esame radiologico (tomografia computerizzata o risonanza magnetica) per capire quali altri tessuti sono interessati.
La diagnosi consiste nella valutazione della stadiazione del tumore, per procedere al trattamento più adeguato. La stadiazione si esprime con il sistema TMN: dimensione e invasione dei tessuti circostanti (T), eventuali linfonodi interessati (N), presenza di metastasi (M).

Immagine che mostra un esame diagnostico per il tumore alla vescica

Come si cura un carcinoma vescicale

Il trattamento proposto dipende dalla gravità del tumore:
  • Tumore della vescica non muscolo invasivo (0 e I). In questo caso si procede con la chirurgia per la rimozione di tutto il tumore passando attraverso l'uretra (resezione vescicale transuretrale, TURBT). Come spiegano le linee guida di ESMO (sotto) questa procedura può essere eseguita in anestesia generale, anche durante la prima cistoscopia. Successivamente si sottopone il paziente a una singola dose di chemioterapia o a più dosi a seconda del tipo di tumore, e si procede con controlli periodici per individuare eventuali recidive quando sono sul nascere. In caso il tumore si ripresenti dopo del tempo, si propone in prima istanza la folgorazione, un trattamento mediante elettricità ad alta energia che “brucia” il tumore.
    A seconda del paziente il medico può valutare se somministrare una terapia intravescicale con il bacillo di Calmette-Guérin (BCG), un vaccino contro la tubercolosi, che si dimostra utile per innescare una reazione immunitaria che contribuisce a uccidere il tumore.
  • Tumore della vescica muscolo invasivo (II e III). Nei casi più gravi di tumore allo stadio 0 e I, e in quelli allo stadio II e III si propone una cistectomia, cioè l’asportazione della vescica.
    Se un tempo venivano asportati di default anche gli organi riproduttivi sia nell’uomo (vescicole seminali e prostata), che nella donna (inclusa parete vaginale e utero), oggi per i tumori a basso stadio esistono:
  • Cistectomia radicale con intento “nerve-sparing” per l’uomo che prevede di asportare la vescica, la prostata, le vescicole seminali, risparmiando però i nervi erigenti;
  • Cistectomia radicale con intento “seminal-sparing” (per l’uomo) o “sex sparing” (per la donna) che permette di mantenere le vescicole seminali, il canale vaginale, l’utero o le ovaie.
Nel caso si debba procedere con cistectomia radicale, per gli uomini l’intervento prevede anche l’asportazione della prostata, dell’uretra, delle vescicole seminali e della porzione inferiore degli ureteri, nonché dei linfonodi. Nelle donne significa eliminare l’uretra, la vagina, l’utero e i linfonodi pelvici. Il chirurgo collegherà quindi gli ureteri ad altri sbocchi per l’espulsione dell’urina (uretra, pelle dell’addome, segmento finale di intestino crasso). È evidente che le conseguenze di questo tipo di intervento sono molto invasive e possono significare l’impossibilità di riproduzione.
Dal punto di vista della vita sessuale, i rischi sono per l’uomo disfunzione erettile (stimata intorno al 90%), per un possibile danno al nervo, e restringimento della vagina per la donna, con difficoltà conseguente nella penetrazione.
Fino a qualche anno fa chiunque veniva sottoposto ad asportazione della vescica sapeva che avrebbe dovuto convivere con un “sacchetto” esterno per la raccolta delle urine. Oggi fortunatamente sono stati messi a punto degli interventi che permettono di evitare questo fastidio creando una tasca interna per la raccolta e il deflusso delle urine. Inoltre, diversi pazienti sottoposti a cistectomia radicale possono essere candidati all’intervento di ricostruzione della vescica e delle vie urinarie.
C’è la possibilità per il paziente che non voglia sottoporsi a questo intervento di scegliere la conservazione dell’organo, che prevede combinazioni di chemioterapia e radioterapia.
In ogni caso anche a chi viene sottoposto a cistectomia viene proposta una terapia radio e chemioterapica.
  • Tumore della vescica avanzato o metastatico (stadio IV). L’opzione chirurgica non è più indicata e si opta per una combinazione di radio e chemioterapia. 
    Un aspetto importante durante le terapia riguarda l’attività sessuale, che non va fermata, ma che richiede l’accorgimento del preservativo, dal momento che i farmaci potrebbero rimanere nel liquido seminale o nel muco vaginale causando irritazioni. È bene inoltre evitare gravidanze nel periodo durante e appena dopo le terapie, anche se è l’uomo a essere colpito da tumore, poiché il feto ha maggiori possibilità di sviluppare difetti genetici.
Immagine che mostra gli stadi del cancro alla vescica
 
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI:

Domande e risposte

Quali sono i sintomi di un tumore alla vescica?

Dipende: non tutti sentono gli stessi sintomi. Il primo sintomo che può far pensare a tumore alla vescica è la presenza di sangue nelle urine (ematuria), che tuttavia può essere indice anche di altri problemi, e non è detto che la quantità sia sufficiente da permettere di osservare la presenza di sangue a occhio nudo. Diverse persone – sia uomini che donne - sentono anche bruciore durante la minzione, dolore al basso ventre, necessità di urinare più spesso. Nel caso il tumore sia in fase più avanzata si può sentire dolore pelvico, alle ossa e registrare una perdita di peso significativa.

Dove metastatizza il tumore alla vescica?

Il carcinoma vescicale tende a metastatizzare ai linfonodi, ai polmoni, al fegato e alle ossa. 

Cosa è il Papilloma della vescica?

I papillomi sono tumori superficiali della vescica non aggressivi, che non hanno ancora interessato la parte muscolare e quindi sono più facili da curare, anche se hanno comunque tendenza a recidivare. La distinzione tra il tumore maligno e il papilloma, riguarda il numero di strati cellulari di cui è composta la formazione neoplastica.

Come diagnosticare tumore vescica?

Oltre all’esame clinico da parte del medico per esaminare eventuali sintomi, si propone una citoscopia, nella quale il medico inserisce nell’uretra un tubicino (citoscopio flessibile) che gli permette di esplorare la vescica dall’interno e individuare l’eventuale tumore, estraendo se lo ritiene utile dei reperti per una biopsia. I citoscopi di oggi non provocano dolore al paziente durante l’esame, ma in caso si senta comunque del fastidio tutto questo può essere fatto in anestesia locale o generale. La citoscopia richiede pochi minuti e si esegue come attività ambulatoriale. 

Cosa comporta l’asportazione della vescica?

Fino a qualche anno fa chiunque veniva sottoposto ad asportazione della vescica sapeva che avrebbe dovuto convivere con un “sacchetto” esterno per la raccolta delle urine. Oggi fortunatamente sono stati messi a punto degli interventi che permettono di evitare questo fastidio creando una tasca interna per la raccolta e il deflusso delle urine. Inoltre, diversi pazienti sottoposti a cistectomia radicale possono essere candidati all’intervento di ricostruzione della vescica e delle vie urinarie.

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