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Che cos’è il tetano
Il
tetano fa parte delle
malattie neurologiche rare e in particolare delle
malattie infettive del
sistema nervoso. Il tetano è una malattia neurologica grave, caratterizzata da
spasmi e
contrazioni muscolari diffuse e dolorose che possono compromettere anche la
capacità respiratoria e quindi mettere in pericolo la vita.
La malattia è causata dal
batterio Clostridium tetani, che può infettare l'uomo in seguito a
ferite aperte. Nel punto di ingresso, il batterio si
moltiplica e rilascia una potente
sostanza tossica per il sistema nervoso (
tetanospasmina) che raggiunge le giunzioni neuromuscolari attraverso gli assoni nervosi e provoca spasmi e contrazioni dei
muscoli scheletrici.
A seconda della
gravità della malattia, queste contrazioni dolorose possono, in pochi giorni o poche ore,
diffondersi in tutto l'organismo. La morte sopraggiunge per
insufficienza respiratoria.
I batteri del tetano producono
spore, che sono una forma inattiva dei
batteri stessi. Le spore consentono ai batteri di
sopravvivere quando le
condizioni ambientali sono difficili. Quando le condizioni sono
favorevoli, le spore si trasformano in batteri.
I batteri della specie
Clostridium tetani producono la
tossina tetanica, che circola in tutto il corpo e impedisce l’invio dei
segnali nervosi da alcuni nervi ad altri. Di conseguenza, i
muscoli si contraggono
involontariamente, causando rigidità e spasmi dolorosi.
Non si tratta di una malattia
contagiosa, non può trasmettersi da persona a persona.
I batteri della specie
Clostridium tetani non necessitano di ossigeno per vivere, cioè sono
batteri anaerobi.
Clostridium tetani è presente nel
suolo e nelle
feci degli animali, dove può vivere per anni. Se le lesioni sono caratterizzate dalla presenza di un
corpo estraneo (come una
scheggia o sporcizia o ruggine) e di
tessuto morto (come le
ustioni, il congelamento o i traumi da schiacciamento), le probabilità di sviluppare il tetano sono maggiori.
Tetano: cause e fattori di rischio
Il batterio
Clostridium tetani si trova sotto forma di spore nel
terreno, nella
polvere e nelle
feci animali (soprattutto di equini e bovini). Le vie di ingresso più comuni delle spore batteriche nel nostro organismo sono le
ferite sporche di terra o feci e quelle profonde provocate da chiodi con
ruggine oppure da oggetti appuntiti contaminati dalle spore. Altre porte di ingresso possono essere
bruciature,
morsi di animali, piercing,
tatuaggi, uso iniettivo di
droghe, in particolare eroina.
Una volta
penetrate nei tessuti e in presenza di condizioni favorevoli, le
spore si trasformano in batteri che si moltiplicano producendo la
tossina tetanica che, nelle persone non vaccinate, può raggiungere il
sistema nervoso centrale attraverso il
sangue e il
sistema linfatico, interferendo con i
neurotrasmettitori che regolano la contrazione muscolare (motoneuroni).
I pazienti con
ustioni,
cicatrici chirurgiche e quelli che fanno uso di
droghe iniettive sono particolarmente soggetti a sviluppare il tetano. Il tetano comunque può insorgere anche a seguito di una
ferita insignificante. L'infezione può svilupparsi anche
post-partum nell'utero (
tetano materno) e nell'ombelico dei neonati (
tetanus neonatorum), a seguito di pratiche di assistenza e di cura del cordone ombelicale
antigieniche.
Diabete e
condizioni di immunosoppressione possono essere fattori di rischio per il tetano.
Diffusione e incidenza del tetano
Nel mondo, si ritiene che il tetano causi
più di 200 000 decessi ogni anno, soprattutto tra i
neonati e i bambini piccoli. Negli Stati Uniti, si è registrata una media di
29 casi/anno dal 2001 al 2008 e
197 casi di tetano con
16 morti sono stati registrati dal 2009 al 2015. La distribuzione dell'età per i casi è stata del 25% nelle persone di età maggiore o uguale a
65 anni, del 63% nelle persone di età compresa
tra 20 e 64 anni e del 12% nelle persone
sotto i 20 anni, compresi 2 casi di
tetanus neonatorum; tutti i decessi correlati al tetano si sono verificati in persone con meno di
55 anni.
L'incidenza della malattia è
direttamente correlata al livello di
vaccinazione di una popolazione, confermando l'efficacia della
prevenzione.
Sintomi del tetano
I
sintomi del tetano iniziano
5-10 giorni dopo la lesione, ma il periodo di
incubazione può essere molto più lungo e i sintomi possono esordire
fino a 50 giorni più tardi.
Gli spasmi muscolari rappresentano l’aspetto
caratteristico del tetano. I muscoli si
contraggono involontariamente (spasmo) e si
irrigidiscono. Generalmente gli spasmi cominciano a livello di
mascella e gola (rendendo difficile la deglutizione), seguite da:
- Collo;
- Spalle;
- Viso;
- Addome;
- Arti.
Questi spasmi possono
interferire con la respirazione e a volte i soggetti colpiti diventano
cianotici.
I muscoli della schiena si
contraggono, facendo inarcare all’indietro la schiena, il collo e le gambe. Gli spasmi dei
muscoli sfinterici possono provocare stipsi e rendere difficile la
minzione. Raramente, gli spasmi muscolari possono essere limitati alle fasce muscolari adiacenti alla ferita.
Poiché il tetano colpisce il
sistema nervoso, compresa la parte che regola i
processi interni dell’organismo, possono verificarsi anche altri sintomi, come
battito cardiaco accelerato e
febbre, o
sudore eccessivo. La pressione arteriosa può avere un andamento
oscillante. Si può verificare l’inalazione del contenuto della bocca nei
polmoni, con conseguente
polmonite.
Le persone possono essere irrequiete e irritabili, tuttavia – perfino quando la malattia è grave – di solito i malati restano
completamente coscienti.
Nei
neonati, il tetano generalmente interessa tutto il corpo ed è spesso
letale. I bambini che sopravvivono possono rimanere
sordi.
Diagnosi del tetano
La diagnosi del tetano si basa sull'
osservazione dei sintomi. Non esistono, infatti, esami di laboratorio per confermarne la presenza.
Il
medico sospetta il tetano quando
alcuni muscoli (generalmente quelli della mascella e della schiena) si irrigidiscono o manifestano
spasmi, soprattutto negli individui che risultano
feriti.
A volte si può effettuare la
coltura dei batteri su un campione prelevato dalla ferita. Tuttavia, i risultati della coltura possono indicare falsi positivi o falsi negativi, per questo motivo la
coltura non è un esame molto utile per diagnosticare il tetano.
Prevenzione per il teteano

La
vaccinazione durante l’infanzia e le dosi di
richiamo ogni dieci anni in età adulta possono prevenire il tetano. Il tetano si presenta soprattutto nei soggetti che non sono stati vaccinati o che non hanno rispettato le scadenze dei richiami. Questa situazione è più comune nei
Paesi in via di sviluppo.
Il tetano si manifesta
raramente nei soggetti che abbiano
completato la serie primaria di vaccinazioni antitetaniche e si siano sottoposti alle vaccinazioni di richiamo ogni dieci anni. Il vaccino antitetanico stimola l’organismo a produrre gli
anticorpi in grado di neutralizzare la
tossina (tetanospasmina), ma lo sviluppo di tali anticorpi può richiedere
diverse settimane dopo la vaccinazione.
Nei bambini piccoli, il vaccino antitetanico viene somministrato come
vaccino combinato, che include anche i vaccini contro la
difterite e la
pertosse.
Gli
adulti che hanno completato la serie primaria di vaccinazioni antitetaniche devono essere sottoposti a un
richiamo ogni dieci anni.
Alle
donne gravide viene somministrato il vaccino contro il
tetano, la
difterite e la
pertosse acellulare (dTpa), in occasione di ogni gravidanza. Questa strategia evita che le donne e i neonati contraggano il tetano. Quando le donne vengono vaccinate durante la gravidanza, gli
anticorpi contro il tetano vengono
trasferiti dalla madre al feto e il neonato alla nascita presenta anticorpi contro il tetano.
In caso di
lesioni occorre
pulire le ferite in modo tempestivo e accurato e
somministrare una dose di
vaccino antitetanico per
prevenire lo sviluppo della patologia. Ai soggetti non precedentemente vaccinati, vengono somministrate una
seconda dose 1 mese dopo la prima e una
terza dose 2 mesi dopo la prima. Quindi vengono somministrate dosi di richiamo ogni dieci anni.
Poiché il vaccino richiede
alcune settimane per diventare
efficace, talvolta si somministra anche
l’antitossica tetanica, costituita da
immunoglobuline ottenute da donatori che presentano alti livelli di anticorpi contro la
tossina tetanica. Questi anticorpi neutralizzano immediatamente la tossina.
La vaccinazione è al
100% efficace e non ha quasi nessuna controindicazione: le
persone vaccinate (tre iniezioni e un richiamo dopo un anno, seguito da richiami ogni 10 anni)
non contrarranno mai il tetano. Nei soggetti feriti che non sono stati vaccinati, la somministrazione sistemica di
gammaglobuline specifiche impedisce l'insorgenza della malattia.
Prognosi
La
prognosi è variabile. La malattia dura
2-4 settimane, con una
mortalità che varia
dal 20 all'80%, a seconda di vari fattori:
- Gravità della malattia;
- Età del paziente;
- Disponibilità di cure intensive.
In tutto il mondo, circa il
50% delle persone affette da tetano muore, in genere perché gli
spasmi dei muscoli della gola, del petto e dell’addome
interferiscono con la respirazione. In alcuni Paesi, come negli
Stati Uniti, se la malattia viene adeguatamente trattata, il
decesso si verifica solamente nel
6% circa dei casi. Tuttavia, se il
trattamento viene
ritardato e il tetano è grave, fino al
60% dei pazienti può morire. Chi fa uso di droghe per iniezione e chi è molto giovane o molto anziano ha maggiori probabilità di morire a causa del tetano. La prognosi è peggiore quando la sintomatologia si manifesta e progredisce rapidamente o quando il
trattamento viene
ritardato. Con il trattamento, la maggior parte dei pazienti
guarisce.
Il
completo recupero da una infezione tetanica richiede la crescita di
nuove terminazioni nervose, che avviene in tempi lunghi. Le complicazioni dell'infezione da tetano possono essere:
- Rottura delle ossa a causa della violenza degli spasmi muscolari;
- Embolia polmonare a causa della migrazione di un eventuale trombo all'arteria polmonare;
- Blocco respiratorio.
L'infezione tetanica richiede un ricovero in
terapia intensiva, anche per un lungo periodo.
Tetano: trattamento

I soggetti affetti da tetano vengono ricoverati in
unità di cure intensive. La camera deve essere
silenziosa per prevenire interferenze che possano scatenare gli spasmi muscolari. Le ferite vengono
pulite accuratamente, con rimozione del tessuto necrotico e del materiale estraneo.
Si somministrano
antibiotici (generalmente
metronidazolo) per via endovenosa, per uccidere i
batteri e interrompere la produzione di tossina. Gli antibiotici non hanno alcun effetto sulla tossina già prodotta, che continua a provocare spasmi muscolari. Per neutralizzare la tossina già prodotta, viene iniettata in muscolo una singola dose di
immunoglobulina antitetanica. Se questa non è disponibile, il medico può somministrare
immunoglobuline aspecifiche, che contengono molti anticorpi diversi, compresi quelli contro il tetano.
Quando si contrae il tetano,
non si sviluppa l’
immunità all’infezione: ciò significa che si può
contrarre nuovamente. Pertanto, in seguito alla guarigione dal tetano, viene
comunque somministrato il vaccino antitetanico, a meno che il paziente sia regolarmente vaccinato e si mantenga al passo con i richiami periodici.
Per gli
spasmi muscolari e la rigidità, possono essere somministrati sedativi, come il
diazepam o il
midazolam, che aiutano anche a ridurre l’ansia.
Se la rigidità muscolare interferisce con la respirazione, è possibile inserire una cannula nella
trachea e somministrare un farmaco per
paralizzare i
muscoli e interrompere così gli spasmi. La
cannula viene quindi collegata a un respiratore meccanico.
Se la
pressione arteriosa e la
frequenza cardiaca sono instabili, si possono somministrare:
- Morfina per via endovenosa;
- Magnesio, un beta-bloccante a breve durata d’azione;
- Altri farmaci.
Se il paziente ha difficoltà a
deglutire, si possono somministrare le
sostanze nutritive e i liquidi per via endovenosa, oppure mediante una sonda inserita nello
stomaco attraverso il naso.
Se si sviluppa
stipsi, vengono somministrati
emollienti delle feci e può essere inserito un sondino nel retto per aiutare a gestire la produzione di gas.
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI