Introduzione
La scarlattina è l’unica malattia esantematica dell’infanzia causata da un batterio, uno streptococco. Si configura un quadro di scarlattina quando,
oltre alle manifestazioni streptococciche che colpiscono la mucosa orale, si manifesta un esantema. Un bambino su 10 di età compresa fra 5 e 15 anni colto dalla faringite streptococcica sviluppa la scarlattina.
Perché ci sia l’
esantema, il ceppo batterico di streptococco deve essere produttore di una delle tossine streptococciche e il paziente deve essere sensibile alla tossina con cui viene a contatto.
L’80% dei casi di scarlattina riguarda i
bambini sotto i 10 anni; femmine e maschi sono colpiti con la medesima probabilità. La malattia non compare mai nei neonati, specialmente sotto i sei mesi di vita.
Il contagio della scarlattina aumenta nei mesi invernali, a causa della maggiore difficoltà nel ricambio di aria nei luoghi chiusi, nei quali i bambini (i soggetti più colpiti) soggiornano a stretto contatto gli uni con gli altri e scambiano oggetti fra loro.
Malgrado le statistiche la ritengano un’evenienza poco probabile, la
scarlattina può colpire anche gli
adulti.
Con l’avvento degli
antibiotici, estremamente efficaci nel contrastarla, la mortalità per la malattia è crollata. Rimangono tracce del passato nella letteratura e nel cinema.
Nelle letture dell’infanzia,
Beth di
Piccole Donne moriva proprio di
scarlattina. E nei libri di storia, dai quali emerge la storia di
Primo Levi, che, sfuggito alla morte ad Auschwitz, affrontava negli stessi giorni il terribile pericolo della
scarlattina.
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Le cause della scarlattina
La scarlattina è un’infezione causata da un
batterio, lo
Streptococco Beta Emolitico di Gruppo A (
Streptococcus piogenes, SBEGA). Si tratta di un
agente eziologico molto diffuso, per il quale anche un inoculo di lieve entità può causare infezione.
Questo batterio produce una proteina tossica (
tossina eritrogenica) responsabile di un’
eruzione cutanea dal colore tipicamente rosso (da cui il nome
scarlattina). I diversi gruppi di Streptococco
producono tre differenti tipologie di esotossina.
Come si trasmette la scarlattina
La scarlattina è una patologia relativamente contagiosa, anche se in maniera meno spiccata rispetto alle altre malattie esantematiche dell’infanzia, come il
morbillo.
Il contagio si verifica
prevalentemente
per via aerea attraverso la saliva. Tuttavia, essendo causata da un
batterio molto resistente alle condizioni ambientali, resiste a lungo su stoviglie, libri e sui giocattoli dei bambini.
Esiste, pertanto, un rischio di:
-
Trasmissione diretta: attraverso le goccioline di saliva che i pazienti emettono con tosse e starnuti e mentre parlano (aerosol respiratorio)
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Trasmissione indiretta: attraverso lo scambio di asciugamani, vestiti e altri oggetti.

La profilassi contro la scarlattina implica dunque:
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Isolamento: tenere separati gli oggetti del piccolo paziente da quelli del resto della famiglia;
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Fazzoletti usa e getta: il paziente deve tossire e starnutire in un fazzoletto usa e getta, da eliminare subito dopo l’utilizzo.
Quando la scarlattina è contagiosa? Il paziente è contagioso da 1-2 giorni prima della comparsa dell’esantema e continua ad esserlo fino a 24-48 ore dalla somministrazione della prima dose della terapia antibiotica. Durante questo periodo, naturalmente, i bambini devono restare lontani dai luoghi di comunità (asili nidi, scuole). Quando si può tornare a scuola dopo la scarlattina? È prevista la riammissione a scuola a 72 ore dall’inizio della terapia antibiotica.
Per quanto tempo la scarlattina è contagiosa? Senza terapia antibiotica, il contagio può avvenire fino a 2-3 settimane dalla comparsa dei sintomi.
La scarlattina può essere trasmessa anche da persone che non hanno la classica sintomatologia caratterizzata da febbre ed esantema ma che albergano nel loro organismo il batterio (portatori sani).
Non esiste un vaccino contro per la prevenzione della scarlattina, la cui acquisizione non produce immunità definitiva. L’esistenza di diversi ceppi di Streptococcus pyogenes e quindi apre alla possibilità di nuovi episodi infettivi.
Quante volte si può prendere la scarlattina? La scarlattina può tornare, dunque anche per una seconda volta e oltre perché gli anticorpi vengono ad ogni episodi prodotti per quel singolo ceppo di Streptococco.
La scarlattina rientra fra le malattie infettive che il medico curante è obbligato a notificare.
Come riconoscere la scarlattina
La scarlattina viene diagnosticata essenzialmente sulla base dell’
osservazione clinica. La forma ed il colore dell’
esantema rappresentano parametri che attribuiscono riconoscibilità alla patologia.
La conferma avviene attraverso gli
esami di laboratorio, con la rilevazione di:
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Titolo anti-streptolisinico (TAS): è il dosaggio dell’antistreptolisina, ossia l’anticorpo che l’organismo produce per contrastare la streptolisina, una proteina emolitica prodotta dallo streptococco. Il TAS è positivo a partire dal momento dell’infezione e che aumenta progressivamente nelle 2-3 settimane successive. Anche in seguito, il TAS resterà sempre positivo, a testimoniare l’avvenuto contatto del sistema immunitario con il batterio e la conseguente produzione di anticorpi diretti contro di esso;
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Indici di flogosi: VES e PCR, indici generici dell'infiammazione in atto, sono alterati in caso di infezione da Streptococco.
La diagnosi differenziale della scarlattina
Le patologie da cui la scarlattina deve essere differenziata sono le altre malattie esantematiche (varicella,
quinta malattia,
malattia mani-piedi-bocca, morbillo), inclusa la quarta malattia, definita anche
scarlattinetta. L’espressione numerica con cui quest’ultima è nota dipende dalla sequenza con cui è stata descritta rispetto alle altre malattie esantematiche. La sua descrizione è comparsa sulla rivista The Lancet nel 1900 ed è giunta dopo quella di morbillo, scarlattina e rosolia.
In caso di sospetta scarlattina, è possibile anche eseguire un tampone faringeo per ottenere una
diagnosi differenziale. In tutti questi esantemi, inoltre, è assente la cosiddetta
maschera di Filatov della scarlattina, ossia l’eruzione che risparmia il triangolo naso-mentoniero.
Le malattie esantematiche con cui la scarlattina può essere confusa, in particolare quando non si manifesta nella sua forma più paradigmatica, sono il
morbillo, la
rosolia, la
quinta malattia e la
sesta malattia.
Rispetto a molte delle patologie esantematiche virali, non causa
congiuntivite con arrossamento degli occhi e fotofobia. Rispetto alla malattia mani-piedi-bocca l’esantema risparmia il palmo delle mani e la pianta dei piedi.
Nel caso in cui i familiari (fratelli e genitori) del piccolo siano
asintomatici, non serve che si sottopongano ad un tampone di verifica.
La
diagnosi differenziale attraverso il tampone permette anche di distinguere la malattia rispetto alla
Sindrome di Kawasaki, che può causare la comparsa di un’eruzione cutanea.
Come si manifesta la scarlattina
Lo Streptococco penetra nelle mucose delle vie aeree superiori, a cui aderisce dopo l’ingresso, che si verifica attraverso la bocca. Il suo periodo di incubazione varia da 2 a 5 giorni (intervallo che può contrarsi a 1 giorno o prolungarsi a 7), in seguito ai quali i sintomi hanno esordio improvviso.
Lo Streptococcus piogenes è responsabile dello sfogo che compare nella gola del paziente (faringite o angina faringea) e che presenta le seguenti caratteristiche
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Dolore di gola: il mal di gola è intenso e provoca difficoltà nella deglutizione
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Enantema: rivestimento biancastro della mucosa del cavo orale che si estende alle tonsille (costituisce l’esantema delle mucose). Intorno al terzo giorno di malattia, la patina bianca che ricopre la lingua e il palato tende a desquamare, lasciando la lingua stessa di un colore rosso vivo (lingua a fragola o a lampone)
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Ipertrofia tonsillare: le tonsille appaiono gonfie
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Febbre: nella scarlattina la febbre è alta e raggiunge i 39-40°C, mantenendosi per 3-5 giorni, anche se in qualche caso si può manifestare in forma lieve, senza febbre o con febbre bassa;
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Brividi;
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Dolori muscolari;
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Nausea e/o vomito;
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Linfoadenopatia: i linfonodi cervicali e sottomascellari, che drenano i residui della reazione immunitaria locale, si rigonfiano.

Entro 12-48 ore dall’esordio del mal di gola, che non scompare e mantiene la medesima intensità, fa la sua comparsa l’
esantema, che ha precise caratteristiche. È un
rash cutaneo:
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Scarlatto: compare in prima istanza in corrispondenza del viso ed ha colore rosso scarlatto ad eccezione della zona di naso, bocca e mento, che appaiono pallidi, mettendo in ancora maggiore evidenza l’eczema. Perché la scarlattina si chiama così? Proprio per il colore dell’esantema;
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Positivo al “segno della mano gialla”: l’eczema è caratterizzato dalla presenza di puntini e chiazzette rosse molto vicine fra loro e leggermente in rilievo, il cui rossore svanisce premendo un dito sull’area interessata (segno della mano gialla);
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A farfalla: la caratteristica forma dell’eczema sembra ricordare una farfalla, le cui ali si aprono in corrispondenza degli zigomi. Viene definito anche maschera scarlattinosa o maschera di Filatov;
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Ruvido: al tatto l’esantema è particolarmente ruvido, come carta vetrata;
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Progressivamente globale: dove si manifesta l'esantema della scarlattina? Dal viso l’esantema si estende al torace ed agli arti, in particolare alla superficie interna dei gomiti e delle ginocchia, nelle pieghe inguinali e sulla faccia interna delle cosce, risparmiando solo il palmo delle mani e la pianta dei piedi.
L’esantema è causato dagli effetti della tossina prodotta dal batterio, che genera effetti di intensità variabile nei diversi pazienti che ne sono colpiti, diversamente sensibili ad essa. Tipico è il caso di due fratellini, entrambi contagiati, che sviluppano esantemi di differente intensità oppure uno la sola faringite ed il secondo la scarlattina.
A distanza di circa una settimana dall’esordio della sintomatologia, l’eczema entra nella sua fase desquamativa. Il fenomeno di sfaldamento della cute interessata dalla manifestazione della scarlattina (desquamazione furfuracea diffusa) può protrarsi fino a 10-14 giorni ed essere accompagnata da prurito.
La scarlattina nell'adulto
Come si manifesta la scarlattina nell’adulto? In età adulta la sintomatologia della scarlattina è molto severa, ma se la malattia incontra una diagnosi precoce ed una terapia appropriata, le complicanze sono rare. Questo rischio dipende anche dallo stato di salute generale del paziente. In particolare, se soffre ha già patologie cardiache, renali o respiratorie.
Può accadere che un adulto sia portatore sano dello streptococco, ossia che lo alberghi nelle sue mucose orali in maniera asintomatica.
È anche verosimile che un adulto contragga l’infezione e la manifesti attraverso la sola faringite streptococcica, senza eruzione cutanea.
La scarlattina nei bambini di 1 anno
Per molte malattie, la preoccupazione maggiore dei genitori riguarda l’età a cui colpisce il proprio bambino. È diffusa la convinzione che i bambini al di sotto di 1 anno di età siano in qualche maniera più vulnerabili nei confronti di alcuni stimoli patogeni, sia dal punto di vista della possibilità di contagio che della gravità della sintomatologia.
La scarlattina è fra queste malattie.
In realtà, la scarlattina non colpisce praticamene mai i neonati prima del sesto mese di vita ed è comunque molto rara fino all'età di due anni. La maggior frequenza di casi di questa patologia esantematica si verifica nella fascia di età che va da 1 a 3 anni.
La scarlattina a Genova
Nel 2019 nella città di Genova si è verificato un incremento anomalo del numero dei casi di scarlattina, che si sono concentrati dalla riapertura delle scuole a fin dopo la pausa natalizia. Un’ondata che ha spopolato le scuole e generato preoccupazione.
Come spiegato dagli esperti, non si è trattato di un’epidemia, ma di un soprannumero di episodi rispetto agli anni passati.
In quell’occasione, i pediatri precisano che è l’alternarsi di periodi di temperature calde e periodi di temperature fredde a mettere a dura prova i sistemi immunitari, favorendo la diffusione del contagio.
Come si cura la scarlattina

La
scarlattina è una patologia originata da un
batterio per cui esistono terapie antibiotiche appropriate ed efficaci.
Il ciclo di
antibiotico dura normalmente 10 giorni. Dopo 2-3 giorni la faringite guarisce e dopo 4-5 giorni la malattia si risolve nella sua globalità. Può tuttavia accadere che anche al termine della cura tonsille e linfonodi siano ancora gonfi e questa evenienza non è associata ad una recrudescenza della scarlattina.
È in ogni caso importante
concludere la terapia anche in assenza di febbre e altri sintomi, per debellare completamente la malattia ed evitare le complicanze.
Quale
antibiotico prendere per la scarlattina? La terapia di prima scelta è l’associazione di
amoxicillina e
acido clavulanico. L’antibiotico deve essere prescritto dal medico, che indica il dosaggio specifico per il peso e l’età del paziente e la durata del trattamento.
Se la febbre supera i 38,5°C, è possibile somministrare
antipiretici (come
paracetamolo o
ibuprofene) per abbassare la temperatura.
Cosa
mangiare in caso di scarlattina? Il dolore alla gola può causare difficoltà di deglutizione e dunque impedire la normale alimentazione. In questo caso, può essere utile offrire ai piccoli cibi morbidi o, nei casi peggiori, una dieta liquida. In quest’ultimo caso, frullati, yogurt e passati di verdura brodosi possono essere alimenti nutrienti che non danno fastidio alla gola già irritata. Come in tutte le patologie accompagnate da febbre, per evitare la disidratazione è necessario assicurarsi che il bambino assuma la quantità necessaria di
liquidi.
Cosa fare per il prurito? Poiché l’eczema streptococcico può essere accompagnato da prurito, in particolare nella fase desquamativa, occorre tenere le unghie dei bambini ben corte ed arrotondate. Se il piccolo si graffiasse nel tentativo di dare sollievo al sintomo, potrebbe infatti causare la super infezione dell’esantema.
Cosa mettere sulla pelle in caso di prurito? Quando presente, il prurito non costituisce mai un sintomo tanto rilevante da richiedere l’applicazione di prodotti specifici o la somministrazione dell’
antistaminico.
La scarlattina non è una malattia pericolosa, ma
può indebolire il paziente. Il piccolo affetto da questa malattia ha bisogno di riposo.
Le possibili complicanze della scarlattina
Pur avendo la malattia un decorso generalmente favorevole, esiste un rischio associato alle possibili complicanze, che normalmente compaiono a distanza di tre settimane dall’infezione.
Reumatismo articolare acuto
Detto anche
febbre reumatica o
artrite reumatica, è una malattia di tipo infiammatorio che può interessare il cuore, le articolazioni, la pelle ed il cervello.

La sua incidenza globale è pari a 19 casi su 100.000, mentre la percentuale di pazienti non trattati che va incontro a questa complicanza varia fra l’1 ed il 3%. Tuttavia, questa percentuale passa bruscamente al 50% nel caso il paziente abbia già avuto un episodio di febbre reumatica.
Si stima che nel mondo ci siano più di 15 milioni di pazienti con cardiopatia reumatica, che generano circa 200.000 morti l’anno.
Le sue manifestazioni sono:
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Dolori articolari: di intensità elevata, causati dall’infiammazione delle articolazioni (artrite). Il disturbo inizia con una sinovite acuta (infiammazione della membrana che riveste le articolazioni, la sinovia). La manifestazione più frequente del coinvolgimento articolare è rappresentata dalla poliartrite migrante. Si tratta di un’infiammazione che coinvolge una o poche articolazioni, per poi passare ad altre, spostandosi in continuazione. I distretti più coinvolti sono caviglie, ginocchia, gomiti e polsi.
-
Cardite: le anomalie che coinvolgono le articolazioni non sono irreversibili, a differenza di quelle che affliggono il cuore (disfunzione valvolare persistente), definitive perché causano la formazione di cicatrici nell’organo. Per questo, negli ambienti medici, si usa dire che “la febbre reumatica acuta lecca le articolazioni, ma morde il cuore”.
La cardite legata alla febbre reumatica acuta è una pancardite, così definita perché coinvolge tutte le strutture che compongono il cuore (endocardio, miocardio e pericardio). Può verificarsi tout court o essere accompagnata da altre manifestazioni. Si possono riscontrare sfregamenti pericardici (rumori rilevabili all’auscultazione e generati dalla presenza di liquido intorno al cuore, segno della pericardite in atto), soffi cardiaci (frequenti e definiti, tanto da essere facilmente rilevabili all’esame obiettivo, e che permangono anche dopo la risoluzione della malattia) o insufficienza cardiaca.
La valvulite è il parametro caratteristico, sempre presente, che deve orientare la diagnosi. La febbre può essere presente (e alta) e si può presentare dolore toracico.
Le conseguenze del processo infiammatorio che colpisce il cuore sono la stenosi valvolare (in particolare della valvola mitrale o di quella aortica), il reflusso (generato dall’incontinenza delle valvole), l’aritmia e la disfunzione ventricolare
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Noduli sottocutanei: si localizzano in corrispondenza delle grandi articolazioni
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Eritema marginato: si tratta di un rash cutaneo serpiginoso, piano o lievemente rilevato, indolore e che non residua in cicatrici. L’eritema marginato si verifica in meno del 6% dei bambini con febbre reumatica
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Corea: le cause alla base delle manifestazioni encefaliche della febbre reumatica sono dovute all’aumento del metabolismo dei gangli della base e alla presenza di anticorpi diretti contro i neuroni e scatenati dalla presenza dello streptococco. La corea si manifesta nel 10-20% dei bambini con febbre reumatica. Il suo esordio avviene generalmente con attacchi ingiustificati di riso o pianto; poi compaiono nel paziente movimenti a scatti, rapidi e irregolari, che inizialmente coinvolgono le mani e successivamente anche i piedi ed il viso. L’estensione della corea al viso si evidenzia con smorfie.
La combinazione di cardite e valvulite genera uno scompenso cardiaco.
Glomerulonefrite post-streptococcica

La
glomerulonefrite post-streptococcica è una sindrome nefritica, la più comune causa di patologia renale nei bambini di età compresa fra 5 e 15 anni. È un disturbo di tipo autoimmunitario: il
sistema immunitario, nel tentativo di attaccare il batterio, si dirige contro una sequenza proteica del glomerulo renale, la struttura deputata alla filtrazione del sangue.
La diagnosi della glomerulonefrite viene effettuata sulla base di:
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Anamnesi del paziente: recenti episodi di angina o eczema streptococcici depongono in senso favorevole per questa diagnosi
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Analisi delle urine
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Esame del sangue: la diagnosi di glomerulonefrite post-streptococcica viene confermata dalla presenza di ipocomplementemia (bassi livelli di alcune proteine del complemento nel sangue) e talvolta da test per la ricerca degli anticorpi anti streptococco.
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Biopsia: conferma la diagnosi, ma raramente è necessaria.
La sintomatologia varia dalla sola ematuria (presenza di sangue nelle urine) nel 50% dei pazienti, alla proteinuria (presenza di proteine nelle urine, che testimonia l’infiammazione del tessuto filtrante dei reni) a nefrite conclamata che può evolvere in insufficienza renale. Generalmente non è presente febbre.
Nell’85-95% dei pazienti, la funzione renale viene recuperata in 1-3 mesi. La terapia di sostegno prevede la restrizione proteica e di sodio nella dieta. Talvolta può rendersi necessario il trattamento dell’edema e dell’ipertensione.
Sembra che siano specifici ceppi nefritogenici a causare la glomerulonefrite in determinati pazienti.
Infezioni suppurative
La scarlattina può complicarsi in infezioni suppurative che coinvolgono l’orecchio (otite media acuta), il cavo orale (ascessi perifaringei o retrotonsillari).
In alcuni casi, può generare polmonite.
La scarlattina è pericolosa in gravidanza?
Non esistono prove scientifiche che associno l’acquisizione della scarlattina durante la gestazione a
malformazioni fetali. Malgrado ciò, è consigliabile che le donne in gravidanza evitino contatti con persone malate.
Il contatto con le mucose materne affette da possibile colonizzazione vaginale durante il parto è poco probabile ma non impossibile. La scarlattina nel
terzo trimestre di gravidanza aumenta, in questo caso, l’evenienza del
parto prematuro.
In caso di disturbi specifici, è consigliabile consultare il proprio
ginecologo per l’esecuzione di un
tampone vaginale e per l’eventuale assunzione di una terapia antibiotica.
L'epidemia britannica
Negli ultimi anni si è verificato un significativo aumento nel Regno Unito dei casi di scarlattina. Fra il 2013 ed il 2014 il numero dei pazienti colpiti è triplicato, passando da 4.700 a 15.637. Nel 2016 i casi segnalati di scarlattina fra Inghilterra e Galles sono stati 19.206, il livello più alto mai raggiunto dal 1967.
La situazione è parsa tanto anomala da spingere il Dipartimento di Salute Pubblica del Sistema Sanitario (
Public Health England) ad approfondirne le motivazioni e la rivista
Lancet Infectious Diseases con l'articolo "
Resurgence of scarlet fever in England, 2014–16: a population-based surveillance study"a dedicare al tema una pubblicazione. Come dichiarato dalla dottoressa Theresa Lamagni, responsabile della sorveglianza streptococcica presso la Public Health England, non sono state identificate le cause alla base del fenomeno e l’intensità della malattia è rimasta la stessa. I test di genetica molecolare hanno escluso che si tratti di ceppi nuovi dell’infezione. Una delle possibili ipotesi è che si tratti di un naturale schema di diffusione della malattia.
È doveroso porre attenzione anche per la scarlattina, come per tutte le malattie che richiedono l’utilizzo di antibiotici, alla questione dell’
antibiotico resistenza.