Indice
Domande e risposte
Che cos' è la psoriasi?
La
psoriasi è una
patologia cronica infiammatoria, apparentemente solo
dermatologica (ma che in realtà coinvolge più sistemi e che si manifesta principalmente attraverso la comparsa di chiazze cutanee).
Il coinvolgimento delle
articolazioni nel processo infiammatorio può essere
causa di
disabilità. Inoltre, da un punto di vista più
generale, la psoriasi rappresenta un
substrato che
può creare
predisposizione ad altre patologie.
Chi colpisce la psoriasi?
Questa malattia interessa dal
2 al 4% della popolazione mondiale, in Italia circa
3 milioni di persone.
L’
esordio avviene generalmente fra i
15 ed i 35 anni.
La ricerca ha intercettato una
predisposizione genetica allo sviluppo della malattia, che tuttavia riguarda solo il 10% circa dei pazienti, nei quali sono state individuate le varianti genetiche responsabili. Solo nel 2-4% di questi pazienti la malattia si manifesta.
Mentre le
persone di carnagione chiara sono a maggior rischio di sviluppo della malattia, i
neri hanno una
probabilità inferiore.
Qual è la causa della psoriasi?
Le
cause della psoriasi sono dunque in
parte genetiche, in
parte ambientali e in un’altra parte
immunologiche: è proprio l’interazione fra questi tre aspetti a
determinare se e come la malattia si svilupperà.
Sono stati
identificate alcune
mutazioni che potrebbero avere un ruolo nel causare l’insorgenza della malattia. Alcuni aspetti
genetici della psoriasi sono comuni alle
malattie infiammatorie croniche dell’intestino, che sono spesso
copresenti nei pazienti.
La psoriasi
non è di per sé una malattia
ereditaria, ma avere due genitori malati di psoriasi comporta una probabilità del 50% di sviluppare la malattia.
La psoriasi è contagiosa?
No,
non è una malattia
contagiosa.
Perché si chiama psoriasi?
Il
nome della malattia deriva dal termine
spora, che significa prurito e che fu coniato da Galeno per definire una
forma cutanea caratterizzata da
arrossamento e
desquamazione.
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Le cause della psoriasi
Cos’è la psoriasi?
La psoriasi è una
patologia cronica infiammatoria che comporta periodi di parziale
remissione della
sintomatologia seguiti da
fasi di
riacutizzazione
Perché si manifesta?
La psoriasi è
causata da
un’alterazione del
sistema immunitario, responsabile di un processo infiammatorio, che aumenta la produzione di molecole quali il TNF-α (Tumor Necrosis Factor) nella pelle e a livello articolare.
Stimola la
proliferazione dei
cheratinociti, le cellule principali
dell’epidermide.
Normalmente essi vengono
prodotti negli
strati più profondi dell’epidermide, per poi risalire durante la maturazione verso quelli più superficiali.
La malattia
accelera il processo naturale di
ricambio cellulare ad un ritmo incompatibile con il funzionamento fisiologico dei cheratinociti, che sono costretti a raggiungerne la superficie troppo presto.
La
proliferazione ed il ricambio patologici dei cheratinociti portano allo
sfaldamento della cute, che appare coperta di
squame. Proprio in base a questo aspetto della malattia, essa viene anche
definita come uno stato di
instabilità della crescita dell’epidermide, che
non riesce a trovare un
equilibrio.
Quali sono i fattori che promuovono l’insorgenza della psoriasi?
Anche quando è presente una predisposizione ereditaria, sono stati individuati alcuni fattori che avrebbero un ruolo nell’attivazione della patologia:
-
Stress emotivi;
-
Fumo;
-
Alcol;
-
Sovrappeso;
-
Infezioni concomitanti sia di tipo virale che batterico: in particolare, le infezioni streptococciche sono fra le cause scatenanti della psoriasi guttata;
-
Traumi: un intervento chirurgico, un incidente stradale possono, presumibilmente attraverso lo stress che comportano per il corpo e la mente, generare una sorta di predisposizione allo sviluppo della malattia (secondo il cosiddetto Fenomeno di Koebner);
-
Farmaci: è possibile che alcune recidive siamo causate da interazioni con altri farmaci assunti dal paziente. Può accadere con i beta-bloccanti, gli ACE-inibitori, il litio, i sali dell’oro e gli antimalarici;
-
Deficit vitaminici: pare che sussista una relazione fra il deficit di vitamina D e lo sviluppo della malattia;
-
Ustioni solari.
Come evolve la malattia?
L’andamento della psoriasi è caratterizzato da
periodi di
remissione nei quali le manifestazioni della malattia si attenuano alternati a fasi di riesacerbazione (recidive), durante le quali compaiono le chiazze.
Come si manifesta la sintomatologia della psoriasi
La
psoriasi si manifesta attraverso la
comparsa di
macchie (che vengono definite
chiazze) che hanno le seguenti caratteristiche:
- Sono rosse:
- Hanno margini netti e regolari;
- Sono ispessite e quando sono molto rilevate vengono definite placche;
- Sono ricoperte da squame bianco-argenteo (le squame sono il risultato della proliferazione patologica dei cheratinociti);
- Possono comparire in qualsiasi area del corpo;
- Possono avere diametro diverso e confluire fra loro fino a coprire vaste superfici cutanee.
Perché la psoriasi prude?
Le
macchie della psoriasi possono essere
pruriginose o
asintomatiche (psoriasi senza prurito): uno dei sintomi più fastidiosi della psoriasi è il prurito, presente nel 70-80% dei casi di psoriasi a placche e che incide significativamente sulla qualità di vita.
Il
prurito è causato dal rilascio del TNF-α nella cute.
Dove si manifesta la psoriasi?
Le
lesioni della malattia interessano:
- Il cuoio capelluto;
- Le pieghe dei gomiti e delle ginocchia;
- La regione del sacro;
- I glutei (in particolare il solco intergluteo, anche vicino all’ano);
- I genitali;
- Possono essere interessate anche l’arcata sopraccigliare (anche vicino all’occhio, al naso e all’orecchio);
- Le ascelle;
- L'ombelico;
- La regione perianale.
Psoriasi e unghie
La psoriasi
colpisce anche
alcuni annessi
cutanei, come le
unghie, provocandone
alterazioni sia nel
colore che nello
spessore (onicopatia psoriasica).
Le modificazioni dell’unghia sono quasi sempre
presenti e possono anche costituire il
sintomo iniziale della malattia. Si tratta di infossamenti puntiformi della lamina ungueale, oppure striature longitudinali.
Quando l’unghia viene
attaccata pesantemente, può ispessirsi, sfaldarsi e staccarsi dal letto ungueale.
Psoriasi: solo una malattia della pelle?
Malgrado sia stata considerata in passato una malattia esclusivamente
dermatologica, in tempi più recenti la
visione della psoriasi è
cambiata.
L’
infiammazione prodotta dall’alterazione immunitaria alla base della malattia coinvolge anche il
sistema articolare. causando Ne deriva la comparsa di
dolore articolare:
- Alle mani;
- Ai polsi;
- Alla schiena;
- Alle caviglie.
Questa patologia genera dunque un
quadro patologico multisistemico, nel quale la pelle è solo l’espressione esterna di un
framework molto più
generale. Un contesto nel quale la stessa pelle infiammata produce molecole pro-infiammatorie che
circolano in
tutto l’organismo.
- “Attenti a non considerarla solo una malattia cutanea” ammonisce il professor Piergiacomo Calzavara Pinton, Presidente della Società Italiana di Dermatologia e Direttore della Clinica Dermatologica dell’Università di Brescia. “Le lesioni cutanee rappresentano solo la punta di un iceberg. Tra le comorbidità rientrano, oltre alla ben nota artropatia, anche malattie infiammatorie croniche intestinali, patologie oculari, disturbi psicologici, malattie cardiovascolari e malattie metaboliche.”
Negli ultimi anni, gli
approfondimenti effettuati riguardo le malattie dermatologiche hanno permesso di comprendere meglio alcuni aspetti un tempo sottovalutati. Anche la
dermatite atopica, un tempo ritenuta di pertinenza esclusiva della pelle, ha mostrato di avere una patogenesi molto
più complessa. Queste osservazioni sono risultate utili per affinare le procedure di
monitoraggio della malattia e aumentare la protezione dei pazienti dal rischio di complicanze.
Psoriasi e diabete
Le patologie che possono essere
copresenti con la psoriasi riguardano il sistema
cardiovascolare,
metabolico,
immunitario. Il fatto che nei pazienti con questa patologia sia persistente un
basso grado di
infiammazione aumenta il rischio di sviluppare
sindrome metabolica e
diabete.
Psoriasi e artrite psoriasica: la psoriasi artropatica
Inoltre, una delle più note malattie associate alla psoriasi è l’
artrite psoriasica (chiamata anche comunemente
psoriasi alle ossa), una artropatia che colpisce il 10-30% di questi pazienti, generando dolore e gonfiore, fino ad evolvere verso un processo degenerativo invalidante, che
erode l’articolazione. Le
sedi generalmente
colpite sono quelle,
piccole, delle mani e dei piedi, che vengono deformate irreversibilmente dalla malattia.
Psoriasi e infarto
Anche il
cuore può essere coinvolto, nella fattispecie mediante l’associazione con le coronaropatie, l’aumentato rischio di infarto miocardico e di ictus cerebrale. Condizioni per le quali il
rischio nei pazienti psoriasici risulta
aumentato del 20% rispetto alla popolazione generale.
Psoriasi e disturbi dell’occhio
La psoriasi può causare un aumento del rischio di
sviluppare l’emicrania o disturbi a carico degli occhi come la
blefarite (infiammazione della palpebra) o
l’uveite (infiammazione dell’uvea, la sottile membrana posta fra la sclera e la cornea, che può causare la perdita irreversibile della vista).
Psoriasi e disturbi psichiatrici
In alcuni pazienti la
psoriasi può essere associata a
disturbi psichici. Di fatto, fra le persone che soffrono di questa malattia il tasso di suicidi e di dipendenza dall’alcol o dagli stupefacenti è più alto rispetto a quello della popolazione normale.
Quali sono i tipi psoriasi
Stabilire il grado della psoriasi
La psoriasi è considerata di
grado lieve quando colpisce una
superficie cutanea
inferiore al 10%; quando è più
estesa, può essere
moderata o
grave in base ai riferimenti proposti dai protocolli internazionali, come il Psoriasis Area and Severity Index.
La psoriasi può
manifestarsi in
forme diverse, che si differenziano per le caratteristiche macroscopiche delle
chiazze ma che possono essere
associate ad un
diverso grado di
compromissione di altri sistemi oltre a quello cutaneo:
-
Psoriasi a placche: è la forma più comune, che colpisce il 90% dei pazienti; è definita anche psoriasi cronica o psoriasi volgare e caratterizzata dalla presenza di chiazze arrossate circoscritte ricoperte di squame argentee; più intenso è l’eritema e più desquamata la placca, più è attiva la psoriasi;
-
Psoriasi guttata: questa forma viene messa in relazione all’acquisizione di infezioni dell’apparato respiratorio, in particolare quelle da Streptococco. Sembra, infatti, che vi sia somiglianza strutturale fra una sequenza aminoacidica presente nel batterio e la catena della cheratina. Si manifesta con macchie di dimensioni minori (da un millimetro ad un centimetro di diametro), leggermente rilevate (papule), disseminate sul tronco: questo aspetto le vale il nome comune di psoriasi a puntini. L’aspetto che rende le papule simili, come forma, dimensioni e distribuzione, a gocce di pioggia, giustifica il nome attribuito a questa variante della psoriasi;
-
Psoriasi pustolosa: le sue manifestazioni cutanee sono rappresentate da pustole, bolle di colore biancastro circondate da cute arrossata, che producono secrezioni bianco-giallastre (pus) e vengono successivamente ricoperte di croste. La distribuzione delle pustole si concentra nella regione palmare e plantare, tanto che la psoriasi pustolosa viene spesso confusa con patologie quali la disidrosi e la dermatite da contatto;
-
Psoriasi inversa: colpisce le pieghe del corpo (ascelle, inguine, regione sottomammaria), dove provocano la comparsa di lesioni di colore rosso acceso, lisce e lucenti;
-
Psoriasi eritrodermica: interessa tutta la superficie del corpo e si manifesta con la comparsa di aree di colore rosso intenso coperte di squame. Si tratta di una forma grave di psoriasi, che talvolta comporta la produzione di essudato, con conseguente squilibrio metabolico tale da richiedere il ricovero del paziente.

Come si diagnostica la psoriasi
Psoriasi: chi la cura?
La
diagnosi della psoriasi si basa sul
consulto da parte di un
dermatologo qualificato in maniera specifica per questa patologia, che valuta l’aspetto clinico e la distribuzione delle macchie.
Non è, infatti,
sufficiente che sia uno specialista in
dermatologia a seguire il paziente, ma serve un
professionista che
conosca la malattia, le sue sfumature e che sappia personalizzare il trattamento, monitorando il paziente nel tempo.
L’appropriatezza
prescrittiva, ossia la prescrizione dei
trattamenti adeguati per il
paziente e per il suo tipo di malattia, viene massimizzata ricorrendo alla
consulenza di un
esperto. Questo permette di migliorare la sintomatologia durante le fasi di riesacerbazione e di prolungare l’intervallo di remissione.
Come si accerta la psoriasi?
La
visita accurata può essere
seguita dalla
biopsia cutanea, che viene eseguita
di rado e assume un ruolo diagnostico vero e proprio soprattutto nelle forme non classiche.
Inoltre, il medico può prescrivere anche un
esame del sangue, allo scopo di controllare lo stato generale di salute, in particolare perché la malattia può produrre un coinvolgimento multisistemico .
In termini generali,
la comparsa di macchie rosse sulla superficie del corpo deve sempre suggerire il consulto medico. È importante
non ricorrere all’
autodiagnosi, per evitare di peggiorare la sintomatologia e ritardare l’istituzione della terapia opportuna.
La diagnosi differenziale della psoriasi
La
psoriasi può essere
confusa con altre malattie che causano l’esfoliazione della pelle, come la
dermatite seborroica, la
dermatite allergica da contatto e le
dermatofitosi (micosi, infezioni dermatologiche causate da funghi).
Inoltre, presenta alcuni aspetti comuni con altre patologie infiammatorie cutanee, come il
lichen planus, il
lichen simplex ed il
lupus eritematoso.
Quando le placche sono
isolate e non rispondono alla terapia, occorre considerare l’ipotesi che si tratti della
Malattia di Bowen, un carcinoma della pelle.
Psoriasi e vitiligine
Queste
due malattie della pelle
hanno diversi aspetti in comune.
In qualche raro caso, le macchie grigio argenteo possono essere scambiate per aree di depigmentazione, ma la psoriasi comporta una desquamazione accentuata che non si osservano nella
vitiligine.
Si tratta di due patologie che
coinvolgono, anche se in maniera diversa,
il sistema immunitario e che possono essere associate ad altre malattie, come ipertiroidismo e diabete.
Per entrambe la fototerapia può essere un trattamento efficace ed entrambe causano ripercussioni psicologiche notevoli.
Psoriasi: come curarla
Nel
trattamento della psoriasi, è particolarmente
importante che il paziente
segua scrupolosamente la terapia prescritta dal medico.
Psoriasi: cosa evitare?
La persona con la psoriasi deve
evitare di cambiare
autonomamente lo
schema del
trattamento, ma, piuttosto, in caso di dubbio, consultare il medico per concordare con lui/lei un’eventuale modifica.
La
massimizzazione dell’aderenza terapeutica può estendere la durata delle fasi di remissione e migliorare la sintomatologia durante le recidive della malattia. Diversi studi hanno dimostrato come la bassa aderenza terapeutica incida negativamente e significativamente sulla qualità della vita.
Come si cura la psoriasi lieve?
Per il
trattamento delle forme lievi di psoriasi il medico può prescrivere
medicinali per uso topico (formulati in
crema, unguento o lozione) che hanno funzione
emolliente (creme senza cortisone) e
disinfiammante (anche cortisonici), oltre a prodotti
detergenti specifici.
Quali creme usare per la psoriasi lieve.
Gli
emollienti comprendono
creme e pomate a base di vaselina,
paraffina che riducono la desquamazione cutanea.
Un altro farmaco utile ad attenuare l’aspetto desquamato della cute è l’
acido salicilico, che le squame, facilitandone il distacco e migliorando così l’assorbimento degli altri farmaci per uso topico.
Ad effetto
antinfiammatorio, invece, le preparazioni
a base di catrame, che, applicate in forma di unguento o soluzione, rallentano l’iperproliferazione dei cheratinociti. Generalmente questi prodotti vengono spalmati la sera, lasciati agire di notte e rimossi la mattina.
Localmente possono essere
applicati analoghi topici della vitamina D3, calcipotriolo e calcipotriene, che modulano la velocità di proliferazione dei cheratinociti.
Sulle lesioni che si manifestano sul
viso, i medici preferiscono evitare l’applicazione di
cortisonici e, in alternativa, ricorrere agli
inibitori della
calcineurina (tacrolimus e picrolimus), che comportano meno effetti collaterali.
Cosa fare per la psoriasi delle unghie
Per il trattamento della
psoriasi vengono impiegati anche
retinoidi topici come il
tazarotene, utile soprattutto nella psoriasi
ungueale.
Psoriasi e fototerapia
Le forme di
gravità intermedia possono beneficiare della
fototerapia (che consiste nell’esposizione a speciali lampade a raggi UV) e della terapia farmacologica
sistemica,
orale o
parenterale.
La
fototerapia è generalmente indicata per i pazienti con psoriasi diffusa, su cui agisce riducendo la risposta immunitaria e la velocità di replicazione dei cheratinociti
La dose di
radiazioni UVA somministrata deve essere
calibrata adeguatamente per evitare ustioni.
Psoriasi e cortisonici
- Nella psoriasi lieve, possono essere impiegati cortisonici per uso topico, che, applicati due volte al giorno, hanno azione disinfiammante della cute.
- Nell forme moderate o gravi, devono essere usati per via sistemica, generalmente il per cicli di breve durata e a basse dosi. Tuttavia, i cortisonici per via orale possono scatenare effetti collaterali che peggiorano la malattia: per questa ragione si iniettarli localmente nelle lesioni resistenti.
Un’alternativa efficace consiste
nell’applicazione con
medicazione occlusiva di polietilene nell’area strettamente delimitata dalla lesione (quando sufficientemente piccola).
I
cortisonici devono essere applicati a livello della lesione, con secondo una frequenza che deve diminuire al
miglioramento della
sintomatologia, per scongiurare il rischio che la pelle si “abitui” ai farmaci e ne siano richieste dosi sempre maggiori per ottenere la stessa efficacia (tachifilassi).
In questo modo è anche possibile minimizzare la comparsa di effetti collaterali quali l’atrofia cutanea, la formazione di smagliature e teleangectasie (dilatazione dei capillari superficiali, che li rende evidenti attraverso la cute).
La
tipologia del farmaco viene
selezionata in base al paziente e al quadro clinico della malattia.
Come si cura la psoriasi grave?
I casi più gravi di psoriasi vengono trattati con farmaci:
-
Antinfiammatori (metotrexato): vengono somministrati soprattutto quando la malattia coinvolge anche le articolazioni, in particolare nella artrite psoriasica;
-
Retinoidi sistemici: vengono generalmente impiegati nei casi resistenti agli altri farmaci, ma il loro uso deve essere attentamente disciplinato, perché si tratta di farmaci teratogenici, che possono cioè causare malformazioni nel feto se assunti in gravidanza;
-
Immuno-soppressori (ciclosporina), che vengono prescritti al paziente per cicli brevi in combinazione con altre terapie;
-
Immuno-modulatori biologici: di recente sono stati ottenuti ottimi risultati con medicinali prodotti attraverso l’uso delle biotecnologie. Il bersaglio di questa categoria di farmaci è costituito dal TNF-α, la sostanza prodotta dal corpo che contribuisce a generare l’infiammazione alla base della malattia Oltra a etanercept, adalimumab, infliximab e golimumab, i farmaci usati sono ustekizumab (che ha una certa efficacia sull’artrite psoriasica), tildrakizumab, risankizumab e guselkumab e l’ultima classe di farmaci biologici per la psoriasi (ixekizumab, bimekizumab e brodalumab.
I rimedi naturali per la psoriasi
Malgrado diversi studi siano stati condotti a riguardo,
nessun rimedio fitoterapico o omeopatico hanno mostrato efficacia nel trattamento della psoriasi.
Il futuro della terapia della psoriasi
Sebbene il
complesso di
farmaci tradizionali e
biologici oggi a disposizione consenta risultati impensabili solo fino a qualche anno fa, per molti pazienti la terapia è comunque inadeguata. Per questa ragione, la
ricerca farmacologica è impegnata non solo nello sviluppo di nuovi farmaci, ma anche nell’identificazione di
biomarcatori che consentano un approccio personalizzato al trattamento della malattia.
L’introduzione dei
biosimilari dei
farmaci biologici indicati per la psoriasi (già disponibili per etanercept, infliximab e adalimumab) ha
ridotto il
costo della terapia ed esteso l’accesso alle cure.
Psoriasi e alimentazione
Come già precisato nel paragrafo dedicato,
l’obesità è uno dei
fattori scatenanti la psoriasi: in questi termini, è facile comprendere come una dieta ipocalorica possa supportare il trattamento dei pazienti sovrappeso, un fenomeno dimostrato da uno studio danese pubblicato su
Jama Dermatology.
Psoriasi e bicarbonato di sodio
Uno dei pazienti con psoriasi resi celebri dalla storia è
Marat, il rivoluzionario ritratto dal pittore francese Jacques-Louis David mentre
indugiava nella vasca da
bagno. Sembra che Marat fosse solito immergersi per avere
sollievo alla malattia dermatologica di cui soffriva, che, secondo le descrizioni, potrebbe trattarsi proprio di psoriasi.
Il suo segreto era il
caolino, chimicamente un
silicato idrato di
alluminio che ha azione antisettica e lenitiva. Marat scioglieva questa argilla bianca nell’acqua del bagno dove trascorreva gran parte del tempo quando i sintomi si riacutizzavano.
Al di là dei richiami storici,
molti pazienti trovano sollievo con bagni nei quali hanno sciolto bicarbonato di sodio e qualche cucchiaio di olio di mandorle dolci, nutriente, vitaminizzante ed elasticizzante per la cute.
È importante fare seguire all’abluzione l’applicazione del trattamento emolliente prescritto dal dermatologo.
Come curare la psoriasi della testa

Quella che viene comunemente
definita psoriasi della testa, che interessa spesso anche le
orecchie, è in realtà la
psoriasi del cuoio capelluto. Le placche presenti in questa sede sono caratterizzate dalla produzione di copiose quantità di forfora e generalmente difficili da trattare.
Esiste una crema per la psoriasi del cuoio capelluto?
Le
lesioni del
cuoio capelluto sono
resistenti alla
terapia sistemica. Inoltre, su di esse l’applicazione di farmaci topici e la rimozione delle squame sono rese impossibili dalla presenza dei capelli, che ostacolano anche il passaggio della radiazione UV della fototerapia.
La
sera può essere
applicata sulla testa una sospensione di
acido salicilico al 10% in olio minerale, da strofinare sul cuoio capelluto con le mani o con uno spazzolino da denti. Per potenziare l’assorbimento ed evitare la contaminazione del cuscino, è opportuno indossare una cuffia da doccia.
Quale shampoo usare per la psoriasi della testa?
Al
mattino successivo la sospensione deve essere rimossa con uno shampoo al catrame, da lasciare in posa 5-10 minuti prima di essere sciacquato.
Durante il giorno sul cuoio capelluto si possono applicare gocce di soluzioni di cortisonici.
Se le
placche presenti sulla testa del cuoio capelluto sono
resistenti ai trattamenti
convenzionali, è possibile iniettare localmente una
sospensione di
triamcinolone acetonide.
Non bisogna dimenticare che i traumi meccanici sono fra le
prime cause di
riacutizzazione della psoriasi: pertanto è opportuno
evitare di
grattare il cuoio capelluto con pettini o spazzole.
Cos’è la psoriasi a calotta?
Quando la malattia interessa il cuoio capelluto e si
estende per gran parte della sua superficie, viene definita psoriasi a calotta.
Psoriasi e barba
La psoriasi del viso
può estendersi anche alla barba.
Per migliorare la sintomatologia, è importante detergere il
viso con
prodotti specifici, tamponare delicatamente con un asciugamano di cotone e applicare trattamenti locali
più volte al giorno secondo la prescrizione del dermatologo.
La psoriasi alle mani e ai piedi: la Covid-19

La
psoriasi che interessa le mani e i piedi è più correttamente definita
psoriasi palmo-plantare e coinvolge non solo l’aspetto estetico, ma provoca dolori e
sanguinamenti sotto i piedi e tra le dita, nonché difficoltà nell’afferrare gli oggetti, nella scrittura o, addirittura, nello stringere la mano al proprio interlocutore.
La psoriasi palmo-plantare
può essere più facilmente confusa con
altre patologie dermatologiche (
eczema da contatto,
eczema atopico,
micosi) rispetto ad altre forme della malattia. Per questo motivo è importante consultare un dermatologo specializzato prima di iniziare qualsiasi trattamento.
Sia le mani che i piedi sono
aree difficili da trattare.
- Per quanto riguarda le mani, è difficile applicare prodotti ad azione emolliente e nutriente e poi continuare a svolgere le azioni quotidiane. Inoltre, soprattutto in questa fase pandemica, devono essere lavate molto spesso: questo aspetto rischia di aggiungersi ai fattori irritativi della malattia.
- A loro volta, i piedi sono soggetti ad attrito e occlusione, un fenomeno che necessita di cure particolari.
Per
prevenire il peggioramento delle lesioni palmo-plantari, è consigliabile utilizzare
detergenti adatti (su consiglio del dermatologo o del farmacista),
evitare i lavaggi troppo frequenti e l’
acqua troppo calda. È anche bene applicare il trattamento emolliente dopo ogni lavaggio e ricordarsi di indossare guanti di gomma per
proteggere la pelle quando si utilizzano detersivi o altre
sostanze aggressive.
La psoriasi e i bambini
Nei
bambini molto piccoli la
dermatite seborroica (crosta lattea) può, in determinate circostanze,
evolvere verso la psoriasi.
La psoriasi in
età pediatrica può comparire come:
-
Napkin psoriasis: le manifestazioni cutanee, di colore rosso intenso e di aspetto lucido e solo raramente desquamate, compaiono nell’area del pannolino e si estendono anche le pieghe;
-
Psoriasi inversa: coinvolge il cavo ascellare, le pieghe inguinali, l'area genitale e l'ombelico, con la comparsa di lesioni di colore rosso intenso non desquamate;
-
Psoriasi guttata: comporta la formazione di piccole chiazze (1-2 cm di diametro), a volte anche molto fitte e distribuite su tutto il corpo. Uno dei fattori scatenanti per questa forma di psoriasi è rappresentato da infezioni microbiche, in particolare quelle respiratorie e otorinolaringoiatriche tipiche dei bambini.
L'artrite
psoriasica è un’evenienza
molto rara in età pediatrica.
Nei bambini la psoriasi viene trattata quasi solo per via
topica con
creme a base di cortisonici, analoghi della
vitamina D₃ (calcipotriolo),
retinoidi (tazarotene), preparazioni a base di
catrame vegetale,
antinfiammatori non steroidei.
Sono molto
utilizzate, e con grande efficacia, le
creme emollienti ed idratanti.
Se la desquamazione è cospicua, possono essere applicate creme cheratolitiche, che facilitano il distacco e l’eliminazione delle squame, a base di acido salicilico, urea e miscele di alfa e beta idrossiacidi.
Nelle forme diffuse viene praticata la
fototerapia, ma per questo trattamento nei bambini occorre
valutare attentamente
rischi e
benefici.
Chi ha la psoriasi vive meno?
La psoriasi è una
malattia complessa, che, come approfondito nel paragrafo dedicato, mette a dura prova la resistenza psicologica dei pazienti. Gli studi mostrano una
riduzione nell’aspettativa di
vita, che va dai 3 anni negli uomini ai 5 nelle donne rispetto alla popolazione normale.
Fra i pazienti affetti da questa malattia il
consumo di
alcol e di
sostanze stupefacenti è più diffuso rispetto alla popolazione di controllo. Inoltre, la psoriasi è spesso associata a malattie che minano l’integrità delle articolazioni o condizioni che possono evolvere verso il diabete e causare un aumento del rischio cardiovascolare.
Psoriasi: la vaccinazione antinfluenzale
Proteggersi da
infezioni virali che possono contribuire ad una riacutizzazione della malattia è importante per tutte le persone che soffrono di psoriasi.
Malgrado sia sempre consigliato un
consulto previo con il proprio
dermatologo, la psoriasi non rappresenta una controindicazione in senso assoluto per la
vaccinazione antinfluenzale, così come non lo è l’assunzione di terapie immunosoppressive.
Potrebbe essere opportuno rimandare la vaccinazione solo se la malattia si trova in una fase di riacutizzazione, nella quale agirebbe come fattore scatenante, secondo il Fenomeno di Koebner descritto nei paragrafi iniziali.
Chi ha la psoriasi può fare i tatuaggi?
Non dovrebbe. Si è infatti osservato che, in un paziente su 4 il
tatuaggio scatena un
peggioramento della malattia. Viene definita reazione isomorfica e consiste nella comparsa di una risposta irritativa, che comporta arrossamento, prurito e desquamazione.
L’introduzione di pigmenti nella pelle
altera il suo
equilibrio e può causare una reazione infiammatoria che si sovrappone e inasprisce quella già associata alla malattia.
Ho la psoriasi: posso comunque donare il sangue?
Solo nel caso della psoriasi
cutanea senza danno d’organo è
consentita la
donazione di sangue. La presenza del danno d’organo esclude l’idoneità.
L’impatto psicologico e l’aspetto sociale della psoriasi

Fra le
comorbidità associate alla psoriasi ci sono anche i
disturbi dell’umore, un aspetto della malattia che in passato è stato sottovalutato. Spesso si tende a
ridurre il
coinvolgimento psicologico del paziente al tema dello
stress. Tuttavia, parlare di stress significa qualche volta
banalizzare la questione.
Non tutti i pazienti sono
stressati, non tutti sono colpiti dalle ripercussioni psicologiche della malattia. Inoltre, il fatto che la
gravità delle recidive dipenda anche dallo
stress spesso spinge
parenti e amici ad addebitare al
paziente stesso la
responsabilità delle sue condizioni, della sua incapacità di gestire lo stress.
- Come precisato dalla dottoressa Vera Tengattini, specialista in Dermatologia e Venereologia, Assegnista di Ricerca presso l’Università di Bologna e Fondatrice del progetto PsoPsiche di fondazione Corazza, per molti pazienti si rende necessario un supporto psicologico, che diventa parte integrante della terapia. Occorre sviluppare una maniera personalizzata di gestire la malattia, che si adatti alle sue caratteristiche e a quelle del paziente.
Dall’esperienza professionale degli esperti emerge che
coloro che fanno più frequentemente richiesta di un supporto psicologico sono le persone colpite dalla malattia in forma moderata-severa, che dovrebbero ricevere maggiore attenzione clinica. Ma anche alcune forme di psoriasi lievi possono comportare pesanti ripercussioni sul tono dell’umore. Pensiamo, ad esempio, alle forme che si manifestano in zone particolari del corpo, come l’area genitale, il cuoio capelluto o in parti molto esposte, come le mani e il viso.
- “Le persone con psoriasi hanno maggiore possibilità di soffrire di depressione rispetto al resto della popolazione”, spiega la dottoressa Tengattini. “Una delle conseguenze della psoriasi può essere anche la cosiddetta pathological worrying” prosegue “ovvero una preoccupazione eccessiva per il peggioramento della patologia che, se estrema, può avere un effetto significativo e dannoso sull’outcome terapeutico”.
La continua
ansia per le condizioni della propria pelle determina uno stato di agitazione che paradossalmente persiste anche durante le fasi di remissione: il paziente
ha la certezza che la malattia tornerà, che la
recidiva arriverà. Ma, non sapendo quando, considera ogni momento come buono.
Neppure il contesto sociale sembra aiutare le persone affette da psoriasi, almeno stando a quanto mostrato da alcune
survey. Valeria Corazza, Presidente di Fondazione Corazza Onlus Psoriasi & Co. e APIAFCO, commenta i risultati sorprendenti di un
sondaggio condotto su una popolazione di ragazzi in età da liceo: molti di loro ritengono la psoriasi una malattia contagiosa. Questo ed altri pregiudizi contribuiscono a
creare uno
stigma attorno alla psoriasi, che catalizza superstizione e paura e non promuove ma frena lo sviluppo di una consapevolezza piena sulla malattia.
La bellezza nell’imperfezione
Fondazione Corazza ha patrocinato la produzione di una
mostra fotografica in
15 scatti d’autore, attraverso la collaborazione con talentuosi fotografi ed una madrina d’eccezione. La mostra sarà visitabile a Bologna dal 26 al 31 ottobre.
Una bellissima paziente è diventata per l’
occasione testimonial della Fondazione. Un impegno nella direzione dell’abbattimento delle barriere che ancora ostacolano la corretta gestione della malattia.
- La mostra, curata da Manuela Valentini, ha come protagonista Carlotta Savorelli, che dice di se stessa: “Ogni scatto fotografico mi ha permesso di osservare Carlotta attraverso gli occhi dell’altro: solo così il mio giudice interiore è stato malamente licenziato, lasciando spazio ad una nuova visione di me. Più completa, arrendevole accogliente, dolce”.
Le
gigantografie che la ritraggono per l’iniziativa "La Bellezza nell’Imperfezione" e che verranno esposte in 5 grandi città italiane (Milano, Torino, Bologna, Roma, Napoli) sono un inno alla bellezza, anche nell’imperfezione, che ne arricchisce il valore.
Pazienti celebri
Fra i pazienti più popolari, di due delle sorelle più note in America,
Kim Kardashian e
Kylie Jenner, che sembrano avere
ereditato dalla
madre la predisposizione allo sviluppo della malattia.
Abituate a
raccontarsi nei loro seguitissimi account
Instagram,
non hanno mai nascosto la malattia.
Kim ha descritto cosa ha significato per lei l’esordio della malattia, la sua incredulità nell’osservare il peggioramento di quello che credeva un eczema e l’intervento della madre, che ne ha riconosciuto la sintomatologia per prima.
Su Instagram ha
ragguagliato i
followers su come copre gli inestetismi causati dalla malattia e su come sia alla
ricerca perpetua di un
rimedio in grado di
controllare la
sintomatologia.
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Con il contributo educazionale di Drex Pharma