Aggiornato il 24.02.2023
Gli ossiuri, sono dei piccoli vermi (nematodi) dalla forma filiforme lunghi dai 5 millimetri (se maschi) fino a 1 centrimetro (nel caso dei vermi femmina). Il loro nome scientifico è Enterobius vermicularis. Può capitare, specie nei bambini, che questi piccoli vermi finiscano per annidiarsi nel nostro intestino e che inizino a deporre le uova – in questo caso si parla di infestazione da ossiuri, o ossiuriasi, provocando infezione e quindi fastidio e prurito nella zona perianale.
Una volta diagnosticata la presenza di ossiuriasi, si cura con farmaci appositi e il problema si risolve.
Nella maggior parte dei casi a essere colpiti sono i bambini, ma gli ossiuri possono infestare anche l’adulto, sia se ci si prende cura di un bambino con ossiuriasi, che tramite contatto oro-anale con un partner infetto durante il rapporto sessuale. Il sintomo principale è il prurito perianale.
Non si tratta di un’infezione che dà gravi conseguenze. Tuttavia, nel tempo può dare molto fastidio alla zona genitale e anale, prurito, e difficoltà nella minzione, tutte condizioni che provocano malessere, perdita di appetito e quindi dimagrimento.
La causa dell’infezione da ossiuri è l’ingestione delle uova, che può avvenire in vario modo: toccando superfici contaminate e portando le mani alla bocca, per esempio, o nel caso degli adulti con contatti oro-anali, cioè fra bocca e ano, durante i rapporti. Nei bambini succhiarsi il pollice è un fattore di rischio per la contaminazione da uova di ossiuri. La re-infestazione (auto-infestazione) può verificarsi facilmente attraverso le dita contaminate che trasportano le uova dalla regione perianale alla bocca.
Anche gli animali domestici possono essere portatori di ossiuri.
Le superfici possono essere contaminate dunque a causa del rilascio nell’aria delle uova da parte di animali o persone infette, che grattandosi senza saperlo possono portare delle uova sotto le unghie, oppure semplicemente respirando tramite bocca in una stanza dove si è sbattuto un lenzuolo. Le uova resistono per tre settimane anche a basse temperature, mentre non sopravvivono alle alte temperature, quindi al lavaggio in lavatrice, ad esempio.
Giunte nell’intestino, le uova maturano in circa un mese e iniziano a schiudersi. Le nuove femmine durante la notte tendono a uscire dall’ano e a depositare nuove uova nella zona perianale.
Il verme femmina è biancastro, filiforme e lugo dagli 8 ai 13 millimetri; il verme maschio è uguale ma leggermente più piccolo, dai 2 ai 5 millimetri. Le uova sono piccolissime, invisibili a occhio nudo, delle dimensioni di 30 x 50 micron e di forma ovale, e contengono la piccola larva arrotolata. La diagnosi specie nel bambino si ha notando i vermi femmina (che sono anche quelli che depositano le uova) nella regione perianale già un paio d’ore dopo che il bambino dorme. Per individuare le uova si esegue lo “scotch test”, cioè applicando una piccola striscia di nastro adesivo nelle pieghe della zona perianale e analizzandola al microscopio. È più raro che le uova si riscontrino nell’urina o nelle feci analizzate, ma talvolta anche un esame parassitologico delle feci, raccolte in tre giorni diversi, può rilevare la presenza di uova.
La maggior parte di chi presenta ossiuri nell’intestino non presenta sintomi, anche se i più comuni sono:
L’ossiuriasi si diagnostica identificando di vermi filiformi a occhio nudo nell'area perianale o tramite microscopio dopo lo scotch-test per le uova.
La buona notizia è che questi vermi non sono dannosi per l’organismo, ma è bene, qualora si presentino sintomi, disinfestare.
La prima cosa da fare è trattare anche tutte le persone che convivono con il contagiato e disinfettare bene la casa: letto, abiti, giocattoli, biancheria.
La terapia prevede due dosi singole di farmaco da assumere a due settimane di distanza l’una dall’altra. La seconda dose serve per eliminare tutte le uova che si erano depositate appena prima della terapia. I farmaci utilizzati, sotto forma di compresse o di sciroppo, o pomata sono:
È comune che l’infezione si ripresenti anche dopo la cura (re-infestazione da ossiuri) perché le uova che erano state depositate nell'ambiente prima della terapia possono sopravvivere anche per tre settimane e quindi la persona può entrarvi di nuovo in contatto. Si possono attuare degli accorgimenti per ridurre il rischio di una nuova contaminazione:
La diagnosi specie nel bambino si ha notando i vermi femmina (che sono anche quelli che depositano le uova) nella regione perianale già un paio d’ore dopo che il bambino dorme. Per individuare le uova si esegue lo “scotch test”, cioè applicando una piccola striscia di nastro adesivo nelle pieghe della zona perianale e analizzandola al microscopio. È più raro che le uova si riscontrino nell’urina o nelle feci analizzate, ma talvolta anche un esame parassitologico delle feci, raccolte in tre giorni diversi, può rilevare la presenza di uova.
I farmaci utilizzati, sotto forma di compresse o di sciroppo, o pomata sono: pirantel pamoato (pomata). Il farmaco paralizza i parassiti, che quindi si distaccano dalla parete intestinale per essere espulsi attraverso le feci; Mebendazolo (da assumere per bocca) che impedisce l’arrivo del glucosio, che è la fonte energetica principale dei vermi; ’albendazolo (da assumere per bocca), che agisce con la stessa dinamica del mebendazolo.
Non si tratta di un’infezione che dà gravi conseguenze. Tuttavia, nel tempo può dare molto fastidio alla zona genitale e anale, prurito, e difficoltà nella minzione, tutte condizioni che provocano malessere, perdita di appetito e quindi dimagrimento.
La causa dell’infezione da ossiuri è l’ingestione delle uova, che può avvenire in vario modo: toccando superfici contaminate e portando le mani alla bocca, oppure semplicemente respirando tramite bocca in una stanza dove si è sbattuto un lenzuolo. Nel caso degli adulti ci si può contagiare anche con contatti oro-anali, cioè fra bocca e ano, durante i rapporti.
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