Definizione del Problema
L’influenza è una
malattia respiratoria causata dai virus influenzali a livello delle vie aeree (naso, gola e polmoni).
Sono stati identificati
tre tipi differenti di virus: il tipo A e il tipo B, responsabili della sintomatologia influenzale classica, e il tipo C, di scarsa rilevanza e generalmente asintomatico.
La via di trasmissione è aerea. Il virus influenzale, solitamente acquisito attraverso il
contatto con altre persone infette, si trova sia nella saliva che nel muco delle vie respiratorie e
può penetrare nel corpo umano attraverso bocca, occhi e naso.
Il virus può essere trasmesso dal momento del contagio fino ai 3-4 giorni successivi ai primi sintomi che si manifestano a distanza di 1-4 giorni dall’infezione. Questo significa che
il virus può essere trasmesso anche da persone apparentemente sane.
Per questa ragione è fortemente raccomandato seguire alcune precauzioni generali, come:
- evitare luoghi affollati e manifestazioni di massa;
- lavare regolarmente e frequentemente le mani con acqua e sapone. In alternativa possono essere usate soluzioni detergenti a base di alcol o salviettine disinfettanti;
- evitare di portare le mani non pulite a contatto con occhi, naso e bocca;
- coprire la bocca e il naso con un fazzoletto di carta quando si tossisce e starnutisce e gettare il fazzoletto usato nella spazzatura;
- aerare regolarmente le stanze di soggiorno.
Una buona igiene delle mani e delle secrezioni respiratorie è essenziale nel limitare la diffusione dell’influenza.
Il quadro clinico può essere senza sintomi, ma nella maggior parte dei casi si possono avere
febbre (spesso accompagnata da brividi),
tosse,
mal di gola,
congestione nasale,
congiuntivite,
dolori muscolari e delle articolazioni,
mal di testa,
malessere generale e mancanza di appetito.
Soprattutto
nei bambini si possono manifestare anche sintomi a carico dell’
apparato gastro-intestinale (nausea, vomito e diarrea). Nei casi non complicati, i sintomi si risolvono spontaneamente entro 1 settimana dall’esordio.
Negli anziani, di solito, la febbre rimane bassa, l’insorgenza dei disturbi è graduale e comporta soprattutto
debolezza,
dolori articolari e
stato confusionale.
Spesso vengono impropriamente etichettate come “influenza" diverse malattie delle prime vie respiratorie, sia di natura batterica che virale, che possono presentarsi con sintomi molto simili.
Nello stesso periodo dell’anno in cui la circolazione dei virus influenzali è massima (in Italia solitamente in
autunno-inverno) possono contemporaneamente circolare molti altri virus che provocano malattie non distinguibili, dal punto di vista della sintomatologia, dall’influenza (
Adenovirus, Rhinovirus, virus sinciziale respiratorio etc.).
Le complicanze dell’influenza vanno dalle polmoniti, alla disidratazione, al peggioramento di malattie preesistenti (quali, ad esempio,
diabete, malattie immunitarie o cardiovascolari e malattie respiratorie croniche), alle
sinusiti e alle
otiti (queste ultime soprattutto nei bambini). Sono più frequenti nei soggetti over 65 anni e con condizioni di rischio, ma casi gravi di influenza si possono verificare anche in persone che non rientrano nelle predette categorie.
La diagnosi si basa, comunemente, sui sintomi clinici ma la certezza può essere raggiunta solo con l’isolamento del virus influenzale, nell’ambito di studi scientifici.
Come prevenire
Oltre alle comuni misure di igiene,
il modo migliore di prevenire e combattere l’influenza è vaccinarsi, sia perché aumentano notevolmente le probabilità di non contrarre la malattia sia perché, in caso di sviluppo di sintomi influenzali, questi sono molto meno gravi e, generalmente, non seguiti da ulteriori complicanze. .
Alla base dell’epidemiologia dell’influenza vi è la
marcata tendenza di tutti i virus influenzali a variare, cioè ad acquisire cambiamenti nelle proteine di superficie che permettono loro di aggirare la barriera costituita dalla immunità presente nella popolazione che in passato ha subito l’infezione influenzale. Questo significa che
le difese che il nostro corpo ha messo a punto contro il virus dell’influenza che circolava, ad esempio, l’anno appena trascorso, non sono più efficaci per il virus dell’anno in corso.
Per questi motivi
la composizione del vaccino deve essere aggiornata tutti gli anni e la sorveglianza è fondamentale per preparare il vaccino per la stagione successiva in base ai ceppi che hanno avuto maggior diffusione nell’ultimo periodo epidemico.
Il Ministero della Salute e l’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomandano la vaccinazione a:
- donne in gravidanza;
- bambini dai 6 mesi ai 5 anni;
- anziani over65 anni;
- persone con malattie croniche;
- personale sanitario.
Il periodo più indicato per la vaccinazione va da metà ottobre a fine dicembre. Si sconsiglia, generalmente, di non vaccinarsi con molto anticipo perché l’immunità data da questo vaccino diminuisce nell’arco di 6-8 mesi e, quindi, si potrebbe rischiare di essere solo parzialmente protetti nel periodo più rischioso (ottobre-febbraio).
La somministrazione è per via intramuscolare e in tutti coloro con età >12 anni l’iniezione va effettuata nel
muscolo deltoide (braccio), mentre per i più piccoli è consigliato il muscolo della coscia.
Quadro epidemiologico
L’influenza è una malattia stagionale che, nell’emisfero occidentale, si verifica durante il periodo invernale.
L’influenza uccide, ogni anno, tra le 300 mila e le 500 mila persone in tutto il mondo. È causa di un elevato consumo di risorse sanitarie dovuto a visite mediche, utilizzo di farmaci, complicanze e ospedalizzazioni ed è ancora oggi,
in Italia, la terza causa di morte per patologia infettiva dopo l’
AIDS e la
tubercolosi.
Ogni anno, nell’emisfero settentrionale, fino a
100 milioni di persone si ammalano di influenza e, mediamente, un adulto su dieci e un bambino su tre contraggono la malattia.
Tra i bambini, uno su tre svilupperà un’otite e per più di uno su cento sarà necessario un ricovero in ospedale per complicanze.
La frequenza con cui insorgono casi di influenza, pur essendo assai diversa da stagione a stagione, si stima intorno all’8% nella popolazione generale, mentre nella fascia di età 0-14 anni, che è quella più colpita, l’incidenza è pari a
circa il 22%.