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Disfasia: che cos’è
La disfasia è un
disturbo neuropsichiatrico che:
- Rende difficile comprendere e utilizzare il linguaggio correttamente;
- Consiste nell’incapacità a ordinare le parole secondo uno schema logico, con difetti di articolazione, uso limitato delle consonanti e ritardo della comprensione.
I
sintomi sono
molteplici e diversi e normalmente la disfasia può esser rilevata in
età scolare. Se diagnosticato tempestivamente, questo disturbo può essere trattato con la
logopedia.
Il termine disfasia è oggi definito in ambito medico come
Disturbo Specifico del linguaggio (DSL), che comprende tutte le condizioni, più o meno gravi, in cui il bambino mostra incapacità o difficoltà nell’esprimere e comprendere correttamente il significato di parole e frasi.
Chi soffre di disfasia
non riporta
deficit percettivi o
danni neurologici, ma presenta
difficoltà nello
sviluppo linguistico: un linguaggio incomprensibile, povero di parole e contenuto in quanto si rilevano disturbi di natura articolatoria (non organica), semantica, grammaticale e sintattica. La disfasia è un
disturbo complesso, che si può manifestare in maniera più o meno grave e avere molteplici cause. Ancora oggi i
fattori che scatenano questo deficit cognitivo
non sono
chiari, ma pare che incida
molto il fattore
genetico. A seconda delle cause scatenanti e dei casi, la disfasia può durare solo qualche giorno o tutta la vita, specialmente quando non viene diagnosticata in tempo.
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Cause della Disfasia
Le possibili
cause della disfasia sono poco chiare. In rari casi è possibile individuare una
lesione ad alcune aree
encefaliche, che determinerebbe i problemi nella comunicazione. In particolare, la disfasia sembra interessare il
lobo temporale, soprattutto la
parte postero-superiore detta area di Wernicke e l’area di Broca nel lobo frontale.
Si ipotizzano anche cause di tipo
psicologico o
psicosomatico, perché i bambini che soffrono di disfasia non hanno problemi dal punto di vista neurologico e sensoriale. A
causa della
varietà delle situazioni, che possono riguardare diversi aspetti della comunicazione, si tende a concentrarsi sui sintomi e sul trattamento da effettuare, piuttosto che sull’origine del disturbo.
Tipologie di Disfasia
All’interno delle difficoltà specifiche del linguaggio (DSL) esistono
diverse tipologie di disturbo, che possono essere
più o meno
gravi e riguardare diverse aree cognitive.
- L’afasia è la perdita parziale o completa della capacità di esprimersi o comprendere parole scritte o verbali; è causata da un danno alle aree del cervello che controllano il linguaggio.
- Quando, dopo apoplessia o danni cerebrali, si manifesta la perdita totale della capacità di comunicare con la parola, si parla di afasia globale.
- Le dislalie infantili, difetti di pronuncia, sono disturbi dell’articolazione dei fonemi, causate da alterazioni funzionali o organiche a carico dell’apparato fonatorio.
- Nelle dislalie funzionali, l’errata pronuncia è dovuta a una scorretta impostazione e utilizzazione di una o più sezioni dell’apparato fonatorio, mentre in quelle organiche la causa sono malformazioni o lesioni di uno o più settori dell’apparato articolatorio, come palatoschisi, alterazioni del morso dentale, palato ogivale, frenulo corto.
- Si tratta invece di disfasia quando il disturbo del linguaggio è parziale rispetto all’afasia, cioè quando il bambino riesce in almeno una delle due azioni della comunicazione, esprimersi e comprendere. Le disfasie sono suddivise in due tipologie:
- Disfasia espressiva o motoria, se il soggetto ha difficoltà anche gravi a esprimersi, ma riesce a comprendere bene il linguaggio parlato;
- Disfasia recettiva o sensoriale, se invece il soggetto ha scarsa capacità a capire il linguaggio, mentre è in grado di formulare molte parole, seppure talvolta incomprensibili.
Disfasia: sintomi

La disfasia è una
disfunzione che si manifesta solitamente a partire dalla
nascita e si può riconoscere in alcuni comportamenti del bambino.
La diagnosi vera e propria è possibile solo dopo i 3-4 anni di età, quando il bambino viene inserito in un
ambiente scolastico, in un’età nella quale dovrebbe aver imparato il linguaggio.
Alcuni
sintomi che caratterizzano la disfasia sono:
- Mancanza dei normali step di comunicazione dei bambini;
- Assenza della lallazione fra i 5 ed i 10 mesi;
- Assenza della gestualità fra i 12 ed i 14 mesi;
- Mancata acquisizione di schemi d’azione con oggetti a 12 mesi;
- Vocabolario inferiore a 20 parole a 18 mesi;
- Vocabolario inferiore a 50 parole a 24 mesi;
- Assenza o ridotta presenza di gioco simbolico e problemi nella comprensione di ordini non contestuali fra i 24 ed i 30 mesi;
- Ridotta presenza di gioco simbolico fra 30 e 40 mesi;
- Persistenza di idiosincrasie dopo i 30 mesi;
- Incapacità di mettere in ordine parole e gesti quotidiani;
- Mancanza di curiosità e interesse per i tipi di comunicazione;
- Difficoltà o assenza di ripetizione dei termini insegnati;
- Incapacità di pronunciare correttamente parole e fonemi;
- Difficoltà nella comprensione e nella risposta a stimoli uditivi;
- Mancata comprensione dei simboli visivi legati alla comunicazione, come gesti, parole e numeri scritti;
- Problemi nella memorizzazione e nella rievocazione di parole nel contesto giusto;
- Uso di enunciati brevi, senza verbi ed elementi grammaticali.
La disfasia si manifesta anche attraverso alcuni
comportamenti del bambino, che può essere molto
abitudinario, mostrando difficoltà a gestire i cambiamenti, oppure poco socievole, introverso, tendendo a isolarsi e mostrando scarso interesse verso gli altri, perché non riesce a comunicare bene con loro.
I bambini disfasici possono presentare problemi anche psicomotori: spesso sono impacciati, poco agili e hanno problemi di
equilibrio.
- In questi casi, la disfasia si può accompagnare a disprassia, un disturbo evolutivo della coordinazione motoria.
- I soggetti affetti da disfasia possono anche presentare disprassia verbale, un disturbo del sistema nervoso centrale che comporta la difficoltà di programmazione dei movimenti articolatori necessari alla produzione dei suoni, difficoltà di articolarli insieme e di ordinarli nella giusta sequenza per formulare parole e frasi.
Diagnosi e trattamento della disfasia
Se c’è il
sospetto di disfasia è opportuno intervenire
subito, per evitare che il problema nella comunicazione orale sia accompagnato da problemi nella lettura e nella scrittura. Inoltre, può accadere che le difficoltà nel linguaggio continuino
anche in età adulta.
Il
pediatra può prescrivere alcuni esami diagnostici:
- TAC alla testa ed elettroencefalogramma vengono effettuati per escludere lesioni cerebrali, che sono comunque rare;
- Successivamente si effettua la visita audiometrica per valutare che il problema non sia organico, e che ci possa essere disfasia;
- Si passa quindi alla visita neurologica pediatrica che valuta la sfera del linguaggio parlato e compreso, psicomotoria e psicologica;
- Per individuare questa patologia risultano molto utili anche i test auditivo-verbali di B. Maissony, che valutano il livello di comprensione e di utilizzazione verbale.
Se viene
diagnosticata la disfasia
non esistono trattamenti specifici, poiché si tratta di disturbi molto soggettivi. L’unica terapia
consigliata ed efficace è quella
effettuata dal
logopedista. Una diagnosi
tempestiva, seguita dal supporto logopedistico, può aiutare molto il bambino con disfasia a crescere e relazionarsi con gli altri.
Il logopedista deve, nella prima fase di
terapia,
imparare ad
osservare e quindi riabilitare le capacità di orientamento del bambino rispetto allo spazio e al tempo, servendosi di esercizi ritmici diversi.
Il logopedista si può avvalere anche della
collaborazione di un
neuro-
psicomotricista che, in questi casi, è la figura più adatta per un’efficace rieducazione.
Il trattamento riabilitativo è solitamente
abbastanza lungo e la prognosi è diversa da caso a caso, in rapporto anche alla precocità dell’intervento.
Il trattamento logopedico si propone il raggiungimento di
obiettivi quali:
- Lo sviluppo nel bambino della capacità di esprimersi in maniera comprensibile e degli strumenti linguistici mirati all’ampliamento delle strutture sillabiche e del vocabolario e alla costruzione di frasi complesse;
- L’educazione alla corretta motricità dei muscoli che concorrono alla produzione del linguaggio;
- L’eliminazione degli errori che non permettono la corretta pronuncia delle parole;
- Promozione della comunicazione verbale e non verbale;
- Maturazione della consapevolezza e della sicurezza linguistica nel bambino.
RIFERIMENTI BIBILIOGRAFICI