Diabete gestazionale: intervista alla dott.ssa Senesi

Diabete gestazionale: intervista alla dott.ssa Senesi

Intervista alla Dott.ssa Antonella Senesi

Specialista in Endocrinologia e Malattie del Metabolismo
presso i Poliambulatori San Gaetano di Thiene

Diabete gestazionale: cos’è e come si cura?

Quando si parla di diabete gestazionale ci si riferisce a un’intolleranza dei carboidrati, di gravità variabile, diagnosticata durante la gravidanza. Alla base di questa alterazione vi è l’incapacità del pancreas di aumentare la produzione di insulina, ormone che veicola lo zucchero nelle cellule. Questo incremento è necessario per soddisfare le nuove esigenze dell’organismo materno o per compensare un’insulino-resistenza.
 
“Il diabete gestazionale si manifesta in un 6-10% delle gravidanze a partire dal secondo trimestre: può interferire con il buon andamento dell’attesa e causare la preeclampsia - cioè aumento della pressione arteriosa, edema e proteinuria in gravidanza”, spiega Antonella Senesi, Specialista in Endocrinologia e Malattie del metabolismo presso i Poliambulatori San Gaetano di Thiene, in provincia di Vicenza.

“L’eccesso di zucchero nel sangue, inoltre, può favorire la macrosomia fetale - cioè la crescita eccessiva del feto – che può comportare la necessità di indurre il parto precocemente o di programmare il cesareo. Il bambino, inoltre, potrebbe andare incontro a sindrome da distress respiratorio - problema legato all’immaturità dei polmoni - a ipoglicemia e, in età adulta, potrebbe soffrire di diabete di tipo 2. Quanto alla mamma, sebbene il disturbo scompaia subito dopo il parto, ha un rischio aumentato di soffrire di diabete mellito in età avanzata”.

Come si arriva alla diagnosi?

Il primo passo è eseguire, non appena possibile, il dosaggio del glucosio plasmatico, esame a cui dovrebbero sottoporsi tutte le future mamme all’inizio dell’attesa. “Quante presentano almeno un fattore di rischio per il diabete gestazionale - cioè familiarità, sovrappeso, pregresso diabete gestazionale, età al di sopra dei 35 anni - devono eseguire, inoltre, la curva glicemica tra la 24esima e la 28esima settimana di attesa. Se il rischio è alto - in presenza di obesità o di glicemia a digiuno tra 100-125 mg/dl – questo test di screening va anticipato a 16-18 settimane e ripetuto a 24-28 settimane,”, spiega Antonella Senesi.
La curva glicemica può essere prescritta anche in assenza di fattori di rischio, specialmente in presenza di alcune condizioni: se la donna aumenta di oltre 3 kg al mese o se la crescita fetale supera il 90° percentile”.

Come si tratta il disturbo?

Nella maggior parte dei casi, i valori della glicemia tornano nella norma semplicemente modificando l’alimentazione. “Innanzitutto si eliminano gli zuccheri semplici, che sono quelli che causano il repentino aumento della glicemia. Occorre poi suddividere la giusta quantità di carboidrati complessi – pasta, pane, riso, legumi, patate - nei cinque pasti della giornata: colazione, spuntino di metà mattina, pranzo, merenda e cena. Così facendo, si tiene sotto controllo la fame e si mantiene costante il livello di glicemia”. Qualche volta, si rende necessaria la terapia insulinica che va proseguita fino al parto.

E dopo la nascita del bambino?

Il diabete gestazionale generalmente scompare. “Per essere sicure che il disturbo si sia risolto, però, è necessario controllare i valori della glicemia subito dopo il parto. È consigliabile, inoltre, una nuova valutazione dopo circa 2-3 mesi così da impostare un corretto stile di vita nel caso i valori risultassero alterati”.

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