Chirurgia robotica mini-invasiva della mammella: a che punto siamo?
Intervista al Dott. Antonio Toesca, Direttore del Programma di Chirurgia Senologica presso l'Istituto di Candiolo
La
chirurgia mini-invasiva robotica della mammella è una tecnica che fornisce al
chirurgo una corretta visione ed
esposizione dei
tessuti da rimuovere così da salvaguardare il più possibile i tessuti sani della donna affetta da
tumore al seno. Il primo intervento al mondo di questo tipo è stato eseguito proprio in Italia nel 2014 con
promettenti risultati per quanto riguarda la qualità di vita delle pazienti.
Antonio Toesca, Direttore del Programma di Chirurgia Senologica presso l'Istituto di Candiolo (Torino), ci spiega di cosa si tratta e a che punto è la ricerca scientifica.
In cosa consiste questa opzione chirurgica?
La
chirurgia oncologica robotica applicata all’intervento di
mastectomia - l'asportazione chirurgica della mammella - prevede la possibilità di risparmiare con precisione il complesso areola capezzolo, il lembo cutaneo e sottocutaneo che contiene i vasi sanguigni superficiali, i tessuti sani e di ridurre al minimo la cicatrice chirurgica, che viene nascosta in regione ascellare, lontano dalla mammella, “lontano dagli occhi”.
L’
impiego del robot durante questi interventi chirurgici facilita l’asportazione corretta di aree lontane dall'incisione cutanea, per consentire di aumentare la
precisione chirurgica, con una migliore visualizzazione delle strutture anatomiche e dei tessuti sani da conservare.
Questa tecnica permette di avere un impatto positivo sul
risultato cosmetico e sulla
qualità di
vita post-
operatoria.
Obiettivo della chirurgia mini-invasiva robotica è di ottenere
risultati tecnici ed estetici superiori rispetto alla chirurgia classica mantenendo gli stessi principi oncologici della mastectomia standard.
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A che punto è la ricerca per questo tipo di chirurgia?
Si tratta di una
metodica di nuova
concezione. Obiettivi della prima fase della sperimentazione sono stati:
- Verificare la sicurezza chirurgica;
- Monitorare il tasso di complicanze post-operatorie;
- Verificare il tasso di conversione ad intervento classico;
- Monitorare le problematiche peri-operatorie ed anestesiologiche e confrontare i risultati con casistiche differenti provenienti da diversi Cancer Center a livello internazionale.
Una volta registrati e condivisi i dati provenienti da molteplici centri accreditati nel mondo, la
sfida è stata capire i
potenziali vantaggi per le pazienti e identificare quali potessero trarre più giovamento da questo tipo di approccio.
Obiettivo della seconda fase della ricerca è stato comprendere i
reali vantaggi per la donna.
Perciò è stato condotto uno
studio scientifico randomizzato (
A Randomized Trial of Robotic Mastectomy versus Open Surgery in "Women With Breast Cancer or BRCA Mutation"), poi pubblicato su una delle
riviste scientifiche più
prestigiose -
Annals of Surgery – in cui è stato operato un confronto tra le pazienti sottoposte a chirurgia senologica classica e quelle sottoposte al nuovo intervento di chirurgia mini-invasiva robotica.
Il
risultato più
eclatante è stato quello relativo alla
qualità di vita post-operatoria. Le donne sottoposte a chirurgia robotica hanno riferito una
miglior qualità di vita dopo l'intervento.
Quali sono i limiti di questa metodica?
Sebbene l’intervento chirurgico sia di
facile concezione, non può essere eseguito in tutti i centri che operano il seno a causa dell’elevata specializzazione che richiede e per la necessità di avere a disposizione il Robot, apparecchio costoso e di complessa gestione. Dunque questo intervento può essere eseguito unicamente
in un centro di riferimento dedicato.
Un altro
limite è che questa tecnica deve essere eseguita in un centro che disponga di
protocolli clinici che prevedano la
standardizzazione della metodica all’interno di percorsi interni che garantiscano la buona riuscita dell’intervento in termini di
sicurezza chirurgica ed
oncologica.
Tenuto conto di tutto ciò, questa opportunità può essere offerta solo dai centri dedicati alla
cura del
tumore, i
Cancer Center più moderni che hanno la possibilità di formare i propri chirurghi da un punto di vista culturale, di aggiornamento scientifico e pratico e che dispongono di apparecchiature adeguate. Penso che i centri di riferimento in Italia ed Europa dovrebbero poter offrire questo tipo di approccio quando indicato.
Attualmente i centri che
offrono questo tipo di chirurgia mini-invasiva robotica sono
pochissimi in Europa e possono essere considerati l’orgoglio dei
migliori sistemi sanitari.
Quali previsioni si possono fare per quanto riguarda il futuro della chirurgia per la cura del tumore al seno?
Sicuramente assisteremo ad una
riduzione dei
trattamenti demolitivi grazie alla
diagnosi sempre più
precoce ed all’
approccio multidisciplinare che sempre più coadiuva la chirurgia con terapie farmacologiche pre-operatorie (in grado di ridurre l’impatto chirurgico). Il sogno, spero realizzabile, è quello di
non operare più in futuro (nell'ottica di avanzamento della
chirurgia conservativa della mammella).
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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
Toesca A et al., A Randomized Trial of Robotic Mastectomy versus Open Surgery in Women With Breast Cancer or BRCA Mutation. Annals of Surgery - doi: 10.1097/SLA.0000000000004969. Epub ahead of print. PMID: 34597010