Indice
Domande e Risposte
L’
asma è una
malattia infiammatoria cronica e una delle più diffuse patologie delle vie respiratorie. I bronchi di un paziente asmatico sono caratterizzati da uno stato infiammatorio perenne, che è alla base dei sintomi più conosciuti di questa malattia: la
tosse e il caratteristico
sibilo che il paziente produce in fase di espirazione, quando l’aria esce dai suoi polmoni. Le altre manifestazioni della patologia sono:
-
Dispnea: difficoltà a respirare;
-
Oppressione toracica: un angosciante senso di pesantezza che sembra schiacciare il torace, impedendone la dilatazione e rendendo di conseguenza difficile la respirazione.
Pur essendo una malattia che provoca pericolosi attacchi, per diverse ragioni i pazienti tendono a seguire poco e male la terapia prescritta dallo
specialista. Questo aspetto aumenta il rischio di nuove crisi e peggiora il decorso della patologia.
L’asma può consentire una buona qualità della vita, a patto che il paziente riceva un trattamento adeguato, che curi sia i sintomi che le cause della malattia. Per raggiungere questo obiettivo, è fondamentale aumentare il coinvolgimento del paziente, attraverso iniziative di
informazione ed il
rafforzamento dell’alleanza con il medico. E’ quest’ultimo che deve identificare tempestivamente il tipo di asma di cui soffre il paziente e la cura più opportuna.
Molte delle informazioni presenti in questo articolo sono state tratte dalla Conferenza di presentazione dell’iniziativa ASMAZERO Week, evento promosso da FederASMA e ALLERGIE Onlus a cui
Dove e Come Mi Curo ha partecipato.
Consulta i centri che hanno dichiarato di essere specializzati in Asma:
Centri specializzati in Asma
La diffusione dell'asma
Secondo la
Global Initiative for Asthma (GINA), sono 300 milioni le persone nel mondo che soffrono di asma; questo significa una persona ogni venti.
In Europa, ci sono oltre 30 milioni di asmatici e questo numero sta progressivamente aumentando. Lo studio
SIDRIA-2 ha stimato che in Italia circa un bambino/adolescente su dieci è affetto da asma, il che significa che in ogni classe scolastica potrebbero esserci circa 2-3 asmatici.

Le
morti associate alla malattia, secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), sono circa
180 mila ogni anno.
È evidente che stiamo parlando di una patologia di grande impatto sulla popolazione. Una malattia che trascina con sé costi sociali e umani elevatissimi. Nel nostro Paese, in particolare, è stato stimato che un paziente affetto da asma “costa" allo Stato, in media, 741 euro all’anno. Di questi soldi, un po’ meno della metà rappresentano i costi diretti dell’asma, ovvero le visite mediche, i ricoveri in ospedale e le terapie farmacologiche. Più del 50% della spesa va a coprire i cosiddetti “costi indiretti" come, ad esempio, l’impossibilità di andare a lavorare e, quindi, la perdita di produttività.
Nei soli Stati Uniti, la stima dei
costi diretti e indiretti per la cura dell’asma si aggira intorno ai 6 miliardi di dollari all’anno.
L’Assemblea Mondiale della Sanità, che si riunisce una volta l’anno e costituisce il principale organo decisionale dell’OMS, ha dato negli anni 2000 grande rilievo e attenzione alle malattie respiratorie croniche. Al fine di sviluppare un approccio globale per la sorveglianza, la diagnosi, la prevenzione e il controllo delle
malattie respiratorie croniche l’OMS ha, quindi, organizzato incontri consultivi che hanno portato alla costituzione della
Global Alliance against chronic Respiratory Diseases (GARD), un’alleanza volontaria, nazionale e internazionale, che coinvolge organizzazioni, istituzioni e agenzie con il comune obiettivo di migliorare la salute respiratoria globale.
Qualche anno prima, nel 1993, dalla collaborazione tra l’OMS e lo statunitense
NHLBI (National Heart Lung and Blood Institute), nasceva la
GINA che ha lo scopo di diffondere informazioni sulla gestione e la cura dei pazienti con asma e di contribuire a un miglioramento costante di questi aspetti.
Dal 2001, la GINA promuove l’organizzazione della
Giornata Mondiale dell’Asma, pensata per far conoscere sempre di più ai cittadini questo problema respiratorio. Inoltre, dal 2002 produce un Report annuale che riassume le migliori evidenze scientifiche disponibili sulla cura e prevenzione di tale patologia.
Che cos'è l'asma?
Per capire cos’è l’asma, è bene introdurre una breve spiegazione dei meccanismi con cui l’aria fluisce nell’
apparato respiratorio.
Le nostre vie aeree sono come tanti piccoli tubi, di dimensioni progressivamente più piccole via via che dalla bocca si va verso i polmoni. Queste condotte rivestono il ruolo fondamentale di veicolare l’aria dall’ambiente esterno ai polmoni.
L’aria entra nella bocca, passa attraverso la
laringe (l’organo nel quale ha sede la fonazione) finendo nella trachea. Quest’organo si dirama poi nei
bronchi, che si sfioccano nei
bronchioli.
È negli
alveoli polmonari, le esigue celle localizzate al termine dei bronchioli, che cellule specializzate trasportano l’ossigeno in essa contenuto al sangue ed eliminano l’anidride carbonica presente nel sangue, prodotto di scarto dei processi metabolici. Questo fenomeno è detto
scambio gassoso.
Le vie aeree di una persona normale rimangono sempre bene aperte (pervie). La presenza nell’aria inalata di sostanze potenzialmente dannose o corpi estranei, ne causa tuttavia la parziale chiusura. Si tratta di un meccanismo di difesa, definito
broncospasmo, mirato alla protezione da possibili tossicità. La reazione che determina lo spasmo dei bronchi, ossia la contrazione della loro muscolatura liscia, che ne restringe il calibro, è innescata da stimoli nervosi.
Le vie aeree delle persone che soffrono di asma sono iperreattive nei confronti degli stimoli esterni e reagiscono producendo broncospasmo anche in presenza di stimoli non dannosi. Il fenomeno dell’
iperreattività bronchiale è la causa degli attacchi di asma, circostanze acute nelle quali l’aria fatica ad entrare nei polmoni.
L’intervento tempestivo con
farmaci appropriati può risolvere l’attacco d’asma. Il trattamento dell’asma deve tuttavia essere cronico. Viceversa, una malattia non trattata o trattata inadeguatamente, può portare a conseguenze gravi, fra cui l’intensificazione dei sintomi e la riduzione degli intervalli fra un attacco e il successivo.
Essendo l’asma una patologia infiammatoria, è il coinvolgimento del
sistema immunitario a determinare la quasi totalità dei suoi sintomi. La risposta immunitaria provoca:
L’ispessimento della mucosa e la presenza di muco rendono difficile la respirazione e provocano i due sintomi caratteristici: la
tosse e il
sibilo.

Come riconoscere l'asma
L’asma viene diagnosticata sulla base di una valutazione clinica e viene confermata dall’esecuzione di
prove di funzionalità respiratoria.
La diagnosi differenziale può assumere peso nel caso di
sospetta broncopneumopatia ostruttiva cronica (BPCO) una malattia caratterizzata da sintomi in parte sovrapponibili a quelli dell’asma.
Dal punto di vista funzionale, la malattia comporta
difficoltà a espellere l’aria dai polmoni. La resistenza che l’aria incontra nell’apparato respiratorio può essere misurata tramite uno strumento specifico, detto
spirometro.
Il paziente soffia nel boccaglio dello strumento, mentre il medico registra una serie di parametri descrittivi della funzionalità respiratoria.
In alcune circostanze può essere utile eseguire il test di provocazione, nel quale si somministra al soggetto una sostanza in grado di scatenare il
broncospasmo, la metacolina, per poterne studiare la reazione.
In corso di attacco, l’asma richiede una valutazione della
saturazione di ossigeno nel sangue (
pulsossimetria) e del picco del flusso espiratorio (FEV1). Si tratta di fattori chiave per comprendere la gravità della crisi e decidere in merito alla terapia.
Consulta le strutture che effettuano una Spirometria semplice:
Dove effettuare una Spirometria semplice?
Le cause dell'asma
L’asma è una
malattia multifattoriale, che riconosce anche una predisposizione genetica.
Fra i fattori ambientali, le allergie sono alla base della maggior parte dei casi di asma (
asma allergico), interessando la metà degli adulti e l’80% dei bambini. È il sistema immunitario a
rispondere in maniera eccessiva all’esposizione a determinate sostanze che, invece, nelle persone non allergiche non causano alcun sintomo.
In altri individui, la causa dell’asma è
sconosciuta.
In ogni caso gli attacchi di asma possono essere scatenati da
sostanze irritanti, come quelle prodotte dalla
combustione del tabacco e presenti nell’
inquinamento atmosferico.
Un attacco d’asma può essere causato anche da
infezioni virali delle vie aeree, dall’esercizio fisico (
asma da sforzo) o da eventi atmosferici (ad esempio
forti escursioni termiche o colpi di vento).
Questo non significa che chi ha l’asma non possa fare sport. Seguendo particolari accorgimenti e non abbandonando la terapia medica, l’esercizio fisico anche agonistico è compatibile con la malattia. Ricordiamo tutti grandi campioni a cui l’asma non ha impedito di esprimere brillanti performance sportive: uno fra tutti, il popolare ciclista
Francesco Moser.
Asma: come ridurre il rischio di attacchi
L’asma è una malattia causata da fattori genetici e ambientali non ancora completamente noti.
Per poter effettuare una corretta prevenzione, il paziente deve essere consapevole dei fattori di rischio. Le condizioni che aumentano il rischio di incorrere in nuovi attacchi sono:
-
Lunghe permanenze in luoghi chiusi: il mancato ricambio di aria e lo stazionamento del paziente in ambienti con aria viziata possono facilitare l’insorgenza di attacchi;
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Presenza di animali domestici: una buona percentuale di casi di asma è legata a predisposizione allergica. In caso di
allergia al pelo degli animali domestici, il paziente dovrebbe evitare di ospitarli nella propria abitazione e di soggiornare in case che li accolgono. Sembrerebbe una raccomandazione superflua, ma non è così. Non è trascurabile il numero di pazienti che, sulla base del fatto che sono colpiti da attacchi lievi e sporadici, non si allontanano da animali domestici cui sono allergici;
-
Contatto con allergeni: in generale, il paziente affetto da asma di origine allergica devono evitare l’esposizione agli allergeni, sia respiratori (muffe, acari, pollini) che alimentari;
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Esposizione agli inquinanti ambientali: non solo il piombo può causare l’insorgenza di attacchi, ma anche sostanze di più comune diffusione e utilizzo, come profumi, lacche, vernici, solventi organici;
-
Muffa: le pareti della casa del paziente asmatico devono essere bonificate dall’eventuale presenza di muffe;
-
Umidità: l’eccesso di umidità ambientale può scatenare attacchi di asma nei soggetti predisposti;
-
Fumo da sigaretta: il fumo è per l’asma un fattore di rischio dimostrato, anche quando passivo; aumenta la sensibilità bronchiale e favorisce l’insorgenza ed il mantenimento della reattività bronchiale. Si stima che la percentuale di fumatori asmatici sia pari a quella della popolazione generale (20%), un dato che fa riflettere sulla mancanza di reale consapevolezza sui rischi di questa patologia
- Sforzi fisici: nei pazienti asmatici anche una breve corsa può innescare un attacco: chi ha l’asma non dovrebbe, in nessun caso, fumare;
- Reflusso gastroesofageo: l’asma da reflusso scatena soprattutto attacchi notturni. Durante il sonno la stazione orizzontale favorisce la risalita del contenuto acido dello stomaco verso le vie respiratorie, irritandole;
-
Basso peso alla nascita;
-
Infezioni respiratorie precoci: l’infezione da parte di un microorganismo (specialmente
virus) può riacutizzare l’asma e determinare la persistenza di infiammazione. Questo è il motivo per cui è in generale raccomandata la
vaccinazione antinfluenzale nei pazienti asmatici. Se l’esposizione ad infezioni che determinano alterazioni strutturali avviene in tenera età, il rischio è maggiore perché a questa età le vie aeree sono più suscettibili al rimodellamento.
Come si cura l'asma: tutte le novità
Dunque, quale farmaco per l’asma?
La terapia dell’asma si compone, nella maggior parte dei casi, di farmaci inalatori, che vengono formulati e venduti in appositi dispositivi che permettono l’inalazione. È molto importante imparare bene la tecnica per una corretta inalazione, altrimenti si rischia che il farmaco non arrivi bene in profondità nelle vie respiratorie e che, quindi, non eserciti tutto il suo effetto. Una terapia ben fatta permette di tenere sotto controllo la malattia e non andare incontro a spiacevoli episodi acuti di asma. In ogni caso, contestualmente alla diagnosi, il medico illustra anche le modalità con cui deve essere assunta la terapia.
A seconda della gravità dei sintomi, la terapia può essere assunta solo al bisogno oppure essere regolarmente presa ogni giorno.
La terapia dell’asma comprende un discreto numero di categorie di farmaci, con cui lo specialista calibra una terapia personalizzata per il paziente:
-
Broncodilatatori a breve durata d’azione: sono i cosiddetti SABA – Shortly Acting Beta Agonist (sostanze ormai molto conosciute dal pubblico, come il salbutamolo); producono un sollievo temporaneo della sintomatologia, ma non agiscono sull’infiammazione che la genera e possono aumentare il rischio di riacutizzazioni della malattia;
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Broncodilatatori a lunga durata d’azione: sono i LABA –
Long Acting Beta Agonist (come il formoterolo); non si limitano ad agire nel breve, ma permettono di controllare la sintomatologia per intervalli di tempo maggiori, per una più efficace gestione della malattia;
-
Cortisonici inalatori: sono gli ICS –
Inhaled CorticoSteroid; si tratta di cortisonici (come la ciclesonide) che devono essere assunti per uso inalatorio allo scopo di modulare l’infiammazione bronchiale;
-
Antimuscarinici e anti-leucotrienici (come il montelukast): hanno effetto antinfiammatorio e vengono aggiunti alla terapia standard se questa non è efficace nel controllare i sintomi;
-
Farmaci biologici: sono indicati solo per i pazienti con asma grave non controllabile con la terapia tradizionale. Questa categoria di medicinali ha cambiato la storia dell’asma grave. Attualmente sono in uso solo pochi farmaci biologici, ma ne stanno arrivando altri. I farmaci ottenuti con le biotecnologie hanno anche permesso di limitare il dosaggio dei cortisonici, riducendo gli effetti collaterali per il paziente.
Mentre negli anni ’90 sono stati compiuti numerosi ed importanti passi avanti nella gestione dell’asma, negli ultimi 10-15 anni non si può dire sia avvenuta la stessa cosa. Come descritto in un
articolo pubblicato su The Lancet nel 2018, i tassi di mortalità legati a questa patologia non sono ulteriormente diminuiti. Sembra dunque necessario un nuovo approccio, che porti un cambiamento culturale prima che sostanziale.
“Le
nuove Linee Guida GINA (dove questo acronimo è la sigla per
Global Initiative for Asthma) rappresentano il più importante cambiamento nella gestione dell’asma degli ultimi 30 anni”, spiega Giorgio Walter Canonica, Professore di Medicina Respiratoria all’Humanitas University e Direttore della Clinica Medicina Personalizzata Asma e Allergie di Humanitas.
Il professor Canonica spiega come
oggi la gestione dell’asma preveda non più la sola assunzione di broncodilatatori a breve azione, ma una combinazione di broncodilatatore a lunga durata e cortisonico inalatorio.
Un approccio che cura il sintomo ma anche l’infiammazione che ne è alla base e che garantisce una migliore gestione della malattia.
Le maggiori conoscenze sull’aspetto immunologico dell’asma, la formulazione di nuovi farmaci e l’ottimizzazione della terapia con i medicinali già in prontuario, hanno permesso di personalizzare la terapia, modulandola sulle esigenze di ogni singolo paziente.
Le raccomandazioni degli esperti
“
L’asma è caratterizzato da un’aderenza terapeutica molto bassa: solo un paziente su tre segue correttamente le indicazioni e la terapia prescritte dal medico”, avverte Carlo Filippo Tesi, Presidente FederASMA e ALLERGIE Onlus. Questo allarme è oggi più che mai attuale: controllare i sintomi non significa essere guariti. Dall’asma, che è una malattia cronica, non si può ancora guarire e il miglioramento della sintomatologia non deve spingere ad abbassare la guardia.
Occorre anche non sottovalutare gli attacchi, anche se lievi. L’insorgenza di nuove crisi non comporta solo un rischio immediato per il paziente, che va incontro a difficoltà respiratorie che possono richiedere cure d’emergenza. E’ anche un fattore di peggioramento dello stato di infiammazione bronchiale in senso più generale.
Ecco perché è importante curare il sintomo, ma anche l’infiammazione che lo genera.

Senza interrompere l’assunzione dei farmaci quando i sintomi migliorano. Il vero problema non si presenta, infatti, quando l’asma è grave, circostanza che spinge i pazienti a seguire scrupolosamente le cure, ma quando la sintomatologia è più lieve. I questi casi, l’attenzione per la terapia viene meno.
Questo accade frequentemente con i
pazienti adolescenti, che per ragioni anagrafiche non vengono più scrupolosamente seguiti dai genitori nell’assunzione dei farmaci, ma che non hanno ancora acquisito consapevolezza precisa dei rischi di dimenticanza nella loro assunzione.
Spesso l’asmatico decide in maniera autonoma di ridurre il dosaggio delle cure o addirittura di sospenderle. In altri casi,
l’assenza di una sintomatologia preoccupante spinge il paziente a non portare sempre con sé i farmaci durante i suoi spostamenti.
Ciò che manca non è una diagnosi precoce, ma la consapevolezza della malattia.
Come ricorda il
professor Francesco Blasi, Direttore del Dipartimento Medicina Interna e Pneumologia del Policlinico di Milano e Ordinario di Malattie dell’Apparato Respiratorio Università degli Studi di Milano, i cardini della terapia dell’asma sono:
E’ fondamentale che il paziente si sottoponga a controlli periodici, che comprendono anche la spirometria, esame indispensabile per la valutazione dell’asma. Solo così si può arrivare all’istituzione di una terapia personalizzata, che massimizzi efficacia e sicurezza dei medicinali assunti e la sostenibilità della spesa farmaceutica per il Servizio Sanitario Nazionale.
Un ulteriore problema è rappresentato dalla via di somministrazione. Sembra che la terapia inalatoria non venga vissuta dal paziente come una cura vera e propria. Questo costituisce un ulteriore fattore di peggioramento dell’aderenza terapeutica.
Certamente, la progressiva digitalizzazione e il conseguente supporto alla terapia derivante da app mediche specifiche dirette ai pazienti potranno migliorare questo quadro ad oggi per certi aspetti preoccupante.
Asma e Coronavirus
La
COVID-19 spaventa molto gli asmatici. FederASMA segnala che sono migliaia i quesiti ricevuti in questi mesi da parte di
pazienti preoccupati alla ricerca di risposte.
Asma bronchiale e COVID-19
condividono i principali sintomi, nonché quelli più allarmanti: difficoltà a respirare, tosse e senso di oppressione al torace. Per i pazienti potrebbe non essere facile capire se attribuirli all’una o all’altra patologia, anche se generalmente la febbre rappresenta il discriminante.
Le evidenze scientifiche ad oggi disponibili descrivono come soggetti maggiormente a rischio le
persone anziane, gli
immunodepressi e i
pazienti cronici. Benché si tratti di una patologia respiratoria cronica, non tutti gli asmatici rientrano in queste categorie perché la correlazione netta fra asma e aumento del rischio di attacchi gravi a seguito dell’infezione è stata dimostrata solo per altri coronavirus. In generale, gli asmatici sono più a rischio di complicazioni per tutti i virus respiratori, in particolare per quello influenzale.
Al contrario, alcuni studi dimostrano che i pazienti con
asma controllata non va incontro a un maggior rischio di ammalarsi rispetto alla popolazione generale. Le forme allergiche più lievi, inclusa l’asma allergica lieve, non sono considerate come uno dei principali fattori di rischio per COVID-19, né per un esito più sfavorevole. Solo l’asma in forma da moderata a grave, in cui i pazienti hanno bisogno di
cure quotidiane, è inclusa nelle condizioni polmonari croniche che predispongono a malattie gravi.
Uno studio pubblicato sulla
rivista scientifica Journal of Allergy and Clinical Immunology evidenzia che le persone con asma allergica hanno un’espressione genica ridotta di ACE2, ossia l’enzima che permette al virus responsabile della COVID-19 di
infettare le cellule dell’epitelio respiratorio. Questo aspetto potrebbe rappresentare una forma di protezione contro la forma grave della malattia.
In ogni caso, è consigliabile che l’asmatico colpito da sintomi quali
febbre, difficoltà a respirare (
dispnea) e
tosse secca contatti il medico.
È anche importante che gli asmatici tengano controllata la malattia mantenendo un’
elevata aderenza terapeutica (i medici raccomandano di non interrompere il trattamento farmacologico) e mettano in atto tutte le disposizioni contro il contagio da coronavirus, compreso il distanziamento sociale, l’
uso della mascherina e il
lavaggio frequente delle mani.
Anche se sembra che i
cortisonici per via inalatoria, assunti dai pazienti asmatici, possano avere una funzione protettiva contro COVID-19, questo ruolo non è chiaro.
Asma e rimedi naturali
L’asma è una patologia multifattoriale nella quale è stato riconosciuto un ruolo promotore di nuovi attacchi a stati emotivi di particolare intensità.
Ansia e stress possono, in particolari circostanze, scatenare attacchi di asma nei
pazienti asmatici.

Da questo punto di vista, il mantenimento di uno
stile di vita rispettoso degli equilibri del proprio organismo può giocare un ruolo importante. Seguire un’alimentazione bilanciata, concedersi le giuste ore di
riposo e ricorrere a tecniche per la gestione dello stress (come la
mindfulness) può contribuire, insieme con l’aderenza alla terapia, al mantenimento di un buon controllo della malattia.
Le statistiche dicono che
il 10% degli asmatici fuma, nonostante il fumo da sigaretta costituisca uno dei principali fattori di rischio della malattia.
Fra gli elementi di maggior potenziale impatto sull’andamento dell’asma, anche l’
esercizio fisico. Molti asmatici evitano di fare movimento pensano temono l’insorgenza di un nuovo attacco. Ma la sedentarietà e il sovrappeso peggiorano la funzionalità respiratoria.
Tuttavia, una correlazione fra asma e sport esiste: l’
asma da sforzo, definita anche
EIA (Exercise Induced Asthma) o asma da esercizio fisico, è una particolare forma di asma bronchiale che si manifesta con crisi asmatiche dopo 5-10 minuti di sforzi ed esercizi fisici che comportino un aumento della ventilazione polmonare (ossia della frequenza e dell’ampiezza del respiro) di una certa importanza e che perduri per almeno 7-8 minuti. L’ipotesi più accreditata per spiegare questo fenomeno è quella del
rapido raffreddamento delle vie aeree causato dall’aumento della ventilazione dei bronchi e dell’
evaporazione accentuata di liquidi dall’epitelio.
Questo porterebbe alla liberazione di sostanze (istamina e leucotrieni) da parte dei mastociti (cellule del sistema immunitario) responsabili della costrizione bronchiale.
Il fatto che le manifestazioni dell’asma da sforzo siano più evidenti a seguito dell’inalazione di
aria fredda e secca sembra confermare questa teoria.
Non tutti gli sport sono asmogeni in identica misura: il loro effetto sull’insorgenza degli attacchi è legato alla rapidità con cui determinano il raffreddamento dei bronchi. In questa prospettiva, la
corsa è l’attività fisica più frequentemente responsabile di
asma da sforzo, mentre il
ciclismo e l’
atletica sono fra le attività fisiche meno asmogene.
Fra i
rimedi naturali per prevenire e attenuare le manifestazioni dell’asma da sforzo, l’
inalazione di aria calda e umida, associata (su consiglio del medico) all’impiego preventivo di farmaci inalanti inibitori della degranulazione dei mastociti (disodiocromoglicato e nedocromile sodico) e dell’azione dei leucotrieni (montelukast).
L’asma da reflusso, invece, riconosce rimedi naturali per il controllo della patologia mirati alla prevenzione del
reflusso gastro esofageo.
Ridurre il passaggio del contenuto acido dallo stomaco verso l’esofago e la laringe permette di prevenire il broncospasmo associato all’inalazione delle particelle e dei vapori da esso veicolati. A questo scopo, è utile evitare cibi e sostanze che stimolano la secrezione acida gastrica, come i
pomodori, il
caffè, il
cioccolato, la
liquirizia, la
menta, le
pietanze elaborate e molto condite.
Inoltre, è consigliabile
non utilizzare cinture strette e non coricarsi subito dopo mangiato.