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Domande e risposte
Anche quando non ce ne rendiamo conto, siamo immersi in un ambiente ricco di
odori. Alcuni sono sgradevoli e altri piacevoli - basti pensare che si stima che l’industria dei profumi guadagni circa 45 miliardi di dollari l’anno -, ma entrambi, a seconda della quantità e della soggettività delle persone, possono arrivare a provocare forti
disagi e problemi per la salute. L’inquinamento olfattivo sta diventando un problema di interesse anche perché può indicare la presenza di
inquinamento atmosferico.
Cos’è l’inquinamento olfattivo?

Gli odori sono
miscele di gas che possiamo percepire grazie al nostro olfatto, in un processo tanto complesso che al momento nessuna tecnologia è in grado di replicarlo. Sentiamo
oltre 15mila odori diversi, che gli scienziati raggruppano in
10 categorie di odori primari:
- Agrumato;
- Fruttato (non di agrume);
- Di limone;
- Di menta;
- Legnoso/resinoso;
- Dolce;
- Di popcorn;
- Chimico;
- Pungente;
- Decomposto.
Alcuni di questi odori (come quelli agrumati e quelli dolci) risultano generalmente
piacevoli al naso umano, diversamente da altri (come pungente e decomposto). Venendoci in contatto,
possiamo abituarci alla loro presenza, oppure diventare più sensibili, percependoli maggiormente. Si parla di inquinamento olfattivo quando
l’aria è ricca di odori sgradevoli o troppo intensi, anche se normalmente piacevoli, e arriva così a provocare
disagi e problemi alle persone che li percepiscono.
Il fenomeno dell’inquinamento olfattivo può risultare più significativo per alcune persone: in genere, gli
anziani percepiscono
meno odori e sapori e sembra che le donne sentano meglio alcuni odori, come lo scatolo (un odore tipico delle feci) e l’acido butirrico (acre, caratteristico di alcuni formaggi fermentati). Inoltre, c’è anche
grande variabilità individuale, che dipende dalla sensibilità a un dato odore, dalle preferenze personali, dalle esperienze di vita e dalla
memoria. Questa eterogeneità rende difficile stimare gli
effetti dell’inquinamento olfattivo sulla salute dei cittadini, anche se sta aumentando la quantità di
metodi disponibili per
misurare la presenza di odori molesti nell’ambiente.
Principali fonti di inquinamento olfattivo
I principali
responsabili dell’inquinamento olfattivo sono
sostanze che derivano da
decomposizione,
escrezioni animali e processi
industriali, quali l’ammoniaca, l’acido solfidrico (che odora di uova marce), lo scatolo e l’indolo (odori tipici delle feci) e il dimetil solfuro (che deriva da vegetali decomposti). Tra le principali fonti di odori sgradevoli, molesti e poco salutari si annoverano:
-
Discariche e impianti di trattamento dei rifiuti o di acque reflue;
- Industrie chimiche;
- Impianti di processamento del cibo;
-
Allevamenti, fattorie e altre strutture per animali;
-
Campi coltivati e impianti di compostaggio;
- Impianti di trivellazione;
- Centrali a carbone;
- Impianti di smaltimento delle carcasse;
- Impianti di torrefazione del caffè e fabbriche di birra;
Talvolta, gastronomie, ristoranti e
cucine domestiche che producono odori troppo intensi.
Le emissioni di odori sgradevoli o troppo forti dipendono anche dalla loro frequenza, dall’intensità, dalla localizzazione e dalle
condizioni atmosferiche: il vento aiuta a disperderli, la pioggia e il freddo li fanno precipitare sul suolo (dove sono meno percepibili), mentre l’umidità migliora la percezione degli odori, aggravando il problema.
Il sistema olfattivo: un ripasso
Il tratto superiore del
sistema respiratorio è il primo punto di contatto con molte sostanze chimiche, che possono fornire molte informazioni: ad esempio, aiutano a distinguere gli
alimenti marci da quelli edibili o a individuare la presenza di
sostanze tossiche.
L’olfatto consente di rilevare molte delle molecole presenti nell’aria e farcele percepire, consentendoci di rispondere adeguatamente: a livello
fisiologico (ad esempio, stimola lo
starnuto, che aiuta a
espellere sostanze nocive presenti nelle vie aeree) e a livello
comportamentale (un odore sgradevole o eccessivo ci spinge ad allontanarci, salvaguardandoci).
Come si sentono gli
odori? La parte interna del naso è rivestita da una
mucosa, denominata
epitelio olfattivo, che è dotata di
recettori olfattivi. Questi sono cellule nervose specializzate dotate di
estroflessioni (dette ciglia) che rispondono a specifiche molecole: possediamo oltre
mille tipi diversi di recettori olfattivi, che rispondono a sostanze diverse. Quando un recettore olfattivo reagisce alla presenza di una
molecola odorosa, produce
segnali elettrici che entrano nel bulbo olfattivo, dove avviene una prima elaborazione del segnale odoroso grazie alla presenza di altri neuroni. Quindi, il segnale è trasmesso ai
nervi olfattivi e al
nervo trigemino, che trasportano il segnale a diverse aree del
cervello, dove l’informazione è integrata con la memoria.
Ma l’olfatto è
coinvolto anche, in parte, nella percezione del
gusto. Infatti,
il naso e la gola sono in comunicazione tramite la
via retronasale, detta via degli aromi (una parte di
faringe, tratto che accomuna apparato respiratorio e apparato digerente). Così, quando mangiamo, l’aria raggiunge il naso anche a partire dalla gola. Nel cervello, gli odori elaborati in questa fase convergono, insieme a quelli derivanti dal senso del gusto, nella percezione del sapore. È per questa ragione che se il nostro
olfatto è compromesso (come quando abbiamo il
raffreddore)
sentiamo meno i gusti dei cibi.
Il senso dell’olfatto è molto soggettivo perché la risposta alla molecola odorosa è fortemente basata sulle emozioni passate e sull’esperienza della persona che vi è venuta in contatto. Infatti, in genere
un odore non ha effetto di per sé: il suo effetto dipende dalla percezione individuale. Per questo è facile che una stessa molecola sia considerata un profumo da alcuni e una puzza da altri.
Sentire odori alterati
Alla fisiologica variabilità individuale nella percezione degli odori, si aggiungono alcuni
disturbi dell’olfatto. La presenza di alterazioni nel naso (come un’ostruzione dovuta a un raffreddore), nei recettori olfattivi (che, ad esempio, possono essere danneggiati dai virus dell’
influenza o del
COVID), nei nervi che portano l’informazione olfattiva al cervello o nel cervello possono provocare problemi nella percezione degli odori, quali:
- Più comunemente, perdita parziale (iposmia) o completa (anosmia) dell’olfatto;
-
Ipersensibilità agli odori (iperosmia);
- Parosmia, ovvero percezione di odori errata o fantosmia (allucinazioni olfattive, il fenomeno per cui si sentono profumi o fetori dove non ci sono odori);
- Percezione di profumi come odori sgradevoli (cacosmia).
Questi disturbi sono più diffusi di quanto si creda, perché è difficile rendersi conto di un problema all’olfatto, soprattutto all’inizio. Eppure,
possono provocare problemi come stress, depressione e forti disagi, oltre che alimentare la percezione dell’inquinamento olfattivo.
Gli effetti dell’inquinamento olfattivo sulla salute
Ogni odore
viene percepito a
soglie differenti: alcuni li sentiamo anche se presenti in
minime quantità nell’aria; per altri servono
concentrazioni maggiori; altri ancora
non possiamo percepirli. Ad esempio, il
gas metano per noi è completamente inodore: l’odore di gas deriva dall’aggiunta di mercaptani e altre molecole volatili che invece percepiamo anche quando sono presenti in quantità molto ridotte nell’aria (una concentrazione equivalente a 3 gocce in una piscina olimpionica). Grazie a questa addizione capiamo quando c’è una pericolosa perdita di gas, così che possiamo rimediare prima che ci intossichiamo. Siamo molto bravi anche a sentire gli
odori fruttati.
In generale, gli odori presenti nell’ambiente possono provocare
problemi alla salute a causa della loro sgradevolezza o della loro eccessiva persistenza. Le manifestazioni possono essere sia
psicologiche, principalmente perché alcuni cattivi odori destano preoccupazione per la salute, sia
fisiche:
- Starnuti;
- Tosse e maggiore secrezione di muco;
- Broncocostrizione (restringimento di parte del tratto respiratorio) o naso chiuso;
- Malessere generale o stanchezza;
- Sensazioni negative, come paura, stress, ansia;
- Tensione muscolare;
-
Mal di testa;
- Ridotta concentrazione;
-
Insonnia;
- Irritazione a livello del tratto respiratorio o degli occhi;
- Aggravamento di disturbi respiratori, come l’asma;
-
Nausea.
Come contrastare l’inquinamento olfattivo?
Le
tecnologie che consentono di
ridurre l’inquinamento olfattivo, che generalmente sono specifiche per alcuni tipi di odori, sono sempre più numerose e diffuse.
-
L’incenerimento è uno dei metodi più efficaci per evitare che un edificio rilasci odori nell’ambiente circostante, anche se in alcuni casi può produrre inquinamento atmosferico.
- La tecnica dell’abbattimento a umido consiste nell’assorbire gli odori mediante solventi liquidi.
-
L’assorbimento fisico o abbattimento a secco sfrutta filtri solidi (come il carbone attivo) per assorbire gli odori prima che siano immessi nell’ambiente.
- La filtrazione chimica e i filtri a scambio ionico consistono in superfici trattate chimicamente per “intrappolare” sostanze odorose più volatili.
- La biofiltrazione, che sfrutta alcuni microrganismi capaci di convertire alcune sostanze in composti inodori, è efficace per evitare la diffusione di diverse sostanze organiche con odori sgradevoli.
Laddove queste tecnologie non sono applicabili, la migliore soluzione per ridurre l’inquinamento olfattivo è quella di
prevenirlo. Le strutture che emettono odori molesti o dannosi dovrebbero
ridurne l’emissione, soprattutto nelle ore in cui provocano maggiori disagi alla popolazione circostante, ad esempio quando le
temperature sono più alte. Altre soluzioni prevedono di
sfruttare il vento per disperdere gli odori oppure di modificarli aggiungendo
profumi che mascherino, o molecole neutralizzanti dell’olezzo. In ultima istanza, si può pensare di limitare la diffusione degli odori
piantando alberi o costruendo
barriere e superfici di
copertura delle aree maleodoranti.
L’inquinamento olfattivo da cottura di alimenti e altri tipi di
odori molesti che entrano in casa si possono combattere
lavando bene le superfici e i tessuti (dai tappeti ai cuscini alle tende), facendo
arieggiare le stanze ed eventualmente facendo ricorso a
ventole o prodotti che neutralizzano gli odori o
profumanti per ambienti.
Inquinamento olfattivo: la normativa
I cattivi odori sono tra i più comuni soggetti di esposti e segnalazioni che provengono agli enti ambientali, le
denunce di odori sgradevoli o molesti sono numerose. In
Italia, secondo il Decreto Legislativo 152/06 e l'articolo 472-bis del Codice Penale, è
punibile penalmente il superamento di valori limite di alcune sostanze inquinanti e di emissioni che provochino o possano provocare molestia. L'articolo 272-bis del D.Lgs 152/2006 (introdotto nel 2017), in particolare, fa riferimento alle emissioni di odori, rendendo
più severi i limiti di tollerabilità. Il D.Lgs 102/2020 ha normato più nel dettaglio obblighi,
controlli e
sanzioni per gli
stabilimenti che emettono sostanze odorose in atmosfera.
In generale, il problema è normato
a livello regionale in termini di
valori limite di emissione
per ogni sostanza, procedure per valutare l'inquinamento olfattivo e prescrizioni per evitarlo. Solitamente, queste normative, come quella della Regione Lombardia, riguardano specifiche attività e sostanze. In caso di azione legale, la
definizione di “molestia olfattiva” dipende dalla soglia di tollerabilità dell’odore, che viene stabilita dal giudice sulla base delle testimonianze.
Per quanto riguarda la valutazione dell’inquinamento olfattivo in una zona, la
regolamentazione europea prevede diverse tipologie di indagine per il monitoraggio dell'aria e delle emissioni odorigene, tra cui l'uso di sistemi elettronici e
sondaggi rivolti alla
popolazione della zona
colpita.
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
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- CORDIS, Commissione Europea, 2021. Un approccio dal punto di vista del cittadino per affrontare l’inquinamento olfattivo. https://cordis.europa.eu/article/id/429868-a-citizen-driven-approach-to-tackle-odour-pollution/it
- Manuale MSD, 2020. Panoramica dei disturbi dell’olfatto e del gusto. https://www.msdmanuals.com/it-it/casa/problemi-di-orecchie,-naso-e-gola/sintomi-delle-patologie-del-naso-e-della-gola/panoramica-dei-disturbi-dell-olfatto-e-del-gusto
- BioPills, 2021. Il senso dell’olfatto. https://www.biopills.net/senso-olfatto/
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