Fumo passivo: legge, sintomi e rimedi

Fumo passivo: legge, sintomi e rimedi

Indice

Domande e risposte

Introduzione

La maggior parte del fumo di sigarette, sigari, e-cig e dispositivi simili non viene inalato dal fumatore: al contrario, si diffonde nell’aria, dove può venire in contatto con altre persone. Il fumo di seconda mano è il principale inquinante degli ambienti chiusi, con conseguenze sgradevoli e soprattutto pericolose per i non fumatori. Infatti, il fumo passivo è dannoso, soprattutto per i bambini, in quanto può provocare gran parte dei disturbi sviluppati dai fumatori, incluso il tumore polmonare. Non esiste un livello di esposizione al fumo passivo che sia privo di rischi. Per questo la Enviromental Protection Agency (EPA) lo descrive come "uno dei più diffusi e pericolosi fattori inquinanti dell'aria". 

Cos'è il fumo passivo?

Il fumo passivo o di seconda mano è il fumo inalato involontariamente da chi si trova in presenza di chi sta fumando. È composto sia dal fumo emesso direttamente da sigaretta, sigaretta elettronica e gli altri strumenti per fumare sia da quello prodotto dal fumatore che espira. Si tratta del principale inquinante degli ambienti chiusi, con cui possiamo venire in contatto al lavoro, in casa (soprattutto nei condomini) e in automobile, ma anche all’aperto.
Il fumo di seconda mano contiene oltre 4mila sostanze irritanti, tossiche o cancerogene, che possono danneggiare le cellule portando alle stesse patologie che colpiscono i fumatori. Test salivari, dell’urina, del sangue o del capello possono rilevare queste sostanze, per cui, se siamo stati esposti a fumo passivo, si vede nelle analisi. Anche il fumo passivo delle sigarette elettroniche contiene sostanze nocive, anche se in misura minore rispetto ai classici prodotti del tabacco. In particolare, il fumo passivo da sigaretta elettronica (“svapo”) è dannoso per i bambini.

 
Immagine che rappresenta un gruppo di persone insieme in un salotto mentre fumano

Conseguenze del fumo passivo

È noto che il fumo è dannoso per la salute: in media, un fumatore su 2 muore 14 anni prima di quando avverrebbe se non fumasse. Meno noto è l'impatto del fumo passivo, che talvolta è ritenuto trascurabile rispetto a quello dell'inquinamento atmosferico, ma in realtà è una causa di morte significativa. L'Organizzazione Mondiale della Sanità stima che il fumo passivo provochi oltre 600mila decessi l’anno, di cui 165mila di bambini che vivono con un fumatore
Anche se i rischi aumentano quanto più si inala fumo di seconda mano, qualsiasi livello di esposizione comporta rischi. Un non fumatore esposto a fumo passivo, rispetto a un non fumatore che non vi è esposto, ha il 25% in più di probabilità di sviluppare un tumore al polmone e il 25-30% in più di probabilità di avere malattie alle coronarie e infarti.
I soggetti più a rischio per i danni da fumo passivo sono:
  • Persone che lavorano nel settore terziario, che non possono evitare di stare a stretto contatto con gruppi di fumatori;
  • Persone con disturbi cardiovascolari, particolarmente soggette alle complicazioni a carico di cuore e arterie;
  • Donne in gravidanza e i loro feti;
  • Neonati e bambini;
  • Animali da compagnia. Ad esempio, cani e gatti esposti a fumo passivo (che assumono anche leccandosi il pelo, su cui esso si deposita) sviluppano più frequentemente alcune forme di cancro.


Fumo passivo e adulti

In generale, negli adulti il fumo passivo può provocare:
  • Invecchiamento della pelle;
  • Irritazioni al sistema respiratorio;
  • Malattia polmonare ostruttiva cronica, detta anche broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) o COPD (Chronic Obstructive Pulmonary Disorder);
  • Cancro al polmone, alla laringe, ai seni nasali, al cervello, alla vescica, allo stomaco, alla mammella e altri;
  • Aterosclerosi (alterazione delle pareti delle arterie, la cui funzionalità di riduce);
  • Coronaropatia (disturbo che limita l’afflusso di sangue al cuore);
  • Infarto;
  • Ictus;
  • Disturbi riproduttivi e menopausa precoce nelle donne.
  • Il fumo passivo non fa dimagrire, anzi: è possibile che predisponga all’obesità.


Fumo passivo e bambini

I bambini sono particolarmente suscettibili agli effetti del fumo passivo perché interferisce con i loro sistemi respiratori e immunitari, che sono ancora in fase di sviluppo. In particolare, il fumo passivo in automobile comporta un importante rischio per i bambini, perché è molto concentrato anche quando i finestrini sono aperti o gli impianti di aerazione sono attivi. 
Gli studi mostrano che i bambini che vivono con almeno un fumatore, rispetto ai figli di non fumatori, hanno una maggiore incidenza di:
  • Polmoniti;
  • Bronchiti;
  • Attacchi d’asma forti e frequenti (in chi presenta asma);
  • Tosse e raffreddore;
  • Meningiti;
  • Infezioni alle orecchie;
  • Disturbi agli occhi, ad esempio la cataratta;
  • Danni ai denti;
  • Allergie;
  • SIDS (Sudden Infant Death Syndrome, un disturbo poco conosciuto che porta alla morte improvvisa del bambino sotto l’anno d’età);
  • Problemi di apprendimento o comportamentali;
  • Alcune forme di tumore, come leucemia, linfoma e cancro al cervello;
  • In generale, i bambini che vivono in casa con fumatori si ammalano più spesso degli altri.


Fumo passivo e gravidanza

Il fumo di seconda mano riduce la quantità di ossigeno che riceve il bambino, con conseguenze gravi sul suo sviluppo. Queste si possono avere anche nel periodo successivo alle prime settimane di gravidanza e nel caso in cui l’esposizione a fumo passivo sia occasionale.
Le donne in gravidanza che inalano fumo passivo hanno più probabilità di:
  • Avere una gravidanza ectopica o extrauterina (ovvero lo sviluppo dell’embrione non nell’utero, bensì in un canale del sistema riproduttivo femminile);
  • Abortire;
  • Dare alla luce bambini morti alla nascita;
  • Partorire bambini prematuri e sottopeso.
Il fumo di seconda mano, inoltre, aumenta il rischio di SIDS (la morte in culla) e sembra interferire con la regolazione della respirazione del bambino, che quindi avrà problemi a respirare se esposto al fumo di seconda mano in grembo alla madre oppure da piccolo. I neonati esposti a fumo passivo, inoltre, hanno maggiori probabilità di sviluppare linfomi, leucemia, cancro al cervello e altri tipi di neoplasie.
Non sono ben noti i rischi a cui si espone il bambino durante l’allattamento al seno se la madre respira fumo passivo. Tuttavia, è certo che le sostanze presenti nel fumo si trasmettono al neonato attraverso il latte materno. L’allattamento da madre esposta a fumo passivo è associato a una maggiore predisposizione del bambino all’obesità.

Fumo passivo: sintomi

Il fumo, anche quando è invisibile e inodore, irrita e danneggia le cellule. Questo comporta una serie di disturbi a vari apparati, aumenta la possibilità di insorgenza di cancro e spinge il sistema immunitario a reagire, sviluppando infiammazioni per difendersi, soprattutto a carico dei tessuti che vengono maggiormente in contatto con il fumo. 
  • Entro 5 minuti dall’esposizione, chi inala fumo di seconda mano presenta un irrigidimento delle arterie e manifesta i primi sintomi:
    • Irritazione alle vie aeree, mal di gola e tosse;
    • Respiro corto;
    • Lacrimazione e irritazione agli occhi;
    • Mal di testa;
    • Dopo 20-30 minuti, il sangue inizia a coagulare, aumentando il rischio di disturbi cardiovascolari, e dopo 2 ore la persona può avere un’aritmia (battito del cuore irregolare), che può portare a problemi cardiaci gravi, incluso l’infarto, soprattutto nei soggetti predisposti. 

Rimedi per il fumo passivo

Non esistono trattamenti per l’inalazione di fumo di seconda mano. Si consiglia quindi di prevenire, frequentando solo posti dove è vietato fumare ed evitando che le persone fumino in casa e in automobile, anche con finestre e finestrini aperti o con filtri dell’aria attivi. Infatti, il fumo passivo può restare nell’aria fino a 3 ore dopo aver terminato di fumare, anche se risulta inodore e invisibile, e si diffonde e impregna le pareti, gli oggetti di arredamento e le parti interne dei veicoli. Anche a distanza o all’aperto il fumo passivo costituisce un rischio per la salute. 
L’ideale è evitare che si fumi in assoluto. I ricercatori stimano che si possa essere esposti al fumo passivo anche in luoghi dove è vietato fumare, a causa del cosiddetto fumo di terza mano, ovvero quello che impregna i vestiti, gli oggetti e la pelle di chi ha quest’abitudine. Il fumo di terza mano può permanere sulle superfici per mesi ed essere assorbito dalla pelle. La presenza di un fumatore alimenta, quindi, l’inquinamento dell’aria nei luoghi chiusi anche se la persona non fuma in quel momento, a causa delle sostanze che le restano addosso. Evitare di fumare salvaguarda la propria salute e quella di chiunque incontriamo.
Contro il fumo passivo, le mascherine possono venire in aiuto. Le FFP2 (o KN95) e le FFP3 filtrano, rispettivamente, circa il 95% e il 98% delle particelle con un diametro uguale o superiore ai 2,5 micrometri (il cosiddetto PM 2,5). Si tratta di sostanze che, grazie alle loro dimensioni ridotte, possono raggiungere i polmoni e provocare irritazioni e disturbi gravi. Il fumo di sigaretta è ricco di PM 2,5, per cui le mascherine che ci proteggono da SARS-CoV-2 filtrano anche parte delle sostanze pericolose presenti nel fumo passivo, anche se non del tutto e soltanto quando la mascherina è indossata correttamente. Quindi, la mascherina è una precauzione utile anche se insufficiente per evitare il fumo passivo.

Fumo passivo: cosa dice la legge

L'Italia è stata uno dei primi paesi europei a regolamentare il fumo passivo, con la legge 3/2003, n.3 (art. 51, "Tutela della salute dei non fumatori”). Questa vieta di fumare in tutti i luoghi chiusi che siano pubblici o aperti al pubblico, inclusi i locali esterni alle scuole, eccetto locali appositamente pensati per fumatori (normati dal Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 23 dicembre 2003). Ha contribuito a diminuire le percentuali di fumatori (dal 23,8% al 19,0% in 15 anni) e a ridurre di un terzo la vendita del tabacco. È stata poi implementata dal Decreto Legislativo numero 6 del 12 gennaio 2016 (che recepisce la direttiva europea 2014/40/UE), che:
  • Vieta le pubblicità fuorvianti, ad esempio che indicano il fumo come salutare;
  • Vieta l’aggiunta di sostanze aromatizzanti, che invoglino l’acquirente a fumare di più, o che rendono il prodotto più nocivo;
  • Impone la presenza di avvertenze e di un numero verde sulle confezioni di sigarette e tabacco;
  • Vieta l’acquisto di prodotti del tabacco di nuova generazione e di sigarette elettroniche contenenti nicotina ai minori di 18 anni;
  • Vieta di fumare fuori dagli ospedali;
  • Vieta di fumare in automobile se in presenza di bambini o donne in gravidanza.
La legge consente, invece, di fumare all’interno dei confini delle proprietà. Quindi, il fumo passivo dei vicini di casa, anche in condominio, non può essere evitato se non prendendo precauzioni per evitare di inalarlo, ad esempio usando paraspifferi, guarnizioni e filtri per il particolato che evitino l’ingresso del fumo passivo in casa. È anche consigliato suggerire al vicino risorse per smettere di fumare.
Esiste un caso in cui è possibile imporre al vicino di fumare altrove: le emissioni devono “eccedere la normale tollerabilità”. Questa valutazione è da contestualizzare, per cui il divieto e la possibilità di risarcimento da fumo passivo va valutata da un giudice con il supporto di un perito. 


RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

Domande e risposte

Qual è la differenza fra fumo attivo e passivo?

Il fumo attivo (o di prima mano) è quello che viene inspirato da chi sta fumando, mentre con fumo passivo (o di seconda mano) ci si riferisce al fumo emesso dal fumatore o dal suo sigaro, sigaretta o simili e che viene inalato da un non fumatore. Il fumo di terza mano, invece, è quello che resta sui vestiti, sulla pelle e sugli oggetti di chi fuma.

Che effetti ha il fumo passivo?

Il fumo di seconda mano, come quello di prima mano, irrita e danneggia le cellule con cui viene in contatto, per cui rovina la pelle, il tratto respiratorio, il primo tratto digerente, il sistema cardiovascolare e altri tessuti. Questo aumenta la possibilità di insorgenza di vari tipi di cancro e spinge il sistema immunitario a sviluppare infiammazioni per difendersi. Già a 5 minuti dall’esposizione si riscontrano irritazione delle vie aeree e degli occhi nonché l’irrigidimento delle arterie, che a lungo andare aumenta il rischio di infarto e altri disturbi cardiaci. Se l’esposizione si prolunga, aumenta il rischio di disturbi cardiovascolari perché dopo circa 30 minuti il sangue inizia a coagulare e dopo 2 ore il cuore può battere in modo irregolare, predisponendo a un attacco cardiaco. 

Quanto è nocivo il fumo passivo?

I rischi per la salute del fumo passivo sono sovrapponibili a quelli del fumo attivo. Anche il fumo di seconda mano, infatti, può provocare disturbi ai polmoni e al sistema cardiovascolare, varie forme di cancro (incluso quello polmonare), problemi in gravidanza (come l’aborto), disturbi nei neonati e nei bambini (da problemi respiratori a disturbi dello sviluppo) e malattie negli animali da compagnia (ad esempio, il linfoma).

Il fumo passivo è più pericoloso di quello attivo?

Il fumo di seconda mano porta a circa un decesso ogni 1000 persone esposte, mentre questi casi salgono moltissimo per i fumatori attivi: 380 morti ogni 1000 fumatori. Quindi, non è peggio di quello attivo, ma ha comunque un impatto molto significativo.

Cosa fare per evitare il fumo passivo?

Il fumo di seconda mano rimane nell’aria anche 3 ore dopo aver smesso di fumare e impregna pareti e oggetti. Per questo areare gli ambienti non è sufficiente e occorre evitare che le persone fumino in casa, in automobile e sul posto di lavoro. Inoltre, indossare mascherine e frequentare solo luoghi “smoke-free” è di aiuto, anche se non risolve del tutto la situazione. Infatti, i fumatori si portano addosso il fumo (si parla di fumo di terza mano): la soluzione migliore è promuovere uno stile di vita privo di tabacco.

Fumo e COVID: il fumo passivo veicola il coronavirus?

Non ci sono prove che il fumo passivo veicoli SARS-CoV-2. La sua presenza è associata a una maggiore insorgenza di infezioni (da virus e altri microrganismi) perché indebolisce il sistema respiratorio e quello cardiocircolatorio, aumentando la suscettibilità della persona alle malattie infettive.

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