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Intervista ad Alberto Vaiarelli, ginecologo, responsabile medico-scientifico della Clinica Valle Giulia di Roma – Centro Genera

Nel 2020, anno dello scoppio della
pandemia da Covid-19 - in base ai dati Istituto Superiore di Sanità 2022 - nel nostro Paese si sono registrati un
calo di cicli eseguiti (circa -19% rispetto al 2019) e di bambini nati con tecniche di PMA (circa -20% rispetto al 2019). In questo contesto, la Clinica Valle Giulia di Roma – Centro Genera è la struttura italiana che ha eseguito un
maggior numero di procedure di PMA con donazione di gameti. Abbiamo parlato di questo risultato con il responsabile medico-scientifico del centro,
Alberto Vaiarelli, che ci ha spiegato in quali casi può essere eseguita la fecondazione eterologa, quanto costa, quali sono le percentuali di successo e quali prospettive prevede per il futuro.
Area specialistica PMA - FISIOPATOLOGIA DELLA RIPRODUZIONE
Come valutate il risultato ottenuto nel 2020 e come siete riusciti a mantenere alti numeri nonostante i limiti imposti dalla pandemia?
Nel corso dei lunghi mesi di crisi pandemica, in cui sono state
sovvertite le
priorità sanitarie del nostro
Paese e del mondo, abbiamo cercato di reagire in tempi rapidi per supportare le coppie infertili che si erano affidate alla nostra clinica. Passate le prime settimane di chiusura dei centri di Procreazione Medicalmente Assistita, siamo stati in grado di mettere in atto procedure che garantissero la sicurezza senza accumulare ritardi nei percorsi di donazione dei gameti: ambito in cui il fattore tempo è cruciale.
Le pazienti che si sottopongono a fecondazione eterologa, infatti, sono in genere
donne che hanno ritardato eccessivamente la
ricerca di un
figlio o che hanno
tentato, senza successo, la
fecondazione omologa (senza donazione di gameti). Quasi tutte hanno un'età avanzata, fattore associato a minori probabilità di avviare la
gravidanza: perciò è importante, ai fini del successo della tecnica, non perdere mesi preziosi. Allo stesso tempo occorre fare il possibile affinché l'eventuale gravidanza progredisca in modo sicuro (trattandosi di una gestazione in un'età generalmente associata a rischi più alti).
Per le coppie che si sottopongono a questo tipo di fecondazione la donazione di gameti ha un valore estremamente importante. Perciò dopo meno di due mesi di effettiva chiusura del centro ci siamo attrezzati per poter lavorare e abbiamo inoltre pubblicato (in quanto membri della Società Italiana di Fertilità, Sterilità e Medicina della Riproduzione) uno dei pochissimi
studi scientifici disponibili in letteratura sui
protocolli e le
strategie da usare in un
centro di PMA durante una pandemia.
In cosa consiste la fecondazione eterologa?
La fecondazione eterologa è la tecnica di PMA che
prevede il ricorso di gameti (ovociti e/o spermatozoi) donati in maniera volontaria e disinteressata da un donatore esterno alla coppia.
Si parla di
eterologa femminile (ovodonazione) quando è previsto l’impiego di
ovociti donati e di eterologa maschile quando è previsto l’impiego di spermatozoi donati. La prima tipologia è però di gran lunga la
più frequente.
Quando può essere eseguita la PMA con donazione di gameti?
In Italia, come avviene per l'omologa, possono
accedere alla
fecondazione eterologa solo le coppie maggiorenni, di sesso diverso, sposate o conviventi con diagnosi di infertilità. I presupposti per la donna sono la presenza di un'infertilità assoluta e di un'età congrua: idealmente non oltre i 49-50 anni (il consiglio, però, è di ricorrere a questa procedura il prima possibile per limitare i rischi ostetrici di un'eventuale gravidanza in età avanzata). Prima di una donazione di gameti, la partner femminile deve svolgere un
approfondito screening per verificare il suo stato di
benessere:
- Esami ormonali ed endocrino-metabolici;
- Cardio-vascolari;
- Ginecologici.
Sebbene la PMA eterologa sia associata a percentuali di successo più alte rispetto all'omologa, l'età materna avanzata comporta un aumento dei rischi ostetrici che
non può essere
ignorato. Pertanto è doveroso svolgere un'attenta valutazione del proprio stato di salute prima sottoporsi a PMA per ridurre al minimo i rischi connessi alla gravidanza, ricordando che l'obiettivo di ogni trattamento di PMA non è l'avvio di una gestazione, ma la
nascita di un bambino sano a termine.
Si ricorre spesso a questo tipo di fecondazione in caso di infertilità fisiologica dovuta all'età della donna?
Accade di frequente che le donne si rivolgano ai centri di PMA (soprattutto quelli privati) quando sono in
età avanzata, quindi con un'indicazione al trattamento di PMA eterologa (che registra un progressivo incremento). A questo tipo di fecondazione si accede, però, spesso anche in caso di fallimento della tecnica omologa.
Come viene selezionato il donatore e quali garanzie di sicurezza offre il nostro Paese?
La
selezione avviene nel rispetto di una
normativa europea che regolamenta i
percorsi di PMA con donazione di gameti garantendo l'anonimato e lo screening dei donatori. Questi devono necessariamente sottoporsi a un serie di esami (di tipo genetico e infettivologico) e a una valutazione dell’idoneità (conformità del questionario per patologie ereditarie e genetiche, conformità dell’esame ginecologico /andrologico) così da offrire migliori garanzie alle coppie riceventi. In base alla normativa è obbligatorio anche ricercare una compatibilità fenotipica fra riceventi e donatore/trice.
Quanto costa sottoporsi a PMA con donazione di gameti?
I
costi di un trattamento di PMA con donazione di gameti comprendono, oltre al costo della tecnica, anche i costi delle procedure di selezione e screening, del trattamento della donatrice e del trasporto del materiale biologico (che deve avvenire in massima sicurezza). Il prezzo finale è quindi più alto rispetto a quello di una fecondazione omologa: in un c
entro privato si aggira attorno ai 7.000 euro quando la donazione è di
ovociti e ai
5.000 euro quando è di spermatozoi.
Quali difficoltà avete riscontrato nel 2020, anno in cui è scoppiata la pandemia da Covid19, nel portare avanti l'attività di PMA e qual è la situazione oggi?
I centri privati, nei mesi immediatamente successivi al primo lockdown, hanno potuto riorganizzarsi per primi per supportare le coppie infertili. Grazie probabilmente anche alla volontà dei pazienti di recuperare il tempo perso, nel post-pandemia abbiamo registrato numeri record. Oggi si può dire che l'attività è tornata a regime e i numeri sono in
progressivo aumento.
Quali sono le percentuali di successo?
Le percentuali cumulative di
gravidanza mediante ricorso sia di embrioni a fresco che congelati si aggirano attorno al
50-60% (se la coppia è in condizioni ottimali). Sulle probabilità di successo, incidono, però, sia il fattore maschile sia la presenza di eventuali problematiche della donna ricevente. In base ai dati disponibili, rivestono grande importanza anche il peso, il profilo endocrino-metabolico ed uterino della paziente nonché la presenza di patologie sistemiche pre-esistenti.
Quali prospettive vede per il futuro?
In Italia, in base a quanto si può osservare, il numero di procedure di PMA con donazione di gameti è destinato a
crescere. In ottica futura, è importante che le giovani donne diventino più consapevoli dell'importanza del 'fattore tempo' nel progetto genitoriale. Perciò sono necessarie adeguate campagne di informazione. Sarebbe utile anche incentivare la preservazione della fertilità (tramite il congelamento degli ovociti) in chi non ha un progetto di questo tipo nell'immediato. Va detto che la donazione di gameti in Italia, ad oggi, non è incoraggiata. Bisognerebbe lavorare con le istituzioni in questo senso per
invertire la
rotta e
facilitare il processo di
approvvigionamento dei
gameti: questo consentirebbe di ridurre i costi a carico delle coppie.