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Cos'è il sangue e a cosa serve?

Il
sangue è un
tessuto connettivo allo stato liquido, per questo definito anche tessuto fluido, che scorre nel corpo umano per mezzo dei
vasi sanguigni (arterie e vene). Il sangue è un tessuto perché è una raccolta di cellule specializzate simili che svolgono funzioni particolari. Queste cellule sono però sospese in una matrice liquida (
plasma), che rende il sangue un fluido.
In media, nel
corpo umano di una persona adulta ci sono
dai 4 ai 5 litri di sangue e questi rappresentano circa il
7% del peso totale del corpo. Il suo movimento all'interno dei vasi permette di raggiungere tutti gli organi e i tessuti, assolvendo a molte funzioni essenziali per la vita. Oltre a fornire
ossigeno, elemento fondamentale per la vita delle cellule, il sangue permette il trasporto di sostanze nutrienti e la rimozione di quelle nocive.
Nel sangue scorrono anche le cellule e le molecole del
sistema immunitario che difende l’organismo da microorganismi e altri elementi nocivi.
La composizione di questo tessuto fluido è data dall'unione di diversi elementi, suddivisi principalmente in due categorie in base allo stato fisico: una parte
liquida, costituita dal plasma (55%), e una parte
corpuscolare, formata da tre diversi tipi di cellule: globuli rossi (42%), globuli bianchi e
piastrine (3%).
La percentuale di plasma e quella della parte corpuscolare variano a seconda di determinate caratteristiche, tra cui il sesso. Per gli
uomini il
plasma è circa il
55% del sangue, mentre la parte corpuscolata costituisce il 45% del totale. Nelle
donne il plasma rappresenta il
60% del tessuto, mentre la corpuscolare il 40%.
Cos’è l’ematocrito
La percentuale del volume sanguigno occupata dai
globuli rossi è definito
ematocrito. Un risultato del 45%, significa che in 100 ml di sangue, 45 ml sono globuli rossi e il restante 55% è plasma (la parte liquida). Poiché piastrine e globuli bianchi sono una percentuale bassissima della parte corpuscolare, il valore si intende per i globuli rossi. L’ematocrito rientra nell’insieme di
esami che fanno parte dell’emocromo, con
emoglobina, conta dei globuli rossi, globuli bianchi e piastrine.
Si tratta di un valore molto importante da analizzare e tenere sotto controllo perché l’ematocrito, oltre ad essere indice dello
stato di idratazione del corpo, può essere la spia di alcune malattie. Un valore
troppo basso è rilevato, per esempio, nei
soggetti anemici, nei quali c’è una riduzione dei globuli rossi circolanti, mentre una percentuale alta è presente in caso di
policitemia.
Un sangue
troppo denso, corrispondente a un ematocrito alto, richiede uno sforzo maggiore al
cuore per movimentarlo e potrebbe dar luogo a patologie cardiache, oppure danneggiare i vasi sanguigni per la troppa pressione a cui sono sottoposti, con il rischio di causare
emorragie cerebrali. Inoltre, viene favorita la formazione di trombi e un conseguente aumento del rischio di
infarto o
ictus.
Se invece il sangue è
troppo fluido e corrisponde a valori di ematocrito bassi (pochi globuli rossi) i sintomi che si riscontrano sono
debolezza, forte
cefalea, peggioramento della vista, affaticamento e pallore.
Le funzioni del sangue
Le funzioni svolte dal sangue all'interno del corpo sono molte, e tutte essenziali: trasporto di ossigeno e nutrienti in tutto il corpo, mantenimento dell’omeostasi (temperatura corporea) e difesa dell’organismo, per la presenza dei fattori del sistema immunitario.
Trasporto di ossigeno e sostanze necessarie per la vita di cellule e tessuti
Nel sangue viene trasportato l’
ossigeno, elemento fondamentale per mantenere in vita e in attività le cellule, in particolare quelle del cervello. Il trasporto dell’ossigeno avviene attraverso i globuli rossi, cellule specializzate per questa funzione grazie alla presenza di una proteina, l’emoglobina (indicata con
Hb).
Responsabile del colore rosso del sangue, l’
emoglobina ha una struttura formata da quattro catene proteiche, ognuna delle quali, a sua volta, è collegata ad un gruppo eme (culminante con uno ione Fe 2+). Ogni gruppo eme è in grado di agganciare una molecola di ossigeno, quindi ogni molecola ne trasporta quattro di ossigeno.
A livello degli
alveoli polmonari, i globuli rossi agganciano l’ossigeno per portarlo nei muscoli e nei tessuti dove si possono svolgere una serie di reazioni chimiche note come respirazione cellulare. L'
anidride carbonica, che viene prodotta come scarto dalle cellule, viaggia invece nel torrente circolatorio come
bicarbonato e, una volta raggiunti i polmoni viene eliminata con un atto respiratorio (espirazione).
Attraverso il
torrente circolatorio, ogni cellula riceve le sostanze necessarie a svolgere le funzioni che le permettono di svolgere il ciclo vitale.
Attraverso le pareti dell'
intestino vengono immesse nel sangue sostanze come le
vitamine e i sali minerali, che vengono trasportate in tutto il corpo e utilizzate dalle cellule. Tra le attività di trasporto, oltre a quella già citata, vi è il trasporto di sostanze di
rifiuto. Il sangue, infatti, le raccoglie dagli organi e le convoglia ai
reni e al
fegato in modo che vengano processate e trasformate. Nel sangue sono contenuti anche gli
ormoni, sostanze che regolano la funzionalità dei vari organi.
Omeostasi: un organismo con parametri stabili
L’omeostasi è l’insieme delle funzioni che garantiscono una stabilità di parametri, tra cui la temperatura, nell’organismo. Quando, ad esempio, la temperatura corporea tende a superare i 37°C si verifica la vasodilatazione, che aumenta la quantità di sangue a livello cutaneo e favorisce la dispersione del calore.
Se invece la temperatura corporea scende sotto i 37°C si attiva il meccanismo di vasocostrizione, che limita il flusso di sangue alla cute e facilita la conservazione del calore. Il sangue garantisce anche il mantenimento dell'equilibrio acido-base e quello idrico dell’organismo.
Difesa dell’organismo (immunità)
Nel torrente sanguigno, oltre alle cellule (globuli bianchi), ci sono una serie di sostanze (
anticorpi) che si attivano per difendere l’organismo da agenti estranei o dannosi, siano essi
virus, batteri,
pollini o cellule mutate, da cui po' avere origine un
tumore. Nel sangue ci sono anche i sistemi per distruggere, rimuovere cellule morte e materiali estranei, oltre a promuove la riparazione di tessuti danneggiati.
Le piastrine sono coinvolte nella coagulazione del sangue e aiutano a riparare i danni dei tessuti.
Sangue venoso e sangue arterioso
Il sangue circola nel
sistema cardiovascolare costituito da cuore e vasi sanguigni (arterie, vene e capillari). Quando il cuore si contrae spinge il sangue nelle arterie perché raggiunga tutti i tessuti del corpo. Durante la fase di rilascio, nel cuore entra il sangue che ritorna dai vari organi del corpo, attraverso le
vene. Il sangue che arriva dalle vene all’
atrio destro del cuore è il sangue venoso. Ha un colore rosso violaceo bluastro perché, trasporta sostanze di scarto, un basso contenuto di ossigeno (O2) e alto di anidride carbonica (Co2). Il sangue arterioso, che arriva nel cuore sinistro, si presenta con un colore rosso brillante perché è ricco di ossigeno (O2).
Sangue arterioso e venoso
non si mescolano mai all’interno del cuore: sangue venoso nel cuore destro e arterioso nel sinistro. L’ossigenazione del sangue si realizza a livello dei capillari degli alveoli polmonari dove avviene lo scambio gassoso
Co2-O2. Il sangue venoso cede l’anidride carbonica (che viene emessa dall’organismo con l’
espirazione) e l’emoglobina carica l’ossigeno che presente nei polmoni grazie a un atto respiratorio (
inspirazione). Il sangue ossigenato torna quindi al cuore sinistro da cui viene pompato il tutto l’organismo.

La quantità di ossigeno nel sangue, tecnicamente definita
saturazione di ossigeno, è un valore molto importante perché esprime il livello della funzionalità respiratoria. La saturazione di ossigeno indica infatti la percentuale di emoglobina satura di ossigeno al momento della misurazione, cioè la percentuale di globuli rossi nel sangue che stanno trasportando ossigeno in tutto l’organismo.
Per misurare la concentrazione di ossigeno circolante il modo più accurato è con un
prelievo del sangue, in genere dall’arteria radiale del polso.
Un metodo alternativo e meno invasivo, ma altrettanto valido, è possibile grazie all’impiego del
saturimetro (o pulsiossimetro). Si tratta di una specie di pinza che si applica a un
dito della mano e che, grazie a un sensore di luce infrarosso, passando attraverso i tessuti, è in grado di rilevare la percentuale di emoglobina satura di ossigeno e, in alcuni casi, di rilevare anche la frequenza cardiaca. Questo strumento è tra i dispositivi che dovrebbero essere a disposizione dei pazienti positivi al
tampone per il Coronavirus Sars-Cov-2 per monitorare l’evoluzione della malattia a domicilio, visto che nell’80% dei casi il
virus dà pochi sintomi.
Nei soggetti sani i valori normali di ossigeno nel sangue sono compresi tra il 97 e il 99% ma generalmente i valori superiori al 95% sono considerati normali.
Quando invece l’ossigeno nel sangue è presente in una percentuale inferiore si è in presenza di
ipossiemia che può essere lieve (compresa fra 94 - 91%), moderata (fra 90 e l’86%). Con questi valori è consigliabile sottoporsi a
emogasanalisi (EGA). Al di sotto del 90% è presente una grave carenza di ossigeno (grave ipossia) che richiede l'immediata esecuzione di una emogasanalisi.
Nei pazienti che hanno patologie come la
broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), i valori di ossigeno nel sangue possono essere normali anche se intorno al 90%. L'ipossiemia può manifestarsi anche con diversi sintomi come
affanno, fiato corto, aumento della frequenza del respiro,
difficoltà respiratoria, oltre che stato confusionale, mal di testa,
tachicardia e aumento della pressione, dovuti alla insufficiente quantità di ossigeno circolante.
Componenti del sangue
Sono quattro le componenti principali del sangue: il plasma e la parte corpuscolare: globuli rossi, globuli bianchi e piastrine. Le cellule del sangue, la parte corpuscolare, viene prodotta, nel midollo osseo rosso, il tessuto interno, spugnoso, delle ossa lunghe e delle ossa piatte (tra cui femore e bacino).
Plasma, la parte liquida del sangue
Il plasma è definito la componente liquida del sangue perchè è costituito per il
90-95% di acqua. Il restante 5-10% è composto da
proteine (come l'albumina e le globuline e altri elementi che aiutano la coagulazione), sali minerali, zuccheri, vitamine, anticorpi e ormoni.
Le principali funzioni del plasma comprendono il trasporto di sostanze e dei fattori della
coagulazione, oltre al mantenimento degli
equilibri acido-base. Il 55% del sangue totale circolante è costituito dal plasma. La concentrazione della parte acquosa è mantenuta costante, entro certi valori, in base ai liquidi introdotti con l’
alimentazione e il controllo della loro
escrezione a livello renale. La frazione proteica del sangue è costituita principalmente da:
- Albumine (4,5 grammi per 100ml). Prodotte nel fegato, queste proteine regolano il passaggio di acqua nei tessuti; legano e trasportano nel plasma numerose sostanze: ormoni, farmaci, bilirubina ecc;
- Globuline (2,7 grammi per 100 ml). La loro sintesi avviene nel fegato e nel tessuto linfoide. Sono suddivise in tre frazioni: α, β (che hanno funzione di trasporto) e γ (anche dette immunoglobuline perché sono gli anticorpi che, prodotti dalle plasmacellule, fanno parte del sistema immunitario). La transferrina, per esempio, appartiene alla classe Beta e svolge la funzione di trasportatore del ferro nel plasma;
- Fibrinogeno (2,25 grammi per 100ml). Proteina sintetizzata nel fegoto, è coinvolta nel processo della coagulazione.
Globuli rossi per trasportare l’ossigeno

I
globuli rossi sono anche chiamati
eritrociti oppure
emazie. Sono gli elementi più numerosi all'interno del sangue, circa
4,5 milioni per millimetro cubo nelle donne e 5 milioni negli uomini. La differente concentrazione di globuli rossi e di emoglobina nei due sessi è dovuta alla maggiore presenza di testosterone nell'organismo maschile che stimola infatti l'eritropoiesi, cioè la formazione di nuovi globuli rossi. Sono prodotti nel midollo osseo con un processo definito
eritropoiesi (l’emopoiesi si riferisce alla sintesi di tutte le cellule del sangue).
Vivono in media
tre mesi. Si rinnovano in continuazione, basti pensare che al giorno ne vengono rigenerati
25.000 miliardi. I globuli rossi “vecchi”, dopo un viaggio lungo 400 km, vengono eliminati dalla milza, e dal
fegato, dove vengono eliminati da cellule specializzate del sistema immunitario (macrofagi). Non sono vere e proprie cellule in quanto non hanno il nucleo, che viene perso durante emopoiesi (maturazione degli elementi corpuscolari). La mancanza del nucleo permette di lasciare più spazio all'emoglobina, mentre la forma biconcava aumenta la superficie della cellula, a parità di volume. Queste caratteristiche servono a rendere più efficiente la diffusione dell'ossigeno da parte di queste cellule. I globuli sono
elastici e deformabili per poter passare anche nei capillari, i vasi sanguigni più piccoli.
Al loro interno è presente l'
emoglobina, proteina che contiene il ferro in grado di legare ossigeno e di rendere possibile il processo del processo di respirazione cellulare: i globuli rossi prelevano l'ossigeno dai polmoni per portarlo ai tessuti e rilasciano nei polmoni l'anidride carbonica di scarto.
Il colore caratteristico del sangue è dato dal
ferro che si trova all’interno dell’emoglobina, è proprio per questo motivo che i
soggetti anemici, ovvero quelli che hanno valori troppo bassi di ferro nel sangue, presentano un pallore caratteristico. Sulla superficie dei globuli rossi sono presenti o meno particolari proteine (
antigeni) che consentono di dividere il sangue in gruppi sanguigni tipici per ogni individuo e trasmessi ereditariamente.
Nella nota
anemia falciforme, i globuli rossi assumono una caratteristica forma a
falce. Con il microscopio elettronico, si è visto che i globuli rossi possono assumere forme assai diverse: normali (discociti), a bacca (crenati), a riccio o spinosi (echinociti), dentellati, a fuso, a elmetto, appuntiti, indentati…
Emoglobina. I valori normali, alti e bassi
Questa proteina è un fondamentale indicatore della salute, per questo è prescritta negli
esami di controllo.
I valori normali di emoglobina alla nascita sono di 16/17 g/100 ml. Quindi, nelle settimane a seguire, l’
emoglobina si riduce leggermente e fino a che si compiono circa
10 anni i valori sono di circa
12 g/100 ml.
Dopo la pubertà i valori salgono e ai 50 anni circa invece cominciano a scendere. Verso i
65 anni si torna a livelli di emoglobina nel sangue molto
bassi, circa 12 g/100 ml.
I valori medi di emoglobina nella
donna adulta sono di
13,9 g/100 ml mentre nel
maschio adulto sono di circa
15,8 g/100 ml.
Altri
valori che sono evidenziati durante l’esame dell’emoglobina comprendono:
- MCV, il volume corpuscolare medio dei globuli rossi, che evidenzia se siano piccoli, medi o grandi;
- MCH, contenuto di emoglobina medio dei globuli rossi nel sangue;
- RDW, misura quanto varia la dimensione media dei globuli rossi.
L’
elettroforesi dell’emoglobina è una tecnica che separa le particelle dell’emoglobina e permette di valutare la presenza di patologie come l’anemia mediterranea o la beta-talassemia ed altre forme di anemia.
Valori troppo elevati di emoglobina possono essere associati a fenomeni di
diarrea,
tabagismo o, nei casi più gravi, di
tumore al fegato,
ustioni e
insufficienza cardiaca.
Quando invece si parla di emoglobina bassa, quasi sempre ci si riferisce a una forma di
anemia che può essere provocata da molteplici cause, ma principalmente da fattori nutrizionali, sanguinamenti, problemi nella sintesi dei globuli rossi e dell’emoglobina,
radioterapia e chemioterapia, e malattie renali.
Bisogna però tenere conto del fatto che ci sono diversi
fattori che influenzano l’esame dell’emoglobina e che possono quindi sfalsare i risultati, come l’idratazione alterata (bevendo troppa acqua si rischiano valori bassi, il contrario bevendone poca), l’abitudine al fumo, l’età, il sesso, l’altitudine del luogo dove ci si trova. Inoltre è fisiologico che le donne in età fertile abbiano livelli di emoglobina bassi rispetto a quelli dell’uomo, perché durante il mestruo perdono sangue e ferro.
Globuli bianchi o leucociti
I
globuli bianchi sono chiamati anche leucociti e sono cellule dotate di nucleo.
Prodotti nel midollo osseo, i globuli bianchi sono di
dimensioni maggiori rispetto agli eritrociti, ma sono presenti in concentrazione inferiore (se ne contano dai 5000 ai 7000 per millimetro cubo). Vengono prodotti ogni giorno dal midollo osseo una media di
100 miliardi in totale pari a 5 -10.000 unità per millitro. I principali compiti dei leucociti sono la difesa dell'organismo da germi e agenti patogeni, il contenimento dei processi infettivi, attraverso l'
eliminazione di batteri, virus e funghi, e la formazione di
anticorpi.
Esistono tre diverse tipologie di globuli bianchi:
- Granulociti (Neutrofili, Eosinofili e Basofili);
- Monociti;
- Linfociti.
I leucociti (altro nome dei globuli bianchi) si formano a partire dalle cellule staminali ematopoietiche che si suddividono nella linea linfoide (da cui si sviluppano i linfociti B e T), e nella linea mieloide (da cui si sviluppano tutti gli altri globuli bianchi, ma anche i globuli rossi e le piastrine). La maturazione dei leucociti richiede l’intervento di altre ghiandole che fanno parte del sistema immunitario: i
linfonodi, le
tonsille, il
timo (ghiandola endocrina che si trova più o meno nella zona retrosternale) e la
milza.
Nelle analisi del sangue, occorre distinguere le diverse categorie in cui si suddividono queste cellule altamente specializzate in quella che viene definita formula leucocitaria.
Globuli bianchi: valori normali, elevati (
leucocitosi) e bassi (
leucopenia).
I valori normali vanno
da 4.500 a 11.000 per µL. Bisogna però considerare quali elementi della composizione dei globuli bianchi (formula leucocitaria) varia.
Un aumento (leucocitosi) può avere diverse cause, ma in linea di massima si osserva quando vi è un’infezione in atto, sia acuta che cronica, e l’aumento è maggiore quando l’attacco infettivo è di
origine virale.
Diverso il caso in cui
aumentino, ad esempio, gli
eosinofili e basta (tipico delle forme allergiche), mentre un aumento importante dei leucociti senza apparente sintomatologia infettiva, può purtroppo indicare una
neoplasia del sangue (leucemia) o una malattia del midollo osseo, come ad esempio il rilascio di globuli bianchi ancora immaturi.
Una diminuzione dei globuli bianchi si definisce
leucopenia, e può avere diverse cause. Ad esempio, può essere determinata da
infezioni, specialmente
batteriche acute, da
HIV, malattie congenite e acquisite del midollo osseo, malattie autoimmuni, malattie neoplastiche, assunzione di alcuni farmaci (es.
antibiotici), chemioterapia ecc. Per stabilire la causa della leucopenia e fare una diagnosi occorre pertanto associare questo esame ad altre indagini di laboratorio ed eventualmente strumentali, e valutare il quadro clinico generale del paziente, così come l’età e la eventuale compresenza di patologie croniche che prevedano terapie farmacologiche. La leucopenia in caso di infezioni è sempre transitoria.

Leucociti nelle urine
In generale, la presenza di
leucociti nelle
urine è fisiologico. Se, però, la concentrazione
supera le 10 unità per millilitro di urina, potrebbe essere spia di una infezione alle vie urinare (
IVU), come ad esempio una
cistite. Anche un trauma nella zona uro-genitale e altre condizioni cliniche come il
diabete o il rene policistico.
Piastrine o trombociti e coagulazione
Le piastrine, definite anche trombociti, sono presenti nel sangue con concentrazione di circa 250.000 al millimetro cubo. Non sono vere e proprie cellule, ma frammenti di citoplasma dei megacariociti localizzati nel midollo rosso. Sono infatti particelle piccole, formate da frammenti di cellule più grandi prodotte dal midollo osseo, i megacariotici. S
ono tuttavia delimitati da una membrana, che rende ogni piastrina indipendente dalle altre, e possiedono granuli, vari organelli citoplasmatici e RNA. La loro vita media è di 10 giorni (contro i 120 dei globuli rossi). Al termine vengono fagocitate o distrutte dai macrofagi, soprattutto nel fegato e nella milza, dove è presente circa un terzo della massa piastrinica totale. Ogni giorno sono prodotte dalle 30.000 alle 40.000 piastrine per millimetro cubo; in caso di necessità, tale sintesi può aumentare 8 volte.
Le dimensioni delle piastrine sono particolarmente contenute; I trombociti di occupano dell'emostasi (haima, sangue + stasis blocco), cioè il processo di coagulazione che si verifica in caso di lesione: si riuniscono, come prima cosa, in corrispondenza della ferita e formano un'ostruzione che impedisce al sangue di uscire. In un secondo momento danno inizio alla formazione del processo vero e proprio di rimarginazione della lesione. In sinergia con gli enzimi della coagulazione, le piastrine permettono il passaggio del sangue dallo stato fluido a quello solido, formando una specie di tappo (o trombo) che ostruisce i punti lesi dei vasi.
Piastrine. Valori normali, alti e bassi.
In un millilitro di sangue sono normalmente presenti dalle 150.000 alle 400.000 piastrine. L'intervallo di riferimento dell'esame però può cambiare in funzione di età, sesso e strumentazione in uso nel laboratorio analisi. Per questo motivo si devono considerare i valori limite riportati sul referto. I risultati delle analisi, inoltre, devono essere valutati nell'insieme dal medico.
Piastrinopenia o trombocitopenia
Un basso numero di
piastrine (piastrinopenia o trombocitopenia) comporta un aumento del
rischio di sanguinamento spontaneo quando la conta piastrinica scende al di sotto di 10.000-20.000, ma già con valori inferiori a 50.000 si può andare incontro a rischi in caso di tagli e altri traumi.
La piastrinopenia può essere dovuta a una ridotta produzione di cellule per un problema al midollo osseo o un’aumentata distruzione per
disturbi nel fegato e nella milza.
Le cause più comuni che spiegano perché scenda il numero delle piastrine prodotte sono molteplici e comprendono infezioni, anemia,
carenza di vitamina B12 e situazioni più gravi come
tumori del midollo osseo (leucemia e linfoma). Un aumento del tasso di distruzione è riconducibile a malattie autoimmuni, gravi infezioni batteriche, assunzione di farmaci. Anche problemi di
sanguinamento cronico, per esempio causati da
ulcera gastrica o polipi intestinali, possono essere causa di riduzione del numero di piastrine circolanti.
Trombocitosi o trombocitemia
Un’elevata concentrazione di piastrine (
trombocitosi o
piastrinosi o trombocitemia) aumenta il
rischio cardiovascolare per la più alta probabilità che si formino coaguli in grado di bloccare il flusso sanguigno nei vasi più piccoli, da cui infarto e ictus.
Questa condizione si verifica, raramente, a causa di una malattia, la
trombocitemia essenziale (o primitiva), in cui il midollo osseo produce un numero eccessivo di piastrine, i cui valori nel sangue possono superare il milione. Valori più elevati di piastrine possono essere collegate a
infiammazioni (per esempio
artrite reumatoide) e infezioni (per esempio tubercolosi), alcuni tipi di tumore,
anemia sideropenica e carenza di ferro, rimozione chirurgica della milza, reazione a farmaci (come la
pillola contraccettiva).
Un temporaneo aumento delle piastrine può essere dovuto a un trauma o a un intervento chirurgico maggiore, attività fisica o sforzo fisico intenso,
consumo eccessivo di alcolici.
Sangue e gruppo sanguigno
Il gruppo sanguigno di un individuo è determinato dalla presenza di
antigeni (o agglutinogeni) all’interno del globulo rosso, chiamati “antigeni
eritrocitari”, grazie ai quali si distinguono i diversi gruppi sanguigni.
Le tipologie di agglutinogeni esistenti sono
A e B: i soggetti che presentano l'antigene A sui globuli rossi rientrano nel gruppo sanguigno A, quelli che possiedono l'antigene B appartengono al gruppo B, gli individui che li hanno entrambi sono di gruppo sanguigno AB, mentre quelli che non presentano nessun antigene appartengono al gruppo 0.
Nel plasma sono presenti degli anticorpi, detti
agglutinine, che hanno il compito di agglutinare i germi e le cellule estranee all'organismo, compresi i globuli rossi appartenenti ad un gruppo sanguigno diverso da quello dell'individuo.
L'agglutinamento dei globuli rossi consiste nel causare un loro ammassamento e la conseguente
aggregazione, che inibisce le loro funzioni. Per questo è necessario che le
trasfusioni avvengano solo tra i gruppi sanguigni compatibili.
Le agglutinine sono di due tipi, come gli antigeni, anti-A e anti-B: gli individui appartenenti al gruppo A presentano nel plasma l'agglutinina anti-B, quelli appartenenti al gruppo B hanno l'agglutinina anti-A, gli individui con gruppo 0 possiedono entrambe le tipologie di
agglutinina, mentre quelli del gruppo AB non ne possiedono neanche una.
Per questo le persone con gruppo sanguigno
0 sono
donatori universali, in quanto i loro globuli rossi senza antigeni non vengono aggrediti da nessuno degli anticorpi presenti nel plasma, mentre le persone con gruppo sanguigno AB sono dei recettori universali, perché non avendo nessuna agglutinina nel plasma, accettano i globuli rossi con qualsiasi tipo di antigene.
soggetti di gruppo A possono donare alle persone dei gruppi A e AB e ricevere trasfusioni dai gruppi 0 e A; allo stesso modo i soggetti appartenenti al gruppo B possono donare alle persone dei gruppi B e AB e ricevere trasfusioni dai gruppi 0 e B.
Tuttavia, questa suddivisione non fornisce un quadro completo delle compatibilità tra i gruppi sanguigni, in quanto è presente sui globuli rossi un ulteriore agglutinogeno, chiamato
Rhesus, scoperto nel 1940. Si parla di
Rh+ quando questo antigene è presente (circa l'
85% delle persone) e di
Rh- quando invece non è presente (
15% degli individui).
Al fine di fornire una panoramica completa delle
compatibilità dei gruppi, è utile analizzarli uno per uno.
- Un individuo con gruppo AB Rh positivo, avendo tutti gli antigeni e nessuna agglutinina può ricevere sangue di qualsiasi altro individuo, ma può donarlo solo ad un'altra persona con gruppo AB Rh positivo;
- Il gruppo AB Rh negativo, per via dell'assenza dell'agglutinogeno Rh, può donare sia ai soggetti AB Rh positivo sia a quelli AB Rh negativo e può ricevere trasfusioni da ogni tipo di gruppo, a patto che siano Rh negativo;
- Il gruppo A Rh positivo rende possibili le trasfusioni verso i gruppi A e AB con Rh positivo e può ricevere sangue dai gruppi A e 0, entrambi con Rh sia positivo sia negativo. Il gruppo A Rh negativo invece, può donare ai gruppi A e AB sia rh positivo sia negativo, ma può ricevere solo dai gruppi 0 e A Rh negativo;
- Allo stesso modo, il gruppo B Rh positivo rende possibili le trasfusioni verso i gruppi B e AB con Rh positivo e può ricevere sangue dai gruppi B e 0, entrambi con Rh sia positivo sia negativo. Il gruppo B Rh negativo invece, può donare ai gruppi B e AB sia rh positivo sia negativo, ma può ricevere solo dai gruppi 0 e B Rh negativo.
- I soggetti che presentano il gruppo sanguigno 0 Rh positivo possono donare a qualsiasi individuo, a patto che abbia Rh positivo, ma possono ricevere trasfusioni di sangue solo dai gruppi 0 Rh positivo e negativo. Per quanto riguarda il gruppo 0 Rh negativo, la donazione è possibile verso qualsiasi altro gruppo, in quanto non è presente nessun antigene, ma possono ricevere donazioni solo da individui con lo stesso gruppo (0 Rh negativo).
Donazione del sangue e donazione del plasma (plasmaferesi)
Il sangue non si produce in laboratorio, ma è un elemento fondamentale per la vita.
Definito anche
farmaco, è impiegato per curare varie condizioni: dall’anemia indotta da cure o altro, alle ustioni ai traumi. Ogni
giorno in Italia si eseguono circa
1800 trasfusioni. Il fabbisogno annuo è di oltre 2, 4 milioni di unità di sangue intero e più di 800.000 litri di plasma. In Italia la donazione è fatta da volontari, periodicamente, in modo anonimo, responsabile e non retribuito: è la migliore garanzia per la qualità e la sicurezza delle terapie trasfusionali.
Per essere donatori basta essere in buona salute, maggiorenni fino a 70 anni e con un peso di almeno 50 chili. Non può donare chi ha comportamenti a rischio, tipo: assunzione di sostanze stupefacenti, alcolismo, rapporti sessuali ad alto rischio di trasmissione di malattie infettive, o chi è affetto da infezione da virus HIV/AIDS o portatore di
epatite B o C, o chi fa uso di steroidi o ormoni anabolizzanti. Non esistono categorie di persone escluse dalla donazione, ma nella selezione del donatore sono valutati i comportamenti individuali che possono risultare a rischio. Ogni sacca di sangue raccolta viene
sottoposta a una serie di analisi e processi per eliminare ogni possibile trasmissione di virus e sostanze potenzialmente nocive, a garanzia della sicurezza per il paziente.
Si possono donare, nei
centri presenti a livello locale:
- Sangue intero;
- Plasma (plasmaferesi);
- Piastrine (piastrinoaferesi);
- Donazione multipla di emocomponenti.
Il sangue e/o suoi componenti sono una terapia indispensabile in caso di anemie,
terapie oncologiche (globuli rossi), emorragie (piastrine), ustioni, tumori del fegato (piastrine). Nel caso di carenza di singoli elementi, quali fattori della coagulazione - fattore VIII e IX per emofilia A e B - immunoglobuline e albumina dovuti ad alcune patologie del fegato e dell’intestino, si possono trasfondere plasma o plasmaderivati (prodotti dall’industria dalla lavorazione del plasma). La trasfusione di plasma è detta aferesi.
Plasma come cura per la Covid-19
In assenza di terapie efficaci, contro l’epidemia da
coronavirus Sars-Cov-2 una speranza si è accesa dall’impiego del plasma iperimmune da trasfondere ai pazienti con Covid-19 . Si tratta del plasma donato da pazienti convalescenti che, guariti dalla Covid, hanno un
plasma ricco di anticorpi
neutralizzanti, cioè in grado di eliminare il virus. L'utilizzo del plasma a scopo terapeutico non è affatto una novità. Anche per Covid-19 sono in fase di sperimentazione diversi studi e i risultati, seppur ancora preliminari, sembrano fare ben sperare.