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Associata al piacere e al meccanismo della ricompensa, la dopamina è un
neurotrasmettitore, un messaggero chimico dei neuroni. Questa molecola è coinvolta in moltissime funzioni: dall'
umore al
processo decisionale, dal
movimento ai
disturbi psichiatrici.
La dopamina infatti è definita la
sostanza chimica del piacere perchè alimenta il desiderio di novità, di rivivere situazioni piacevoli come dopo un lauto pranzo, l’attività sessuale, l’assunzione di cocaina oppure di anfetamine. Inoltre, attivando una serie di modelli comportamentali, la dopamina motiva le persone a cercare quello che le fa stare bene e rilascia la sensazione di piacere. Con questo meccanismo si instaura la dipendenza.
Essendo coinvolta nel controllo di molti processi, la dopamina ha un ruolo centrale in diverse malattie come il
Parkinson, la
sindrome da deficit di attenzione e iperattività (ADHD), la
schizofrenia/psicosi, comportamenti
compulsivi e
dipendenza da cibo e gioco, oltre alla dipendenza da alcune
droghe e da alcuni
farmaci. Secondo degli studi scientifici, il neurotrasmettitore sarebbe responsabile del dolore che si manifesta in alcune patologie come la
fibromialgia, la sindrome delle
gambe senza riposo e la sindrome della
bocca urente. Anche sintomi come nausea e vomito sono sotto il suo controllo.
La produzione di dopamina avviene nei neuroni di
un’area specifica del cervello nota come
mesencefalo - a livello dei nuclei della base - e, in misura minore, nelle ghiandole surrenali (o surreni). Dalla dopamina si ricavano altri due neurotrasmettitori della famiglia delle catecolamine: la
norepinefrina (o noradrenalina) e l'
epinefrina (o adrenalina): gli
ormoni che, semplificando, aumentano la loro concentrazione in situazioni di pericolo e stress.
Che cos'è la dopamina
La dopamina viene rilasciata quando il cervello si aspetta una
ricompensa: la semplice anticipazione di una sensazione di piacere può essere sufficiente per aumentarne i livelli.
Potrebbe essere un certo cibo, l’attività sessuale, lo shopping, il gioco o qualsiasi altro stimolo che una persona viva in un meccanismo di ricompensa. Il tipico esempio è il
comfort food, un alimento a cui si ricorre per soddisfare un bisogno emotivo, una coccola consolante. Nel caso in cui questa funzione di conforto sia collegata a dei biscotti fatti in casa, il cervello può aumentare la dopamina quando sente il profumo rilasciato durante la cottura, dalla teglia fumante che esce dal forno. Nel momento in cui si mangiano, viene rilasciato un diluvio di dopamina che agisce rafforzando questo desiderio per soddisfarlo in futuro. È un
ciclo di motivazione, ricompensa e rinforzo. Quando i biscotti tanto desiderati non sono a disposizione, la delusione porta una riduzione del livello di dopamina e all’abbassamento dell'umore. Tale situazione potrebbe però anche aumentare il desiderio di biscotti: per questo è tra i fattori coinvolti nell’
obesità. Questo meccanismo spiega lo sviluppo della dipendenza dall’elemento che genera il piacere della ricompensa:
gioco e da sostanze stupefacenti.
Perché la dopamina ha funzioni diverse
Dopo il suo rilascio nello spazio sinaptico che è tra le estremità
(sinapsi) dei neuroni, la dopamina esercita i propri effetti in base al tipo di recettore dopaminergico presente sulla membrana delle diverse cellule nervose. Nei
mammiferi - quindi anche nell'uomo - esistono
5 sottotipi diversi di recettori dopaminergici (D1, D2, D3, D4 e D5).
Nel cervello, ogni area ha una propria quantità di recettori dopaminergici, in base alle funzioni che interessano le diverse aree encefaliche.
Come alzare la dopamina
La dopamina prodotta naturalmente dall’organismo (endogena) può essere aumentata con la sua somministrazione come farmaco, oppure attraverso l’assunzione di sostanze che ne mimino l’azione o ancora molecole che ne favoriscano la secrezione. L’organismo infatti è in grado di sintetizzare la dopamina a partire da altre molecole (
aminoacidi), secondo un processo che, semplificato è: fenilalanina → tirosina → levodopa → dopamina.
Con l’
alimentazione si può aumentare l’assunzione di fenilalanina e tirosina. I farmaci invece favoriscono l’aumento della levodopa.
Dopamina e dipendenza da droghe
Spesso, chi è dipendente da
sostanze stupefacenti ha un basso livello di dopamina endogena e per questo ricerca il piacere che attiva il meccanismo di gratificazione attraverso l’assunzione di sostanze pericolose. La
cocaina, così come l’
MDMA (ecstasy), evitano che a livello sinaptico si produca il riassorbimento della dopamina, il cosiddetto reuptake.
Queste droghe,
impedendo il naturale riassorbimento della dopamina, ne
aumentano il livello in circolo nel sistema nervoso centrale. Anche la
Cannabis ha azione psicotropa, ma con un meccanismo diverso perché scatena una sindrome che altera la percezione della realtà e, nelle persone predisposte, aumenta il rischio di
disturbi psichiatrici come la schizofrenia.
La dopamina e il piacere
La giusta quantità di dopamina di solito si accompagna un
buon livello di umore. È ideale per l'
apprendimento, la pianificazione e la produttività. La dopamina contribuisce alla sensazione di:
vigilanza, concentrazione, motivazione, appagamento. Un'inondazione di dopamina può provocare temporaneamente sensazioni di
euforia.
Dopamina bassa e disturbi motori e psichiatrici
Basse concentrazioni di dopamina, oltre a ridurre il tono dell’umore, riducono la vigilanza, la capacità di concentrazione, motivazione ed entusiasmo. A livello motorio
abbassa la coordinazione, tanto che si fatica a svolgere alcuni movimenti. Si ricorda infatti che basi livelli di dopamina nei nuclei della base sono all’origine di vari disordini del movimento caratterizzati da
tremori tra cui, uno dei più noti, è la
malattia di Parkinson. Tra i sintomi psichiatrici, un deficit di dopamina si manifesta con
depressione, tristezza,
disturbi del sonno e, nel tempo, disturbi cognitivi tipo difficoltà a ricordare eventi recenti.
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Come alzare la dopamina. Alimenti e stile di vita
- Il cibo può stimolare in maniera indiretta la produzione di dopamina.
- L’assunzione di cibi ricchi di fenilalanina e tirosina, che sono i suoi precursori, promuove la sintesi di dopamina a livello del sistema nervoso. I due amminoacidi sono presenti nelle proteine alimentari.
- Sono alimenti ricchi di fenilalanina i legumi, la carne, le uova, li pesce.
- La tirosina è presente soprattutto nella frutta secca (mandorle, noci), semi oleosi (sesamo, zucca, girasole), nei latticini, nel cacao e nella frutta come banane, avocado;
- L’esercizio fisico è il segreto per aumentare i livelli di endorfine e migliorare l’umore. Tali benefici possono essere osservati anche dopo dieci minuti di attività aerobica, ma tendono ad avere il picco massimo dopo venti minuti;
- Dormire ed evitare di perdere ore di sonno. Gli studi sugli animali hanno dimostrato che la dopamina è rilasciata in grandi quantità al mattino durante la sveglia e tende a diminuire prima di andare a dormire;
- Ascoltare musica, come dimostrano vari studi, incrementa l’attività nelle aree del cervello di ricompensa e piacere, che sono ricche di recettori di dopamina;
- La pratica della meditazione permette di ripulire la mente e di focalizzare l’attenzione su di sé. Inoltre, si è scoperto che aumenta i livelli di dopamina nel cervello, promuovendo un umore positivo;
- Prendere il sole aumenta i livelli di neurotrasmettitori dell’umore, compresa la dopamina. Ecco perché d’estate si tende ad avere un atteggiamento più positivo.
Farmaci che aumentano la dopamina (dopaminergici) ed effetti collaterali
A livello farmacologico la sostanza più utilizzata per aumentare la dopamina è senza dubbio la
levodopa, ma anche la
carbidopa. La somministrazione di questi farmaci è alla base della cura per la malattia di Parkinson e nella depressione.
La dopamina è impiegata anche in altre condizioni cliniche, casi estremamente gravi, come shock causati da
infarti, operazioni a cuore aperto,
scompenso renale o cardiaco cronico, traumi e setticemia. In questi casi si ricorre alla somministrazione di dopamina direttamente tramite
flebo.
La dopamina infatti, provocando vasodilatazione e aumentando il flusso sanguigno renale ed urinario evita gli effetti nefasti sugli organi. Dalla somministrazione si raggiunge l’
effetto desiderato entro 5 minuti. Il farmaco si distribuisce velocemente nell’organismo, ma non arriva al cervello perché non oltrepassare la barriera emato-encefalica. La dopamina è metabolizzata dal fegato e dal
rene e viene escreta in gran parte con le urine entro 24 ore. La dopamina è disponibile in
fiale, per infusione endovenosa. La dose per l’infusione di dopamina deve essere
calcolata in base al peso del paziente. Come ogni farmaco, anche la dopamina (e gli agonisti dopaminergici) possono provocare effetti indesiderati. Tra i principali, oltre a sintomi generali come
sonnolenza, stanchezza o astenia, si devono ricordare problemi legati all’
assunzione del cibo (nausea, vomito, anoressia, aumenta o calo ponderale),
nervosi (agitazione, allucinazioni, insonnia),
cardiovascolari (ipotensione ortostatica e
tachicardia). Non è secondario, nel caso di pazienti in terapia con dopaminergici per il Parkinson, il verificarsi di problemi di dipendenza da gioco per un eccesso di dopamina.
Dopamina alta, sindromi psicotiche e schizofrenia
Livelli molto elevati di dopamina scatenando
sindromi psicotiche come mania, allucinazioni e deliri. Eccessivi livelli di dopamina sono tipici di disturbi come la
dipendenza da alcol,
fumo, sostanze stupefacenti, in particolare la
cannabis. Come confermano vari studi, tali sostanze possono portare a condizioni cliniche anche gravi come la
schizofrenia in persone predisposte (che di solito non sanno di esserlo). Le
psicosi sono un insieme di patologie psichiatriche gravi, che causano alterazioni del comportamento, incapacità di pensare in maniera coerente e incapacità di comprendere la realtà.
Come abbassare la dopamina
La cura di condizioni psicotiche scatenata da un eccessivo livello di dopamina richiede l’
uso di farmaci antipsicotici. Generalmente, gli antipsicotici calmano e riducono le allucinazioni e
stabilizzano l'umore nei pazienti affetti da psicosi. Poiché però causano importanti effetti collaterali, il loro uso dovrebbe essere limitato solo al trattamento di disturbi psicotici molto gravi, come la
schizofrenia. Uno degli antipsicotici più noti è l'
aloperidolo.
Gli
effetti collaterali indotti dagli antipsicotici sono dovuti al fatto che questi farmaci non riducono solo l’attività della dopamina e della serotonina, ma interagiscono anche su altre funzioni del sistema nervoso centrale causando:
sedazione;
ipotensione;
disturbi gastrointestinali, agli
occhi, alla vescica e sessuali. Si possono verificare anche
effetti Parkinson-simili perché generano effetti che assomigliano ai sintomi che si manifestano in chi ha questa malattia
Dopamina urinaria
Si tratta di un esame che misura dell´escrezione delle catecolamine (
adrenalina,
noradrenalina,
dopamina,
dobutamina), ormoni rilasciati dalle ghiandole surrenali in situazioni di stress. Viene eseguito nelle
urine raccolte nelle 24 ore quando si sospetta, in caso di ipertensione arteriosa, la presenza di un
feocromocitoma, un tumore delle cellule cromaffini della midollare surrenale. Il valore di riferimento per valori normali è
<85 ng/L.
Consulta le strutture che effettuano un Esame colturale dell'urina (urinocoltura):
Dove effettuare un Esame colturale dell'urina (urinocoltura)?
Come la dopamina crea dipendenza

La
nicotina, l'alcool, droghe come la cocaina e la cannabis, farmaci, giochi d’azzardo, sono in grado di creare dipendenza perché attivano il ciclo della dopamina innescata dal meccanismo della ricompensa.
Queste sostanze possono causare una
liberazione più intensa della dopamina che si otterrebbe, ad esempio, da un comfort food come i biscotti. È una concentrazione così potente che si manifesta con un senso intenso di soddisfazione tale da
desiderare di rivivere, al più presto,
la stessa sensazione.
Quando si innesca questo sistema, si genera un'abitudine che il cervello controlla riducendo la quantità dopamina circolante: serve quindi una quantità più elevata di sostanza per raggiungere lo stesso livello di piacere. L'
iperattivazione colpisce anche i recettori della dopamina riducendo interesse per altre cose e favorendo
comportamenti compulsivi. In pratica si diventa sempre meno in grado di resistere all'uso di queste sostanze.
Quando assumere una sostanza diventa necessario e non è solo un bisogno, si è diventati dipendenti. Se si prova a interrompere il contatto con la sostanza o l’elemento di cui si è dipendenti, si possono verificare sintomi fisici ed emotivi di
astinenza.
Funzioni della dopamina
La dopamina svolge numerose funzioni soprattutto
a livello del sistema nervoso, sia centrale che periferico. A livello di sistema nervoso centrale, la dopamina è un neurotrasmettitore coinvolto nei meccanismi che controllano:
- Il movimento e la capacità motoria, in particolare a correttezza e la rapidità dei movimenti. Queste funzioni dipendono dalla dopamina presente in un’area del cervello (substantia nigra) e che viene rilascia sotto l'azione dei gangli o nuclei della base. Quando la dopamina rilasciata dalla substantia nigra è inferiore al normale, i movimenti diventano più lenti e scoordinati, come avviene nella malattia di Parkinson. Viceversa, se la dopamina è troppa, si manifestano movimenti non necessari, molto simili a dei tic;
- Il meccanismo per la secrezione dell'ormone prolattina, in particolare, inibisce il rilascio dell’ormone da parte del lobo anteriore dell’ipofisi. In questo caso, la dopamina prende il nome di Pif (fattore inibente la prolattina). Una carenza di dopamina, per contro, determina una maggiore sintesi dell’ormone prolattina che, stimolando la mammella, stimola la produzione del latte materno;
- Il sonno perché regola il ritmo circadiano dell’organismo, favorendo l’alternanza sonno/veglia;
- L’umore perché questo neurotrasmettitore, come la serotonina, è in grado di influire sul tono dell’umore, determinando uno stato di generale benessere psico/fisico;
- Alcuni aspetti del comportamento e alcune funzioni cognitive come le capacità di memoria, di attenzione e di apprendimento. Diverse ricerche scientifiche hanno dimostrato che adeguati livelli di dopamina nella corteccia prefrontale migliorano la cosiddetta memoria di lavoro, cioè il mantenimento temporaneo della memoria per la manipolazione dell'informazione durante l'esecuzione di differenti compiti cognitivi, come la comprensione, l'apprendimento e il ragionamento. L’aumento e la riduzione di questa sostanza nella corteccia prefrontale diminuisce o aumenta la capacità della memoria di lavoro. Interessanti ricerche hanno evidenziato che concentrazioni ridotte di dopamina nella corteccia prefrontale sono spesso associate a una condizione nota come sindrome da deficit di attenzione e iperattività (ADHA).
- I meccanismi di ricompensa e piacere: è implicata nello sviluppo di tutte le dipendenze: alcol, cibo, farmaci, sostanze stupefacenti, ma anche del gioco;
- Anche sul sistema nervoso periferico, la dopamina ha degli effetti:
- Effetti sulla pressione e sulla frequenza cardiaca. A livello di sistema nervoso simpatico causa l’accelerazione del ritmo cardiaco e l’innalzamento della pressione arteriosa. La dopamina diminuisce le resistenze periferiche, provocando vasodilatazione e aumentando il flusso sanguigno renale ed urinario. Per questo effetto è impiegata in situazioni di emergenza e di shock (si veda più avanti);
- Risposta immunitaria perché riduce l'attività dei linfociti, cellule che aiutano a difendere l’organismo dalle infezioni;
- Riduzione della secrezione di insulina, da parte delle isole di Langerhans (cellule beta pancreatiche) aumentando la concentrazione del glucosio nel sangue. Questo ha un ruolo nello sviluppo di sovrappeso e obesità. Dopo un pasto ricco di carboidrati e proteine, l’insulina va a stimolare la secrezione di dopamina, aumentando la sensazione di piacere ed appagamento. Nei soggetti obesi si instaura invece una insulino-resistenza. L’ormone è quindi prodotto dal pancreas ma non può interagire con i propri recettori, così non può stimolare la secrezione di dopamina. Il soggetto obeso, dunque, non si sente più appagato dopo un normale pasto. Si instaura così il circolo vizioso che sostiene l’obesità;
- Nausea e vomito sono sintomi che aumentano con elevati livelli di dopamina.
Dopamina, serotonina e ossitocina
La dopamina non agisce da sola. Funziona con altri neurotrasmettitori e ormoni, come la
serotonina e l'
ossitocina. La dopamina governa la sensazione di piacere e la motivazione, mentre la serotonina è collegata alla felicità perché stimola l’
umore, l’
innamoramento, le
relazioni sociali e il
contatto fisico.
Non a caso la dopamina avvia una sensazione di benessere e piacere oltre ad aumentare la motivazione, visto che entra in gioco quando si raggiunge un obiettivo desiderato o semplicemente si ascolta la propria musica preferita. La liberazione di questa sostanza aumenta nello svolgere attività che appagano e soddisfano: le
risate, l’
attività fisica, la
musica, il proprio
cibo preferito e una buona
attività sessuale.
La serotonina scatena il buon umore. I farmaci che curano la
depressione agiscono proprio aumentandone la concentrazione. Anche la serotonina ha un ruolo nel sonno, il desiderio sessuale e l’appetito. L’ossitocina, nota come ormone dell’amore, viene rilasciata durante l’orgasmo, ma è anche l’ormone dell’
allattamento che favorisce il legame unico madre-figlio, favorisce inoltre la
socializzazione, la
monogamia e i rapporti stabili.
L’azione sinergica ed equilibrata di queste sostanze è un fattore fondamentale nel determinare il
benessere psicofisico.
Dopamina e amore: baci e abbracci
Recenti ricerche, condotte da un team di scienziati di Boston, evidenziano come l’amore tra madre e figlio siano associati ad alti livelli di ossitocina, l’ormone dell’amore, e di dopamina, neurotrasmettitore legato alla sensazione di benessere.
Lo studio, pubblicato sulla rivista Pnas (Proceedings of the National Academy of Sciences) ha esaminato i cervelli di 19 madri per capire cosa le spingesse a
prendersi cura dei propri figli. Si è così visto che i livelli di dopamina aumentavano quando le madri giocavano con la propria prole o ne guardavano un video. Lo stesso non accadeva con i figli di altre. Le madri con più dopamina in corpo erano anche quelle più attente alle esigenze dei piccoli. Questa scoperta può avere ripercussioni nel trattamento della
depressione post-partum.
La dopamina, insieme a serotonina ed endorfine, è coinvolta anche nelle sensazioni di benessere scatenate dal bacio.
Vari studi certificano le capacità terapeutiche del bacio come
antidolorifico e
antistress. Nel tempo di un bacio si scambiano 80 milioni di batteri, anche nocivi, se chi bacia ha una malattia in corso.
Tra questi ci sono lo
streptococco o l’
Epstein-Barr, il virus responsabile della famigerata mononucleosi. Lo scambio di batteri può però essere tendenzialmente favorevole. La saliva ospita anche la nostra riserva interna di
batteri buoni per cui lo scambio che avviene quando ci si bacia
stimola il sistema immunitario, fa aumentare gli anticorpi.
Non tutti i baci sono uguali, ma gli effetti che si producono sotto il profilo psicologico sono molto simili: quello di due amanti è molto diverso da quello dato a un figlio, ma entrambi sono espressione di un contatto intimo e ravvicinato, così come i bacetti che si scambiano durante un saluto, sono una manifestazione di affetto e attenzione nei confronti dell’altro.
La sensazione di benessere che producono i baci è figlia di ricordi primordiali: la
zona della bocca sviluppa per prima i
recettori del piacere. Lo testimonia il neonato che si attacca al seno materno per ricevere un nutrimento fisico e affettivo. Il bacio che una mamma dà al bambino quando si fa male è compensatorio del dolore intenso avvertito dal piccolo, attesta che la mamma è presente anche per i suoi bisogni emotivi. Il bacio e l’abbraccio in un contesto di lutto, in cui si fanno le condoglianze, è un potente antidoto contro la depressione.
Sono inoltre particolarmente benefici per gli anziani che dal bacio e l’abbraccio di un figlio o di un nipote ricavano una forte rassicurazione affettiva.
Anche le leccate, i baci degli
amici a quattro zampe sembrano avere effetti terapeutici. Uno studio dell'Università dell'Arizona valuta l’affettuosità dei cani un toccasana per le difese immunitarie perché i batteri presenti nel loro intestino avrebbero l'effetto di
probiotici sul nostro organismo.
I 10 effetti benefici del bacio
La filematologia riunisce le competenze di chimici, biologi, fisici e medici e studia le funzioni, i benefici e tutti gli aspetti del bacio in una coppia.
1. La dopamina nel bacio motiva la relazione
La dopamina è il mediatore delle sensazioni positive. Regola l’
appetito (quando si abbassano i suoi livelli, il peggioramento del tono dell’umore spinge a mangiare per stare meglio) e ha effetti sui
circuiti neurologici che regolano il
movimento (la sua sintesi nel sistema nervoso centrale si riduce per la distruzione dei neuroni che hanno la funzione di produrla, inquadrando le manifestazioni patologiche del
Parkinson).
Il bacio aumenta i livelli di dopamina, agendo in tal modo positivamente sul circuito della ricompensa, il sistema che sovrintende ai
comportamenti adattativi in risposta a stimoli esterni. Quello, per intenderci, che fornisce una motivazione naturale ad assumere i comportamenti utili a soddisfare i bisogni organici: per questo mangiare fa stare bene.
2. Le endorfine: più benessere per chi s bacia
Baciarsi aumenta la sintesi delle endorfine, le molecole del benessere. Si tratta di un gruppo di molecole prodotte dal cervello che ha struttura chimica molto simile alla morfina e ai suoi derivati: per questa ragione, ne condivide gli effetti sull’organismo e il nome (“
oppioidi endogeni”). Esattamente come gli analoghi naturali e semisintetici (come l’
ossicodone e la
codeina) hanno
attività analgesica (sono un anestetico naturale),
euforizzante o
ipnotica (a seconda della concentrazione). L’esercizio fisico è una delle condizioni che ne stimola la produzione e il cosiddetto “
runner’s high” (noto anche come “sballo del corridore”) è lo stato di euforia e potenza prolungata che caratterizza l’atleta durante la competizione. Un framework biochimico che lo sostiene nel sopportare la fatica.
3. Serotonina: la felicità del bacio
Le sensazioni positive scatenate dalla liberazione di endorfine vengono amplificate nel bacio dalla produzione di
serotonina, il neuromediatore (sostanza liberata nel sistema nervoso allo scopo di veicolare messaggi diretti ad altre parti del corpo) della felicità.
La serotonina è la molecola che ci permette di adattarci a nuove circostanze emotive, ma entra anche a far parte dei circuiti che regolano il movimento. Per quest’ultima ragione, e per la possibilità, studiandola, di intervenire su malattie come il Parkinson, la depressione e il
disturbo ossessivo-compulsivo, è al centro di numerose ricerche. La serotonina regola l’umore (mantenendone alto il tono), l’appetito (limitandolo) e le funzioni legate alle emozioni e ha un ruolo centrale nella
comunicazione fra circuiti neuronali.
4. Ossitocina per rompere il ghiaccio con un bacio
Baciarsi stimola l’
ipofisi (una ghiandola posta alla base del cervello e responsabile della sintesi di molti ormoni) a liberare ossitocina, il mediatore della fiducia. I suoi effetti a cascata sull’assetto emotivo spingono ad
abbassare le difese. In particolare, sono i maschi a produrne in quantità maggiore: questo fa pensare che il bacio sia, fra le altre cose, un espediente della natura per agevolare, in un carattere più difficilmente incline al sentimentalismo, la comunicazione su frequenze meno consone.
L’
ossitocina ha un ruolo strategico durante il
parto, circostanza in cui i suoi livelli aumentano considerevolmente sia nella mamma che nel bambino, favorendone il legame reciproco, che diventa così indissolubile: è possibile interpretarla come un sistema per
salvaguardare l’esclusività del rapporto fra madre e figlio dopo la rescissione del cordone ombelicale. In maniera simile, tale sostanza suggella il legame fra gli amanti, lo rafforza, impegna coloro che vi sono coinvolti.
5. Nel bacio il mix che scioglie la tensione del cortisolo
Contestualmente all’aumento della concentrazione di serotonina, endorfine e dopamina, il bacio determina la
caduta dei livelli di cortisolo, il mediatore dell’allontanamento e del sospetto. In questo modo, la diffidenza sfuma, le barriere cadono, la tensione svanisce e risulta possibile stabilire un legame con l’altro.
6. Nel bacio il richiamo che rassicura
Nella saliva maschile è presente il
testosterone, che agisce da potente richiamo per la donna, che, a sua volta, produce benzodiazepine endogene, potenti ansiolitici che rassicurano il partner.
Il senso è chiaro: proprio perché il bacio è funzionale a rompere il ghiaccio, a stabilire un contatto su una frequenza particolare, è necessario che predisponga i partners a questo tipo di comunicazione, facendo loro abbassare la guardia. A provvedere a questa funzione, la ricca
innervazione della
mucosa orale e della pelle che circonda la bocca, le cui fibre proiettano in una vasta area della
corteccia cerebrale (la zona nobile del cervello, quella deputata alle funzioni più raffinate). Segno, questo, che evidenzia l’importanza che la genetica associa al bacio.
7. Il bacio come lifting
Baciare aumenta la
frequenza respiratoria, accelera il
battito cardiaco e mette in moto l’apparato locomotore. I lettori fitness addicted saranno soddisfatti di sapere che il bacio allena ben
29 muscoli, brucia 13 calorie al minuto e produce una vera e propria ginnastica antirughe.
8. Il bacio negli occhi
Uno degli effetti fisici prodotti dal bacio è quello della dilatazione delle pupille e questa è la causa più probabile che spinge a chiudere gli occhi nel tête-a-tête.
9. Nel bacio la scelta del partner
Sebbene non esista una prova scientifica, l’ipotesi è che sia possibile dedurre informazioni a carattere strettamente “confidenziale” attraverso lo scambio di saliva. Dati genetici che, elaborati, consentono di
decidere se il patrimonio genetico dell’altro sia adatto alla procreazione. Questo spiega anche perché il primo bacio è decisivo: normalmente costituisce uno spartiacque nella relazione. Seleziona i legami destinati a vita breve, decretandone la fine e accende quelli più promettenti.
10. Sistema immunitario più forte con un bacio
I risultati di uno studio giapponese sottolineano che il bacio riduce i
livelli di immunoglobuline di tipo E (IgE, gli anticorpi che mediano le reazioni allergiche) nelle persone che soffrono di allergie, migliorandone i sintomi. Parallelamente il bacio permette anche il passaggio di anticorpi che arricchiscono le difese personali con un corredo supplementare.
Articolo redatto in collaborazione con
Monica Torriani