Indice
Domande e risposte
Il colesterolo è un
grasso fondamentale che svolge diverse funzioni nell'organismo. Viene prodotto dal corpo umano, ma in minima parte (circa il 20-30%) è introdotto con la dieta. Questo grasso è un costituente della
bile, quindi è utile nella digestione, interviene nella
sintesi della vitamina D, fondamentale nella salute delle ossa. Il colesterolo, inoltre, è un costituente fondamentale delle membrana cellulare e della guaina che ricopre le cellule del sistema nervoso ed è precursore di ormoni come il testosterone e gli estrogeni. Quando il
colesterolo totale, rilevato con un semplice
esame del sangue, è
superiore a 240 mg/dl si ha una condizione definita
ipercolesterolemia. Questa condizione non dà sintomi, ma è un fattore di rischio per altri
problemi cardiovascolari come infarto e ictus. I livelli di colesterolo, come dimostrato da molti studio clinici, si possono controllare con l’
alimentazione, un
corretto stile di vita e una
regolare attività fisica.
Cos'è il colesterolo

Prodotto dal fegato, il colesterolo è un grasso che può anche essere introdotto con gli
alimenti ricchi di grassi di origine animale, in particolare:
- Carne;
- Burro;
- Salumi;
- Formaggi;
- Tuorlo dell’uovo;
- Fegato.
È invece assente in:
- Frutta;
- Verdura;
- Cereali.
Il colesterolo è
trasportato nel sangue agganciato a delle proteine (
lipoproteine). Queste vengono classificate in base alla densità, cioè alla quantità di
lipidi e
colesterolo.
Le principali
lipoproteine da monitorare sono:
- LDL (lipoproteine a bassa densità) trasportano il colesterolo sintetizzato dal fegato alle cellule del corpo e per questo definito “cattivo";
- HDL (lipoproteine ad alta densità) definito “buono” perchè rimuovono il colesterolo in eccesso dai diversi tessuti e lo trasportano nuovamente al fegato per eliminarlo.
Colesterolo alto. I valori di riferimento
L’ipercolesterolemia è la condizione in cui il
colesterolo totale (LDL più HDL)
è troppo alto.
Valori desiderabili sono i seguenti:
- Colesterolo totale: fino a 200 mg/dl, fino a 239 il rischio è moderato, oltre 240 il rischio cardiovascolare è elevato;
- Colesterolo LDL (cattivo): fino a 100 mg/dl;
- Colesterolo HDL (buono): non inferiore a 50 mg/dl.
Questi
valori vanno però
letti all’interno di un
quadro complessivo e soprattutto tenendo conto del
rapporto tra colesterolo buono (HDL) e cattivo (LDL) perché in realtà non esiste colesterolo buono o cattivo, ma un buon rapporto tra la concentrazione dei due. Come hanno dimostrato
recenti studi,
livelli più alti di
colesterolo HDL (buono) non riducono il
rischio cardiovascolare, anzi, lo peggiorano. D’altro canto non tutto il colesterolo LDL è cattivo.
Consulta le Strutture Sanitarie dove effettuare l'esame di Colesterolo LDL. L'elenco non è esaustivo di tutte le strutture ma sono quelle che hanno dichiarato di eseguirlo.
Esame Colesterolo LDLConsulta le Strutture Sanitarie dove effettuare l'esame di Colesterolo HDL. L'elenco non è esaustivo di tutte le strutture ma sono quelle che hanno dichiarato di eseguirlo.
Esame Colesterolo HDLConsulta le Strutture Sanitarie dove effettuare l'esame di Colesterolo Totale. L'elenco non è esaustivo di tutte le strutture ma sono quelle che hanno dichiarato di eseguirlo.
Esame Colesterolo Totale
Diffusione dell’ipercolesterolemia
In Italia, secondo gli ultimi
dati disponibili, raccolti tra il 1998 e il 2002 dal
Progetto Cuore, il
21% degli
uomini e il
23% delle
donne è
ipercolesterolemico (ha cioè il valore della colesterolo nel sangue totale uguale o superiore a 240 mg/dl, oppure è sotto trattamento specifico), mentre il 37% degli uomini e il 34% delle donne è in una condizione definita border line (colesterolo totale compreso fra 200 e 239 mg/dl).
Colesterolo. Perché i livelli devono essere bassi
La presenza di alti valori di colesterolo totale per periodi di tempo molto lunghi favorisce l’
aterosclerosi (indurimento)
delle arterie e la formazione di
incrostazioni all’interno di esse (ateroma), con la possibilità della formazione di
trombi che compromettono il normale flusso sanguigno. Se un’arteria si chiude, la parte del corpo che riceve sangue da essa, può morire. Se l’arteria è una coronaria (arteria del cuore) si può avere un
infarto cardiaco, se l’arteria porta sangue al cervello si può avere un
ictus (con paralisi o morte).
L’aumento del rischio d’infarto e di ictus è di solito collegato ad
elevati livelli di colesterolo totale e di
colesterolo LDL. Anche un altro tipo di grassi, i trigliceridi, aumentano, sia pur in modo minore, questo rischio. Non tutto l’LDL che produciamo ha un effetto infiammatorio, ma solo l’
LDL ossidato. Questo tipo di colesterolo si forma quando
le LDL incontrano i radicali liberi, cioè molecole instabili, che possono danneggiare irreversibilmente ogni struttura molecolare.
Si formano così le LDL ossidate che, depositandosi lungo le pareti dei vasi, danneggiano i tessuti e innescano un processo infiammatorio che porta alla formazione di placche aterosclerotiche/trombi. Anche se il
colesterolo HDL riduce la probabilità di infarto e di
ictus, a
fare la differenza è la
valutazione del contesto generale: colesterolo totale, LDL, HDL, trigliceridi. Va inoltre considerato che il calcolo del rischio non si ferma al solo valore di colesterolo, ma anche ad altri elementi, quali la
pressione arteriosa, la presenza o meno di
altre malattie (es.
diabete), l’
abitudine o meno al fumo, la presenza di
malattie cardiache nella famiglia, ecc. Proprio da questa complessità, però si ricava anche la possibilità che, agendo su fattori modificabili come lo stile di vita, il rischio si abbassi.
Colesterolo. Come tenerlo basso
La
prevenzione è la strategia principale per mantenere la colesterolemia entro i livelli consigliati. Tra gli stili di vita corretti ci sono:
- Alimentazione povera di grassi saturi (animali) e di alcol e ricca di verdure;
- Controllo del peso corporeo;
- Attività fisica in modo regolare;
- Evitare il fumo.
A volte però intervenire sullo
stile di vita non basta per tenere sotto controllo i livelli di colesterolo e può rendersi necessario un
intervento farmacologico. Esistono diverse categorie di farmaci in grado di
ridurre la
colesterolemia, ma le abitudini di vita corrette migliorano anche l’efficacia dei farmaci.
Colesterolo alto. L’alimentazione è importante
Il
colesterolo viene
prodotto per circa l’
80% dall’organismo e la
quota rimanente viene
assorbita dal cibo di origine animale assunto con la dieta. Se tutto funziona correttamente, più assumiamo colesterolo e meno ne produciamo e viceversa, per mantenere il giusto equilibrio di questa molecola nel nostro corpo. Tuttavia può capitare che questo
equilibrio venga interrotto e si abbia ipercolesterolemia e le cause possono essere molteplici. Oltre a
questioni genetiche (ipercolesterolemia familiare, che conta un caso ogni 500 abitanti), il colesterolo alto può essere dovuto a
particolari malattie come il diabete, a
problemi endocrini (legati alla tiroide), al fumo, farmaci, ma anche a una scarsa attività fisica e alla
dieta (troppe calorie, troppi grassi saturi o trans, troppi zuccheri semplici). Nelle forme lievi, la
correzione dello stile di vita può essere risolutiva. In caso sia necessario assumere una terapia farmacologica (statine) una alimentazione adeguata può potenziare l’efficacia dei farmaci e permetterne di ridurne la posologia, quindi anche gli eventuali effetti collaterali. Considerando poi che l’LDL ossidato è la principale causa della formazione della placca aterosclerotica (ateroma), diventa importante l’assunzione di
alimenti antiossidanti (vitamine presenti in frutta e verdura).
Colesterolo. Oli vegetali nell'alimentazione corretta

Gli
acidi grassi saturi della dieta
innalzano la colesterolemia, quindi il rischio cardiovascolare. Gli acidi grassi saturi si trovano soprattutto in
formaggi,
uova,
carne e in
alcuni oli vegetali (di cocco e di palma). Quelli più pericolosi sono il
palmitico (presente nell’olio di palma) e il
miristico (contenuto in burro, panna e formaggi). Il
laurico (abbondante nei latticini e nell'olio di cocco)
innalza il colesterolo totale, ma soprattutto la frazione
HDL (aspetto positivo). Lo
stearico (presente nei
grassi animali e nel
burro di cacao), invece, pur essendo saturo è poco aterogeno perché l'
organismo lo desatura rapidamente formando acido oleico.
Gli
oli vegetali sono abbondantemente utilizzati dalle industrie alimentari, soprattutto nella preparazione di
dolciumi e
prodotti da forno. Gli acidi grassi saturi si possono ottenere artificialmente con procedure industriali (idrogenazione) come avviene, ad esempio, nella produzione della margarina. Gli
oli industriali vengono
chiamati anche “trans”. Questi sono particolarmente nocivi perché
aumentano i livelli di colesterolo cattivo LDL e riducono quelli di colesterolo buono HDL. Gli acidi grassi trans sono presenti in numerosi prodotti alimentari di origine industriale. Si riconoscono perché in etichetta è riportata la dicitura “
grasso totalmente o parzialmente idrogenato”. Non va sottovalutato che la dicitura “grassi vegetali” riportati in etichetta si riferiscano spesso ai grassi saturi di oli tropicali, quindi non ideali per abbassare il colesterolo.
Gli
acidi grassi polinsaturi contenuti negli oli (attenzione alla dicitura: sono oli e non grassi) vegetali
abbassano la colesterolemia, riducendo i livelli plasmatici delle LDL. Esistono diversi tipi di polinsaturi. Gli
omega 6, presenti in
semi di girasole, noci, arachidi, mandorle, oltre a ridurre le LDL abbassano leggermente anche il colesterolo buono HDL. L'
acido oleico (olio di oliva) invece, che è un omega 9, abbassa il colesterolo LDL, ma lascia invariata la percentuale di HDL e per questo è da preferire anche come condimento. Gli acidi grassi polinsaturi omega-3, presenti in
pesce e semi di lino, abbassano i livelli plasmatici di trigliceridi (precursori del colesterolo). Alti livelli di trigliceridi sono dannosi anche perché aumentano la probabilità di trombosi. Queste molecole infatti riducono il processo di fibrinolisi che porta allo scioglimento dei coaguli nei vasi sanguigni. Gli
omega 3 e 6 devono
sostituire e non essere aggiunti ai grassi saturi e idrogenati perché un'alimentazione troppo ricca di grassi e calorie, anche se composta da lipidi di ottima qualità, rischia di vanificare l'effetto protettivo di questi ultimi sul rischio cardiovascolare.
Alimenti per abbassare il colesterolo

La
Società Europea di Cardiologia (ESC) e la
Società Europea dell’Aterosclerosi (EAS) nelle loro linee guida danno grande importanza alla stratificazione del rischio nel singolo paziente per dare ad ognuno la
giusta terapia rispetto al suo personale rischio di sviluppare una patologia cardiovascolare aterosclerotica. I consigli delle società scientifiche sullo stile di vita per la prevenzione cardiovascolare e sul fattore di rischio colesterolo, indicano come obiettivi fondamentali:
ridurre gli alimenti ricchi di grassi saturi e di
grassi trans,
aumentare la quantità di
fibre alimentari, in particolare frutta, verdura e legumi, preferendo i carboidrati integrali,
abbassare il peso corporeo se si è in sovrappeso e assumere regolarmente cibi funzionali arricchiti con steroli. La dieta mediterranea è quindi in grado di favorire i livelli ottimali di colesterolo nel sangue.
Verdura, cereali e legumi. I vegetali sono definiti gli alimenti amici del cuore. In particolare è bene mangiare i
legumi (fagioli, lenticchie, piselli, ceci..) da
2 a 4 volte la settimana, perchè aiutano a mantenere livelli adeguati di colesterolo grazie alla presenza di fibre e di steroli vegetali che ne riducono l’assorbimento a livello intestinale. Il 20% del colesterolo è assunto con il grasso presente in alimenti di origine animale. Le fibre contenute negli ortaggi
creano una sorta di barriera fisica all’assorbimento del grasso. Gli steroli sono grassi vegetali che chimicamente assomigliano al colesterolo animale e possono essere assorbiti al suo posto. Gli steroli sono presenti in piccole quantità in ogni alimento vegetale, in particolare nella frutta a guscio, negli olii vegetali, nei semi e nei cereali. Per i cereali (avena orzo e farro) va considerato che, nella scelta del
pane, quello
integrale è più ricco di fibre.
- Ogni giorno sono consigliate 2-3 porzioni di verdure e 2 di frutta (che abbassano le calorie nell’alimentazione abituale e contribuiscono, con le vitamine e gli antiossidanti, a ridurre la presenza di radicali liberi che, oltre a danneggiare direttamente i cellule e tessuti, formano l‘LDL ossidato). Per il calcolo delle porzioni si può tenere come unità di misura il pugno di una mano;
- Il giusto condimento. La colesterolemia è influenzata dal tipo di grassi presenti nella dieta: quelli saturi, di origine animale, provocano l’aumento del colesterolo-LDL, mentre quelli insaturi, di origine vegetale, possono abbassarlo e contribuire ad innalzare l’HDL. Sono da preferire oli vegetali polinsaturi o monoinsaturi, primo fra tutti l’olio extravergine di oliva, ma anche quelli di semi (soia, girasole, mais, arachidi). Anche l’olio di riso può essere interessante per il controllo del colesterolo grazie alla presenza del fitosterolo gamma orizanolo;
- Pesce azzurro. La ricchezza di omega 3 rende questo alimento indicato anche per chi ha problemi di colesterolo. Anzi, un consumo di almeno 2-3 volte alla settimana è addirittura consigliato, con preferenza per il pesce di piccole dimensioni come quello azzurro (ad esempio sardine e sgombro) cucinandolo al forno, al cartoccio, al vapore e evitando il più possibile le fritture. Fanno eccezione i molluschi e crostacei, il cui consumo è da limitare;
- La carne. Può fare parte della dieta, con preferenza della bianca, ma deve provenire da un taglio magro e privato del grasso visibile. Il pollame invece deve essere senza pelle;
- I formaggi. Con moderazione possono essere consumati formaggi freschi (ricotta, crescenza, feta, gorgonzola, mozzarella). Il formaggio di capra è tendenzialmente meno grasso. Quello con la più bassa percentuale di colesterolo è il caprino fresco;
- Cucinare senza grassi. La bollitura, la stufatura, il vapore, e la cottura al forno tradizionale e a microonde o la grigliatura sono tutte tecniche di cottura da preferire alla frittura.
Colesterolo e dieta vegetariana o vegana
Le
diete vegetariane e vegane aiutano ad
abbassare il colesterolo. Questo
effetto si deve alla
scarsità di colesterolo e di grassi saturi negli alimenti consumati a fronte di una
ricchezza di acidi grassi benefici (soprattutto l'essenziale polinsaturo omega 6 acido linoleico) e altri fattori nutrizionali antiossidanti polifenolici come
vitamine A, C, E, lecitine vegetali e fitosteroli.
Colesterolo alto. Alimenti da limitare o evitare
Per mantenere sotto controllo il colesterolo, gli esperti suggeriscono di limitare soprattutto i grassi animali presenti nei condimenti come
burro, lardo, strutto, panna. Ecco alcuni suggerimenti di
cibi da consumare con molta moderazione:
- Alimenti ricchi di grassi saturi: insaccati, formaggi (pecorino, formaggio spalmabile e parmigiano) e uova. Per quanto riguarda i latticini, è da favorire il latte scremato o parzialmente scremato, lo yogurt a bassa percentuale di grassi;
- Oli vegetali saturi: palma e colza;
- Frattaglie (fegato, cervello, reni), insaccati ad elevato tenore in grassi saturi. Gli insaccati e le carni conservate in generale andrebbero consumate il meno possibile non solo in ottica di prevenzione cardiovascolare ma anche per la prevenzione dei tumori. Le linee guida suggeriscono di non superare i 50 grammi alla settimana;
- Bevande alcoliche, soprattutto nei casi di ipercolesterolemia associata a ipertrigliceridemia. Mezzo bicchiere di vino rosso a pasto è, invece, di solito permesso per il suo effetto antiossidante;
- Zuccheri semplici come glucosio, saccarosio e fruttosio industriale.
Colesterolo alto. Lo stile di vita oltre la dieta
L’alimentazione deve essere supportata e completata con uno stile di vita sano.
Gli esperti raccomandano:
- Non fumare perché il fumo abbassa i livelli di colesterolo HDL e danneggia le arterie;
- Praticare attività fisica con sport aerobici, quali ciclismo, ginnastica aerobica, ballo, nuoto, calcio, basket, pallavolo, cammino a passo veloce (4-5 km/ora);
- Eliminare i chili e soprattutto il girovita in eccesso. Sono ideali valori inferiori a 80 cm per la donna e a 94 cm per gli uomini. Valori superiori a 88 cm per le donne e 102 cm per gli uomini sono associati ad un rischio cardiovascolare elevato;
- Controllare eventuali patologie coesistenti, come ipertensione arteriosa e diabete mellito, perché aumentano il rischio cardiovascolare.
Colesterolo alto nonostante la dieta
Ogni giorno l’organismo produce un quantitativo di
colesterolo (
endogeno) che va da 600 a 1000 mg, grazie al lavoro del fegato e dell’intestino. A questo colesterolo si
aggiunge quello assunto con
l’alimentazione che, normalmente è intorno a 200/300 mg al giorno. Il valore del colesterolo
aumenta quando se ne assume troppo con una dieta sbagliata oppure quando il colesterolo endogeno è prodotto in quantità superiore alla norma. In questo caso la dieta, anche se corretta, può
non portare ai risultati sperati ed è necessaria una cura farmacologica adeguata. I
farmaci maggiormente utilizzati sono:
- Le statine;
- La niacina;
- L’ezetimibe;
- I sequestranti degli acidi biliari.
Anche si si assumono i farmaci è
importante la dieta
corretta per evitare che al problema del colesterolo
endogeno si sommi quello del colesterolo
esogeno.